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Le battaglie dei forzati del lavoro: Ikea, licenziata madre bambino disabile

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Ikea ha licenziato a Milano la madre di un bambino disabile che aveva richiesto di cambiare l’orario di lavoro per poter assistere il figlio. L’algoritmo che decide i turni automaticamente non le consentiva una modifica, e così è arrivata la lettera di licenziamento.

L’algoritmo detta i turni. Rivolta per i licenziati. “Trattati come mobili”

A Milano cacciata la madre di un ragazzo disabile. Il colosso svedese: “Non può fare quello che vuole”

MILANO – È un algoritmo a decidere i turni di lavoro per i 6500 dipendenti dell’Ikea in Italia. Lo fa una volta ogni sei mesi, a settembre e marzo, sulla base di uno schema prestabilito che contempla il flusso dei clienti, il numero dei lavoratori impiegati e le esigenze di ogni singolo reparto.

Schiacciata sotto questa macchina fredda ha trovato il licenziamento per «giusta causa» la signora Marica Ricutti, 39 anni, separata, madre di due figli piccoli, di cui uno disabile. Era impiegata all’Ikea di Corsico, periferia di Milano, dal 1999: non aveva mai ricevuto un richiamo e nemmeno una contestazione sulla sua professionalità.

La signora Ricutti sapeva bene, però, che non avrebbe potuto entrare al lavoro alle 7 del mattino, come previsto dal nuovo turno assegnatole dall’algoritmo al reparto ristorante. Soprattutto il martedì, non era possibile. Quel giorno deve portare suo figlio in un centro specializzato dove sta seguendo una terapia. Ecco perché ha cercato più volte di incontrare il capo del personale. Ha spiegato i suoi problemi, ottenendo rassicurazione verbali. Solo a quel punto, convinta di essere stata compresa, ha accettato lo spostamento nel nuovo reparto. «Mi avevano detto che avrebbero tenuto conto della situazione, non mi sarei mai aspettata un trattamento del genere».

Nessuno ha cambiato il suo turno. Il cervellone non ha previsto eccezioni. L’algoritmo contemplava sempre lo stesso orario: 7 del mattino. Per quattro volte la signora Ricutti ha timbrato il cartellino alle 9, come nel suo orario precedente. Era il 3 di ottobre quando ha ricevuto la prima lettera di contestazione della sua carriera. Il 13 novembre è stata convocata per fornire spiegazioni. Ma quello che ha detto non ha convinto i responsabili dell’azienda.

Infatti, ecco la lettera datata 21 novembre 2017, oggetto: «Licenziamento per giusta causa». Così scrive «Ikea Italia Retail Srl» senza un nome al fondo, se non quello della licenziata: «Gentile signora Ricutti, abbiamo attentamente valutato le giustificazioni da Lei rese in data 13 novembre 2017, in cui non sono stati in alcun modo smentiti i fatti contestati, risultando anzi da Lei ammessi. La Società non può pertanto che ritenere confermati i gravi fatti a Lei addebitati. Sia considerati singolarmente che, a maggior ragione, nel loro complesso hanno fatto venire meno il vincolo fiduciario che è presupposto indispensabile di ogni rapporto di lavoro e sono di una gravità tale da non consentire la prosecuzione nemmeno provvisoria del rapporto di lavoro. Pertanto, sulla base di…, siamo costretti a comunicarle, ai sensi dell’articolo 2119…, il licenziamento per giusta causa. Le competenze di fine rapporto verranno corrisposte non appena effettuati i relativi conteggi. Distinti saluti».

Ma cosa ha fatto di così grave la signora Ricutti? «Niente, assolutamente niente», dice Marco Beretta della Filcams Cgil Milano. «L’unica contestazione riguarda proprio quei pochi ingressi con due ore di ritardo. Cercava in quel modo di sollevare l’attenzione sul suo problema. Visto che tutti gli altri tentativi per trovare una mediazione si erano rivelati inutili. Quel che fa più male di questa storia, è che stiamo parlando di una lavoratrice che ha diritto alla protezione della legge 104, che tutela le madri con figli disabili. Come ha ben detto Marica Ricutti, lei non stava chiedendo un privilegio». Ecco perché dopo due ore di sciopero nel giorno del licenziamento, i sindacati il 5 dicembre faranno un presidio davanti all’Ikea di Corsico per stigmatizzare l’accaduto. Marco Beretta è profondamente amareggiato: «A dispetto delle campagne pubblicitarie sempre così sensibili ai temi sociali, l’Ikea dimostra di considerare i lavoratori soltanto dei numeri da tagliare per abbassare i costi. Come dei mobili. Da montare e smontare a piacimento».

Otto ore di lavoro al giorno, più una di pausa. Stipendio: 1250 euro al mese. La signora Ricutti adesso sta male. «Ho sempre cercato di comprendere le ragioni dell’azienda, ma forse adesso sta venendo meno il valore della dignità umana», ha detto in un’intervista all’HuffPost. «Andrò avanti. Impugnerò il licenziamento accanto alla Cgil». Il suo caso non è isolato. Proprio ieri, un lavoratore dell’Ikea di Bari, padre di due bambini piccoli, è stato licenziato per una pausa più lunga del consentito: 5 minuti. Molti altri lavoratori hanno segnalato problemi di adattamento all’algoritmo. «È un’azienda che è cambiata radicalmente negli ultimi anni», dice Fabrizio Russo, il segretario nazionale della Filcams Cgil. «Rifiuta qualsiasi mediazione sindacale».

Cosa dice l’Ikea di tutto questo? «Negli ultimi 8 mesi Ricutti ha lavorato meno di 7 giorni al mese. Nell’ultimo periodo, in più occasioni, si è autodeterminata l’orario di lavoro senza alcun preavviso nè comunicazione di sorta, mettendo in grave difficoltà i colleghi». E ancora: «Da lei gravi episodi di insubordinazione».

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Reina, per lui ultimo anno in azzurro: rinnovo difficile!

Reina, per lui ultimo anno in azzurro: rinnovo difficile!

Secondo l’edizione odierna de Il Mattino questo sarebbe l’ultimo anno di Pepe Reina in azzurro che in estate, molto probabilmente, saluterà i compagni. Il suo contratto è in scadenza nel 2018 e ormai, dopo tante fumate nere, il rinnovo sembra davvero improbabile. Nonostante i 35 anni, però, l’estremo difensore spagnolo avrebbe ancora tanti estimatori in Europa. Del resto già nella scorsa estate è stato seguito e richiesto dal ricco club francese del Paris Saint German, con un addio evitato solamente da un Sarri categorico con la società partenopea. Esperienza, carisma e soprattutto abilità nello gestire lo spogliatoio, sono queste le qualità che l’hanno reso indispensabile fin da subito per in tecnico.

