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Russia, Putin firma decreto: palestre rastrellate per cercare nuove reclute

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(Adnkronos) – Dopo la firma del decreto da parte di Vladimir Putin per il reclutamento del numero record di 160mila soldati, nel quadro della nuova leva di primavera, la polizia russa ha iniziato a rastrellare le palestre alla ricerca di reclute.Le operazioni sono avvenute nell'ultimo mese diverse volte almeno in quattro grandi città del Paese, Mosca, San Pietroburgo, Irkutsk ed Ekaterinburg.

A febbraio, prima della firma del decreto, agenti con il volto coperto avevano fatto irruzione in una palestra di arti marziali di Krasnodar.  Come racconta Current Time, citando l'attivista per la difesa dei diritti umani, l'avvocata Valentina Chupik, gli agenti come primo passo separano velocemente i russi dai non russi.I primi vengono scortati agli uffici di reclutamento mentre i non russi sono spesso incriminati di reati minori, come vandalismo, o violazioni delle leggi sull'immigrazione e deportati, se non accettano di essere reclutati.  Lo scorso 30 marzo è stata presa di mira una palestra del circuito Spirit Fitness nella regione di Mosca.

Pochi giorni dopo, è stata colpita un'altra sala della stessa catena.Alle donne è stato consentito di lasciare la palestra mentre gli uomini sono stati costretti a rimanere e separati secondo le nazionalità e l'etnia percepita.

Sono stati chiesti loro i documenti.L'interesse principale degli agenti era l'età, oltre che la nazionalità: che le persone fermate, insomma, fossero reclutabili. "Ero sul tapis roulant e guardavo una serie.

All'improvviso qualcuno mi ha toccato la spalla.Sono sceso dal tapis roulant e ho visto tutti a terra, con la faccia rivolta al pavimento", ha testimoniato il frequentatore di una palestra, citato dal canale Telegram msk1.  "Per noi non è stato difficile.

Non ci hanno costretto a stenderci per terra.Ma hanno chiesto a tutti i documenti.

Alcuni sono stati portati via", ha spiegato un altro.  "Avevano già cercato di reclutare mio marito due anni fa, in modo illecito.Ora lo hanno di nuovo trascinato a un centro di reclutamento.

Sono corsa con i documenti ma non lo hanno lasciato andare fino all'arrivo dell'avvocato.Gli hanno detto che doveva ripresentarsi il cinque ma lui non ci è andato.

Ha preso le ferie per evitare di essere fermato mentre si reca al lavoro", ha spiegato Anastasia, che vive fuori Mosca.    —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Roma, finge due gravidanze per tornare con l’ex: condannata per stalking

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(Adnkronos) – Pur di tornare con il suo ex ha finto due gravidanze e poi un parto, oltre a tempestarlo di sms, chiamate e molestie di ogni genere.Oggi la trentenne è stata condannata a Roma a un anno e 4 mesi, per l'accusa di stalking aggravato.

Per lei il giudice monocratico ha disposto la sospensione della pena subordinata alla frequentazione di un percorso di recupero psicologico di sei mesi e un risarcimento danni di 5mila euro a favore della parte offesa.Per la donna il pm aveva chiesto la condanna a un anno. Un caso di stalking 'femminile', in cui l'uomo, pur di sfuggire alle attenzioni morbose, ha finito per cambiare la sua residenza e indossare un casco nel tragitto che dall'auto lo portava al portone di casa.

La trentenne, oltre a molestare l'ex con chiamate anche anonime, secondo quanto riportato nell'imputazione per fatti che vanno dal 2018 al 2019, aveva anche simulato malori per attirare l'attenzione dell’uomo, "inducendolo ad allontanarsi dal posto di lavoro per accorrere in suo soccorso" e si era appostata nei luoghi frequentati da lui. "In un'occasione si sarebbe anche aggrappata allo sportello della macchina e allo specchietto per fermare l'auto" di lui.  Una situazione che ha generato nella vittima "un grave e perdurante stato d’ansia – scriveva il pm nel 415bis- e di fondato timore per la propria incolumità tale da indurlo a modificare le proprie abitudini di vita, diradando anche le uscite e prendendo precauzioni per evitare incontri indesiderati con la donna".A difendere l'uomo vittima di stalking, l'avvocato Emanuele Fierimonte. "Finalmente dopo tanti anni è stata fatta giustizia – commenta il penalista all’Adnkronos -.

Il mio assistito ha ripreso a vivere e ha potuto mettere la parola fine a questa triste e pesante vicenda di stalking femminile".  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Gino Cecchettin: “Denunciare atto di coraggio, silenzio protegge violenza”

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(Adnkronos) – "Denunciare è un atto di coraggio immenso.Fallo per te.

Fallo per chi verrà dopo di te.Anche se in alcuni momenti ci si sente avvilite, vulnerabili, tradite.

Ogni voce che parla rompe il silenzio che protegge la violenza".Lo scrive sul suo profilo Instagram Gino Cecchettin, padre di Giulia uccisa l'11 novembre 2023 dall'ex fidanzato Filippo Turetta.

Parole che arrivano all'indomani delle motivazioni, che hanno suscitato qualche polemica, sulla sentenza all'ergastolo per il giovane detenuto a Verona.  Per Elena Cecchettin la sentenza all'ergastolo di Filippo Turetta segna "un terribile precedente".Questo quanto la studentessa, sorella di Giulia, ha condiviso su Instagram. "Una sentenza simile, con motivazioni simili in un momento storico come quello in cui stiamo vivendo, non solo è pericolosa, ma segna un terribile precedente", ha scritto in merito al mancato riconoscimento dell’aggravante dello stalking e della crudeltà sebbene Turetta abbia inflitto 75 coltellate.  "Se non iniziamo a prendere sul serio la questione – ha spiegato – tutto ciò che è stato detto su Giulia che doveva essere l'ultima sono solo parole al vento.

Sì, fa la differenza riconoscere le aggravanti, perché vuol dire che la violenza di genere non è presente solo dove è presente il coltello o il pugno.Ma molto prima.

E significa che abbiamo tempo per prevenire gli esiti peggiori.Sapete cosa ha ucciso mia sorella?

Non solo una mano violenta, ma la giustificazione e menefreghismo per gli stadi di violenza che anticipano il femminicidio". "Onestamente penso – ha aggiunto – che se nemmeno un numero di coltellate così elevato sia sufficiente a essere considerato crudeltà addirittura inesperienza viene considerata abbiamo un problema".  Elena Cecchettin ha continuato nelle Stories: "Perché se una persona che stila una lista operativa su come uccidere una persona per poi compierla diligentemente, riesce a fuggire alle forze dell' ordine per una settimana per poi essere catturato solo nel momento in cui si ferma autonomamente è un inesperto allora si può dire chiaramente che non ci importa della vita umana, della vita di una donna" scrive sul suo profilo social. "E come ultima cosa vorrei dire che la giustizia non ha solo un ruolo di chiarimento del passato ma anche di prevenzione del futuro.E se un domani una persona si sentirà autorizzata ad accoltellare un'altra persona 75 volte perché sa che questo fatto non costituisce crudeltà per la giustizia italiana e pertanto non avrà questa aggravante riconosciuta dovremmo ritenerci responsabili di averlo fatto accadere", conclude.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Giallo a Varcaturo, 67enne morto in casa con il volto tumefatto

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(Adnkronos) – Un 67enne è stato ritrovato cadavere oggi, mercoledì 9 aprile, nella sua casa di Varcaturo nel Comune di Giugliano in Campania.Aveva il volto tumefatto e un trauma cranico.

