14.8 C
Castellammare di Stabia
Home Blog Pagina 4023

Busto Arsizio, 15 enne molestata su autobus. Fermato un 70 enne pregiudicato

0

BUSTO ARSIZIO – Un uomo di 70 anni – pregiudicato – qualche giorno fa ha tentato di molestare su un autobus una ragazzina di 15 anni.

L’uomo – ben noto alle forze dell’ordine – ha tentato prima di parlare con la ragazza e poi le ha appoggiato una mano sulle gambe nel tentativo di palpeggiarla. Il tutto è accaduto su un mezzo pubblico alla presenza di diverse persone.

Nonostante le esplicite avances dell’uomo, la giovane è riuscita a divincolarsi e sfuggire così al tentativo di molestie, per poi recarsi dai carabinieri per denunciare il tutto.

Le forze dell’ordine hanno così inviato alcuni giovani militari tra gli studenti proprio sulla linea dove si è verificata l’aggressione tentando di individuare l’uomo. E così è stato, dopo alcuni giorni di appostamenti i militari hanno fermato l’uomo mentre tentava di molestare questa volta un gruppo di ragazzine di ritorno da scuola. Il 70enne è stato immediatamente denunciato per violenza sessuale su minore, mentre continuano le indagini dei carabinieri per cercare di capire se l’uomo abbia molestato altre ragazze.

Somma Vesuviana, chiedono pizzo ad un imprenditore: scatta la denuncia

0
“Noi siamo quelli di Somma”: così obbligavano un imprenditore a pagare

I carabinieri della Stazione di Somma Vesuviana hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Napoli su richiesta della DDA partenopea nei confronti di due indagati (E.M. e F.M.)ritenuti responsabili di estorsione e rapina aggravati dal metodo mafioso.

L’indagine è nata dalla denuncia della persona offesa, un piccolo imprenditore di Somma Vesuviana oggetto di intimidazioni e violenze –culminate con l’aggressione fisica – poste in essere dagli indagati, presentatisi come appartenenti al gruppo camorristico di coloro che “stanno a Somma”, per costringerlo a consegnare denaro. Le risultanze dell’indagine hanno trovato conferma anche in immagini acquisite da sistemi di videosorveglianza installati nel luogo dove si era svolta parte dell’aggressione.

 

Addio Hamsik, il proprietario del locale: ”Festa a sorpresa, Marek era molto emozionato”

Ieri festa d’addio a Marek

Ieri c’è stata la festa a sorpresa a Marek Hamsik per il suo addio verso la Cina. A Radio Marte, nel corso di Marte Sport Live è intervenuto il proprietario del locale Hbtoo, Luca Trocone. Questo è quanto riportato:

”Non è la prima volta che ospitiamo i calciatori del Napoli e la festa ad Hamsik l’abbiamo tenuta segreta perché si tratta di serate magiche e vanno rispettate. La torta aveva il numero 17 appoggiato su un’erba finta. Marek era molto emozionato perché si trattava di una festa a sorpresa e appena è arrivato, si è commosso. E’ stata una gioia vedere i giocatori nelle vesti di uomini e non di calciatori ieri, ma non so se posso dire chi ha prenotato il locale”.

Hysaj può salutare a giugno, il Napoli segue due terzini in Italia

Hysaj potrebbe lasciare il Napoli a fine stagione

Sempre più probabile la cessione di Helseid Hysaj a fine stagione. Il calciatore albanese è seguito con attenzione dal Chelsea di Maurizio Sarri. Come riferisce il Mattino, se dovesse andare via Hysaj a giugno, il Napoli potrebbe puntare su uno dei due profili: Bartosz Bereszynski della Sampdoria, oppure Pol Lirola del Sassuolo.

Hysaj da un po’ di tempo, con Ancelotti, sembra avere un ruolo sempre più marginale. Se Sarri insisterà nel suo intento di portare il calciatore a Londra, l’albanese cambierà maglia a fine stagione, portando anche nelle casse partenopee altri 35 milioni di euro.

Il Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”, presente alla Borsa internazionale del Turismo

0
Piano di Sorrento, sarà presente alla Borsa Internazionale di Milano, in programma a Fiera Milano City dal 10 al 12 febbraio

Il ridente centro della Penisola Sorrentina sarà rappresentato dal suo evento culturale di punta: il Premio internazionale “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”, giunto quest’anno alla ventiquattresima edizione e facente parte delle 1364 iniziative che l’Ufficio Unesco del Mibac ha selezionato nel 2018 per l’Agenda dell’anno europeo del Patrimonio culturale.

“È un Premio favoloso”, ha dichiarato il Sottosegretario ai beni e attività culturali Lucia Borgonzoni.

Il Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito” giunge quest’anno alla ventiquattresima edizione e dalla fine di  settembre alla fine di ottobre proporrà una serie di iniziative, spettacoli, laboratori che costituiranno momenti attrattivi per la città, per i suoi abitanti e peri i suoi turisti.

“Il Premio Penisola Sorrentina Arturo Esposito®  rappresenta una grande realtà per Piano di Sorrento e tutta la Penisola Sorrentina.  È un Premio che si è aperto alla città, alle associazioni, alle scuole. È una realtà importante per il nostro paese, che nel 2018 ha avuto anche i riconoscimenti del Mibac “Città che legge” e la Bandiera Blu per i servizi turistici offerti. Con il patron del Premio Mario Esposito, l’Assessore al ramo Carmela Cilento e il dirigente del settore cultura e turismo Giacomo Giuliano lavoreremo perché il Premio diventi sempre più un volano per Piano di Sorrento in Italia e nel mondo”, afferma il Sindaco di Piano di Sorrento Vincenzo Iaccarino.

La kermesse, che lo scorso anno ha visto anche la partecipazione dell’Ambasciata del Giappone, coinvolge ogni anno protagonisti nazionali della tv e dello spettacolo ed è inserito nel cartello dei grandi eventi dell’Assessorato al turismo della Regione Campania diretto da Corrado Matera.