Facebook e “l’Occhio di Sauron”

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Il 27 novembre u.s. d’un tratto e senza un apparente razionale motivo, ho ricevuto quanto segue da Facebook: “Ti è stato temporaneamente impedito di iscriverti e pubblicare nei gruppi. La restrizione durerà fino a: 4 dicembre alle ore 16:12”.

Eppure non mi risultava fossi stato offensivo, anzi ritengo di essere educato, però, certo sono legittimamente critico nei fatti di attualità (ma non sulla persona), entrando anche in modo modesto nel merito, ma credo da cittadino che partecipa civilmente e anzi proponendo nei miei limiti delle possibili soluzioni.

Mi dice Facebook di presentare “appello”. L’ho fatto. E la sera della stessa giornata alle ore 19:10 mi perviene un messaggio di Facebook con su scritto: “La nostra risposta, 27 novembre. Ti ringraziamo nuovamente per averci fornito informazioni su questo post. Lo abbiamo esaminato nuovamente e abbiamo determinato che rispetta i nostri Standard della community, pertanto lo abbiamo ripristinato. Siamo spiacenti per l’inconveniente e ti ringraziamo per il tempo dedicato a contattarci affinché potessimo intervenire”. Partecipo quindi al sondaggio per migliorare il servizio, chiedendo che ci sia una maggiore spiegazione quando si dispongono questi blocchi verso gli utenti poiché per chi non ha fatto intenzionalmente nulla di sconveniente non è piacevole riceverli.

La mattina del giorno dopo, 28 novembre, senza ancora avere postato nulla, mi accorgo che sono nuovamente bloccato: “Ti è stato temporaneamente impedito di iscriverti e pubblicare nei gruppi. La restrizione durerà fino a: 4 dicembre alle ore 16:12”.

Ho seguito la procedura prevista da Facebook per rispondere a queste situazioni, scrivendo: “Non ho scritto nulla di sconveniente. Non è spam. Cortesemente togliete il blocco. Scrivo anche per Vivicentro. Mi ritengo una persona seria, corretta, rispettosa ed educata”.

Ma da allora nulla. Il blocco è rimasto. Peraltro sono presidente di un piccolo comitato di liberi cittadini in un paese della riviera ionica messinese che ha una pagina Facebook dedita solo ai soci, una sorta di trasparenza informativa per illustrare costantemente la vita del comitato. Ebbene neanche in quella posso scrivere. L’unica pagina in cui posso farlo è quella pubblica del predetto comitato e la mia.

L’aspetto che mi ha ulteriormente sorpreso è leggere nelle pagine del “Centro assistenza”: “La politica di Facebook prevede che venga messa fine ai comportamenti che potrebbero essere considerati fastidiosi od offensivi dalle altre persone”.

Ma ci fosse un comportamento fastidioso oppure una mia parola offensiva verso qualche persona. Di contro, non sono di solito mai tenero verso il sistema in generale, ma non per spirito di contestazione a prescindere, bensì per cercare, sperare, smuovere, sensibilizzare, seppure nel mio piccolo, il paludoso acquitrino che sono gli apparati e palazzi pubblico-politico-istituzionali-burocratici italiani, che ci stanno portando in buona parte ad immiserirci sempre più in questa società, specialmente siciliana, ove ad esempio, la disoccupazione giovanile viaggia intorno al 50% e i nostri ragazzi e anche gli adulti con professionalità o un mestiere vanno via in cerca di lavoro nell’ordine di migliaia, sicché stiamo rimanendo un popolo-dormitorio anche in senso cerebrale, di estorti fiscali e vessati giuridici per mantenere pletore di arroganti, lucciole e cortigiani. E mi fermo qui, altrimenti mi bloccano a vita.

Ho ricevuto diversi commenti su come potesse essere accaduto che fossi così perentoriamente bloccato da Facebook, senza, ribadisco e ritengo, un motivo civilmente valido, quando poi di contro in esso ci sono, risaputamente, pagine, commenti frasi e parole irripetibili e circola di peggio e di più. Riporto alcune risposta (non posso tutte altrimenti sforo oltre le due pagine).

Franco: purtroppo basta poco a bloccare un utente di FB…bloccano in automatico dopo tot segnalazioni , senza preoccuparsi della motivazione

Claudio: evidentemente è qualcuno che segnala i tuoi post o commenti a Facebook o all’amministratore delle pagine in cui scrivi. È successo anche a me!

Lisa: è successo recentemente anche a me, c’è qualcuno tra i tuoi contatti che è infastidito da quello che scrivi e allora ti segnala a FB il quale ti blocca. Quindi hanno spazio i DELATORI la stessa categoria di chi informava le SS dove si nascondevano gli ebrei. Non puoi sapere mai chi sono ma hanno tutto il mio disprezzo.

Patrizia: Ricordati che quando Facebook ti blocca o ti crea una sospensione, è sempre per causa di qualcuno che ti ha segnalato… FACEBOOK di sua iniziativa non blocca mai, se non per alcune eccezioni (post antisemiti/ fascisti/ religiosi/ violenti). Passa al setaccio le tue amicizie e tenta di capire chi possa essere stato…

Salvatore: Si tratta di qualche segnalazione “orchestrata”! FACEBOOK ne tenga conto! Siamo amici e niente può giustificare un siffatto provvedimento che riteniamo profondamente INGIUSTO!

Fausto: Non è il social a bloccarti ma qualcuno che ce l’ha con te per motivi personali o ideologici… elimina dalle amicizie coloro che ti criticano dando giudizi negativi su ciò che scrivi e riserva la vista del tuo profilo e quindi di tutto ciò che posti solo agli amici in modo che nessuno esterno può vederti .

Salvatore: Questa (seconda) volta, anche a fronte della risposta data da facebook, credo si tratti di un errore del sistema! La libera espressione non può essere oggetto di sanzione. E ciò malgrado Facebook, secondo il nostro ordinamento deve fare una contestazione di addebiti precisa e, solo dopo aver ottenuto risposta, può prendere un provvedimento sanzionatorio. Mi spiace oggi però ci vedrei un errore del sistema.

Ho cercato anche sulla rete per vedere situazioni analoghe capitate ad altri utenti e anche qui ho trovato qualche ipotesi.