Su quanto accaduto stanno indagando i carabinieri che hanno trovato il corpo in via Vicinale Amodio.La causa della morte potrebbe essere anche riconducibile a un trauma cranico, ma sarà l'autopsia a fare chiarezza su quanto accaduto. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Camilla ‘dona’ Paddington agli studenti di Roma: chi è l’orsetto amato dai bimbi inglesi

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(Adnkronos) – Durante la visita a Roma, Camilla ha donato ai giovani allievi di una scuola la valigetta di Paddington piena di libri.Appassionata di letture, la regina è anche fondatrice del sito 'The queen's reading room'.  Paddington, vero e proprio simbolo per il Regno Unito, è un orsetto color caramello, giunto da un misterioso Perù, che gira con una vecchia valigia deformata dai viaggi, indossa un capello, divora panini con la marmellata e adora la cioccolata calda, amatissimo da tutti i bambini inglesi, come il nostro Pinocchio made in Italy.  E' nato dalla penna di Michael Bond che nel 1956 si era innamorato di un orsacchiotto di pezza in una boutique nei pressi della stazione di Paddington.

Il primo libro esce due anni dopo e conosce subito un immenso successo, si susseguono le traduzioni, ad oggi le avventure di Paddington sono pubblicate in 30 lingue.Ma negli anni sono stati tanti i libri a lui dedicati, così come serie d'animazione, film (l'ultimo del 2024) ma anche videogiochi e non solo, peluche e gadget a non finire.  
Paddington è l'unico orso, forse, ad avere una statua che lo ricorda, inaugurata dal suo illustre 'papà' Michael Bond, il 24 febbraio 2000 nella stazione ferroviaria londinese di Paddington che ha dato i natali al suo nome.

E' seduto su una valigia, ha un cartello al collo con su scritto 'Prendetevi cura di questo orso.Grazie'.  Ma l'orso Paddington ha avuto il suo momento di gloria e soprattutto 'royal' il 4 giugno 2022, protagonista di un breve filmato, immortalato accanto alla regina Elisabetta, mentre prendevano il tè insieme in attesa del concerto per il Giubileo della sovrana inglese.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Camilla a Roma si concede un gelato al caramello da Giolitti

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(Adnkronos) – Un gelato al caramello per queen Camilla da Giolitti al Parlamento.Un fuori protocollo per i reali inglesi che hanno raggiunto stamattina la storica gelateria e pasticceria romana dopo l'intervento in aula alla Camera di Re Carlo. "Abbiamo saputo di Carlo III e della regina Camilla qualche ora prima del loro arrivo, non c'era nulla in programma – racconta all'Adnkronos la proprietaria, Giovanna Giolitti – Ci hanno chiesto di 'sfoltire' un po' la sala ma di non allontanare nessuno.

I reali comunque sono rimasti fuori dal negozio cortesi, sorridenti, gentili con tutti.Ma solo Camilla ha voluto assaggiare il nostro gelato.

Carlo le è stato semplicemente accanto".  Non è la prima volta per Giolitti, il bar frequentato da ministri, politici e turisti che arrivano da tutto il mondo: già nel 2018 le giovanissime figlie del presidente Obama, Malia e Sasha, chiesero ai proprietari, non solo di gustare il loro gelato, ma di poterlo preparare accanto a uno staff di artigiani.Queen Camilla ha preferito gustarlo sotto un tiepido sole romano. "Inutile dire – ha concluso Giovanna Giolitti – che sono felicissima e orgogliosa di questa importante visita".  Il fuori programma è avvenuto nel terzo giorno della visita in Italia di Carlo e Camilla, che coincide con il loro ventesimo anniversario di matrimonio.

La coppia reale era appena uscita da Montecitorio, dove re Carlo ha tenuto un discorso in parte in italiano.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Quasi ‘sold out’ per Carlo alla Camera: il re tocca le corde giuste e conquista l’Aula

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(Adnkronos) – "E poi uscimmo a rivedere le stelle".Dante, ovviamente.

Ma anche Giuseppe Garibaldi, Giovanni Falcone, la partigiana Paola Del Din.Re Carlo III ha saputo toccare le corde giuste, nel suo discorso nell'aula della Camera, conquistando l'emiciclo che lo ha seguito con attenzione e gli ha tributato diverse standing ovation, compresa quella in un finale suspense che ha permesso al sovrano di strappare una risata (non l'unica) ai presenti.  
Il re, innanzi tutto, ha sfoderato un italiano fluente.

Trovando, con sense of humor molto british, il modo di scherzarci su: "Spero di non aver rovinato la lingua di Dante!".Provocando la prima, sentita, risata dei presenti.

Applausi, poi, quando il monarca ha parlato del suo anniversario di matrimonio, già menzionato dal presidente della Camera Lorenzo Fontana.Carlo era seduto proprio al centro, tra La Russa e Fontana.

Sotto di lui i banchi del governo quasi 'sold out', con una nutrita pattuglia di ministri (Santanché, Giuli, Nordio, Pichetto Fratin, Ciriani, Musumeci, Foti tra gli altri) 'sorvegliati' da Antonio Tajani, che per l'occasione occupava la poltrona di solito riservata al presidente del Consiglio. Tra gli scranni molti ospiti, oltre a deputati e senatori.Spiccava, però, l'assenza di leader: Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Matteo Renzi, Matteo Salvini, Carlo Calenda non pervenuti.

A rappresentare la categoria ci ha pensato Elly Schlein: la segretaria del Pd era in prima fila, con Mario Monti come compagno di banco.Con il quale ha anche ingaggiato un serrato colloquio in attesa di Carlo.

Perché i reali si sono fatti un po' attendere.  Mentre Carlo e Camilla gustavano il gelato (fuori programma) da Giolitti, a due passi da Montecitorio, i parlamentari ingannavano il tempo come potevano.Qualche foto, un'occhiata veloce a WhatsApp e qualche chiacchiera con i vicini di scranno 'insoliti'.

La distribuzione dei posti, infatti, non era quella delle tradizionali sedute ma affidata al protocollo.Così, Dario Franceschini si è trovato ad ascoltare con grande attenzione quello che Giulio Tremonti spiegava ai vicini.

Mentre, qualche fila più su, Francesco Boccia forse ha avuto modo di chiarirsi sul futuro dei progressisti con Riccardo Ricciardi, il capogruppo M5s che gli sedeva al fianco.Un po' sguarnita la parte sinistra dell'emiciclo, dove il solo Angelo Bonelli teneva le posizioni 'tradizionali'.  Tutti i presenti in aula, comunque, si sono uniti con partecipazione ai diversi applausi nei passaggi più sentiti del
discorso del re.

Così come al ricordo della regina Elisabetta (citata per primo da La Russa) e al saluto, entusiasta, riservato alla regina consorte Camilla, che seduta di fronte al marito si è ritrovata con gli ex presidenti della Camera Fausto Bertinotti e Roberto Fico appena più in là.Tra i passaggi di Carlo più apprezzati alla Camera, certamente quello sulla "Garibaldi mania" scoppiata in Inghilterra per l'eroe dei due mondi.

