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Napoli, ascensori invasi dai liquami: i residenti chiedono aiuto

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Napoli, San Pietro a Patierno, ascensori invasi dai liquami: “Non c’è manutenzione da anni”

Napoli, a San Pietro a Patierno, quartiere della periferia nordorientale di Napoli, la puzza ha invaso l’intero palazzo, tanto che non basta chiudere porte, balconi e finestre.Questa è la situazione dei poveri residenti di via della Bussola, dove gli ascensori sono invasi da giorni dai liquami delle fogne.n Qui vivono oltre 600 nuclei familiari. Quasi 3.000 persone che abitano in veri e propri tuguri dove i guasti all’impianto idrico hanno portato all’allagamento di tutti gli scantinati. Gravissima la situazione in due palazzi, quello del blocco 3 del blocco 4, ovvero ai civici 83 e 115 . Nella fattispecie, nel primo edificio i residenti sono costretti a scendere nelle cantinole passando su tavole di legno, mentre al secondo il quadro è anche peggiore, in quanto il vano ascensore è stracolmo di acqua e liquami provenienti dalla rete fognaria, tanto che i vigili del fuoco hanno diffidato i residenti dal praticarlo. Da qui la denuncia dei cittadini, che si sono rivolti al consigliere della VII Municipalità Giuseppe Grazioso. Il problema principale  è che all’interno degli edifici ci sono numerose abitazioni con infiltrazioni, dovute alla scarsa manutenzione. Ci si chiede perché il Sindaco e il Comune di Napoli abbandonino la periferia, preferendo prestare più attenzione al centro città. Queste persone sono costrette a vivere in condizioni disastrose per la disattenzione e menefreghismo di altri. Si spera che il Comune a breve sistemi la cosa e dia la possibilità a queste famiglie di vivere una vita dignitosa.

FOTO ViViCentro – Castelvetro-Sansepolcro 1-1: gli scatti del match e il tabellino

FOTO ViViCentro – Castelvetro-Sansepolcro 1-1: gli scatti del match e il tabellino
La prima del 2018 per il Castelvetro finisce con l’amaro in bocca. Nonostante abbia dominato quasi tutta la partita si fa raggiungere da un calcio di rigore su una disattenzione della difesa. Partono subito forte i padroni di casa passando in vantaggio già al sesto minuto di gioco grazie ad un tiro da fuori di Falanelli. La partita sembra andare a senso unico grazie a d un pressing forsennato del Castelvetro che creano occasioni a raffica ma sprecano tanto. Al 25’ su un disimpegno errato in area di rigore della Difesa BiancoBlu, porta al fallo di Rossini su Pasquini che Mortaro trasforma dagli undici metri, portando la contesa sul 1 a 1. La partita diventa cattiva e i colpi non si rispiarmiano e l’arbitro è costretto, più di una volta a fermare il gioco e richiamando i giocatori alla calma. Nella ripresa il copione non cambia con il Castelvetro a controllare la partita ed esser pericoloso. Al minuto 60 è sempre Falanelli, miglior in campo, ad impensierire David con un bel diagonale.  Il Sansepolcro aspetta e riparte e al minuto 69 è Mattia che prova ad impensierire la retroguardia BiancoBlu ma Rossini è attento e para. La partita prosegue nelle lotte a centrocampo e con qualche cartellino in più ma senza regalare altre emozioni. A fine partita si fanno espellere per proteste l’allenatore Mezzetti e il suo secondo.


Reti: 6′ Falanelli, 25′ rig. Mortaro

CASTELVETRO: Rossini, Davighi, Calanca, Tos, Magliozzi, Ghizzardi, Covili, Zagari (61′ Ubaldi), Cozzolino, Falanelli, Lessa Locko (16′ Rondinelli – 85′ Ristori); A disposizione: Tabaglio, Ristori, Bartorelli, Pacilli, Saccani, Rondinelli, Zouhri, Ubaldi, Cheli; Allenatore: Mezzetti

SANSEPOLCRO: David, Piccinelli, Pasqualini, Mattia, Sgambato, Bonfini, Massai (86′ Smacchi), Fabbri, Alagia (62′ Malentacchi), Mortaro, Mencagli; A disposizione: Giorni, Adreani, Beers, Dini, Selvaggi, Boriosi, Smacchi, Malentacchi; Allenatore: Tardioli

Arbitro: Sig. Porcheddu di Oristano

Ammoniti: Calanca, Bonfini, Fabbri, Cozzolino, Mattia, Tos

Espulsi: Mezzetti (allenatore Castelvetro), Rossi (vice allenatore Castelvetro)

dal nostro inviato, Christian Mastalli

 

Torre Annunziata, nasce l’app: la città a portata di smartphone

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Torre Annunziata, nasce l’app. della città: tutto a portata di smartphon

Torre Annunziata, è stata lanciata oggi la piattaforma digitale di pubblica utilità con cui, in modo facile e veloce, si può scoprire e viaggiare sul territorio, essere sempre aggiornati su eventi ed attività commerciali, ed interfacciarsi con l’Ente municipale in caso di eventuali segnalazioni. Questa è TorreApp, un’applicazione liberamente scaricabile da Google Play o Apple Store, il cui scopo è quello  poter aggiornare i cittadini attraverso un click, aprendo così la città vesuviana al mondo intero. L’applicazione, ricca e aggiornabile, presenta varie sezioni in cui poter navigare e trovare, a secondo delle necessità, le informazioni che riguardano il territorio. L’idea di questa applicazione è di Salvatore Graziano, che grazie al supporto di Carmela Salvatore e all’esperienza comunicativa di Ciro Servillo, della DSAssociati, società di comunicazione e grafica che ha sviluppato tecnicamente l’App, ha realizzato il supporto informativo cittadino più innovativo mai creato fino ad adesso. Questa sembra essere una nuova opportunità per Torre Annunziata, che proprio in queste settimane ha dovuto fronteggiare episodi non proprio piacevoli nella periferia della città. La speranza è che questa cosa possa risolversi presto.