Anonimo: «Qualcuno ti ha segnalato, fidati». «Secondo me invece è l’algoritmo, dammi retta». Sono due le correnti di pensiero. In effetti sì, ho avuto discussioni anche accese con un gruppo di persone molto omogeneo, che qualcuno di loro abbia avuto a cuore la questione a punto da perdere parecchi minuti della sua vita per scorrere la mia bacheca e segnalare tutti, ma proprio tutti i post? Oppure, l’altra domanda: esattamente, quando Facebook avrebbe introdotto (o modificato) l’algoritmo? E anche: è tutto a rischio, d’ora in avanti? Clicco tutto il cliccabile («Se ritieni che il tuo profilo sia stato chiuso per errore, clicca qui»: lo faccio), compilo tutto quanto è nelle mie possibilità, nello spazio rimostranze, e qualche giorno dopo, finalmente, vengo sbloccato, con tante scuse: il mio profilo, alla fine, per loro, è stato chiuso per errore.

Marco: Fonti molto vicine a Facebook hanno esaudito le mie curiosità: sì, c’è sempre una segnalazione da parte di qualche utente; no, le segnalazioni non le valuta un algoritmo; sì, c’è sempre un umano dietro ogni valutazione; sì, è possibile che alcune parole non vengano comprese nel loro contesto; anche quando i post sono sventagliate da seimila battute, sì, l’umano legge, o dovrebbe farlo, le seimila battute e non limitarsi a cercare, questa sì con l’algoritmo, la parola chiave nel post segnalato; sì, gli standard sono volutamente vaghi, per non dare possibilità agli agitatori di professione, troll con attività di lucro, di inchiodare il sistema; sì, possono capitare spiacevoli disguidi, ma la libertà di espressione è un bene primario, che Facebook persegue e tutela.

Insomma Facebook da un lato è un social che consente agli utenti di interagire come non mai, dando interessanti opportunità che prima erano socialmente impossibili (escludendo chiaramente in questo certi comportamenti deviati di utenti che lo usano in modo perfido e sociopatico).

Per un altro verso presenta potenzialmente un aspetto inquietante, poiché se dovesse “allinearsi” ai cosiddetti “poteri forti”, al sistema consumistico-mediatico, a quello politico-istituzionale-burocratico, a logge e sette, insomma alla prevaricazione incarnata nella mente cavernicola dell’essere umano, allora diverrebbe come “l’Occhio di Sauron”.

Nella foto tratta da https://it.wikipedia.org/wiki/Sauron, l’Occhio di Sauron, dal film “Il Signore degli Anelli”.

Adduso Sebastiano

Irruzione naziskin a Como: un attacco che sa di antico squadrismo

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Nell’ irruzione di Como dei naziskin, si evidenzia una escalation di fenomeni di discriminazione nei quali, come scrive Cesare Martinetti, “c’è molto di antico, ma c’è soprattutto molto di nuovo in questa operazione che pur condotta senza l’uso del manganello ha un inequivocabile marchio squadrista”.

L’avanguardia che fa politica in casa nostra

Non pensate di liquidare con qualche antico luogo comune l’irruzione dei naziskin veneti nel centro aiuto agli immigrati di Como. C’è molto di antico, ma c’è soprattutto molto di nuovo in questa operazione che pur condotta senza l’uso del manganello ha un inequivocabile marchio squadrista. È stata però e soprattutto un’opera di comunicazione, nel senso più contemporaneo del termine: la fabbricazione di un evento che trasmette un messaggio. Slogan che riproducono i capisaldi tradizionali dell’estrema destra nazionalista e fascista: patria, popolo, nemici, stranieri, immigrati, identità. Ma che cavalcano le parole d’ordine antisistema di oggi diventate il rumore di fondo della politica europea, l’humus di tutti i populismi, radicali e anche moderati destinato a colpire i centri nervosi più sensibili, innanzitutto alimentando la paura per gli stranieri: no all’invasione.

Bisogna guardare con lucidità le facce di questi quindici ragazzi vestiti come in divisa: jeans un po’ slavati e bomber nero, capelli cortissimi, qualche cranio rasato, qualche barba curata. Espressioni dure, minacciose nella forza della presenza, silenziosa e ordinata con cui hanno spalleggiato il portavoce, un giovanotto che ha letto un breve testo, scandito come un comunicato. Sono facce normali, non mostri o caricature di mostri, nessuna anticaglia nostalgica, non avevano creste sulla testa, né borchie sulle spalle.

Bisogna guardarli bene perché sono l’avanguardia di un movimento che si sta dilatando a galassia, che si muove e si articola laddove la politica tradizionale è rimasta senza parole. Sono i missionari di un verbo antico che rispetta una grammatica scontata ma che riempie i vuoti di risposte e di paure. L’operazione compiuta martedì sera a Como non può essere stata improvvisata, risponde a una strategia elaborata in quel Veneto profondo e fecondo dell’estrema destra italiana, dove sono state progettate e realizzate le stragi nere della storia dell’Italia repubblicana. Ma esprime anche domande «nuove», diffuse, politiche. Sarebbe sbagliato guardare all’azione compiuta a Como come a una semplice rievocazione squadristica. Meno che mai al lugubre folklore naziskin.

Tutto questo avviene mentre in modo sempre più palese si manifesta nel resto d’Europa una rete che ha come epicentro Budapest, l’Ungheria del duce Orban che sta emergendo sempre più come il leader che ha creato l’ambiente ideale per l’incubazione di un nuovo paradigma nero. Su «La Stampa» di oggi trovate il reportage di Andrea Paladino da Ásotthalom, nome ideale da fantasy gotico, al confine tra Ungheria e Serbia, laddove passa il «muro» (uno dei tanti del nuovo mondo), barriera di ferro e di simboli, dove l’Ungheria ha costruito la sua diga contro il fiume di siriani che due anni fa scappavano dalla guerra. Qui si incrociano i fili dell’estrema destra italiana con quelle del resto dell’Europa, soprattutto dell’Est, dove nel giro di pochi anni l’emancipazione dall’Urss ha alimentato un nazionalismo aggressivo che si esprime in regimi democratici, ma che teorizzano soluzioni autoritarie, in Polonia, Cechia, Bulgaria e formalizzate nel gruppo di Visegrad, spina costante nel cuore dell’Unione europea. Il modello è Putin, leader riconosciuto delle democrature post comuniste, protettore al tempo stesso di tutti i valori anti-Ue e del despota siriano Assad. Ma piace molto anche Erdogan, leader di un Paese come la Turchia altra sentina storica di lupi grigi e poteri armati.