Scrosciante il battimani.Ma anche quello sulla Resistenza, sull'eroismo dei civili italiani e sull'esempio di Paola Del Din, "addestrata dallo Special operation executive".

Tra i più attenti Claudio Lotito che, senza cuffie per la traduzione, ha annuito convinto per poi applaudire le parole del re. 
Tra qualche altra parola in italiano, una citazione di Shakespeare, il ricordo della regina Elisabetta e l'omaggio al "leggendario procuratore antimafia Giovanni Falcone", Carlo è andato spedito verso il finale.In cui, grazie a un momento di suspense, il monarca inglese ha definitivamente conquistato il Parlamento.

Al termine di un passaggio molto sentito del re, l’emiciclo è scattato in una standing ovation e lo speaker ha subito invitato a lasciare l’aula perché "la cerimonia è finita".  Ma il re d’Inghilterra non aveva affatto terminato, e sono stati La Russa e Fontana i più lesti a rendersene conto e a farlo notare.Senza perdere il suo aplomb, per niente turbato ma sorridente, Carlo ha ripreso il discorso per poi, alla pausa successiva, chiarire: "Non ho ancora finito!", tra gli applausi e i sorrisi delle Camere riunite (VIDEO).   —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Djokovic, disastro a Montecarlo: eliminato al 2° turno da Tabilo

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(Adnkronos) – Clamoroso a Montecarlo.Novak Djokovic esce di scena al secondo turno del Masters 1000.

Il serbo, reduce dalla finale persa a Miami e numero 5 del mondo (terza testa di serie del torneo), ha ceduto al cileno Alejandro Tabilo, numero 32 del ranking Atp, con il punteggio di 6-3, 6-4 in un'ora e 28 minuti. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Formula 1, Gp Bahrein: dalle prove libere alla gara, orario e dove vederlo

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(Adnkronos) – Torna la Formula 1 con il Gp del Bahrein, quarto appuntamento del Mondiale 2025.Dopo le prime tre gare in Australia, Cina e Giappone, il Circus fa tappa sul Circuito Internazionale del Bahrein per un weekend che promette spettacolo.

Dalla prima sessione di prove libere di venerdì 11 aprile alla gara di domenica 13 aprile, ecco il programma del weekend e dove seguire tutti gli appuntamenti in tv. Il weekend del Gp del Bahrein inizierà venerdì 11 aprile alle 13.30 con la prima sessione di libere, mentre alle 17 inizierà la seconda sessione.Sabato toccherà alle qualifiche, al via dalle 18.

Domenica 13 aprile il via della gara alle 18. Ecco il programma completo del weekend, visibile in esclusiva su Sky.  
Venerdì 11 aprile
 Ore 13.30: F1 – prove libere 1  Ore 14.30: Paddock Live  Ore 17: F1 – prove libere 2   
Sabato 12 aprile
 Ore 14.30: F1 – prove libere 3  Ore 17.15: Warm Up  Ore 18: F1 – qualifiche   
Domenica 13 aprile
 Ore 17: F1 – gara Il Mondiale di Formula 1 è trasmesso in esclusiva su Sky Sport Uno, Sky Sport F1, Sky Sport 4K e in streaming su Now.Il Gran Premio del Bahrein sarà visibile domenica alle 17.  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

WhatsApp ‘aggiorna’ la sua privacy. In arrivo novità su esportazione chat

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(Adnkronos) – WhatsApp sta lavorando a una funzione avanzata della privacy per le chat.Sta mettendo a punto una funzionalità che eviti il salvataggio automatico di video e foto nella galleria, anche di chi le riceve, e che limiti l'esportazione dei messaggi ad altri dispositivi come annuncia il sito WaBetainfo.

Un sistema che sarebbe accompagnato dal messaggio di adesione dell'utente a questo ulteriore step di sicurezza con una notifica che apparirà a chi è dentro a un gruppo.La funzione dovrebbe riguardare anche Meta Ai, disattivando il 'cerchietto blu' sulla destra per le conversazioni protette.

Ancora, però, è in fase di test e non si sa quando si potrà utilizzare.  —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Italiani e Parkinson, colpiti in 300mila: aumentano casi tra under 60

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(Adnkronos) – Quando si pensa al Parkinson, l'immagine più comune è quella di una malattia che colpisce perlopiù gli anziani, ma i numeri raccontano un'altra storia.Secondo un'analisi del 2024 dei dati real world di Iqvia Italia, leader mondiale nell'analisi di dati sanitari e farmaceutici, ci sono oltre 300mila persone con questa diagnosi in Italia.

E sebbene la maggior parte abbia più di 70 anni (84%), il numero di nuovi casi tra gli under 60 è in crescita, con un esordio che può verificarsi già a partire dai 40 anni.Nell'ultimo anno sono state diagnosticate 16mila persone che hanno iniziato il trattamento.

Questi dati – sottolinea una nota – mostrano un'evoluzione non solo clinica, ma anche sociale.Il Parkinson sta entrando nella vita delle persone in età lavorativa, influenzando la vita quotidiana, il lavoro e il benessere psicologico dei pazienti e delle loro famiglie. A prima vista la stabilità nelle terapie sembra essere la tendenza dominante, ma uno sguardo più attento mostra una lenta trasformazione nelle scelte di trattamento, rileva ancora Iqvia.

Attualmente i farmaci a base di L-Dopa continuano a essere il pilastro del trattamento (40%), ma negli ultimi anni si è osservata una crescita nell'uso degli inibitori della monoamino ossidasi (Mao), passando dal 24% al 29%.Allo stesso tempo, gli agonisti della dopamina sono diminuiti significativamente, dal 25% al 18%.

Le terapie si stanno diversificando in base alle esigenze dei pazienti e alla progressione della malattia.Oltre alla L-Dopa, gli inibitori della Mao (come rasagilina, selegilina e safinamide) stanno diventando sempre più importanti, mentre gli agonisti della dopamina (apomorfina, pramipexolo, ropinirolo) vengono prescritti in modo più selettivo.

Un altro dato interessante riguarda la diffusione degli inibitori della catecol-O-metiltransferasi, che rappresentano circa il 4% dei trattamenti, e gli anticolinergici vengono utilizzati nell'8% dei casi, soprattutto nei pazienti più giovani con sintomi predominanti di tremore.  La diffusione del trattamento non è omogenea in tutto il Paese.Liguria, Abruzzo e Marche sono le regioni con la più alta concentrazione di pazienti in trattamento, mentre Lombardia, Emilia Romagna e Trentino mostrano numeri inferiori.

Questo divario è in parte legato alla distribuzione della popolazione anziana.L'accesso alla terapia può variare anche in base alle politiche sanitarie locali e alla disponibilità di farmaci e centri specialistici. Secondo i dati di Iqvia Italia, il numero di pazienti diagnosticati con la malattia di Parkinson nell'ultimo anno è di circa 309mila, mentre il numero di pazienti che hanno iniziato il trattamento per la prima volta è di 16mila.