Lo scorso anno tra i premiati Sandra Milo, Paolo Ruffini, Bianca Atzei con Jonathan Kashanian, Povia, Anna Capasso, Michele Cucuzza e l’attrice Debora Caprioglio

 “Il Premio Penisola Sorrentina è un premio importantissimo. I premi poi fanno bene all’anima. Ci rendono fieri di fare questo lavoro e ti fanno sentire amata”, ha dichiarato la Caprioglio resa celebre anche per i sodalizi cinematografici con Kinsky e Tinto Brass, premiata a Piano di Sorrento per il monologo teatrale autobiografico, scritto per lei dal regista Francesco Branchetti, “Debora’s love”.

Una sezione speciale del Premio, dedicata al patrimonio culturale materiale ed immateriale, è promossa in collaborazione con la Regione Campania, lo scorso anno presente alla kermesse con il Direttore generale per le politiche culturali ed il turismo, Rosanna Romano, e il delegato del Presidente della Regione Campania Bruno Cesario. I visitatori potranno così scoprire tutte le offerte della manifestazione attraverso il prestigioso annuario che sarà distribuito nell’area istituzionale della Regione Campania con una veste editoriale elegante: la copertina è stata realizzata dal graffitista internazionale Jorit in collaborazione con Giuseppe Leone.

Hamsik, il padre: ”Marek è frustrato per non aver mai vinto lo scudetto. Con il Dalian niente di ufficiale”

Le parole di Richard Hamsik

Richard Hamsik, padre di Marek Hamsik, è intervenuto ai microfoni del sito slovacco Sport24. Richard ha parlato del prossimo addio di Marek verso la Cina. Questo è quanto riportato:

Tuo figlio, Marek, dovrebbe diventare un giocatore del Dalian, club cinese. Il trasferimento può ancora bloccarsi o è solo una formalità?

”Non c’è ancora niente di ufficiale. Tutto può succedere. Mai dire mai. Spero che il trasferimento sarà completato in circa 48 ore. E’ un procedimento che si è prolungato per il capodanno cinese”.

Come mai Marek ha scelto la Cina?

”Napoli è la squadra del cuore di mio figlio, anche se è frustrato dal fatto di non aver mai vinto lo scudetto. Ha sempre rifiutato tutte le offerte che ha avuto in passato, ma in estate avrà trentadue anni. Ora ha deciso che vuole provare una nuova avventura. Naturalmente, il ruolo che ha il denaro che offrono è cruciale. Un trasferimento in Italia o in Europa non è mai stato preso in considerazione. Non tradirebbe mai Napoli”.

Il Borussia Dortmund ha fatto un’offerta per Marek?

”E’ arrivata in estate. Il Borussia Dortmund aveva un grande interesse ma aveva risorse limitate. Era solo una questione di possibilità”.

Solo una coincidenza che il Dalian abbia la maglia azzurra?

”Certo. E’ solo una coincidenza”.

Al via il secondo appuntamento con il “Rodeo Capri Watch Open”

0
La novità tennistica di inizio 2019, diventato l’evento più atteso del calendario di questi mesi invernali

Capri, il torneo si svolgerà nella prestigiosa location sportiva dell’Accademia Tennis Napoli, e le gare si disputeranno sui campi in terra rossa indoor ed outdoor, i punti per la classifica FIT valgono al 100%. 

Al torneo si sono iscritti tennisti di varie categorie e tra questi un nutrito drappello di allievi della scuola del Tennis Club CapriLa gara vanta un montepremi di 500 euro per i primi classificati nel torneo maschile e femminile insieme all’orologio Capri Watch, che raffigura sul quadrante un campo da tennis, creato dal patron Silvio Staiano. Il Capri Watch da anni è diventato l’orologio ufficiale della Federtennis ed è portato al polso dai più forti tennisti italiani e del circuito mondiale. 

La seconda tappa del Rodeo 2019 è fissata per il prossimo fine settimana. Da venerdì a domenica gareggeranno presso l’Accademia Tennis di Agnano, tennisti campani e giocatori di terza e quarta categoria che parteciperanno con i tabelloni di qualificazione di Quarta, di Terza e poi il main draw finale per i “Seconda”.

Grande attesa dunque per la seconda fase, che ha già visto nella prima gara disputata, due settimane fa, oltre 120 iscritti, tra i quali alcuni dei migliori seconda categoria della Campania. I titoli sono andati a Gianmarco Cacace, promosso quest’anno in A1 con il TC Vomero, ed a Veronica Del Piano, due tennisti tra i più esperti e quotati “seconda” di livello nazionale.

Grande entusiasmo tra i giocatori, gli sportivi e dal CEO di Capri Watch Silvio Staiano, che guardano con ottimismo allo sviluppo del tennis in Campania ed al pubblico che affolla i rinnovati campi indoor dell’Accademia Tennis di Agnano, sotto la guida del presidente Mauro Sarnella e del direttore generale Aldo Russo.

De Magistris: ”I calciatori vanno via per scelte economiche, ma Hamsik è un napoletano a tutti gli effetti”

Le parole di De Magistris

De Magistris, ha parlato dell’addio di Marek Hamsik verso la Cina. Questo è quanto evidenziato:

”Dispiace che Hamsik vada via perché dal 2007 è bandiera della nostra squadra, è un grande capitano, una persona che rimarrà per sempre nel cuore della nostra città. Chiaramente i calciatori nella loro vita sempre più spesso scelgono lidi sportivi dove si hanno maggiori soddisfazioni non tanto calcistiche ma economiche – ha aggiunto il sindaco – Sono scelte professionali che vanno rispettate anche se mi avrebbe fatto piacere poter contare su Hamsik fino alla fine della sua carriera calcistica, ma lo abbiamo avuto con noi per dodici anni e ha dimostrato di essere un napoletano a tutti gli effetti”.

Diciotti, Di Maio: “Noi contro immunità ma questo è un caso specifico”

0
Diciotti, Di Maio: “Noi contro immunità ma questo è un caso specifico”

“Siamo sempre stati contro l’utilizzo dell’immunità ma è chiaro che questo è un caso specifico”.

Queste le parole del vicepremier pentastellato Luigi Di Maio in conferenza stampa alla Camera, rispondendo a una domanda sull’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Salvini per il caso Diciotti.

“Abbiamo superato tante volte criticità, le supereremo ancora. Sono molto tranquillo, i senatori della giunta stanno seguendo la procedura istruttoria. Siamo sempre stati contro l’utilizzo dell’immunità, è chiaro che questo è un caso specifico. I senatori in giunta hanno la mia fiducia”.