Da Visegrad a Ostia il passo è meno lungo di quanto possa sembrare. È nelle periferie degradate che la debolezza dei regimi democratici ha lasciato praterie da conquistare non tanto o soltanto con le testate degli scagnozzi mafiosi ai giornalisti, ma con la disciplina dei giovani militanti di CasaPound e dintorni che battono i quartieri abbandonati a se stessi. Crolla la partecipazione ai riti democratici, il welfare non dà risposte, gli stranieri appaiono una presenza minacciosa. O le nostre democrazie sapranno dare presto risposte e uscire dalla retorica o i ragazzi del bomber sono destinati a crescere. Guardateli bene.

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Napoli – Juve, il Pipita vuole esserci a tutti i costi ma il regolamento lo frena

Napoli – Juve, il Pipita vuole esserci a tutti i costi ma il regolamento lo frena

Secondo Il Mattino il Pipita ci prova e vuole esserci a tutti i costi per il match del San Paolo. L’argentino, infatti, si sarebbe anche allenato con i compagni grazie all’ausilio di un tutore per evitare contrasti eventuali. Tutto dipenderà dal dolore alla mano ma ci sarebbe, però, un aspetto del regolamento che frenerebbe il tutto: Higuain, infatti, non potrà indossare una struttura rigida durante la gara ma solamente una fasciatura normale. Gonzalo proverà comunque a rientrare tra i convocati ma la decisione finale spetterà a Massimiliano Allegri, che nel frattempo ha fatto riscaldare i motori a Mario Mandzukic. Intanto anche qualche buona notizia per l’allenatore che avrebbe recuperato sia Cuadrado che Bernardeschi.

UFFICIALE: L’Alfa Romeo torna in F1

UFFICIALE: L’Alfa Romeo torna in F1

E’ ufficiale, dopo 32 anni di assenza l’Alfa Romeo torna in F1 siglando un accordo di partnership tecnica pluriennale con la Sauber. Il Biscione, tra l’altro, sarà anche lo sponsor principale della scuderia, il cui nome diventerà “Alfa Romeo Sauber F1 Team”. Il presidente del cavallino rampante, Sergio Marchionne, che ha sempre spinto per un ritorno dell’Alfa in F1 ha commentato così la notizia: “È un passo significativo nella ristrutturazione del marchio Alfa Romeo, che tornerà in F.1 dopo un’assenza di oltre 30 anni: è un marchio storico che ha contribuito a fare la storia di questo sport, che si unirà ad altre case automobilistiche presenti in Formula 1 e che beneficerà anche della condivisione di tecnologia e know-how strategico con un partner di esperienza indiscussa come la Sauber. Gli ingegneri e i tecnici dell’Alfa Romeo, che hanno già dimostrato le loro capacità con Giulia e Stelvio, i modelli appena lanciati, avranno l’opportunità di mettere questa esperienza a disposizione del team Sauber e i tifosi dell’Alfa Romeo avranno l’opportunità di supportare una casa automobilistica determinata a scrivere un nuovo entusiasmante capitolo nella sua storia sportiva unica e leggendaria”. Infine, per quanto concerne i piloti, l’Alfa-Sauber apre le porte al monegasco Charles Leclerc, neo campione F2, prodotto della Ferrari Drivers Academy e in azione nei test di Abu Dhabi con la suddetta scuderia. L’ufficializzazione del suo ingaggio potrebbe essere questione di giorni, se non di ore: al suo fianco resta sempre viva l’ipotesi Antonio Giovinazzi che si gioca il sedile con lo svedese Marcus Ericsson.

Sodalizio Fincantieri-Msc Crociere: altre due navi in cantiere. Investimento di 3,5 miliardi di euro

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Si riconferma il sodalizio nato tra Fincantieri e Msc Crociere: altre due navi, infatti, andranno ad arricchire l’industria marittima. Alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, è stata consolidata l’unione tra le due aziende italiane. Ecco i dettagli riportati dal Mattino:

La più grande nave da crociera mai costruita in Italia avrà altre due sorelle, oltre a quella già in costruzione. E le nuove due saranno ancora più grandi ed evolute. Davanti al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, Msc Crociere e Fincantieri hanno consacrato una unione ancora più lunga e duratura. Un matrimonio tra grandi aziende che parlano italiano. E proprio per questo è “giusto sottolineare – come ha detto il Capo dello Stato – il livello di eccellenza della nostra industria del settore marittimo, cantieristico e navale in generale. È bene ricordare spesso il grande contributo che l’economia del mare – ha sottolineato Mattarella – reca allo sviluppo del nostro Paese”. E la sua presenza a Monfalcone ha ribadito proprio questo.

La consegna della Msc Seaside, dunque, è diventato il palcoscenico ideale per l’armatore Gianluigi Aponte e per il ceo di Fincantieri, Giuseppe Bono, per firmare un nuovo contratto che porta a 3,5 miliardi di euro l’investimento che Msc Crociere fa su Fincantieri. E a guardare le facce soddisfatte di Aponte e Bono sono sembrati lontanissimi i tempi (era il 2003) del clamoroso voltafaccia di Fincantieri ad Msc. Allora Bono non c’era e l’azienda italiana, spinta dal suo cliente più grande, rifiutò la costruzione di una nave per Msc. E sono lontani anche i tempi in cui l’armatore sorrentino si schierò dalla parte degli scettici sull’accordo Fincantieri-Stx, tant’è che ora lo stesso Aponte a dire che quelle perplessità sono superate.

E lo sono di sicuro, le cifre parlano chiaro. Msc Crociere, infatti, ha un piano industriale arrivato, con i nuovi contratti, a 11 miliardi di euro, per dodici nuove navi entro il 2026. E tutte saranno costruite tra Monfalcone e Sait Nazaire, vale a dire nel nuovo territorio comune della cantieristica Italo-francese. Una nave all’anno, come ha sottolineato Gianluigi Aponte quando ha invitato la nipote Asya, figlia di Diego Aponte, il capo del settore mercantile del gruppo Msc, a fare da madrina alla nuova ammiraglia. Un momento importante per Msc Crociere, a cui hanno assistito oltre al Capo dello Stato anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio il quale ha sottolineato come l’accordo Aponte-Bono, a lungo auspicato dal governo, rappresenti un orgoglio del Made in Italy.

“L’entrata in servizio di Msc Seaside – ha detto Pierfrancesco Vago, presidente esecutivo di Msc Crociere – segna un’altra pietra miliare nella storia e nel futuro della compagnia, ma incarna anche un momento cruciale per l’industria. È la prima nave del quinto nuovo prototipo che mettiamo in servizio e rappresenta un prodotto totalmente innovativo per l’industria del turismo. La generazione di navi Seaside è stata disegnata per portare gli ospiti più a contatto con il mare e per navigare in acque soleggiate, oltre a continuare a innalzare i confini della tecnologia marittima incentrata sugli ospiti”.