Una tendenza che appare in linea con la letteratura scientifica internazionale, ma che suggerisce la necessità di un monitoraggio costante dell'evoluzione della malattia e delle strategie di trattamento, prosegue la nota. Il Parkinson non è solo una malattia da trattare, ma una condizione che influenza la vita quotidiana delle persone.L'aumento delle diagnosi nelle fasce di età più giovani richiede un cambiamento di prospettiva.

Non basta parlare di trattamenti farmacologici, è necessario un modello di cura che garantisca un supporto concreto ai pazienti e alle loro famiglie.Oggi più che mai è essenziale rafforzare i percorsi di cura multidisciplinari che includano non solo neurologi, ma anche fisioterapisti, psicologi e assistenti sociali.  La malattia di Parkinson non si ferma alla terapia.

Significa dover affrontare difficoltà nel movimento, impatti sulla sfera emotiva e lavorativa, e la necessità di adattare la propria vita a una realtà in costante cambiamento.Pertanto, la sfida più grande non è solo trovare il farmaco giusto, ma costruire un sistema che accompagni il paziente lungo tutto il percorso della malattia. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Pazienti cancro rene: “Comunicazione diagnosi momento più difficile”

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(Adnkronos) – "Il momento della diagnosi di un carcinoma renale è il più difficile, il più impattante per il paziente perché si vede crollare tutte le sue certezze e sa che da quell'istante la sua vita cambierà e che avrà bisogno di un supporto psicologico.Da qui il ruolo dell'associazione dei pazienti, fondamentale nel garantire una corretta informazione e consigli sulla patologia e la sua gestione e sui centri specializzati a cui rivolgersi".

Lo ha detto Laura Di Lauro, delegata di Anture per il Lazio, intervenendo oggi a Roma all'evento dedicato all'edizione 2025 della campagna 'Fianco a fianco.Uniti contro il carcinoma renale', promossa da Msd con il patrocinio della Società italiana di urologia (Siu) e dell'associazione di pazienti Anture.  "L'associazione Anture – spiega Di Lauro – come tutte le associazioni di pazienti oncologici, mira ad aiutare i pazienti nel loro percorso di cura, dalla diagnosi alla scelta dei centri specializzati per una migliore assistenza".

Tra le richieste che arrivano dalle persone con una diagnosi di carcinoma renale, "c'è sicuramente quella di essere indirizzati verso centri con team multidisciplinare.Purtroppo ci sono regioni che non hanno questa offerta, così i pazienti sono costretti a spostarsi dalla propria città o regione per accedere a strutture ad hoc.

Inoltre chiedono supporto psicologico e nutrizionale, ma, soprattutto, vogliono essere informati su come gestire gli effetti collaterali delle terapie così da evitare corse inutili al pronto soccorso".  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Urologo Minervini: “Chirurgia robotica scelta migliore per cancro rene”

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(Adnkronos) – "La chirurgia robotica è la scelta migliore per trattare il cancro al rene in fase iniziale, e conservare il rene per masse fino a 7 cm allunga la vita del paziente rispetto a una chirurgia radicale.La tecnica da utilizzare in questi casi è la chirurgia mini-invasiva robotica, che rispetto alla laparoscopia, altra tecnica mini-invasiva, ha dei vantaggi in termini di precisione del movimento chirurgico e di ingradimento dell'immagine.

Inoltre, rappresenta la prima interfaccia tecnologica tra la mano del chirurgo e il paziente.Immaginate come questa interfaccia possa essere implementata in futuro con la miniaturizzazione e con nuove tecnologie per rendere l'atto chirurgico ancora più efficace".

Lo ha detto Andrea Minervini, professore ordinario di Urologia presso il Dipartimento di Medicina e Clinica Università degli Studi di Firenze e direttore della Sod di Urologia e Andrologia presso l'azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze, intervenendo – oggi a Roma – all'evento dedicato all'edizione 2025 della campagna 'Fianco a fianco.Uniti contro il carcinoma renale', promossa da Msd con il patrocinio della Società italiana di urologia (Siu) e dell'associazione di pazienti Anture.  "C'è una grande differenza tra un tumore del rene in fase iniziale e in fase avanzata.

Distinguiamo fondamentalmente tre fasi del tumore del rene", illustra Minervini.La prima è il "tumore localizzato all'interno del rene che, come ogni organo, ha la sua capsula.

I tumori che nascono all'interno del rene possono essere confinati all'interno della capsula.Quando il tumore fuoriesce dalla capsula si parla" invece "di tumore localmente avanzato.

Il tumore intracapsulare e il tumore localmente avanzato sono tutti e due passibili di terapia chirurgica per asportare completamente la malattia".Si arriva poi al tumore del rene avanzato, un "tumore metastatico, già diffuso in organi vicini o a distanza.

Le sedi più frequenti di metastasi sono polmone, ossa, fegato, surrene, che è una piccola ghiandola localizzata sopra il rene, e il rene controlaterale.La terapia chirurgica del tumore localizzato è una terapia che si basa fondamentalmente su un cardine principale, quello che è la conservazione del rene, indicata fino a tumori di 7 cm, quindi le dimensioni sono importanti".  Per l'esperto, la campagna 'Fianco a fianco' promossa da Msd "rappresenta un'iniziativa fondamentale per ampliare le conoscenze dell'opinione pubblica su questa patologia, perché è dimostrato che un paziente consapevole è un paziente che riceverà le terapie migliori".  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Farmaceutica, Luppi (Msd): “Nel 2024 investiti 30,5 mld di dollari in R&S e innovazione”

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(Adnkronos) – "La campagna 'Fianco a fianco' è espressione di una volontà da parte di Msd di creare collaborazioni virtuose che possano essere di aiuto per tutti i pazienti, nel caso specifico delle persone con carcinoma renale al centro della campagna.L'impegno di Msd inizia dalla ricerca.

Noi lo scorso anno abbiamo investito il 51% delle nostre risorse, ovvero 30,5 miliardi di dollari in Ricerca e Sviluppo per fare la differenza per tutti i pazienti per i quali c'è ancora un forte bisogno di salute che rimane inespresso senza innovazione".Lo ha detto Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata di Msd Italia, intervendo oggi a Roma all'evento dedicato all'edizione 2025 della campagna 'Fianco a fianco.

Uniti contro il carcinoma renale', promossa da Msd con il patrocinio della Società italiana di urologia (Siu) e dell'associazione di pazienti Anture.  "Ovviamente – sottolinea Luppi – un'innovazione che resta chiusa in un cassetto e non arriva a tutti i pazienti che ne hanno bisogno, unitamente alla corretta informazione, è un'innovazione inutile.Ecco perché promuoviamo attivamente queste campagne che ci danno la possibilità di far collaborare tutti gli attori, tutti i protagonisti che devono mettere al centro il paziente e i suoi bisogni".  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Cancro al rene per 155mila italiani, ma il 45% lo conosce poco

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(Adnkronos) – Gli italiani rispondono correttamente alle domande su sintomi e caratteristiche del tumore al rene, ma poi fanno confusione quando devono indicare il medico di riferimento, i centri ai quali rivolgersi e il corretto percorso da intraprendere.E' la fotografia che emerge da un'indagine condotta dall'Istituto di ricerca Piepoli su un campione di 1.000 persone rappresentativo della popolazione italiana, presentata oggi a Roma durante l'evento dedicato all'edizione 2025 della campagna 'Fianco a fianco.