 

In Italia le badanti superano gli infermieri: sono 830 mila contro 650mila

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In Italia c’è un esercito di 830 mila badanti: sono più degli infermieri, che in tutto sono 650 mila. Il Collegio degli infermieri denuncia che ormai vengono utilizzate anche per le cure agli anziani al posto degli assistenti sanitari. Ma se non ci fossero il sistema andrebbe in tilt.

L’esercito delle badanti tuttofare. Ora sono più degli infermieri

La denuncia: utilizzate per le cure agli anziani al posto degli assistenti sanitari

Incassare il «bonus badanti» della manovra di fine anno sarà un po’ come vincere la lotteria. Sì, perché i 20 milioni per ciascuno dei prossimi tre anni stanziati dal governo sono briciole rispetto ai 7 miliardi l’anno che le famiglie italiane sostengono per assistere in casa i propri cari. Somma che in larga parte va alla sempre più numerosa schiera delle badanti. Quasi 380 mila ne conta il censimento ancora inedito di Domina, l’Associazione delle famiglie datori di lavoro domestico.

Ma poiché oltre la metà lavora in nero ecco che l’esercito diventa di 830 mila. Più degli infermieri, che in tutto sono 650 mila. E spesso queste donne provenienti soprattutto da Romania e Ucraina finiscono per ricoprire anche quel ruolo, anche se pochissime hanno in tasca una laurea in scienze infermieristiche. Così, come denuncia il Collegio degli infermieri, armeggiando con cateteri e siringhe finiscono senza volerlo per spedire al pronto soccorso sempre più anziani alle prese con infezioni ed emorragie.

Sia chiaro, se non ci fossero le badanti il nostro sistema di welfare andrebbe in tilt. I conti li ha fatti nel 2016 la Ragioneria generale dello Stato: se i circa 910 mila anziani anziché da familiari e badanti fossero assistiti in strutture assistenziali se ne andrebbero oltre 17 miliardi di euro. E un grazie lo Stato deve dirlo anche al milione di italiani che dedicano un pezzo importante delle loro giornate (e notti) per assistere i propri cari. Non di rado mettendo a rischio il posto di lavoro. Un sistema di assistenza fai da te spesso obbligatorio, perché da un lato l’offerta di strutture assistenziali pubbliche tocca solo l’1,6% dei nostri nonni contro una media europea del 5. Dall’altro i costi delle badanti, soprattutto se regolari, non sono per tutte le tasche. Senza festivi e giorni di riposo già si superano i mille euro al mese, ma se c’è bisogno di assistenza 7 giorni su 7 ecco che si arriva ai 1.800 euro di busta paga. Però c’è da dire che gli si chiede di tutto. Anche di fare la colf, visto che secondo il Censis l’83% si dedica alla pulizia di casa e il 42% si carica le buste della spesa per tutta la famiglia.

E gli italiani come si comportano? «Da finti buonisti, che fanno il regalo di Natale e pensano che sia la tredicesima», sintetizza un’indagine di Api-colf, l’associazione dove ogni anno arrivano diecimila richieste di aiuto e consulenza per maltrattamenti e violazione di diritti. Anche se nella maggior parte dei casi si instaurano legami affettivi forti, che vanno al di là del rapporto di lavoro. Però quello della badante per i più resta un lusso. Una ricerca della Fondazione Moressa rivela che la metà degli anziani con la loro pensione al massimo può permettersi 5 ore di assistenza settimanali e solo uno su dieci può concedersi una persona sempre al suo fianco. E non è che il bonus badanti risolva il problema, visto che a dividerlo per i 900 mila che come minimo ne avrebbero diritto quei 20 milioni l’anno si ridurrebbero a una mancetta da 22 euro.

La questione è poi capire quanto sia utile continuare sulla strada degli assegni anziché dei servizi. Il nostro Paese, pur essendo uno dei più anziani, investe per l’assistenza a lungo termine appena lo 0,6% del Pil, contro una media Ocse dell’1,4, per non parlare di Olanda e Paesi scandinavi che stanziano tra il 3 e il 4% della loro ricchezza. Di conseguenza solo il 7% delle persone fragili beneficia in Italia di assistenza, contro il 15-20% dei Paesi più avanzati. Però poi l’Inps versa 30 miliardi in assegni assistenziali vari, che magari molti sfruttano per andare avanti, più che per pagare accompagno, infermieri o badanti. E anche la maggior parte dei piani assistenziali delle Regioni si basa sull’assegno più che sull’offerta di servizi. A quelli poi ci pensano i familiari volenterosi e le badanti. Magari pagate in nero. Controsensi di un welfare che avrebbe bisogno di un buon tagliando di revisione.

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Milik e Ghoulam rientreranno prima, visita decisiva a Villa Stuart

Milik e Ghoulam rientreranno prima, visita decisiva a Villa Stuart

Appena sei giorni di relax per gli uomini di Maurizio Sarri in questa sosta. Come riporta La Repubblica, il Napoli si è “tagliato” le vacanze in vista del match con l’Atalanta della ripresa. E Arkadiusz Milik e Faouzi Ghoulam saranno a disposizione anche prima, poiché a metà settimana sono attesi a Villa Stuart dal professor Mariani per una visita di controllo che dirà molto sui tempi di recupero di entrambi. La speranza è che i riscontri siano positivi, così da poter rappresentare i primi rinforzi di un organico che aspetta una novità in attacco. Simone Verdi del Bologna rappresenta il grande obiettivo, l’offerta sul tavolo da 20 milioni è pronta e il Bologna sembrerebbe disposto ad accettarla. Ora tocca al giocatore sciogliere gli ultimi dubbi: un contatto con Giuntoli è previsto nei prossimi giorni. L’alternativa forte, più di Politano e Younes, resta sempre Deulofeu che lascerà il Barcellona dopo l’acquisto di Coutinho.