Non si temono le ripercussioni che questa vicenda avrà sulla durata dell’esecutivo, ha sottolineato Di Maio.

Sorrento, aggressione sulla Circum: ferito un capotreno

0
La Circum napoli – Sorrento e viceversa presa di mira da diversi atti di vandalismo e micro delinquenza

Sorrento, ieri pomeriggio poco dopo le 18, è stato aggredito ed è dovuto ricorrere alle cure in ospedale, il capotreno del treno partito da Napoli alle ore 17:45 e diretto a Sorrento. La motivazione dell’aggressione è legata al fatto che la persona aggredita ha impedito ad un giovane di entrare in treno addirittura con un un materasso come “bagaglio”. ma questa non è stata l’unica aggressione, in quanto verso le 11:30 circa, un treno è rimasto fermo a lungo nella Stazione di Pioppaino in attesa delle forze dell’ordine, poco dopo,  sul treno partito dalla stazione di Sorrento alle 13:55 si è scatenata una rissa tra giovani.

Insomma una giornata da dimenticare quella di ieri, eppure non è la prima volta che la tratta viene presa di mira da vandali e malviventi, il problema è, come precisano ormai da tempo i sindacati e i consumatori, la mancanza di forze dell’ordine presenti anche sui convogli.

 

Torre Annunziata, processo Rampa Nunziante: udienza rinviata per l’amministratore di condominio

0
Crollo di Rampa Nunziante: il processo verrà accorpato con gli altri due

Torre Annunziata, è stato dato il via al processo di Rampa Nunziante, per il crollo del palazzo al civico 15, avvenuto il 7 luglio del 2017 e che causò la morte di 8 persone. In base alla decisione presa dal giudice  Francesco Todisco, è stata rinviata la sola udienza che riguarda Roberto Cuomo, che aveva chiesto il giudizio immediato, perché si tratta di procedimento connesso con altri due processi , ovveroquello a Massimiliano Lafranco, oggi dinanzi al gup Mariaconcetta Criscuolo, e l’altro che si terrà il 28 febbraio con il giudice Luisa Crasta. Con molta probabilità il processo verrà accorpato con gli altri due che avverrà il 6 marzo.

Per il momento, il giudice ha accolto le richieste di costituzione di parte civile da parte dei familiari, proprietari dello stabile accanto e il Comune di Torre Annunziata, rappresentato dall’avvocato, con il sindaco Vincenzo Ascione presente in aula Siani. (Torresette)

SSC Napoli, allenamento mattutino: Hamsik in gruppo

Presente anche Marek Hamsik all’allenamento

Seduta mattutina per il Napoli al Centro Tecnico. La squadra di Carlo Ancelotti prepara il match contro la Fiorentina al Franchi in programma sabato alle ore 18 (anticipo della 23esima giornata di Serie A).
Questo il report di oggi: Riscaldamento a secco e torello. Successivamente lavoro tattico e svolgimento di gioco. Chiusura con esercitazioni al tiro.
Anche oggi Marek Hamsik si è allenato con il gruppo, insieme agli altri in un clima di grande cordialità e professionalità, nonostante sia molto vicino a trasferirsi in Cina continua ad allenarsi sotto la guida di Carlo Ancelotti.

IERI OGGI e DOMANI – Dalla realtà al film alla realtà:  “Ten a panz” (VIDEO)

IERI OGGI e DOMANI – IERI, nel film con la Loren: Non possono arrestarla, “Ten a panz” (articolo 146 CP). OGGI, a Milano: niente carcere per 8 borseggiatrici su 10 perché incinte (“Ten a panz”)

Nel ’64, con un film ad episodi: “Ieri Oggi e Domani”, De Sica vinse il premio Oscar come miglior film straniero.

Nel Primo dei tre episodi, scritto da Eduardo De Filippo, si tratteggia un fatto realmente accaduto a Napoli a un’umile venditrice di sigarette di contrabbando, Concetta Muccardi che, per non andare in carcere in base all’Art. 146 del CP, ebbe ben diciannove gravidanze. Nel film Concetta diventa “Adelaide” ma il tema sul quale si svolge tutto l’episodio è proprio quello dell’incarcerabilità delle donne incinte, condizione effettivamente prevista, e codificata, con l’articolo 146 del Codice Penale.

OGGI, richiamando alla memoria quel bell’episodio del film, possiamo veder riconfermato l’IERI, come del resto identificato nel film stesso ma anche, proprio come si ha nel prosieguo del film, un: “Oggi e Domani” (altri due episodi scritti, per il film, da Moravia e Zavattini.

Un “Oggi e Domani” che, nella realtà della cronaca del giorno, riporta ancora a identiche realtà stando, almeno, all’indagine svolta dal Corriere della Sera e riportata sulle sue pagine milanesi dove segnala che decine di giovani borseggiatrici, attive soprattutto nella metropolitana di Milano, pur se individuate e arrestate dalle forze dell’ordine, non scontano nessuna pena perché incinte (“Ten a panz” di Eduardo).

Questi episodi riaccendono una annosa discussione accesa dal tema scaturente dalla domanda del se lo Stato “può permettere che la maternità sia strumentalizzata in un sistema di sfruttamento criminale”.

L’argomento ed il tema può apparire marginale ma così non sembra essere se, nella realtà, si deve annotare – come fa il Corriere – che fra le circa 30 “latitanti” intercettate a Milano dalle forze dell’ordine nel 2018, 8 su 10 erano incinte per cui meno della metà sono andate in carcere mentre “Tutte le altre hanno continuato a rubare”.

Alla base c’è il dispositivo dell’art. 146 del Codice penale che disciplina in merito alla non punibilità per particolare tenuità del fatto e applicazione ed esecuzione della pena. In particolare, al Capo II della esecuzione della pena, recita:

L’esecuzione di una pena, che non sia pecuniaria, è differita:

1) se deve aver luogo nei confronti di donna incinta;
2) se deve aver luogo nei confronti di madre di infante di età inferiore ad anni uno;
3) se deve aver luogo nei confronti di persona affetta da AIDS conclamata o da grave deficienza immunitaria accertate ai sensi dell’articolo 286 bis, comma 2, del codice di procedura penale, ovvero da altra malattia particolarmente grave per effetto della quale le sue condizioni di salute risultano incompatibili con lo stato di detenzione, quando la persona si trova in una fase della malattia così avanzata da non rispondere più, secondo le certificazioni del servizio sanitario penitenziario o esterno, ai trattamenti disponibili e alle terapie curative.