Più contatto con il mare. La nuova nave, infatti, che ha una stazza lorda di 154mila tonnellate, è caratterizzata da una passeggiata esterna che circonda praticamente tutto lo scafo e dove sono ospitati locali comuni, bar, ristoranti, negozi, una sorta di lungomare dove vivere intensamente la vacanza proprio vicino al mare.

“Guardando il 2017, giunto ormai quasi al termine – ha aggiunto Vago – questo è stato un anno in cui abbiamo registrato una crescita della capacità senza precedenti. Abbiamo messo in servizio due delle nuove navi più innovative del settore in soli sei mesi e ora aggiungiamo due navi Seaside Evo al nostro piano industriale, posizionando la nostra presenza globale ancora più in alto. Ci aspettiamo la consegna di almeno una nuova nave ogni anno fino al 2026, con sei entrate in servizio tra il 2017 e il 2020”.

Orgoglio italiano in giro per il mondo. “Siamo fieri – ha detto Giuseppe Bono – di aver condotto in porto un progetto così importante, per nuovo cliente e con una nave che è la più grande costruita finora in Italia. Questo dimostra non soltanto la capacità di soddisfare le esigenze degli armatori, ma anche lo straordinario livello operativo raggiunto da Fincantieri. Vorrei sottolineare infatti che la consegna di Msc Seaview, unità gemella di Seaside, avverrà tra solo sei mesi in questo stesso cantiere. In particolare, con Msc crediamo di aver realizzato una nave altamente innovativa, che segna un ulteriore salto di qualità sul piano tecnologico”.

Piccolo affaticamento per Insigne, l’esterno azzurro però ci sarà!

Piccolo affaticamento per Insigne, l’esterno azzurro però ci sarà!

Il Corriere dello Sport riporta che Lorenzo Insigne durante gli allenamenti settimanali ha risentito di un certo affaticamento muscolare, ma l’esterno di Frattamaggiore stringerà i denti e ci sarà. Per lui napoletano doc e con il sangue azzurro nelle vene, questa partita conta troppo e sicuramente farebbe di tutto per giocarla anche con una sola gamba. Dunque il tridente stellare, nella notte delle stelle, non sembrerebbe a rischio.

Buone notizie per Sarri arrivano però anche dal reparto arretrato, dove Mario Rui sta recuperando condizione e si candida seriamente a recitare un ruolo da protagonista con le sue scorribande sulla fascia sinistra. Per il resto tutto da copione per il tecnico appena insignito del premio di migliore allenatore dell anno 2016-2017.

 

L’ estrema destra va all’attacco e torna per le strade a caccia (anche) di consensi

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I naziskin entrano nella sede di un’associazione di volontari a Como per opporsi all’”invasione dei migranti” L’episodio di cronaca racconta l’escalation di fenomeni di discriminazione: l’ estrema destra italiana ritrova spazi e anche voti.

L’ estrema destra italiana ritrova spazi e anche voti

Da CasaPound a Forza Nuova, si moltiplicano i gruppi che cavalcano il disagio sociale per raccogliere i consensi

ROMA – Sono ormai troppi i segnali per dire che sia una sorpresa: l’estrema destra è tornata. Quel mondo che per anni è stato confinato tra la cronaca nera e il folklore politico, a metà tra le risse di strada e lugubri manifesti, è a una svolta. Innanzitutto al suo interno. Storici leader, quali Roberto Fiore per Forza Nuova, o Maurizio Boccacci per Militia, sembrano ormai marginalizzati. Non sono mai riusciti a scrollarsi di dosso le scorie ideologiche del neofascismo o del fascismo tout-court. Basta vedere la grafica dei manifesti di Forza Nuova, ispirati al Boccasile peggiore, propagandista della Repubblica sociale italiana. O la M di Militia, mutuata dalla M di Benito Mussolini come campeggiava sulle tessere del Pnf.

Marginali, divisi e anche litigiosi. Ecco dunque che Fiore concentra le energie per una Marcia su Roma, ribattezzata pudicamente Marcia dei patrioti, che già nella scelta di celebrare il 28 ottobre (compleanno del regime) la dice lunga sul nostalgismo. E Boccacci tenta di rubargli la scena sventolando solitario una bandiera della Rsi in piazza Montecitorio lo stesso giorno e si becca un Daspo urbano per i prossimi 3 anni.

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Irruzione naziskin a Como: un attacco che sa di antico squadrismo

Anche maneschi, quelli di Forza Nuova. Non temono di scontrarsi con i giovani di sinistra: ci fu una gigantesca rissa a Magliana, a novembre del 2016. Oppure di opporsi alla polizia. Così non si contano le denunce per manifestazione non autorizzata. Oppure i tentativi di bloccare gli sgomberi, come è successo di recente a Tor Bella Monaca, periferia Est di Roma. O ancora, all’opposto, le intimidazioni contro le famiglie di stranieri che ottengono la casa popolare. Qualche settimana fa, per queste azioni violente, Giuliano Castellino, il leader emergente nella Capitale, è finito agli arresti domiciliari assieme ad altri due attivisti.

Altro profilo, e altra marcia, sembra avere CasaPound. Si definiscono «fascisti del Terzo millennio» e le loro stesse biografie parlano di trentenni o quarantenni che non hanno pregressi in stagioni buie. Così il loro leader, Simone De Stefano, può annunciare: «Siamo stati sdoganati dai risultati elettorali, da Ostia a Bolzano, da Lucca a Lamezia Terme». Non ha tutti i torti. Solo nell’ultimo anno: 9% dei voti a Ostia, 8% a Lucca (con un candidato sindaco che umilia il M5S), 6% a Bolzano. Sono andati benino pure a Todi o L’Aquila.

Se non fosse stato per la capocciata di Roberto Spada al giornalista della Rai, con tutto il prosieguo di analisi e rivelazioni sugli ammiccamenti tra il candidato di CasaPound, Luca Marsella, e il clan Spada, forse la cavalcata trionfale dei «fascisti del Terzo millennio» sarebbe proseguita senza nemmeno suscitare troppi interrogativi e ora potrebbero festeggiare le loro 104 sedi in giro per l’Italia, e la crescita di consensi nell’area del disagio, degli arrabbiati, dei delusi dalla Lega o dal M5S. Invece la magistratura romana ha aperto un fascicolo sulle loro relazioni pericolose con gli Spada e Di Stefano sa quanto il tema può essere pesante. Tanto che ha lanciato la sua provocazione: «Faccio un appello al ministro Minniti, di chiarire se c’è questo rapporto di voto di scambio tra CasaPound e una formazione criminale. Ce lo faccia sapere subito. Se così fosse, CasaPound andrebbe sciolta immediatamente».