Deulofeu non dispiacerebbe a Sarri, ma serve superare due ostacoli

Deulofeu non dispiacerebbe a Sarri, ma serve superare due ostacoli

Come riporta La Gazzetta dello Sport il nome di Deulofeu non dispiacerebbe a Maurizio Sarri, ma c’è da trattare con il Barcellona oltre al dover battere una folta concorrenza. L’altro nome per l’attacco si chiama Matteo Politano, ma il Sassuolo è intenzionato a chiedere una cifra molto alta che il Napoli non ha nessuna intenzione di tirare fuori al momento.

Napoli, agguato nella notte: ferito un 17enne

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Napoli, agguato durante la notte al Circolo ricreativo: ferito un 17enne

Napoli, questa notte un 17enne è stato ferito a colpi di arma da fuoco davanti ad un circolo ricreativo a Porta San Gennaro sul lato dei Decumani. Il giovane è stato avvicinato da uomini armati a bordo di tre scooter. La vittima ha riferito alla polizia che su ognuno dei tre motorini c’erano due ragazzi, uno solo col volto coperto da uno scalda-collo. Il 17enne è stato colpito da una pallottola a un arto, mentre un’altra pallottola ha colpito la gamba. Il ragazzo è stato portato all’ospedale Loreto Mare di Napoli, dove ha subito un delicato intervento chirurgico. Le indagini affidate alla polizia intervenuta ieri sono in corso e anche il racconto riferito dal giovane è al vaglio delle autorità. Ogni ipotesi è stata presa in considerazione e sarà studiata bene la versione del ragazzo e in che tipo di amicizie è immischiato. Potrebbe trattarsi di una parità di conto da gang rivali, o solo un “dispetto alla napoletana” tra ragazzi, sta di fatto che da un paio di mesi a questa parte, Napoli è diventata molto violenta.

Nocera Inferiore, uomo picchia la moglie in strada: denunciato

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Nocera Inferiore, uomo picchia l’ex moglie in strada e le strappa suo figlio dalle braccia

Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, un 30enne picchia la sua ex compagna in strada e le strappa il figlio dalle braccia. Già conosciuto dalle forze dell’ordine per denunce passate, risalenti allo scorso 5 ottobre, l’uomo finirà nuovamente a processo per lesioni personali e minacce. La denuncia quindi finirà per integrare quella precedente che riferiva di maltrattamenti e persecuzioni iniziati dopo la rottura del rapporto della coppia. L’episodio incriminato, costato all’uomo un nuovo processo, risale a diversi mesi fa. La vittima era tornata in Italia dalla Francia, dove si era trasferita. Mentre passeggiava con il figlio piccolo dentro il passeggino, vide l’ex compagno avvicinarsi a lei. Prima afferrò il bambino, poi si allontanò in fretta e furia. Ma non poteva farlo in quanto il tribunale aveva deciso che l’affidamento del piccolo spettava nella sua totalità alla madre. La donna lo rincorse ma il 30enne la aggredì verbalmente, minacciandola di morte e sferrandole un pugno. La ragazza riportò lesioni guaribili in almeno 15 giorni di prognosi. Durante l’aggressione, inoltre, le prese il telefono cellulare da borsa e lo lanciò in un fiume, affinchè non chiamasse le forze dell’ordine. L’uomo è atteso da un processo imminente dinanzi al tribunale monocratico di Nocera Inferiore.

Il «romanzo» di Arcore: uniti per vincere, divisi per governare. Maroni rinuncia

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Il meno sorpreso della decisione di Maroni, il governatore lombardo, è stato il leader di Forza Italia. L’irritazione del capo leghista

Maroni rinuncia, e ora? Berlusconi più forte nella «sfida» con Salvini

Che strano: il meno sorpreso della «scelta di vita» di Maroni era Berlusconi, decisamente compassato rispetto a Salvini, che non tratteneva la propria irritazione verso il compagno di partito. Eppure la mossa del governatore di non ricandidarsi per il Pirellone, quando mancano ormai poche settimane all’ inizio della campagna elettorale, crea un problema al centro-destra. E se davvero Maroni coltivava da tempo l’ idea di mollare per «ragioni personali», avrebbe potuto anticiparlo ai leader della coalizione, invece di rivelarsi incerto fino all’ altro ieri, mostrandosi turbato e offrendo argomentazioni a dir poco contraddittorie, che andavano dal «basta con la politica» al «resto comunque a disposizione».