Nei casi previsti dai numeri 1) e 2) del primo comma il differimento non opera o, se concesso, è revocato se la gravidanza si interrompe, se la madre è dichiarata decaduta dalla responsabilità genitoriale sul figlio ai sensi dell’articolo 330 del codice civile, il figlio muore, viene abbandonato ovvero affidato ad altri, sempreché l’interruzione di gravidanza o il parto siano avvenuti da oltre due mesi

Questo prescrive il Codice e la Legge ma esistono decine di ragazze (con i loro sfruttatori) che soprattutto tra Milano, Roma, Venezia e Firenze applicano una distorsione sistematica e drammatica di quel principio di umanità della giustizia.

In chiusura si riporta che i furti con destrezza che si hanno in Italia, sono circa 160 mila all’anno e oltre 21 mila solo a Milano.

Insomma, il punto è sempre quello: “fatta la legge trovato l’inganno” e questo, ad onor del vero, è valido in tutto il mondo e non solo nella nostra piccola e cara Italia per cui la discussione è, e resterà, anche nel DOMANI, solo fine a se stessa e senza via d’uscita se si vuol restare in umana civiltà.

Boscoreale, furto al supermercato: uomo derubato da una 75enne

0
Dolce nonnina deruba un uomo nel supermercato

I carabinieri della stazione di Boscoreale hanno denunciato a piede libero una donna di 75 anni. La donna era all’interno di un supermercato quando ha aspettato che un uomo si distraesse per rubare soldi e buoni fruttiferi presenti nella borsa del malcapitato. L’anziana ha notato la borsa di un appoggiata su uno scaffale, mentre la sua ‘vittima’ era intenta a riporre la spesa. La nonnina ha approfittato del momento di distrazione per commettere il reato. Peccato però per le telecamere di sorveglianza interne all’attività commerciale, che hanno ripreso in flagrante la donna, facendo scattare la denuncia. (Internapoli)

Juve Stabia – Catanzaro: Inizia la prevendita dei biglietti

La Juve Stabia spera in afflusso massiccio di tifosi gialloblè, aperto anche il settore tribuna Varano (distinti)

Castellammare di Stabia – Mentre la Juve Stabia inizia proprio oggi la settimana di preparazione al big match con il Catanzaro, parte proprio oggi la prevendita dei tagliandi di ingresso allo stadio Romeo Menti.

Dopo la bella ed emozionante accoglienza della squadra di ritorno dalla trasferta vittoriosa a Rende, ci si aspetta un grande afflusso di tifosi di fede gialloblè allo stadio.

Il morale è alle stelle e servirà un Menti pieno per sostenere i calciatori in una partita che non sarà determinante, ma sicuramente fondamentale, nell’economia di un campionato che vede la Juve Stabia comandare con 56 punti (57 sul campo).

A Castellammare di Stabia arriva una squadra, il Catanzaro, che nelle ultime partite sta mantenendo lo stesso rendimento delle Vespe, e che è costruita per restare nei piani alti della classifica.

Auteri è un allenatore che ha esperienza da vendere e che ha già vinto diversi campionati. Caserta invece è uno che sa tirare fuori il meglio da ogni calciatore e sa tenere tutti sulla corda. L’esperienza contro la gioventù sarà anche questa la chiave di lettura di Juve Stabia – Catanzaro.

Di seguito pubblichiamo il comunicato ufficiale della società stabiese

S.S. Juve Stabia rende noto che saranno disponibili in prevendita, da oggi, 6 febbraio, e fino a mercoledì 13 febbraio alle ore 20.30, i tagliandi per la gara Juve Stabia-Catanzaro, match valevole per la sesta giornata di ritorno del campionato di serie C, in programma mercoledì 13 febbraio alle ore 20.30, allo Stadio “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia.

Di seguito i prezzi dei tagliandi:

Curva San Marco € 12 comprensivo dei diritti di prevendita

Tribuna Varano € 14 comprensivo dei diritti di prevendita

Settore Tribuna Quisisana (scoperta) € 16 comprensivo dei diritti di prevendita

Tribuna Monte Faito (coperta) € 22 comprensivo dei diritti di prevendita

Tribuna Roberto Fiore VIP € 72 comprensivo dei diritti di prevendita

I tagliandi potranno essere acquistati esclusivamente presso i punti vendita abilitati che qui di seguito riepiloghiamo:

Bar Dolci Momenti – Via Cosenza

Bar Gialloblù – Viale Europa

Centro Ricreativo Juve Stabia – Via Bonito

Scommesse Intralot – Viale Europa 31

Post Office – Via Plinio Il Vecchio 72

S.S. Juve Stabia

Repubblica – Fiorentina-Napoli, i dubbi di Ancelotti anche in vista dell’Europa League

Repubblica, le possibili scelte di Ancelotti

Tra 3 giorni sarà Fiorentina-Napoli, per gli azzurri potrebbe rappresentare una rivincita dopo la dolorosa sconfitta dell’anno scorso, che fece svanire i sogni scudetto. L’edizione odierna della Repubblica si sofferma sulle scelte di Ancelotti per il match contro i viola.

Dal quotidiano si legge:

”La curiosità principale riguarda proprio il sostituto dello slovacco che lascia vacante il posto accanto ad Allan, riconfermato in mediana: il brasiliano è apparso in ripresa dopo la vicenda Psg e quindi sarà confermato. Il principale indiziato è Fabian: lo spagnolo ha scontato il turno di squalifica e ha già dimostrato confidenza con il ruolo, come ha dimostrato nel match del San Paolo contro la Lazio. Consentirà al Napoli di verticalizzare l’azione con maggiore frequenza. L’alternativa è Diawara, ormai entrato stabilmente nelle scelte di Ancelotti. L’ex Bologna potrebbe anche giocare il match di Europa League contro lo Zurigo. Da valutare, invece, in difesa le condizioni di Raul Albiol: lo spagnolo è stato convocato contro la Sampdoria, ma non ha giocato perché non è al meglio. Sta continuando i suoi trattamenti e Ancelotti deciderà nei prossimi giorni in base alle sensazioni del forte centrale spagnolo. Altrimenti giocherà ancora Maksimovic che ha riscattato gli errori commessi a San Siro contro il Milan”.