È un fatto però che CasaPound ormai ha messo un piede dentro le istituzioni e sogna persino il balzo in Parlamento. Tanto che da ultimo parlano di grande politica, di quale appoggio potrebbero dare al centrodestra, di come opporsi all’euro e alla Ue. Funzionano, in tutta evidenza, le loro parole d’ordine: no all’immigrazione, aiuti agli italiani, sovranismo. Stanno attenti a non ficcarsi in risse inutili. Però, se c’è da menare le mani, non è che siano gandhiani.

Hanno anche adottato la strategia degli aiuti alimentari, alla moda di Alba dorata, i neonazisti in Grecia. Vedi la distribuzione di pacchi di pasta a Ostia. Ma seguono un’accorta strategia legalitaria. Proprio ieri è iniziata la raccolta di firme per una legge d’iniziativa popolare («Reddito nazionale di natalità») che si prefigge di dare a ogni nuovo nato un assegno da 500 euro al mese fino ai 16 anni, ridicolizzando così il bonus bebè del governo e superando a sinistra pure il reddito di cittadinanza dei grillini.

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lastampa/L’estrema destra italiana ritrova spazi e anche voti FRANCESCO GRIGNETTI

Coppa del Mondo Sciabola maschile: 11 azzurri in pedana per la seconda tappa stagionale

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Coppa del Mondo Sciabola maschile: 11 azzurri in pedana per la seconda tappa stagionale a Gyor. Ecco il programma che si svolgerà nel fine settimana:

GYOR – Sarà la città ungherese di Gyor lo scenario della seconda tappa del circuito di Coppa del Mondo di sciabola maschile. Nel fine settimana, infatti, gli sciabolatori di tutto il Mondo si ritroveranno sulle pedane magiare per il secondo appuntamento stagionale, che segue quello svoltosi ad Algeri all’inizio del mese di novembre.
In quell’occasione, i colori azzurri salirono sul podio nella gara individuale con Enrico Berrè che conquistò la seconda piazza, così come nella gara a squadre dove la squadra azzurra fu fermata solo in finale.
A salire in pedana a Gyor saranno in undici: a Luca Curatoli, Enrico Berrè e Gigi Samele, già ammessi di diritto al main draw per via della loro posizione tra i primi sedici del ranking mondiale, si aggiungono anche Aldo Montano, Alberto Pellegrini, Lorenzo Romano, Riccardo Nuccio, Dario Cavaliere, Leonardo Dresso, Luigi Miracco e Matteo Neri.
La gara inizierà venerdi con la fase preliminare della prova individuale che, sabato, vivrà la sua giornata clou con gli assalti del tabellone principale ed i vari turni sino alla definizione dell’atleta vincitore dell’edizione 2017.
Domenica è invece in programma la gara a squadre con il Commissario tecnico, Giovanni Sirovich, intenzionato a schierare la formazione “titolare” composta da Enrico Berrè, Luca Curatoli, Luigi Samele ed Aldo Montano.
A seguire gli azzurri, oltre al CT Sirovich, vi sono anche i maestri Leonardo Caserta, Tommaso Dentico ed Andrea Terenzio, ed il fisioterapista Alessandro Pesce.

COPPA DEL MONDO – SCIABOLA MASCHILE – Gyor, 1-3 dicembre 2017
Atleti
Enrico Berrè, Dario Cavaliere, Luca Curatoli, Leonardo Dreossi, Luigi Miracco, Aldo Montano, Matteo Neri, Riccardo Nuccio, Alberto Pellegrini, Lorenzo Romano, Luigi Samele

Commissario tecnico: Giovanni Sirovich
Maestri: Leonardo Caserta, Tommaso Dentico, Andrea Terenzio
Fisioterapista: Alessandro Pesce

PROGRAMMA GARE
Venerdi 1 dicembre 2017
Fase a gironi | Tabellone preliminare – ore 14.00

Sabato 2 dicembre 2017
Tabellone principale | t.64 – ore 10.00
Fase finale – ore 16.00

Domenica 3 dicembre 2017
Prova a squadre
Tabellone dei 16 – ore 10.00
Semifinali – ore 13.00
Finale 3°-4° posto – ore 14.00
Finale – ore 15.00

Allegri recupera due pedine in vista del San Paolo

Allegri recupera due pedine in vista del San Paolo

Buone notizie per Massimiliano Allegri in vista della partita del San Paolo contro il Napoli. Il tecnico toscano, infatti, stando a quanto riportato da Tuttosport, dovrebbe recuperare due importanti pedine da inserire all’occorrenza nel proprio scacchiere: Cuadrado e Bernardeschi. Inoltre il quotidiano aggiunge che l’allenatore sarebbe orientato a schierare un 3-4-2-1, che in fase difensiva si trasformerebbe in una difesa a 4, con il classico 3+1 visto già diverse volte a Fuorigrotta. Se da un lato il modulo sarebbe certo, molto improbabile infatti un 4-3-3, molto meno sicuro sono i protagonisti di questo spartito. Tanti dubbi per Allegri che comunque dovrebbe schierare il seguente undici:

  • (3-4-2-1): Buffon; Barzagli, Benatia, Chiellini; De Sciglio, Khedira, Pjanic, Alex Sandro; Douglas Costa, Dybala; Mandzukic

FOTO ViViCentro – Via Ripuaria completamente allagata: bloccati automobilisti e abitanti

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Maltempo, via Ripuaria completamente allagata: bloccati automobilisti e abitanti

In ginocchio via Ripuaria a causa delle forti piogge che si stanno abbattendo sul territorio. La strada che collega Castellammare, Pompei e Torre Annunziata è completamente allagata. Disagi e preoccupazione per gli automobilisti che questa mattina si sono trovati di fronte ad una situazione ingestibile. Gli abitanti della zona, invece, hanno difficoltà a muoversi dalle proprie abitazioni.

Arrivano i primi segnali di malcontento, un lettore denuncia: “L’unica cosa che hanno fatto per Via Ripuaria è metterci dei semafori per allagamento, fin qui tutto bene. Ma gli abitanti di questa strada, continuano a non potersi muovere!”.

Anche il fiume Sarno si è ingrossato nelle ultime ore, ecco come si presenta la situazione:

Napoli – Juve, due anni dopo quel “no, grazie” del capitano!