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Il «romanzo» di Arcore

Insomma anche il Cavaliere avrebbe avuto validi motivi per aggiungersi alle manifestazioni di sconcerto del segretario leghista. Invece no. Così il vertice di Arcore – incentrato quasi del tutto sul «caso Lombardia» – assume i contorni di un romanzo, il cui finale è tutto da scrivere. L’ ipotesi che le vicissitudine giudiziarie e l’ onta minacciosa della legge Severino abbiano spinto Maroni a passare subito la mano ha forte credito. Poi c’ è la pista politica. Raccontano che Salvini scrutasse con particolare attenzione Berlusconi, mentre il padrone di casa parlava del convitato di pietra. E per un valido motivo: l’ acerrimo amico di partito – che non ha mai mancato di opporsi alla sua linea – uscendo oggi dalla porta potrebbe rientrare domani dalla finestra. Sia chiaro, è impensabile che Maroni diventi premier nel caso in cui il centrodestra vinca le elezioni. Tutt’ al più potrebbe aspirare a un dicastero. Ma se il centrodestra non riuscisse a conquistare la maggioranza in Parlamento? Ecco l’ insidia per Salvini, che ricorda la stagione del ‘94, quando Bossi ruppe al governo con Berlusconi e «Bobo» fu sul punto di schierarsi con il Cavaliere. Da allora i rapporti tra i due sono stati sempre molto stretti. Stretti fino al punto che Maroni potrebbe trasformarsi nel capofila dei «dialoganti» all’ interno del Carroccio, e appoggiare il disegno di Berlusconi per sostenere un governo chiamato a gestire «nell’ interesse del Paese» una fase di transizione. Pensierini andreottiani che l’atteggiamento del padrone di casa hanno reso quasi palpabili, e che il capo della Lega ha voluto scacciare assegnando intanto al proprio partito il prossimo candidato al Pirellone. Ma se sul nome di Giorgetti (vice segretario della Lega) Berlusconi non ha manifestato dubbi, su quello di Fontana (ex sindaco di Varese) ha chiesto «una pausa riflessione»: «Per figure minori è bene prima fare dei sondaggi». In effetti, cambiare in corsa potrebbe mettere a rischio il risultato, non a caso ieri Renzi ha lanciato il tweet «Forza Gori». Se il candidato democrat è dieci punti dietro il governatore uscente, contro una «figura minore» potrebbe avere qualche chance.

L’effetto Election Day

Su questo tema però Giorgia Meloni ha preso le parti di Matteo Salvini: con l’ election day il centrodestra avrebbe comunque partita vinta, grazie all’ effetto «trascinamento» del voto politico nazionale. In ogni caso il leader del Carroccio è pronto a fare oggi il blitz per chiudere questa vertenza e prepararsi a sistemare i conti con Maroni. Sarà un modo per non dare a Berlusconi un ulteriore spazio negoziale, anche perché – nel caso in cui Forza Italia puntasse davvero sulla Gelmini – la Lega chiederebbe una maggiore percentuale di collegi per l’ uninominale. E la sfida tra il Cavaliere e Salvini in Parlamento si gioca proprio su quei numeri, che potrebbero essere determinanti per un eventuale governo di larghe intese. Sarà pure stato un vertice unitario, e non c’ è dubbio che un clima di coesione è rimbalzato ieri da Arcore, ma la sfida interna resta. E il leader leghista ha già dovuto concedere terreno a Berlusconi, con il riconoscimento politico della quarta gamba della coalizione, che diventa di fatto l’ altra lunga mano del capo forzista: «Noi con l’ Italia» siederà al tavolo del programma e a quello delle candidature, ma sarà il Cavaliere il loro garante per i collegi che verranno concessi, si vedrà quanto limitati nel numero e nelle scelte sui nomi. È ovvio che Salvini punti a perimetrare anche quel confine, sapendo di dover fare i conti con la strategia di accerchiamento di Berlusconi, che in un’ intervista al Foglio si propone (di nuovo) come il federatore del centro-destra e come argine contro «ogni tentazione demagogica». Compresa la foto sotto l’ albero di Natale, tutto appariva lietamente scontato ieri. Non fosse stato per il colpo di scena di Maroni. Anche se il Cavaliere non sembrava così sorpreso…

vivicentro.it/POLITICA
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corrieredellasera/Maroni rinuncia, e ora? Berlusconi più forte nella «sfida» con Salvini (Francesco Verderami)

Scafati, donna accusata di usura: minacciava le sue vittime

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Scafati, in provincia di Salerno, Lady Usura minacciava le sue vittime: “Ti sciolgo il cane contro”

Scafati, le due famiglie che guadagnavano con il lavoro di strozzini, riscuotendo gli interessi da chi versava in serie difficoltà economiche, andranno tutti a processo. Otto, per la precisione, le persone indagate per usura in concorso e raggiunte dalla richiesta di rito immediato della Procura di Nocera Inferiore. Sono E. D. M., F. R. C., M. N. P., G. N., A. D. L., A. D. e R. P. Al centro delle indagini e capo di tutta la squadra di usurai è la 58enne E.D.M nota come “Lady Usura”, la quale, secondo le accuse, gestiva i suoi affari con il figlio R. P., il cui padre fu ucciso nella guerra di camorra negli anni 80, e da F. C. Non solo, la donna era anche supportata nella sua attività dalla madre, G.N. che riscuoteva gli interessi mensili che le vittime dovevano versare agli usurai. A processo va anche una dipendente dell’Asl, D. L., addetta all’ufficio esenzioni dell’ospedale di Scafati e accusata di aver fiancheggiato Lady Usura.

Tutto questo ha avuto inizio da una denuncia di una sua vittima che a giugno scorso si accorse di non poter pagare gli interessi pattuiti. Per lui l’unica soluzione fu di denunciare tutto alla polizia giudiziaria. Pochi mesi di indagine condussero poi ai primi arresti.

Machach è un giocatore del Napoli, giovedì sarà a Castel Volturno

Machach è un giocatore del Napoli, giovedì sarà a Castel Volturno

Il primo acquisto del Napoli sarà Zinedine Machach, centrocampista svincolatosi dal Tolosa. Secondo Il Corriere dello Sport il ragazzo sarà già a Castel Volturno nella giornata di giovedì. E non è assolutamente scontato che possa partire in prestito. Nelle scorse settimane si era parlato di club già interessati a Machach tra serie A e B. Machach è un centrocampista fisico, ma dotato di una discreta tecnica e può ricoprire vari ruoli nello scacchiere tattico offensivo di Maurizio Sarri.