Uniti contro il carcinoma renale', promossa da Msd con il patrocinio della Società italiana di urologia (Siu) e dell'associazione di pazienti Anture.  Il carcinoma renale colpisce ogni anno circa 13mila persone e interessa quasi 155mila italiani che convivono con una diagnosi.Pazienti per i quali, negli ultimi anni, sono emerse nuove opportunità di diagnosi e trattamento, purché seguano un percorso adeguato e si rivolgano allo specialista appropriato.

Ed è proprio su questi aspetti che l'indagine fa emergere la scarsa conoscenza degli italiani.Il 92% degli intervistati dichiara di non conoscere un centro di eccellenza per la cura del tumore del rene; quasi la metà crede erroneamente che la figura di riferimento sia il nefrologo, contro un 43% che indica l'oncologo e un 35% l’urologo, a dimostrazione di una confusione nei ruoli.  "La valutazione del paziente – afferma Giuseppe Carrieri, presidente della Siu – deve essere fatta in centri di eccellenza, centri cioè dove viene garantita la migliore presa in carico multidisciplinare con una stretta interazione tra urologi, oncologi, radiologi e anatomo-patologi.

Un progetto utile per orientarsi in questo contesto è il 'Bollino arancione', un riconoscimento, promosso da Siu, che identifica, tra i centri rispondenti, quelli che offrono trattamenti all'avanguardia e servizi dedicati a prevenzione, diagnosi e cura.I criteri di attribuzione del bollino garantiscono un approccio integrato basato su evidenze scientifiche e sulle più recenti linee guida internazionali, migliorando così la qualità delle cure per i pazienti". Il tumore al rene è conosciuto dalla maggioranza degli italiani che lo ritengono abbastanza diffuso e ne riconoscono anche i sintomi. "Quasi la metà degli intervistati però ne ha solo un'idea vaga basata principalmente su Tv e passaparola, e solo un terzo (32%) riconosce spontaneamente fattori di rischio legati a uno stile di vita scorretto, come fumo e alimentazione.

Anche se le principali lacune degli italiani emergono quando si deve affrontare un percorso di diagnosi e cura", sottolinea Livio Gigliuto, presidente dell'Istituto Piepoli.  La chirurgia viene indicata come trattamento per il tumore del rene dal 46% degli intervistati, il 33% cita la chirurgia robotica, sebbene meno della metà riconosce i vantaggi di questa metodica. "La chirurgia rappresenta un approccio cruciale nel trattamento del tumore del rene – spiega Andrea Minervini, professore ordinario di Urologia presso il Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica Università degli Studi di Firenze e direttore della Sod di Urologia oncologica mini-invasiva e andrologica dell'Azienda ospedaliero universitaria Careggi Firenze – e la nuova frontiera della chirurgia robotica offre opportunità senza precedenti migliorando i risultati chirurgici e riducendo i tempi di recupero per i pazienti.E' fondamentale che gli urologi, che sono gli specialisti di riferimento nella gestione della malattia operabile, siano adeguatamente formati e aggiornati sulle ultime innovazioni chirurgiche e terapeutiche per garantire ai pazienti il percorso di cura più efficace.

Questo è possibile solo lavorando con un approccio multidisciplinare al fine di trasformare un atto terapeutico in un percorso personalizzato per ogni paziente".  La mancanza di conoscenza degli italiani emerge anche quando si parla di terapie: il 55% degli intervistati associa la terapia esclusivamente alla chemioterapia e alla radioterapia, mentre solo il 26% indica la terapia farmacologica. "In caso di tumore del rene metastatico – commenta Roberto Iacovelli, professore associato di Oncologia medica presso Università Cattolica del Sacro Cuore e oncologo medico Uoc Oncologia medica Comprehensive Cancer Center Fondazione Policlinico A.Gemelli Irccs di Roma – è riconosciuto che i trattamenti chemioterapici e radioterapici tradizionali possono essere poco efficaci.

Per questo motivo, gli oncologi si orientano verso terapie a bersaglio molecolare e immunoterapia, ormai consolidate nella pratica clinica.Grazie ai progressi della ricerca, oggi possiamo non solo curare il tumore nella sua fase avanzata, ma anche prevenirne la recidiva andando ad identificare quei soggetti ad elevato rischio di sviluppare le metastasi dopo la chirurgia.

Questi pazienti, se trattati con immunoterapia adiuvante, hanno una minor rischio di ricaduta e quindi possono sopravvivere più a lungo e liberi dal tumore". Secondo il 42% degli intervistati, emerge ancora dall'indagine, si dovrebbe parlare di più di tumore del rene e il 39% chiede maggiori campagne di sensibilizzazione.  "La corretta informazione sulla patologia e sui più appropriati percorsi diagnostici e terapeutici è essenziale per orientare correttamente pazienti e caregiver.Come associazione – sostiene Tonia Cinquegrana, presidente Anture – siamo da sempre impegnati in questa direzione e abbiamo aderito con entusiasmo alla campagna 'Fianco a fianco.

Uniti contro il carcinoma renale', che rappresenta un impegno concreto per aumentare, attraverso un’informazione puntuale e rigorosa, la consapevolezza su una patologia ancora troppo poco conosciuta".  La campagna 'Fianco a fianco', lanciata nel 2023, ha già raggiunto milioni di persone grazie a una comunicazione social mirata e a un sito web (www.tumoredelrene.it) che offre informazioni dettagliate e scientificamente validate, oltre a consigli pratici per supportare pazienti e caregiver. "La corretta informazione – dichiara Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata di Msd Italia – rappresenta uno dei tre pilastri della nostra visione integrata e olistica in oncologia, insieme alla prevenzione e alla ricerca.Oltre alla nostra missione di sviluppare soluzioni terapeutiche innovative, crediamo fermamente di avere la responsabilità, in partnership con tutti gli attori coinvolti, di contribuire anche alla diffusione della consapevolezza su temi rilevanti di salute.

Oltrepassare le frontiere della conoscenza per rispondere a quei bisogni ancora non soddisfatti significa dare forma a un domani migliore, per i pazienti, i loro familiari e l'intera collettività.Una sfida che non ci stancheremo mai di perseguire". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Fiona Clare, la stilista che ha reso ‘regina’ queen Camilla

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(Adnkronos) – Dietro alla nuova silhouette della regina Camilla c'è Fiona Clare, colei che firma i look, responsabile di ogni abito e di ogni accessorio di sua maestà.Proprio come in passato era stato per Angela Kelly (messa alla porta subito dopo l'ascesa al trono di Carlo III) e la regina Elisabetta II, Clare è stilista e confidente, inseparabile da anni da queen Camilla. 
Addio ai cappellini colorati che tanto amava la precedente sovrana ("per essere creduta, devo essere vista", amava ripetere), indossati solo in alcuni particolari eventi (matrimoni, battesimi, inseparabili ad Ascot, spesso firmati Philip Treacy e Stephen Jones), gli abiti (spesso robe manteau per la mattina) scivolano e fluttuano sul corpo.