Procida, il ds Mario Lubrano: “Decisione sofferta ma inevitabile le mie dimissioni”

Promozione-Procida- Come vi avevamo annunciato pochi giorni fa, il dirigente ha deciso di lasciare la società biancorossa presentando le sue dimissioni

Oggi tutto quello in cui avevo investito in quest’ultimo anno e mezzo,purtroppo è stato spazzato via…”

Nei giorni scorsi lo avevamo annunciato che il ds Lubrano era in procinto di dare le sue dimissioni. Alla fine così è stato. Mario Lubrano Lavadera,ds del Procida,entrando in società come addetto stampa fino a ricoprire il ruolo di DG nel pomeriggio di ieri lui stesso attraverso il suo profilo di facebook con un post ha annunciato ufficialmente la sua decisione. Questo è il messaggio:

Volevo condividere con tutti voi la mia decisione di lasciare il Procida Calcio e di dimettermi dal ruolo di direttore sportivo. Per la prima volta, dopo 13 stagioni consecutive in cui ho sempre avuto un ruolo all’interno di questa società, esisterà un Procida senza di me. Si tratta di una scelta sofferta, ma ponderata. Probabilmente anche troppo, perché non è facile lasciar andare via l’amore di una vita. Per me il Procida è esattamente questo e chi mi conosce lo sa. A questa squadra ho dedicato ore e ore della mia vita. Ho sacrificato weekend, tolto tempo a lavoro, studio, amici, fidanzate. Ma, purtroppo, oggi non ci sono più le condizioni per andare avanti. Un anno e mezzo fa ho deciso di mettermi in gioco nel momento forse più difficile della storia recente del Procida, perché sono sempre stato convinto che quando si ama veramente qualcosa bisogna farsi avanti soprattutto in queste situazioni di difficoltà. Non avevamo un titolo sportivo, c’erano zero giocatori e pochi soldi. Ma siamo ripartiti andando a una manciata di minuti dall’Eccellenza. Oggi, tutto quello in cui avevo investito in quest’ultimo anno e mezzo, purtroppo è stato spazzato via. Dalla procidanità (in primis) al calcio fatto di passione, rispetto e valori. Quei valori che hanno permesso al Procida di diventare una realtà consolidata del panorama calcistico campano. Con le lacrime agli occhi, con il cuore che trema e con tanta rabbia lascio andare un qualcosa che mi ha accompagnato per metà della mia vita. Decisione sofferta ma inevitabile, ma questa storia mi ha insegnato tante cose. Due in particolare. Che ragionare con il cuore non è mai sbagliato: forse non otterrai sempre dei risultati, ma non sarai mai solo! E che, purtroppo, chi nasce tondo non può morire quadrato. E, in questo caso, ogni riferimento a fatti o persone NON è puramente casuale.

In questo momento mi sento di ringraziare tante persone. In primis il grande presidente Luigi Muro che, nonostante sia stato lasciato spesso solo in momenti di difficoltà, ha permesso al Procida di diventare una grande realtà del calcio campano. Spero di aver ripagato, almeno in parte, l’enorme fiducia che ha riposto in me. Ringrazio gli altri dirigenti: dallo straordinario Mariano a Gerardo e Matteo Lubrano, passando per Salvatore Marrazzo, Salvatore Consalvo, Matteo Germinario, Luigi Manzueto, Antonio Forte, Pasquale Quirino, Vincenzo il magazziniere e tutti coloro che si sono succeduti negli anni. Ringrazio Fabrizio Zingone, un grande amico regalatomi dal calcio. Ringrazio gli allenatori: Biagio Lubrano, Mimmo Citarelli, Francesco Cip Cibelli, Giovanni Iovine, ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa. E, infine, abbraccio i calciatori, quelli del passato e, soprattutto, quelli di oggi. Grazie aGiovanni Micallo e Ciro Saurino, loro sanno perché. Grazie Lorenzo Costagliola, Tony Costagliola e Gio Cibelli, sono orgoglioso di avervi riportati nella famiglia del Procida. Ringrazio Francesco Lamarra e Giorgio Russo, due ragazzi speciali. Ringrazio Vittorio Lubrano Lavadera, Michele Mammalella, Francesco D’orio, Angiolino Vanzanella, Mario Barone,Giuseppe Sammartano, Matteo Trani, ormai miei fratelli piccoli: nessuno avrebbe scommesso neanche un euro su di loro, gli ho dato un minimo di fiducia e loro mi hanno restituito mille volte tanto. Ringrazio anche Napolitano e RaffaelePianese, che in poco tempo hanno dato tanto dal punto di vista umano, e gli altri calciatori che hanno contribuito in questi mesi alla causa Procida. E poi c’è Fabrizio PocHo Muro, ma quello è un discorso a parte. E ringrazio tutte le persone che sono state vicino a questa squadra, che mi hanno visto piangere e gioire per il Procida. Porterò sempre dentro di me questa fantastica parentesi della mia vita!

La Fiorentina irride il Napoli sui social, tifosi azzurri imbestialiti

La foto postata dalla Fiorentina

”Volevamo ricordarvi che mancano ”3” giorni a #FiorentinaNapoli”. Questo è quanto scritto dalla pagina ufficiale della Fiorentina. La foto è quella di Simeone che mostra il segno del tre, dopo la tripletta e la vittoria dell’anno scorso. Il post è stato pubblicato su Instagram dai viola, ricordando la sconfitta degli azzurri dell’anno scorso che mise fine di fatto ai sogni scudetto. Un post che ha irritato moltissimi tifosi azzurri che, sotto al post in questione, hanno risposto con tante parole dure.

Hamsik, la bandiera che saluta l’azzurro: grazie capitano!

Hamsik, la bandiera che saluta l’azzurro

Ora è finita davvero. Marek Hamšik è andato via. Ha significato tutto Hamšik, un percorso di vita che ha preso tanti bambini e li ha lasciati uomini. È un simbolo, che si tramanderà, non solo una bandiera. I trofei, ma anche ricordi indelebili: la notte all’Olimpico di Torino, del “Seppelliteci qui” alla bellezza di quelle giocate sopraffine condite da gol.