Verdi ad un passo dal Napoli: c’è l’intesa col Bologna, ecco cosa si attende

Verdi ad un passo dal Napoli: c’è l’intesa col Bologna, ecco cosa si attende

Il Napoli e’ lanciatissimo su Simone Verdi, attaccante del Bologna. E’ praticamente vicinissimo l’accordo con il club emiliano sulla base di 25 milioni di euro, bonus compresi. Restano da limare solo gli ultimi dettagli contrattuali. Si attende pero’ il sì dell’esterno che deve prendere una decisione in merito al proprio futuro in sette giorni. Il Mattino su Verdi: “Una parziale contropartita tecnica potrebbe essere rappresentata da Ciciretti, l’esterno del Benevento che il Napoli ha gia’ bloccato per giugno. Ma l’operazione e’ piu’ difficile da portare a termine nell’immediato perche’ ci sarebbe da raggiungere anche l’accordo con il club sannita. Verdi sarebbe il rinforzo ideale per il reparto offensivo perche’ puo’ giocare sia a destra che a sinistra del tridente e che con Sarri a Empoli venne impiegato da trequartista: l’allenatore lo conosce bene ed e’ partito forte in quest’avvio di stagione con il Bologna. I tempi d’inserimento in gruppo sarebbero decisamente ridotti, un elemento importante tenendo presente che il tecnico ha bisogno subito di un rinforzo tra gli esterni di attacco”.

Napoli, Asìa : multe per chi non fa la differenziata

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Napoli,sono previste multe, da parte di Asìa, per chi non rispetta la raccolta differenziata

Napoli, l’Asìa, lente che si occupa della gestione dei rifiuti partenopei, nel 2017 ha effettuato 900 verbali, tre al giorno se si considerano i festivi.  Ai verbali degli istruttori di Asìa si aggiungono quelli della polizia municipale e della polizia ambientale. Effettivamente sono un po’ pochi , se si considera il flop della raccolta differenziata in numerose zone della città. Non tutti i napoletani, infatti, sono riusciti ad abituarsi alle campane in strada, al netto delle zone dove è attivo il porta a porta. Parte da questa premessa la campagna, che fa subito discutere, lanciata da Asìa, contro i «bastardi della differenziata».

L’Asìa ha anche rilasciato alcune dichiarazioni, anche sul suo profilo facebook, in cui ha scritto: ” Stiamo riscontrando, su ampie zone della città, l’intensificarsi di comportamenti scorretti di raccolta differenziata. Nelle campane bianche adibite alla raccolta della carta riscontriamo, quotidianamente, la presenza di altre frazioni che impediscono per diniego il conferimento agli impianti di smaltimento. Ciò comporta danni ingenti, economici e d’immagine, all’intera città. A nostro avviso, assumendoci la piena responsabilità di ciò che scriviamo, definire incivili i cittadini che praticano maleducatamente tali conferimenti è davvero riduttivo». La terminologia utilizzata dall’amministratore di Asìa Francesco Iacotucci è stata considerata da qualcuno «eccessivamente forte». Basta scorrere la home page di pagine Facebook come «Cittadinanza attiva», ma non solo: per la consigliera comunale e deputata del Pd, Valeria Valente, «Asìa scarica sui cittadini le proprie responsabilità». In effetti, una campagna pro raccolta differenziata sarebbe stata più efficace se il Comune e l’ente avessero fatto propaganda quartiere per quartiere, in modo tale da avvicinare i cittadini alla questione.

Napoli, aggressione al Vomero: ragazzi accoltellati

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Napoli, due ragazzi sono stati aggrediti nel quartiere Vomero: entrambi accoltellati

Napoli,quartiere Vomero, due ragazzi di 18 e 19 anni sono stati accoltellati la sera del 17 dicembre, poco dopo l’una di notte, in una nota piazza del quartiere, Piazza Vanvitelli. Entrambi sono stati accoltellati alla coscia; il motivo riguarda un’occhiata in di più rivolta ad un gruppo di ragazzi arrivati li da poco, dopo una serata in discoteca. “Ma state guardando ancora?” così è iniziato tutto: i ragazzi invertirono la marcia lungo una strada a senso unico e uno di loro si avvicino ai due giovani fermi, poi dal gruppo si staccò un altro ragazzo che gli puntò un coltello alla gola. L’amico lo aiutò tentando di frapporsi ma il gesto gli costò un colpo al capo con un casco. Ovviamente scattò la rissa ed è in questa che i due ragazzi vennero accoltellati alla gamba. La rissa terminò grazie ad un cameriere di un bar vicino, che non era riuscito a rimanere indifferente alla cosa, e quindi portò il gruppo a dileguarsi.

I ragazzi furono soccorsi da altri giovani e portati in ospedale i medici medicarono le ferite che potevano essere fatali per l’uso delle articolazioni. Le indagini hanno avuto una svolta quando i Carabinieri hanno passato ore a controllare filmati di sorveglianza. Tutti sono stati denunciati alla Procura per rissa, e il responsabile del ferimento è stato denunciato per porto illegale di arma bianca e lesioni gravissime.