Tinta unita, mai colori accesi, una predilezione per i toni scuri e i pizzi ( la sera), ma anche i bianchi e i crema, poche scollature, pochi spacchi e trasparenze, come si addice a una lady che il 17 luglio festeggerà 78 primavere, portati meravigliosamente bene.  
Abiti sempre in pendant con i preziosi gioielli della corona, tiare, corone, broche in oro, diamanti, lapislazzuli, cadeau o semplicemente 'ereditati', come la spilla indossata per la sua visita al Colosseo, diamanti e zaffiri, che il principe Alberto di Sassonia Coburgo-Gotha aveva regalato alla moglie, la regina Vittoria del Regno Unito.Fiona Clare non ama per la sua augusta signora i tessuti a fiori (portati solo in campagna, nelle tenute di Highgrove o nella sontuosa villa di Ray Mill House), le stampe policrome e multicolor per creare i suoi outfit, che comprendono anche clutch coloratissime, ton sur ton.

E come esige il dress code (la principessa del Galles docet) la regina Camilla indossa décolleté anche bicolore (massimo tacco 6), per permetterle lunghe camminate 'istituzionali' senza spossarsi.  Lei, emerita cavallerizza che adora la caccia (diversamente da lady Diana), abituata a promenade a cavallo, una delle tante passioni condivise con re Carlo III, a un abbigliamento più sportivo, oggi trasformata in una vera, grande aristocratica lady.Con qualche parentesi.

I kilt in tartan indossati, anche da Carlo III, per rendere omaggio alla loro amata Scozia, terra che ha dato i natali all'adorata nonna, Elizabeth Bowes-Lyon, moglie di Giorgio VI.Ma il segreto di Camilla e della sua eterna giovinezza è il taglio dei capelli, firmato Jo Hansford denominato 'butterfly cut', sempre sfumato sul biondo, crea un effetto voluminoso e fluido da vera 'girl' degli anni '70, l'epoca in cui incontrò il principe Carlo, a cui giurò eterno amore, quello che un giorno sarebbe diventato il re del Regno Unito, da oltre 50 anni, il suo re. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Il silenzio sui social e un solo ‘segnale’: così Sinner prepara il ritorno agli Internazionali

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(Adnkronos) – Poche apparizioni in pubblico, un’intervista e profili social in rigoroso silenzio.Il ritorno in campo si avvicina e Jannik Sinner lo aspetta senza eccessi. “È merito di una strategia comunicativa precisa legata alla comunicazione di una fase di crisi, per la squalifica”.

Mario Tirino, docente di Media, Comunicazione, Sport e Sociologia delle Culture Sportive lo spiega all’Adnkronos in questi termini. “Si tratta di un’ottima definizione anche dal punto di vista scientifico, perché l'efficacia della comunicazione di un atleta si misura proprio in periodi come questi. È facile curare la comunicazione quando va tutto bene, ma i professionisti che seguono un numero uno devono dimostrare di poter risolvere i momenti bui.Le crisi, appunto.

Anche se relative, visto che qui parliamo di sport”. Dopo l’ufficialità della sospensione di tre mesi per il
caso Clostebol
, Sinner è sparito dai social.Le poche foto che hanno raccontato i suoi momenti extra tennis tra relax sugli sci, in bici o al volante dei go kart, sono state condivise da amici e tifosi e Jannik ha rilasciato solo un’intervista a

Sky
.

Scelte precise per preparare il ritorno in campo agli Internazionali di Roma: “Penso che sia una strategia condivisibile, ma anche in linea con lo stile comunicativo del campione”.Una strategia coerente ed efficace per il personaggio: “Jannik non ha mai gradito violare certi confini della sua privacy, né tantomeno ‘overperformare’ sui social.

In questa pausa obbligata ha scelto in maniera scientifica di fare una sola intervista per spiegare le sue ragioni, per poi affidare il resto al rientro agonistico.Ha una logica, Sinner è da sempre molto concentrato sullo sport e sul lavoro”.

Ciò che costituisce la sua immagine vincente.  Il professor Tirino aggiunge un’altra considerazione: “La presenza mediatica di Sinner è stata così forte nei mesi scorsi, insieme alla sua ascesa sportiva, da aver esercitato una pressione fortissima sugli avversari.Di recente, lo ha spiegato anche Alcaraz.

La sua assenza dalla scena pubblica ha mostrato da un lato la sua forza mentale, visto che è l'unico che riesce a reggere certe pressioni, e dall'altro la debolezza dei rivali”.  Una dinamica che si riflette sui media: “Quando viene a mancare la parte agonistica, si pone un tema.Se pensiamo al passato, alcune grandi celebrità sportive hanno per esempio riempito questo vuoto girando spot, facendo interviste, partecipando ad attività benefiche”.

Sinner ha fatto una scelta diversa per preparare un ritorno in grande stile. “La squalifica è frutto di una lunga negoziazione ed è anche difficile fare un paragone con altri casi.Il rientro di fuoriclasse da infortuni o squalifiche fa parte di quella grande narrativa sportiva che ci appassiona”.

Una chiave di lettura sta nell’attesa schizzata alle stelle: “Non farsi vedere e non farsi sentire per un po’ aiuta a far crescere le aspettative”.E allora, Jannik, appuntamento a Roma. (di Michele Antonelli)   —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Tumori, in 5 anni di Car-T curati 1.800 italiani: “Il viaggio continua destinazione futuro”

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(Adnkronos) – Era il 2019 quando in Italia fu somministrata per la prima volta l'immunoterapia anticancro Car-T, linfociti T del paziente geneticamente modificati in laboratorio e reinfusi in modo da riconoscere e aggredire le cellule malate.A più di 5 anni da quel 'caso 1', sono 1.500-1.800 i pazienti trattati con Car-T nel nostro Paese, per neoplasie del sangue aggressive e refrattarie alle terapie tradizionali.

Da un'unica struttura inizialmente autorizzata a erogare la cura, l'Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, si è arrivati a 44 centri abilitati.Delle 6 Car-T approvate in Europa, sono 5 quelle autorizzate in Italia, con indicazioni in aumento nell'adulto e nel bambino.

Se il 'Il futuro è già qui', come recita lo slogan di una campagna itinerante avviata nel 2021 dall'Ail – Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma, il viaggio non si ferma, ma prosegue alla ricerca di nuovi bersagli da colpire, di nuovi tumori da trattare, di nuovi malati da guarire.  "Car-T: destinazione futuro" è il messaggio dell'edizione 2024-2025 (la seconda) dell'iniziativa, realizzata con il sostegno non condizionante di Bristol Myers Squibb, Gilead Sciences e Johnson&Johnson.Dopo una tappa a Milano, arriva oggi a Roma e approderà a Bologna.

Gli eventi locali coinvolgono specialisti, pazienti, caregiver, volontari Ail e media per fare il punto sullo stato dell'arte della terapia Car-T, le criticità nelle singole regioni, le novità, le prospettive e le domande dei pazienti.Le attività di informazione sono arricchite da un video-racconto orale disponibile sulla landing page di campagna all'interno del sito www.ail.it, nel quale Andrea Grignolio, docente di Storia della medicina e Bioetica dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano – Cnr Ethics, narra il percorso di scoperta che ha portato a questo approccio rivoluzionario nel trattamento dei tumori.