Napoli – Juve, due anni dopo quel “no, grazie” del capitano!

L’edizione odierna del Corriere dello Sport riporta come Napoli – Juve arrivi due anni dopo il rifiuto del Capitano ad un’offerta dei bianconeri. Marotta, infatti, all’epoca tentò un’approccio con la società attraverso una normale perlustrazione ma il patron De Laurentiis si irrigidì immediatamente, come tra l’altro aveva già fatto con le due società milanesi. Al resto però ci pensò proprio lui, il Capitano, che declinò l’offerta, secondo i media intorno ai 30 milioni di euro, con un “no, grazie” optando per una vera e propria scelta di vita. Diventare la bandiera degli azzurri.

Maltempo, Angri: crolla la campana della chiesa di Santa Caterina. Il sindaco ai cittadini: “Lontani dai campanili”

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Maltempo, Angri: crolla la campana del campanile della chiesa di Santa Caterina. Il sindaco ai cittadini: “Lontani dai campanili!”

Tragedia sfiorata ad Angri: crolla la campana del campanile della chiesa di Santa Caterina. E’ successo intorno alle 4:30 di questa mattina. Le forti raffiche di vento hanno spazzato via la campana del santuario sito in Piazza Don Enrico Smaldone.

Sul posto sono intervenuti la Polizia Locale e i volontari della Protezione civile. Fortunatamente l’episodio non ha causato danni a persone, soprattutto per via dell’orario.

Il primo cittadino angrese, Cosimo Ferraioli, aveva annunciato ai suoi concittadini i disagi e i pericoli che si sarebbero potuti verificare nelle prossime ore a causa del maltempo: “Fino alle 18 di giovedì 30 novembre si invitano i cittadini che vivono nella zona pedemontana e nei pressi dei canali a non allontanarsi dalle proprie abitazioni se non per urgenze, a non camminare nei pressi di alberi e campanili”.

Per prevenzione anche gli istituti scolastici resteranno chiusi: “Le scuole di ogni ordine e grado resteranno chiuse a causa delle avverse condizioni meteorologiche. In seguito al bollettino di allerta meteo arancione diramato dalla protezione civile della Regione Campania, con rischio di frane superficiali e colate di fango, abbiamo riunito il centro operativo comunale e attivato il servizio di monitoraggio del territorio.”

Parla Totti: “Se lo scudetto non lo dovesse vincere la Roma preferisco il Napoli”

Parla Totti: “Se lo scudetto non lo dovesse vincere la Roma preferisco il Napoli”

L’ex bandiera e capitano della Roma, Francesco Totti, attuale dirigente della società giallorossa, ha rilasciato alcune battute per il Corriere della Sera, toccando varie tematiche:

Italia – Svezia l’ha vista in Tv?

Non pensavo che succedesse questo dramma. E’ surreale accendere la Tv e non vedere l’Italia ai mondiali”

Federcalcio: da chi si dovrebbe ripartire?

Da Damiano Tommasi. Primo perché è un amico e secondo perché è competente. E’ una bella figura: giovane, trasparente e pulito. Se vai all’estero con lui fai una bella figura”

Facciamo anche il c.t.?

“Facciamo Montella, così rifaccio la Roma dello scudetto”

Chi vince lo scudetto?

La Juve ha sempre qualcosina in più ma se non dovesse andare alla Roma preferisco il Napoli. Ci camperebbero per altri cento anni pure loro. Mi piacerebbe uno scudetto al sud”

E uno scudetto all’Inter?

Eh, no, all’Inter no”

Napoli – Juve, Higuain potrebbe essere convocato ma partirebbe dalla panchina

Napoli – Juve, Higuain potrebbe essere convocato ma partirebbe dalla panchina

A distanza di poche ore dall’operazione ricevuta alla mano sinistra filtra ottimismo in casa Juve per quanto riguarda le condizioni di Gonzalo Higuain. L’attaccante argentino, infatti, potrebbe addirittura essere convocato in vista della partita del San Paolo. A riportarlo è La Gazzetta dello Sport la quale, però, sottolinea anche il timore dello staff di causare poi uno stop ben più lungo minacciando le sue condizioni fisiche. Al di là di tutto ciò comunque filtra ottimismo per la convocazione e la decisione definitiva arriverà proprio in mattinata. In caso di responso positivo però sarà molto più plausibile vederlo partire dalla panchina anziché dal campo di gioco.

Castellammare, allarme meteo fino a venerdì: interruzioni stradali e percorsi alternativi

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Castellammare, allarme meteo fino a venerdì: interruzioni stradali e percorsi alternativi

Allarme meteo a Castellammare di Stabia per le tempeste che colpiranno la città e tutta l’area campana. La protezione civile ha comunicato la necessità di chiudere nuovamente il tratto della strada statale 145 ‘Sorrentina’ dallo svincolo di Castellammare Centro (km 3,600) a quello di Castellammare Villa Cimmino (km 9,500), comprese le gallerie ‘Varano’ e ‘Privati’.

Una decisione atta a prevenire i disagi che si sono verificati lo scorso 6 novembre, quando le forti piogge hanno provocato il franamento della ripa posta a valle del torrente “Rivo Calacarella”.

La riapertura del tratto stradale sarà decisa in relazione alla cessazione dell’allerta meteo prevista, per il momento, fino a venerdì 1° dicembre. Ricordiamo, però, che il ripristino della regolare circolazione sarà sempre predisposta dalle ore 6:30 alle 22:00.

Il traffico sia in entrata che in uscita dalla penisola sorrentina, utilizzerà i percorsi alternativi precedentemente impiegati, ovvero la viabilità locale e le ex strade statali 366 ‘Agerolina’ e 145.

Napoli – Juve, Sarri ha pochi dubbi: ma preoccuparlo è il terreno di gioco!

Napoli – Juve, Sarri ha pochi dubbi: ma preoccuparlo è il terreno di gioco!

Siamo alla vigilia del big match del San Paolo, Napoli – Juve, e sulle prime pagine dei maggiori quotidiani sportivi non si parla d’altro. Anche la rosea di Milano dedica la pagina principale all’incontro di Fuorigrotta ma in evidenza non vi sarebbero tanto i dubbi di formazione di Sarri quanto la paura per un terreno di gioco pesante. Il mister toscano, infatti, avrebbe un unico dubbio, ossia quello riguardante il terzino sinistro, con Maggio e Mario Rui in ballottaggio e con lo spostamento di Hysaj a sinistra in caso di vittoria del primo. A preoccupare molto di più il miglior allenatore dell’anno passato vi sarebbe invece la tenuta del terreno di gioco, che a causa delle abbondanti piogge cadute sul napoletano nelle ultime ore potrebbe risultare molto pesante e quindi causare problematiche al fraseggio stretto e veloce degli azzurri.