Napoli, tunnel troppo stretti: i treni della Linea 6 non passano

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Napoli, i tunnel sono troppo stretti e i treni “nuovi” della linea 6 non passano

Napoli, la Linea chiusa dal 2013 per i lavori di estensione della tratta, la metropolitana leggera, che collega Fuorigrotta a Mergellina, dovrebbe riprendere a funzionare entro la fine di quest’anno. A dicembre, è prevista, infatti, l’apertura delle stazioni San Pasquale e Arco Mirelli, costruite da Ansaldo su appalto del Comune di Napoli, mentre nel 2019 dovrebbe essere la volta di Chiaia. Ma il problema fondamentale è che manca il personale: infatti servirebbero 62 dipendenti, tra macchinisti, operai e agenti di stazione, al costo di 2,5 milioni l’anno, ma Anm non ha bandito nessun concorso, mentre per riqualificare quelli già in forza occorrono 6-8 mesi di formazione.

I treni, poi, sono pochi e vecchi. Al momento sono disponibili solo 6 moduli a due casse da 25 metri, cioè si tratta dei vecchi tram comprati per i mondiali di Italia del 1990, riadattati a metropolitana, di cui non si riescono a trovare nemmeno i pezzi di ricambio. I moduli nuovi a tre casse, previsti dal contratto, stesso modello del metrò di Genova, invece, non possono essere utilizzati, perché sono lunghi 39 metri, e non è possibile al momento farli scendere all’interno dei tunnel. L’unica apertura si trova a piazzale Tecchio, nei pressi della stazione Mostra, dove nel sottosuolo è stato realizzato un deposito-officina temporaneo e dove attualmente sono stoccati i 6 treni-tram. L’unico modo per far entrare le carrozze è calarle dal buco con una gru. Il problema è che il foro misura 27 metri: è più piccolo dei nuovi moduli. Insomma a Napoli anche se si tenta di fare qualcosa di buono, c’è sempre qualche tassello che va storto, colpa sicuramente della disorganizzazione e disattenzione delle istituzioni.

Salerno, bimbo ricoverato per aver assunto droghe: la situazione

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Salerno, bimbo ricoverato dopo aver assunto droghe che erano in casa: la madre rincuora i familiari

Battipaglia, sono ore difficili per i familiari del piccolo che ha assunto hashish lo scorso venerdì sera. Ora il bambino è ricoverato all’ospedale Santa Maria della Speranza, sembrerebbe esserci un miglioramento e tutto fa sperare per il meglio. La madre del bambino è in sala d’attesa in compagnia di alcuni familiari, e fa avanti e indietro per il reparto sperando che i medici, gli infermieri o qualcuno del personale medico, possa dare più informazioni possibili sulla salute del piccolo.  Le condizioni di salute del bambino sono migliorate ma la situazione resta delicata e per i prossimi giorni il piccolo rimarrà nel reparto di rianimazione sperando che tutto proceda senza intoppi.  Nel frattempo, il padre del bambino è alla caserma dei carabinieri di Battipaglia dove ha trascorso la mattina di ieri per raccontare cosa è accaduto e fornire all’autorità tutte le informazioni necessarie per proseguire le indagini. La madre del piccolo cerca di rincuorare i familiari che chiedono del figlio; tutti sperano che questo incubo possa finire il più presto possibile.

Centrodestra: “Uniti per vincere, non ancora pronti per governare”

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Secondo Marcello Sorgi il senso del vertice di Arcore è tutto in una frase: “Uniti per vincere, non ancora pronti per governare. I titoli del programma con cui la coalizione all’apparenza favorita si prepara a condurre la campagna elettorale al momento non sembrano all’altezza della sfida del ritorno alla guida del Paese”.

La potente calamita dell’unità

Uniti per vincere, non ancora pronti per governare: sta tutto qui il senso del vertice del centrodestra ad Arcore, che ha sancito il pieno accordo tra i tre soci fondatori dell’alleanza e l’apertura alla cosiddetta «quarta gamba», il polo di tutti gli ex che mette insieme oltre un milione di voti e potrebbe risultare decisivo nelle urne il prossimo 4 marzo.

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Ma mentre la spinta all’unità è risultata perfino più forte di quanto le schermaglie della vigilia facessero prevedere – da Arcore è uscita l’intesa di massima anche sui candidati governatori per le Regioni e perfino il bozzetto, non si sa quanto definitivo, ma certo assai significativo, di un simbolo comune con i tre nomi di Berlusconi, Salvini e Meloni – i titoli del programma con cui la coalizione all’apparenza favorita si prepara a condurre la campagna elettorale al momento non sembrano all’altezza della sfida del ritorno alla guida del Paese, dopo la dissoluzione che portò alla caduta dell’ultimo governo dell’ex Cavaliere il 15 novembre del 2011.

In primo piano c’è il cavallo di battaglia di Salvini, la cancellazione degli «effetti deleteri» della riforma Fornero, a cui si affianca la promessa berlusconiana di portare a mille euro i trattamenti minimi di previdenza.

Poi una serie piuttosto generica di slogan vecchi e nuovi (ma da domani due commissioni composte da esponenti di tutti i partiti membri saranno al lavoro per dettagliare le proposte e comporre il complicato puzzle delle candidature comuni): «meno tasse, meno burocrazia, più aiuti a chi ha bisogno, più sicurezza per tutti, riforma della giustizia e giusto processo» e così via, dalla flat tax, non è chiaro se nella versione Lega al 15 per cento o se in quella Forza Italia al 22-23, a un «imponente piano di sostegno alla natalità» di matrice meloniana, a un più severo controllo dell’immigrazione.

Si tratta in buona parte di parole d’ordine popolari, finalizzate a catturare un elettorato esasperato da otto anni di crisi economica e non ancora in grado di percepire gli effetti della ripresa, e adatte pure a trovare punti di incontro per eventuali governi di larghe intese, rinnegati a parole e allo stesso tempo considerati soluzioni di riserva, se, pur partendo in discesa, il centrodestra non dovesse raggiungere la maggioranza in entrambe le Camere.