Ad Hamšik va l’eterna gratitudine, l’augurio di ogni bene, un abbraccio fraterno, ma forse resterà per sempre incompiuto. Non tanto nei risultati, ma nei gesti. Un carattere mai sbocciato, una leadership mai mostrata davvero, un talento mai espresso al massimo. C’è solo il rammarico di quella Europa League ancora da giocare e da voler vincere.

Detto ciò, ci si può solo stringere forte e tramandare alle generazioni future la fortuna che si è avuto: quella di aver visto da vicino ed aver cresciuto Marekiaro Hamšík.

RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Sanremo, prima serata: un “quasi flop” con un calo tra 1 e 2 punti. Le Pagelle

Diffusi poco fa i dati d’ascolto di Sanremo: pollice verso per la prima serata di Sanremo, calo tra 1 e 2 punti. A salvare la situazione è stata la musica

Si inizia con una prima parte che ha registrato 12.282.000 spettatori con uno share del 49,40% registrando così un calo netto del 2% dal momento che gli spettatori registrati l’anno scorso erano stati 13.776.000, con uno share del 51,40%.

Non meglio è andata per la seconda parte che ha registrato 5.130.000 spettatori, share del 50,05% contro i 6.624.000 spettatori, con uno share del 55,40% il che, tanto per dare una nota sul passato, da un pareggio con l’edizione del 2016 che peraltro aveva sempre Virginia Raffaele nel cast. Sotto accusa la conduzione di Baglioni per gli sketch che non hanno fatto ridere ed anche per delle ospitate ritenute inutili. A salvare la situazione è stata, sembra, proprio la musica, con una discreta scelta artistica della quale va dato merito, comunque, sempre allo stesso Baglioni. Sugli scudi Zen Circus, Negrita, Motta e un Daniele Silvestri accompagnato da Rancore.

Ma vediamo ora le Pagelle assegnate ai Cantanti

Francesco Renga (4)

Renga ha la meravigliosa abilità di essere sempre uguale a se stesso. Che va benissimo se vuoi bullarti al bar di essere Highlander, ma meno se fai la stessa canzone da anni, peggio ancora se quella canzone annoia da pazzi. Una roba talmente anacronistica che perlomeno ci da una risposta ad uno dei grandi dilemmi della storia recente del nostro paese: ma che ci troverà mai Ambra Angiolini in Massimiliano Allegri? Non è che aspettiamo che qualcuno gli tagli la testa per vederlo smettere, giammai, però l’ingresso in scena di Christopher Lambert col gonnellino scozzese diventerebbe una scena più cult del monologo di Grillo sui socialisti.

Nino D’Angelo e Livio Cori (6,5)

Esperimento interessante quello che coinvolge i due artisti. Una strana miscela tra tradizione e quel nuovo mood proposto ultimamente dalla musica partenopea. I musicarelli napoletani che incontrano Drake per strada e non si salutano. Una miscela di suoni che ricorda…ehi, Liberato! Mascherina ti conosco. Caro Livio, ti bracchiamo, prima o poi lo ammetterai e noi ammetteremo che tutto sommato ce ne fregava pochissimo. Peccato solo che D’Angelo non canta benissimo, anzi, stecca tutto lo steccabile.

Nek (5)

Il pubblico dell’Ariston lo accoglie con una serie di “Bravo!”, ma poi comincia a cantare. A Nek gli si vuole bene, è solo che gli anni ’90 sono passati da quasi vent’anni. Figuriamoci, potessimo torneremmo con lui a farci calare un gran due di picche da Laura, ma il mondo va in altra direzione.

The Zen Circus (8)

E poi entrano gli Zen e il loro pezzo “L’amore è una dittatura” è semplicemente geniale. Una specie di rock puro scritto con metrica quasi rap. Nessun ritornello, semplicemente la volontà di dire qualcosa di importante, di profondo. The Zen Circus se ne sbattono del festival di Sanremo, del palco che scotta, di Baglioni, Salzano, Striscia, Salvini, migranti, sala stampa, e share; non si tradiscono e spediscono tutti ad un festival estivo, ubriachi, giovani e felici.

Il Volo (0)

Non vi preoccupate, le vostre tv non si sono rotte, sono i tre ragazzi che sono così vecchi che la tv fatica a riconoscerli. Una roba così non si vede più nemmeno in VHS. Il loro successo è inspiegabile. L’unica consolazione è che i loro fans, per ragioni anagrafiche, si estingueranno prestissimo; noi speriamo non soffrano, ma se continuano ad ascoltare Il Volo se la cercano. Appena escono di scena gli addetti al palco devono passare con le scope a togliere via le ragnatele.

Loredana Bertè (s.v.)

Dopo Il Volo deve entrare Loredana Bertè per dare una ventata di giovinezza al palco, “Cosa ti aspetti da me” non si può proprio dire sia un capolavoro, anche se entrare in scena subito dopo Il Volo aiuta e non poco. Ma non importa, lei è un’icona che resta comunque totalmente rispettabile. Anzi di più. Un mito. Quando entra ha uno sguardo distorto, svampito, ebbro, racconta, solo con un certo atteggiamento, tutta una storia, molto più interessante di quella che potrebbero raccontare tutti gli altri concorrenti in gara, tutti insieme, in cento vite. Volete un voto? No, inutile.

Daniele Silvestri feat. Rancore (7)

“Argento vivo” è un ottimo pezzo. È complesso, di gran livello. Certo, non ha alcuna possibilità di vincere il Festival, ma è evidente che a Silvestri non gliene freghi alcunché. Il featuring con Rancore è totalmente nelle sue corde, perché la metrica di Silvestri da sempre strizza l’occhio al rap, e lui per l’occasione si porta appresso uno dei più talentuosi della scena italiana. Al riascolto piacerà di più, ascoltata nello stereo piacerà molto di più.