Sul portale Ail sono disponibili informazioni e aggiornamenti sulla terapia, con la mappa dei centri che possono somministrarla.  "Il viaggio nel futuro, appena iniziato, continua", spiegano i promotori della campagna, perché "se da un lato aumenta il numero delle Car-T cells autorizzate in oncologia e onco-ematologia (secondo il Report 2019 dell'European Society for Blood and Marrow Transplantation-Ebmt sui trapianti di cellule emopoietiche, le terapie Car-T sono cresciute del 650% rispetto al 2017), e nei laboratori di tutto il mondo la ricerca scientifica avanza velocemente, dall'altro le Car-T come le conosciamo oggi sono solo il primo passo su un cammino in profonda evoluzione e ancora molti interrogativi a cui dare risposte".In questa prospettiva Ail ha deciso di proseguire anche il viaggio della campagna, con la tappa di Roma, patrocinata da Fondazione Gimema Franco Mandelli Onlus.

All'incontro, introdotto da Franco Locatelli, direttore Area clinica di Oncoematologia pediatrica, Terapia cellulare, Terapie geniche e Trapianto emopoietico ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, professore ordinario di Pediatria università Cattolica, presidente Consiglio superiore di sanità, hanno partecipato Fabrizio Pane, professore ordinario di Ematologia, direttore Dipartimento di Oncologia, Ematologia e Anatomia patologica università Federico II di Napoli, direttore Uoc Ematologia e Trapianti di midollo Aou Federico II; Simona Sica, direttore Uoc Ematologia e Trapianto di cellule staminali emopoietiche, medico chirurgo, professore associato Fondazione Policlinico universitario A.Gemelli Irccs di Roma, e Adriano Venditti, professore di Ematologia università di Roma Tor Vergata, direttore Uosd Malattie mieloproliferative Policlinico Tor Vergata.  "L'arrivo delle Car-T in Italia – afferma Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail – è stato atteso per lungo tempo e quando finalmente queste terapie si sono rese disponibili hanno generato molte aspettative e domande.

Ail ha subito avvertito la necessità di scendere in campo con un'informazione chiara e corretta: è nata così la campagna ideata con l'obiettivo di fare educazione su queste innovative terapie cellulari.La prima edizione ha raggiunto 10 regioni italiane con 11 tappe da Nord a Sud del Paese grazie al sostegno delle sezioni locali Ail.

Ma Ail è consapevole che il viaggio nel futuro delle Car-T continua, e da qui la decisione di proseguire il viaggio con questa seconda edizione dell'iniziativa.Anche se rimangono ancora molte sfide da affrontare per la ricerca e per i clinici e alcuni interrogativi importanti a cui dare risposte, le Car-T rappresentano più di una speranza concreta per quei pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali e il loro impiego sta ottenendo successi insperati fino a pochi anni fa in pazienti che non avevano più alcuna possibilità terapeutica.

In questo scenario entusiasmante e in continua e veloce evoluzione, Ail è decisa a restare al fianco dei pazienti e delle famiglie e vuole continuare a promuovere un'informazione il più possibile esaustiva e corretta che sia in grado di aiutare i pazienti e gli stessi medici verso le scelte terapeutiche più sicure ed efficaci".  Il bilancio di 12 anni di studi sulla Car-T viene definito dagli esperti "eccezionale" e "la ricerca va sempre più veloce. "Sul territorio nazionale sta maturando anche l'esperienza nell'utilizzo e nella gestione" di queste terapia, e "si accumulano evidenze e dati clinici molto incoraggianti nei linfomi grazie all'aumentata esperienza e all'allargamento delle indicazioni".Oggi "possono beneficiare della terapia Car-T i pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B, con linfoma primitivo del mediastino, con linfoma follicolare e anche con linfoma mantellare.

Inoltre, da circa 15 mesi anche i linfomi a grandi cellule B, che venivano trattati solo nelle ricadute avanzate, possono essere trattati con Car-T in prima ricaduta – fa il punto Paolo Corradini, direttore Divisione di Ematologia Fondazione Irccs Int di Milano, cattedra di Ematologia università Statale – In questo modo, anticipando molto l'uso delle terapie cellulari, si migliora il risultato diminuendo la tossicità.Oggi possiamo affermare che tra il 45% e il 50% dei pazienti trattati con Car-T guarisce.

A breve partirà uno studio sul mieloma multiplo, simile a quello realizzato sui linfomi che ha raccolto più di 1.300 pazienti, il più grande studio mai fatto in Italia per questi tumori, per raccogliere informazioni cliniche e biologiche nel campo del mieloma multiplo; questo studio sarà condotto in collaborazione con il gruppo Gimema e si potrà realizzare solo grazie a un finanziamento quinquennale di Ail nazionale che per la prima volta finanzia uno studio di così grande respiro".  "L'utilizzo delle terapie cellulari Car-T anti-CD19 ha assunto un ruolo sempre più importante nei pazienti affetti da linfoma a grandi cellule B ricaduto o refrattario alle chemioterapie convenzionali – spiega Alice Di Rocco, professore associato Divisione Ematologia Dipartimento Medicina traslazionale e di precisione Sapienza università di Roma, dirigente Ematologia Aou Policlinico Umberto I – La prima indicazione per il trattamento dei linfomi a grandi cellule è quella della terza linea.Prima di questa indicazione, la prognosi dei pazienti ricaduti o refrattari a 2 linee di terapia era estremamente sfavorevole per l'assenza di armi terapeutiche valide.

Queste terapie hanno rivoluzionato la prognosi di questi pazienti: oggi sappiamo che con le Car-T si può avere la possibilità di guarire in un 30-40% di pazienti candidati.La seconda indicazione è per i pazienti in seconda linea che sono chemiorefrattari o che recidivano precocemente dopo la prima linea.

Per questi pazienti la possibilità di utilizzare Car-T ha dimostrato un vantaggio in termini di ottenimento di risposte complete e durature e in termini di sopravvivenza globale". "Le terapie con cellule Car-T nei linfomi a cellule B hanno reso possibile la guarigione di molti pazienti altrimenti inguaribili visto che la loro malattia si era dimostrata resistente a tutte le cure disponibili, farmacologiche e anche trapiantologiche – sottolinea Alessandro Rambaldi, professore ordinario di Ematologia Dipartimento di Oncologia ed Ematologia università Statale di Milano, direttore Dipartimento di Oncologia ed Ematologia Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo – Inoltre, le Car-T si sono dimostrate non solo più efficaci, ma anche meglio tollerate rispetto al trapianto autologo e soprattutto al trapianto allogenico, considerate le terapie di riferimento quando la malattia si dimostrava resistente alla prima o alla seconda linea di trattamento.Per questa ragione sono stati condotti studi che hanno dimostrato l'utilità di spostare questa opzione terapeutica in una fase più precoce".  Con l'aumento dei malati di linfoma trattati con Car-T, crescono l'efficacia e la sicurezza della cura, mentre si riduce la tossicità, rimarcano gli specialisti.

E sono in corso studi per validare l'efficacia delle Car-T anche per i pazienti con forme meno frequenti di linfoma, come il linfoma marginale, nonché studi che utilizzano altre cellule del sistema immunitario come i linfociti Natural Killer, oppure le cellule T-NK o le Cik.Non solo linfoma, però: "Risultati sorprendenti" sono stati ottenuti con le Car-T nel mieloma multiplo contro il quale, illustrano gli esperti, "attraverso l'impiego del sistema immunitario del paziente" il trattamento con Car-T "è in grado di superare i meccanismi di resistenza delle cellule tumorali ai farmaci convenzionali".