Ma quello che colpisce di questo abbozzo di programma è che il centrodestra lo propone – meglio sarebbe dire lo ripropone, tra l’altro all’indomani del richiamo al realismo del presidente Mattarella – come se non fosse mai stato al governo nel precedente quarto di secolo, e come se molti degli obiettivi (due per tutti, il taglio delle tasse e la riforma della giustizia), riconfermati nelle sei campagne elettorali dal 1994 a oggi, non si fossero già rivelati irrealizzabili e non avessero determinato crepe profonde nell’alleanza poi dissoltasi sei anni fa.

L’azzardo maggiore è senza dubbio la rimozione della legge Fornero: una riforma che ha avuto indubbiamente alti costi sociali, che sta in cima alle incavolature di gran parte degli elettori (in quasi ogni famiglia italiana c’è una persona che vorrebbe e non riesce ad andare in pensione), ma che a leggere gli studi più approfonditi e aggiornati è stata fondamentale, non tanto per il risanamento dei conti pubblici che rimangono traballanti, ma per il contenimento del loro dissesto.

Inoltre, la convinzione, già egualmente sperimentata da centrodestra e centrosinistra negli anni in cui si alternavano al governo, di cancellare le riforme fatte dai predecessori senza entrare nel merito dei contenuti e degli effetti, solo per onorare i patti con gli elettori, in passato ha determinato solo conseguenze negative. Aprendo la strada, in certi momenti, agli «odiati» governi tecnici chiamati a imporre rimedi inevitabili, rivelatisi impossibili per gli esecutivi politici.

Insomma, se Prodi nel 2006, per accontentare i sindacati, non avesse cancellato lo «scalone» nell’età pensionabile introdotto dal ministro Maroni, la Fornero non sarebbe mai arrivata. E se invece di contrapporsi ideologicamente, con reciproche accuse di piani autoritari, scambiate di legislatura in legislatura, centrodestra e centrosinistra avessero dato luogo a un vero confronto parlamentare sulle riforme costituzionali, archiviate chissà per quanti anni dopo il referendum del 2016, oggi avremmo anche una Costituzione riformata.

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vivicentro/Centrodestra: “Uniti per vincere, non ancora pronti per governare”
lastampa/La potente calamita dell’unità MARCELLO SORGI

Caserta, bloccati per tre ore nel traffico: in coda per l’outlet

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Caserta, a causa di un ingorgo stradale, le persone sono state bloccate per tre ora nel traffico

Caserta, giorno di gran festa ieri per tutte le persone che hanno voluto approfittare dei saldi iniziati proprio il 5 gennaio e che in Campania si protrarranno fino al 2 aprile. L’ansia da fare l’affare migliore ha portato centinaia e centinaia di persone a recarsi alla Reggia Outlet ieri, chi nel pomeriggio chi addirittura era lì dalla mattina. La Reggia Outlet è infatti una sorta di centro commerciale all’aperto, super organizzato, infatti al suo interno puoi trovare non solo negozi per poter comprare tutto ciò di cui hai bisogno, ma è anche munito di ristoranti e ogni tipo di bar e pizzerie, per ogni tua necessità. A causa di un ingorgo spaventoso, dovuto alla folla posta all’ingresso dell’outlet, migliaia di automobilisti sono rimasti bloccati nel traffico per tre ore.  La mancanza di personale per la regolamentazione del flusso automobilistico in entrata e in uscita dall’outlet ha causato l’enorme disagio. Ieri sera infatti, la stessa direzione della Reggia Outlet, aveva comunicato, verso le 19:30, di non accalcarsi all’uscita e di aspettare che l’ingorgo stradale si disperdesse, prima di mettersi in macchina e andare via, infatti la direzione consigliava, addirittura, di rimanere all’outlet più tempo possibile. I malpensanti avevano creduto in una strategia di marketing messa in pratica dalla struttura per far continuare le persone a compare, ma così non era. Un uomo imbottigliato nel traffico con la sua famiglia, ha affermato di aver chiamato anche il 113 per segnalare la problematica, ma hanno smistato la telefonata ad un commissariato che non ha mai risposto.  In realtà bastava solo far intervenire la polizia stradale

Napoli, pregiudicato si impossessa della casa del vicino: il caso

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Napoli, un pregiudicato, da poco uscito dal carcere, si impossessa della casa del vicino

Napoli, quartiere Forcella, l’architetto Umberto Liberti combatte insieme a sua madre, una donna di 84 anni con una grave malattia degenerativa agli occhi, per riavere la sua casa, portatagli via dal loro vicino pregiudicato. L’uomo ha ben pensato di sfondare un tramezzo e di impossessarsi di casa di un’ala della casa e del terrazzino. L’architetto ha affermato: “Non credevamo ai nostri occhi, ma tornati a casa, abbiamo ritrovato parte della nostra casa occupata; tra l’altro, il cancelletto del terrazzino fungeva da ingresso al nostro appartamento,e non siamo potuti entrare più a casa”. Questa è una storia che va avanti da più di un mese ma  per fortuna il Sig. Liberti ha potuto contare sulla benevolenza di un amico che abito nella palazzina accanto alla sua  , ed è li che per ora vive insieme alla madre, che è costantemente bisognosa di cure. Liberti ha denunciato l’accaduto al Commissariato Decumani due mesi fa, che per competenza territoriale è stata inviata al Commissariato Vicaria. Con il suo avvocato penalista, Gianluca Esposito, la pratica è stata inviata alla Procura di Napoli, ora è nelle mani del giudice Rivellese. La settimana prossima verrà effettuata un’integrazione di denuncia in Procura. L’architetto spera di riavere presto la sua cosa e la sua dignità, che gli è stata torta non solo da un pregiudicato, ma anche dalle istituzioni.