Federica Carta e Shade (2)

Lei entra in scena come se avesse perso una scommessa con l’organizzatore di un gay pride con pessimi gusti; di lui scopriamo che non si pronuncia “sceid” ma proprio “sciade”, ma poi ci accorgiamo che non ce ne frega nulla. Il duo mette le mani avanti fin dal titolo: “Senza farlo apposta”, ma legalmente non basta ad evitargli una denuncia per furto del nostro tempo. Il pezzo è brutto, ma la cosa non colpisce particolarmente, stupisce di più il sadismo di chi li ha mandati al macello su un palco così importante. Ci concentriamo su questo perché se dovessimo fare un elenco mentale di tutti i pezzi ai quali assomiglia la canzone ci comincerebbe a sanguinare il naso. Comunque quando uscirà quelle 300 milioni di visualizzazioni sono assicurate. E tu mentre ascolti il brano vorresti vedere questi 300 milioni di, evidentemente, loro cugini, che facce hanno.

Ultimo (5,5)

Sarà una gran tristezza vederlo trionfare in un’edizione così colma di talento, esperienza e contenuti. La canzone non sarebbe nemmeno male, ma la sua personalità è così liscia, così neutra. Il pezzo, però, c’è da dirlo, messo in bocca a Brunori SaS probabilmente spaccherebbe.

Paola Turci (6)

La canzone forse non è la sua migliore, ma in quanto a classe e professionismo frega tutti, anche quando quasi non arriva, quando la voce sembra cedere, quando mette in mostra qualche incertezza. Anzi, proprio in quei momenti ci rendiamo conto di quanto l’umanità di chi prende un microfono in mano sia dote fondamentale, non smerciabile con una nota più alta né, soprattutto, con un visino più vendibile alle copertine. Tra l’altro, la Turci, resta sempre una donna dal fascino irresistibile. E frega quasi tutte anche sotto quel punto di vista. Si parla spesso di donne nella musica italiana, basterebbe dare più attenzione alle Paole Turci.

Motta (7)

Chi segue Motta sa che nessuno lo ha mai visto vestito di un colore diverso dal nero, rompe questa tradizione travestendosi da torero daltonico con una camicia inguardabile. Ma il pezzo è proprio bello, anche se lui canta visibilmente emozionato; forse non è il suo più bello, ma fortunatamente la maggior parte del pubblico Rai, rimasto ancora imbambolato da Albano e Romina, non ne ha la minima idea. Dov’è l’Italia è uno di quei pezzi che non le manda a dire e punta dritto dritto al premio della critica e alla pagina Facebook di Salvini. Anzi, ricordiamo che i voti dei social media manager del Ministro dell’Interno varranno nella classifica del festival al 20%.

Boomdabash (4,5)

Dovrebbero rappresentare la quota danzereccia di questa edizione, ma falliscono miseramente. La canzone passa totalmente inosservata, escono di scena e già non ce li ricordiamo in più. Interessante l’idea di Dolce&Gabbana di vestirli come panni di biliardo rossi.

Patty Pravo e Briga (5)

Patty Pravo, accuratamente scongelata per l’occasione, in compagnia di Briga, che ha conosciuto la fama nel 2015 per la sua partecipazione ad Amici di Maria De Filippi e che presto tornerà nell’oblio, giusto il tempo di finire di scrivere la sua pagella, vanno in scena giusto per celebrare il mito della grandissima icona della canzone italiana, colei che con l’aiuto della scienza ha rifiutato l’esistenza del tempo e sfida le più basilari regole dell’universo. Noi ci ammaleremo, ce ne andremo da questo mondo soffrendo, e lei sarà ancora su quel palco. Magnifica. Si materializza completamente inebetita, più confusa della popolare Gif di John Travolta che si guarda intorno in Pulp Fiction. Ci regala attimi di gioia di un livello talmente alto che nemmeno ci accorgiamo che in scena c’è anche… Lui… Coso… Come si chiama… Dai… Quello di… Eh vabbè.

Simone Cristicchi (6,5)

“Magari ci ricascano” deve aver pensato, chiudendo la busta con dentro la canzone da proporre al festival. In linea di massima lo schema è sempre lo stesso: sta lì sul palco, davanti ad un microfono, e dice belle cose, con una bella intensità. Boh…ok. Come artista ha un suo senso, intendiamoci, e ha senso averlo a Sanremo. Però da questo festival pretendiamo passi in avanti, lui in pochi minuti lo riporta al tremendo decennio che ha inaugurato questo nuovo millennio e che teniamo felicemente alle nostre spalle.

Achille Lauro (5,5)

Ok, scendiamo a patti così ci capiamo: Achille Lauro canta male, ma male male, e il suo pezzo “Rolls Royce”, nonostante rappresenti una felice virata verso qualcosa che perlomeno assomiglia alla musica, resta un pezzo inutilmente spaccone e che può risultare interessante solo se messo accanto a canzoni estremamente noiose. Tipo tra le canzoni di un festival di Sanremo, così, per esempio. Detto ciò, è innegabile che il ragazzo abbia stile, che sappia presentarsi al pubblico e che almeno è giovane e fa il giovane. Ogni riferimento ai tre vecchietti de’ Il Volo è puramente casuale. Siete proprio maliziosi eh?

Arisa (6,5)

Arisa oltre ad avere una voce tecnicamente impeccabile canta con un’innocenza disarmante. Si diverte con un pezzo che dietro un’apparente semplicità cela una complessità che lei affronta con la leggerezza che la contraddistingue. Ce ne fossero di artisti puri come lei. E se a sorpresa vincesse?

Negrita (7,5)

Che ritorno, quello sul palco dell’Ariston dei Negrita. “I Ragazzi stanno bene” ci riecheggia nelle orecchie e le fa respirare. Senza trucchi e senza inganni, semplicemente musicisti bravi e preparati che dalla metà degli anni ’80 sfornano, buona musica alternandola a musica davvero ottima. Pau si mangia il palco dell’Ariston manco fosse quello del pubbetto sotto casa, e anche se le telecamere indugiano sulla sua pelle d’oca, la sensazione è che avrebbero voglia di continuare a suonare per ore. Non stanno a Sanremo per vincere, sarebbe bello, ma non accadrà. E va benissimo così.

Ghemon (6,5)

Ghemon non è semplicemente un rapper, un classico “hippopparo”, ma soprattutto un paroliere raffinatissimo, talmente raffinato che gli facciamo passare pure il fatto di essersi presentato sul palco dell’Ariston con addosso la federa del divano anni ’80 di sua zia.