Il furto della Panda rossa: un incubo durato 61 giorni con il lieto fine

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Una brutta avventura per la Panda rossa di Biagio, rubata in pieno giorno e ritrovata dopo 61 giorni a oltre 50 chilometri di distanza.

Era la metà di maggio del 2013 quando il mio allora collega Biagio mi chiese di aiutarlo nella ricerca di una piccola utilitaria. L’automobilina gli avrebbe permesso ogni giorno di percorrere il breve tragitto che separa la sua casa dalla stazione per poi recarsi a lavoro con la metropolitana.

Il suo appello non finì nel nulla perché nel giro di pochi giorni, tramite la mia rete di conoscenze in ambito automotive, gli trovai una bellissima Panda rossa. Anno di immatricolazione 1990, modello 750, versione Young, motore asta e bilancieri 769 cc, non della famiglia fire, la Panda rossa incarnava il sogno diventato realtà. Un pezzo di storia su 4 ruote.

Andammo a visionarla assieme a Parabiago martedì 11 giugno 2013 e, dopo i controlli canonici, decidemmo che la Panda rossa faceva al caso suo…ma direi nostro visto che mi sono da sempre considerato il proprietario “morale” di quell’auto.

Panda rossa: il primo incontro
Panda rossa: il primo incontro

Il tempo di sbrigare le pratiche per l’assicurazione, e fu così che martedì 18 giugno 2013, proprio nel giorno del mio compleanno, mi offrii io stesso per ritirarla e la portai nel mio box in quanto Biagio si trovava fuori Milano per lavoro.

Panda rossa: il ritiro
Panda rossa: il ritiro

Io dico sempre che alcune auto riescono a parlarmi. E la Panda rossa mi parlò, dimostrandosi affidabile e, nonostante qualche imperfezione estetica, è sembrata da subito propensa a collaborare per rendere facile la sostituzione dei componenti un po’ logori. Con l’occasione fu dotata anche di impianto stereo e di copricerchi grazie all’opera di un altro mio amico, Alex.

Alex, come è più di me, è mosso da una grande passione per i ferri vecchi e fa di tutto per farli tornare al proprio originario splendore.

La Panda rossa era finalmente pronta e così, giovedì 27 giugno 2013, alle ore 18.41, lasciò il mio box per essere affidata nelle mani del suo proprietario ‘ufficiale’.

Da allora, Biagio mi aggiorna sulla Panda rossa con regolarità finché, venerdì 8 settembre 2017, alle ore 19.06, ricevo da lui un messaggio inquietante in cui mi informava che era un giorno triste in quanto la Panda rossa non si trovava più. Appresi tristemente che era stata rubata nel parcheggio della metropolitana di Cologno Nord e non c’erano telecamere che avrebbero potuto rendere facile il ritrovamento.

Panda rossa: post su facebook
Panda rossa: post su facebook

Un duro colpo che ci ha buttato nello sconforto.

Da quel momento è immediatamente iniziata un’azione mediatica per diffondere, tramite i tanti gruppi dedicati alle auto sui social, la notizia dell’avvenuto furto. Sgomenta tutta la comunità di facebook. Soprattutto i Pandisti, di tutta Italia, hanno inviato messaggi di cordoglio e di incoraggiamento.

Dentro di me sapevo che la Panda rossa da qualche parte c’era. Tuttavia il passare dei giorni, senza buon esito per le ricerche, ci scoraggiava molto.

Il 3 novembre ricevetti il secondo triste messaggio: Biagio, rassegnato, mi chiedeva di aiutarlo a trovargli un’altra Panda. Me ne segnalò due, una bianca e una blu, davvero brutte.

E intanto su facebook tutti continuavano a cercare la Panda rossa finché, mercoledì 8 novembre 2017 alle ore 10.47, ho ricevuto un messaggio:

“Sei il primo a cui lo devo dire: sappi che sei il PRIMO. Hanno ritrovato la Panda a Sant’Angelo Lodigiano, (Emoticon festose). Dio esiste. Non puoi capire quanto sono contento”.

E fu così che la Panda rossa, grazie alle segnalazione di alcuni utenti di facebook e la polizia locale di Sant’Angelo Lodigiano, dopo 61 giorni nella terra degli scomparsi, è riuscita a ritrovare la dignità che le spetta e ha potuto riconciliarsi con le persone che l’hanno cercata, comprata, usata e amata.

Si trovava nel parcheggio dell’Ospedale. Trasportata con carro-attrezzi in una carrozzeria della zona, il giorno dopo, dalle 7.25, Biagio mi ha fatto la telecronaca del recupero tramite WhatsApp, compreso i primi passi con il vigile incaricato di portarlo fino all’auto, finché alle 8.36 mi giunsero le prime foto dell’auto che si presentava in buono stato.

Ritrovamento: il vigile
Ritrovamento: il vigile

 

Dopo il ritrovamento: primo impatto
Dopo il ritrovamento: primo impatto

Giubilo in ogni dove su facebook per la Panda rossa che era pronta per tornare a casa. Segno che il lieto fine esiste non solo nelle fiabe ma anche nella realtà.

Pronta per essere portata a casa
Pronta per essere portata a casa
Pronta per essere portata a casa
Pronta per essere portata a casa

Ed ora la Panda rossa è dotata di doppio antifurto così che possa rimanere con i legittimi proprietari da oggi all’eternità.

Panda rossa
Panda rossa

 

Il ritorno della Panda rossa
Il ritorno della Panda rossa

Juve Stabia-Casertana arbitra Nicolò Cipriani di Empoli

Dal Catania alla Casertana, ancora una terna arbitrale toscana per la gara in casa della Juve Stabia

Nicolò CIPRIANI della sezione di Empoli è l’arbitro designato per la direzione di gara tra Juve Stabia e Casertana valevole per la diciassettesima giornata d’andata del campionato di serie C girone C che si disputerà a Castellammare domenica 3 dicembre alle ore 20 e 30 allo stadio “Romeo Menti”.

Cipriani, nato ad Empoli in provincia di Firenze il 15 agosto 1985, è al suo terzo campionato in Serie C, non vanta alcun precedente con la Juve Stabia, mentre ha diretto la Casertana nella corrente stagione calcistica e in quella precedente.

L’assistente numero uno sarà Davide MEOCCI della sezione di Siena;

l’assistente numero due Dario GARZELLI della sezione di Livorno.

Giovanni MATRONE

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