Campagna elettorale, il centrodestra punta al governo

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Il patto di governo del centrodestra siglato da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e centristi ad Arcore ha come priorità l’abolizione della legge Fornero, meno tasse e vincoli europei, e un rigido controllo dell’immigrazione. Secondo Marcello Sorgi il senso del vertice di Arcore è tutto in una frase: “Uniti per vincere, non ancora pronti per governare. I titoli del programma con cui la coalizione all’apparenza favorita si prepara a condurre la campagna elettorale al momento non sembrano all’altezza della sfida del ritorno alla guida del Paese”.

Ad Arcore una strategia per il governo, Berlusconi: “Avremo la maggioranza assoluta”

Il Cavaliere: signori, siamo chiamati ancora una volta alla responsabilità

Signori, dobbiamo essere consapevoli che siamo chiamati ancora una volta alla grande responsabilità di governare l’Italia. Ci sono tutte le condizioni per avere la maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato». Al pranzo dei vincitori in pectore delle prossime elezioni politiche, Silvio Berlusconi aveva il tono e la postura dei momenti solenni. Non ha mostrato sondaggi, non ha forzato sulla leadership del centrodestra, anche se poi il Cavaliere è convintissimo che sarà lui a dare la vera impronta, la cifra alla coalizione perché Forza Italia sarà il primo partito, attorno al 25% mentre la Lega rimarrà sotto il 20%. Ma ieri ad Arcore era il momento di siglare il patto di governo. Non era il momento di fare certi discorsi divisivi. Anche se Matteo Salvini leggerà sul Foglio di oggi come la pensa Silvio, qual è l’antifona di fondo. Ovvero che sarà lui a garantire, in Italia e all’estero, un governo di moderati con una Forza Italia radicata nei valori del Ppe, «di gran lunga la maggiore forza politica della coalizione», il baluardo che non lascerà «spazio a tentazioni demagogiche».

Al suo fianco in questa operazione bilanciamento al centro Berlusconi avrà lo scudocrociato di Noi con l’Italia, la cosiddetta quarta gamba. E su questo aspetto c’è stata uno dei momenti più animati del vertice. Con Salvini che non voleva riconoscere questa componente. Soprattutto non voleva che venisse loro riconosciuta una quota di collegi uninominali. «Non fatemi vedere il nome di Tosi in nessun collegio», ha tuonato il leader del Carroccio. «Visto che Lupi dice che Noi con l’Italia prenderà più di noi, di Fratelli d’Italia, allora si faccia eleggere con i suoi voti, se riescono a superare la soglia del 3%», ha sottolineato risentito Ignazio La Russa che affiancava Giorgia Meloni. Anche la leader dei Fratelli d’Italia ha due nomi che non vuole vedere nei collegi del Lazio, quelli di Francesco Storace e Gianni Alemanno entrati nell’orbita della Lega.

Berlusconi non ha nessuno di questi problemi. Dipendesse da lui candiderebbe tutti. Alla fine è passato il «lodo Meloni» ovvero le candidature della quarta gamba saranno decise solo ed esclusivamente dai tre leader. Non avranno un collegio uninominale chi è stato nel centrosinistra. Veto su Tosi, Lupi e l’ex viceministro all’Economia del governo Renzi Enrico Zanetti. Dovranno essere eletti nelle loro liste, nella quota proporzionale, se supereranno la soglia del 3%. Sarà un comitato a dare l’ok alle candidature. Un comitato nel quale non ci saranno esponenti di Noi con L’Italia e sarà composto da Niccolò Ghedini, Mariastella Gelmini, Giancarlo Giorgetti, Roberto Calderoli, da Ignazio La Russa e Ignazio Lollobrigida.

Rimane il fatto che il centrodestra si poggia su quattro forze politiche. «E dovremo dare prova di coesione e unità, a cominciare dai programmi», ha spiegato Berlusconi. Tutti d’accordo sulla flat tax ma non è stata stabilita percentuale. Salvini ha voluto che si sottolineasse la cancellazione degli «effetti deleteri» della Fornero: anche su questo punto non c’è ancora una modifica di merito, ma il centrodestra pensa a una riforma complessiva del sistema pensionistico. Berlusconi ha insistito sul giusto processo e l’aumento a mille euro delle pensioni minime. Meloni ha chiesto di inserire un «imponente piano per la natalità» e la riforma istituzionale federalismo-presidenzialismo.

I tre leader si rivedranno la prossima settimana, forse a via Bellerio, anche per definire le candidature alle regionali dopo la novità della non ricandidatura di Maroni. È stato uno dei motivi di attrito perché la Lega vuole indicare il successore lombardo e candidare pure uno dei suoi in Friuli Venezia Giulia (il capogruppo Fedriga). Meloni ha detto che no, quella regione tocca a Fratelli d’Italia. Il Lazio andrà a un candidato di Fi. «Troveremo una soluzione a tutto», ha calmato gli animi Berlusconi, che avrà pure Maroni in Parlamento. Una carta più utile a lui che a Salvini in caso di vittoria. Lo indicherà quando si porrà il problema della premiership? Intanto il pranzo è finito nel segno dell’unità che avrà la massima espressione nella lista unica per gli italiani all’estero. Nel logo tre strisce tricolori: nella striscia verde ci sarà il nome di Salvini, in quella bianca di Berlusconi, nella rossa della Meloni. Il nome forse «Per l’Italia», oppure W l’Italia.

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lastampa/Ad Arcore una strategia per il governo, Berlusconi: “Avremo la maggioranza assoluta” AMEDEO LA MATTINA