Einar (4)

Quelli che escono da Amici di Maria De Filippi ce l’hanno scritto in faccia e solitamente è una gran bella faccia accompagnata da una bella voce che, solitamente bilanciano una quasi totale mancanza di talento. Gente che senza quella bella faccia sfonderebbe solo al karaoke del quartiere. Non è che gli si vuole male… Al primo; al trentesimo perfetto sconosciuto allo sbaraglio, ci perdonerete, ma quasi ci scatta la violenza.

Ex-Otago (6)

I ragazzi sanno il fatto loro, le intenzioni chiare, le idee ottime, come quella di prendere Edoardo Leo come frontman. Le strofe si fanno rispettare, il pezzo poi cala un po’ nel ritornello. Se l’intenzione è quella di aprirsi al grande pubblico può anche andar bene, per vincere, o perlomeno rischiare di vincere, serve ben altro. Peccato, perché nel baraccone indie, là fuori, si fanno rispettare, oggi non vanno oltre la sufficienza. Ma il pezzo va riascoltato con calma.

Anna Tatangelo (4)

Anna Tatangelo evidentemente vive nel backstage dell’Ariston, non c’è altra spiegazione, a parte la gradevolissima presenza, per invitarla tutti gli anni per cantare, tra l’altro, sempre la stessa stramaledettissima canzone. Anche basta. Il primo Sanremo aveva 15 anni, liberatela! Utile, comunque, come segnale per alzarsi dal divano e andare al bagno.

Irama (5)

Se si mette la tv in modalità “mute”, per intrattenervi, potete giocare a “Einar o Irama”, chi indovina chi dei due sta cantando vince un disco di De André. Complicatissimo vincere, ma è un gioco particolarmente istruttivo per i più piccoli, i benefici pedagogici consistono nel fatto che il gioco vi evita di dover ascoltare canzoni di Einar e Irama. Buttalo via.

Enrico Nigiotti (6)

“Nonno Hollywood” è un pezzo che ha senso, forse in altre edizioni rischiava addirittura di vincere. Non quest’anno. È apprezzabile il modo in cui il ragazzo, dopo l’esperienza X-Factor, sta costruendo la sua carriera. Ma ancora deve uscire qualche numero di magia particolarmente esaltante. Poi ne riparliamo.

Mahmood (6)

Il ragazzo si gioca la carta del pezzo vagamente più movimentato ed è una carta che mai come quest’anno paga. Non sarà un gran pezzo ma almeno, forse, salva dal coma.

GLI OSPITI

Andrea Bocelli (6)

Piazzare in scaletta Andrea Bocelli a una sola esibizione di distanza da Il Volo è quasi da denuncia, opera di un autore particolarmente simpatico. La versione de’ ”Il mare calmo della sera” insieme a Baglioni è gradevole, molto meno il momento patetico dello scambio di giacche con il figlio Matteo, che si becca pure il predicozzo in eurovisione sull’aiutare la fortuna con l’impegno. “Che due palle papà!” deve aver pensato il giovine. Fall on me, il pezzo che cantano insieme, è una noia mortale, un prodottino ben confezionato buono da vendere agli americani in un menù del MacDonald’s, forse la prossima volta, se mandano il vero figlio di Bocelli, studente al conservatorio di Lucca, invece che Primo Reggiani, magari viene meglio.

Pierfrancesco Favino (3)

Ma almeno lui, che di roba scritta da recitare ha anche una certa esperienza, può essere che non si renda conto di quanto possa essere pessimo il copione che gli propongono di mettere in scena? Non fa ridere, non è fatto bene e mette in risalto solo una superficialità disarmante nel costruire lo show. La situazione con l’ingresso di Baglioni degenera in maniera disastrosa: quando attaccano, con tanto di balletto, “Ci son due coccodrilli ed un orango tango…” è delirante.

Giorgia (8)

Giorgia è Giorgia, una delle migliori voci femminili del panorama musicale italiano. E resta Giorgia anche quando dribbla con classe e maestria l’acuto di I Will Always Love You. Un altro livello.

Claudio Santamaria (6)

Entra in scena con una gag sul nome Claudio che fa venir voglia di calciare gli spigoli di casa con i mignoli del piede. L’omaggio al Quartetto Cetra è commovente, soprattutto perché ci si rende conto della decadenza del mondo dello spettacolo italiano.

I CONDUTTORI

Claudio Baglioni (4)

Il suo festival farà numeri, ok, ma a noi importa pochissimo. Se è vero che tutto, a quanto pare, passa da lui, com’è giusto che sia se ci si proclama “dirottatore artistico”, non può passare inosservato il bassissimo livello dello show televisivo, salvato, questo c’è da dirlo, da una discreta scelta artistica. La musica ha salvato Sanremo e questo è molto romantico, ma gli sketch non fanno ridere, le ospitate inutili e i superospiti che di super hanno ben poco, compresi, duole dirlo, anche il maestro Bocelli e la magnifica Giorgia. Il Festival ha una lunga e strepitosa tradizione di ospiti stranieri che illuminavano tutto il baraccone. Questo nazionalismo, diciamocelo, piuttosto sospetto, preferendo dare visibilità ad artisti in promozione, manco fosse una mega puntatona di Che Tempo Che Fa, è fine a se stesso e appanna l’evento.

Virginia Raffaele (6)

Porta a casa il risultato perché oltre ad essere molto molto bella è anche molto molto brava, ma appare vagamente disinnescata. Infatti quando si lascia andare ad una breve e simpatica presa in giro a Patty Pravo durante il rituale della consegna dei fiori è esilarante. La puntata non è nemmeno finita e il web già è in fiamme per la gaffe, effettivamente evitabilissima, del saluto ai Casamonica, ma speriamo non la facciano troppo lunga, che nel frattempo in gara abbiamo Il Volo e la Amoroso è stata invitata come superospite, abbiamo cose decisamente più serie alle quali pensare.

Claudio Bisio (6,5)

Riesce a restare se stesso, quindi molto bravo e molto simpatico. È tecnicamente la migliore spalla per comici che c’è in Italia. Servirebbe solo un comico, che non è la Raffaele perché viene chiamata anche all’anacronistico ruolo di valletta, e non può essere di certo Baglioni, anche se, è evidente, gli piacerebbe, anche se, è evidente, è convinto di poterci riuscire. Ma regge bene la scena, esegue alla perfezione quello che gli dicono di fare, il problema, semmai, è che quello che gli dicono di fare è penoso.