L'immunoterapia riesce così a "colmare, anche se non completamente, un insoddisfatto bisogno clinico di pazienti con una prognosi molto sfavorevole".  "L'efficacia della terapia con cellule Car-T nel mieloma multiplo è nota da molti anni, ma è stata formalizzata nel 2021 con l'autorizzazione all'immissione in commercio da parte di Fda ed Ema", le agenzie del farmaco Usa e Ue, "del primo prodotto cellulare in grado di riconoscere l'antigene Bcma espresso sulla superficie delle cellule mielomatose – ripercorre Michele Cavo, professore di Ematologia Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche università degli Studi di Bologna, presidente del Working Party mieloma multiplo Gimema – Noto come ide-cel", in Italia "ha ricevuto dall'Aifa la rimborsabilità nel primo semestre 2024 ed è attualmente disponibile per uso clinico nei pazienti con mieloma multiplo ricaduto/refrattario dopo almeno 3 precedenti terapie e con progressione di malattia durante l'ultima linea di terapia antecedente l'infusione delle Car-T.Nel 2022 Fda ed Ema hanno approvato un secondo prodotto cellulare, noto come cita-cel, che ancora non ha ottenuto la rimborsabilità da Aifa.

Entrambi questi prodotti cellulari sono stati esplorati in pazienti che avevano esaurito qualsiasi altra alternativa terapeutica, prolungandone la sopravvivenza di 2, e sino a 4, volte rispetto a quella attesa in assenza di questa terapia.I dati clinici attualmente a disposizione, seppure non ancora sufficientemente maturi, consentono di offrire ai pazienti affetti da questa malattia un messaggio di concreta speranza e ottimismo". Le terapie Car-T si stanno dimostrando importanti anche per la leucemia linfoblastica acuta, nei casi recidivanti o refrattari. "Nel paziente che presenta una ricaduta di malattia la prognosi diventa molto più infausta e le percentuali di sopravvivenza si riducono drammaticamente – evidenzia Sabina Chiaretti, professore associato di Ematologia, Divisione Ematologia, Dipartimento di Medicina traslazionale e di precisione Sapienza università di Roma – Negli ultimi anni si è assistito ad un ulteriore passo in avanti grazie all'introduzione della terapia con cellule Car-T che colpiscono direttamente la cellula leucemica.

Grazie al legame con l'antigene CD19, l'impiego delle Car-T sta diventando sempre più utilizzato nei pazienti recidivanti e si vanno accumulando sempre più dati derivanti sia da protocolli clinici sia da esperienze di real life.Le Car-T stanno cambiando moltissimo la storia clinica dei pazienti con leucemia linfoblastica acuta, recidivanti o refrattari anche a molte linee di terapia.

I risultati mostrano un netto miglioramento della sopravvivenza libera da eventi in circa il 50% dei pazienti negli studi registrativi, con un tempo di sopravvivenza mediana di oltre 40 mesi, e i dati di real life sono sovrapponibili: la sopravvivenza globale a 6 mesi si aggira attorno all'80% e la sopravvivenza libera da malattia è del 55% circa". Successi dietro ai quali c'è l'Ail, in prima linea sul territorio.La sezione di Roma è al servizio della comunità ematologica locale dal 1984 – si legge in una nota – vicina concretamente con molte centinaia di volontari ai bisogni dei pazienti e dei loro familiari, sostenendo in particolare i più vulnerabili e da sempre impegnata a sostenere la ricerca scientifica sui tumori del sangue. "Il supporto alla ricerca costituisce da sempre uno dei principali impegni di Ail Roma – dichiara la presidente Maria Luisa Viganò – L'attività di ricerca clinica è estremamente importante: i nostri laboratori sono strettamente collegati sia al Policlinico Umberto I sia al gruppo Gimema, i diversi progetti sono finanziati da noi, così come i biologi coinvolti sono da noi retribuiti.

Attualmente abbiamo in corso studi sulla malattia minima residua nelle patologie ematologiche, un fattore importantissimo; altri studi sono focalizzati sulla qualità della vita dei pazienti che devono tornare a vivere dopo le cure; inoltre, abbiamo finanziato il progetto della crio-banca delle cellule Car-T.Tantissimi i servizi che offriamo ai pazienti di numerosi ospedali romani e stiamo potenziando l'offerta a cominciare dalla seconda Casa alloggio Ail, aperta di recente.

I volontari sono il cuore di tutte le nostre attività: senza il loro aiuto volontario e solidale, niente di quello che facciamo si potrebbe realizzare.E' nostro desiderio e impegno proseguire sulla strada tracciata dal professor Franco Mandelli.

Vogliamo diventare sempre più punto di riferimento sul territorio per i pazienti e i loro cari nei diversi centri ematologici romani". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Carlo e il discorso alla Camera: “Cerimonia finita”. Anzi, no – Video

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(Adnkronos) – "Non ho ancora finito".Finale con suspense, alla Camera, per il discorso di re Carlo in aula.

Al termine di un passaggio molto sentito del re, l'emiciclo è scattato in una standing ovation mentre lo speaker invitava a lasciare l'aula perché "la cerimonia è finita".   Ma il re non aveva ancora terminato il suo discorso e sono stati i presidenti delle Camere, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, i più veloci a rendersene conto e a farlo notare.Senza perdere il suo aplomb, sorridente, Carlo ha ripreso per poi, alla pausa successiva, chiarire: "Non ho ancora finito". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Cdp, Scannapieco: “In arco piano generato 1,5% Pil annuo”

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(Adnkronos) – Nell'arco del Piano 2022-24 Cassa Depositi e Prestiti "ha avuto una performance solida, generando in media l'1,5% del Pil annuo italiano, e ha creato o mantenuto 400 mila posti di lavoro l'anno".Lo sottolinea l'ad di CDP Dario Scannapieco, presentando il bilancio 2024.  Per quanto riguarda anche Cassa Depositi e Prestiti sottolinea "il Piano Mattei è partito e sta funzionando: sono stati finanziati i primi progetti per circa 550 mln e avviata la definizione di nuovi strumenti finanziari dedicati per sostenere la crescita del Continente Africano".  Nel triennio del Piano "il capitale residuo disponibile di Cdp è aumentato di 9 volte, ed è cresciuta significativamente la solidità patrimoniale: questo ci permette di proporre un payout aumentato.

Se in passato era al 55% dell'utile, quest'anno proponiamo il 65% sull'utile conseguito". "Crediamo che Nexi sia una infrastruttura importante, abbiamo una quota del 18,3% e non siamo chiusi a nessuna opzione".Lo afferma l'ad di CDP Dario Scannapieco, incontrando la stampa per il bilancio 2024. "Abbiamo fatto uno studio sui dazi, ma c'è un elemento che ci conforta: l'Italia in passato ha avuto una capacità di riorientare velocemente il proprio export".  "L'Italia – ricorda – ha una proposta molto diversificata come per ripartizione geografica e gamma produttiva.

Siamo comunque pronti a fare la nostra parte per sostenere l'accesso delle nostre imprese a nuovi mercati". Con la politica "c'è un rapporto rispettoso, di grande correttezza: siamo grati ai policy makers, e ne raccogliamo gli stimoli giusti".  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)