Dati ISTAT IV trimestre 2018 su occupati, disoccupati e inattivi per genere ed età

Dal lato dell’offerta, che include tutte le forme di lavoro autonomo e alle dipendenze, nel...

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Dal lato dell’offerta, che include tutte le forme di lavoro autonomo e alle dipendenze, nel quarto trimestre 2018 l’occupazione stimata al netto degli effetti stagionali sulla base della Rilevazione sulle forze di lavoro  dell’Istat è pari a 23 milioni 212 mila persone, ancora in crescita su base annua (+0,4%, +87 mila) ma in diminuzione rispetto al trimestre precedente (-0,2%, -36 mila).

I disoccupati, in calo su base annua, tornano a crescere in termini congiunturali, mentre l’inattività si riduce in entrambi i confronti.

Tali andamenti si riflettono nell’aumento tendenziale (+0,4 punti) e nella stabilità congiunturale del tasso di occupazione, nel calo su base annua e nell’aumento trimestrale del tasso di disoccupazione (-0,4 e +0,3 punti rispettivamente) e nella diminuzione del tasso di inattività (-0,1 e -0,2 punti).

Nei dati destagionalizzati il tasso di occupazione 15-64 anni (58,6%) rimane ai livelli pre-crisi, vicino al valore massimo del secondo trimestre 2008 (58,8%), e il tasso di disoccupazione (10,6%) è il valore più basso dal secondo trimestre 2012, a eccezione del terzo 2018.

Nei dati di flusso diminuiscono le permanenze nell’occupazione, in particolare per i giovani. Tra i dipendenti a termine, se da un lato si riduce la permanenza nell’occupazione, dall’altro aumentano le transizioni verso il lavoro dipendente a tempo indeterminato.

La diminuzione dell’occupazione rispetto al trimestre precedente riguarda gli uomini, in confronto alla stabilità delle donne, mentre l’invarianza del tasso di occupazione è sintesi di un calo per gli uomini e di un lieve aumento per le donne; in termini tendenziali invece il miglioramento dell’occupazione sia nei valori assoluti sia nel tasso riguarda in egual misura entrambe le componenti di genere.

L’aumento congiunturale del numero di disoccupati e del tasso di disoccupazione è pressoché analogo per uomini e donne mentre il calo in confronto a un anno prima è più accentuato per gli uomini. La diminuzione dell’inattività, sia nei valori assoluti sia nel tasso è maggiore per le donne in entrambi i confronti.

Nel quarto trimestre 2018, per i giovani di 15-34 anni l’occupazione cala sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto a un anno prima; è l’unica fascia di età in cui il tasso di occupazione si riduce in termini congiunturali (-0,2 punti) mentre l’aumento tendenziale è inferiore a quello delle altre classi.

Tra i giovani inoltre è più forte l’aumento congiunturale e la riduzione tendenziale del tasso di disoccupazione. Nella classe di età 35-49 anni, malgrado il calo del numero di occupati, il tasso di occupazione mostra una crescita in entrambi i confronti (+0,1 in tre mesi e +0,6 punti in un anno).

Prosegue, infine, la crescita del tasso di occupazione tra gli over50 su base annua mentre l’indicatore rimane stabile rispetto al trimestre precedente; in questa fascia di età tuttavia è forte l’aumento del numero di disoccupati e del tasso di disoccupazione in entrambi i confronti.

D’altra parte, le variazioni assolute dei tre aggregati per classe di età risentono della dinamica della  popolazione sottostante. Nel caso dei 35-49enni, ad esempio, a fronte di un calo di popolazione annuo del 2,2%, la variazione tendenziale nel numero di occupati è meno intensa (-1,4%), e sarebbe stata positiva (+0,8%) in assenza del calo demografico.

Al netto della componente demografica, l’occupazione sarebbe aumentata lievemente per i giovani e in maniera più marcata per i 35-49enni, mentre per gli over50 la crescita sarebbe stata meno forte. Riguardo alla disoccupazione, sarebbe stato meno intenso il calo per gli under 49 e l’aumento per i 50-64enni. Sempre al netto della componente demografica, la variazione dell’inattività sarebbe stata più intensa per i 15-34enni e per i 50-64enni e meno forte per i 35-49enni.

La simulazione tuttavia non include gli altri possibili effetti sottostanti alla diversa composizione per età della popolazione: dal numero di individui che concorrono a una posizione lavorativa, al diverso capitale umano impiegabile nel processo produttivo, alle differenti opportunità di incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Posizioni lavorative per tipologia di contratto dell’occupazione, settore di attività economica e classe dimensionale dell’impresa

Dal lato della domanda di lavoro dipendente regolare, riferita all’intera economia, nel quarto trimestre 2018 nei dati destagionalizzati delle Comunicazioni obbligatorie del Ministero del lavoro e delle politiche sociali continua l’aumento delle posizioni lavorative (+80 mila posizioni) a ritmi più intensi rispetto al trimestre precedente (+42 mila).

L’incremento è dovuto esclusivamente alle posizioni a tempo indeterminato (+80 mila) che continuano la crescita iniziata nel primo trimestre 2018 (+41 mila) e proseguita nel secondo (+57 mila) e terzo (+50 mila), grazie anche al marcato aumento delle trasformazioni (+140 mila nel quarto trimestre). Le posizioni a tempo determinato rimangono stabili dopo una lieve diminuzione nel terzo trimestre (-8 mila) e la crescita ininterrotta nei precedenti nove trimestri. Il numero di attivazioni a tempo determinato risulta pari a 1 milione 983 mila il valore massimo della serie.

L’incidenza delle attivazioni a tempo determinato sul totale è l’80,1%, valore simile al trimestre precedente (80,0%) ma inferiore rispetto al massimo della serie raggiunto nel quarto trimestre 2017 (81,1%).

Nei dati tendenziali continua la crescita delle posizioni a tempo determinato (+129 mila), sebbene in rallentamento rispetto ai tre trimestri precedenti (+266 mila, +374 mila e +455 mila rispettivamente nel terzo, secondo e primo trimestre). Tale rallentamento si riscontra anche nei dati Inps (+125 mila nel quarto trimestre 2018 rispetto a +240 mila, +369 mila e +501 mila) che comprendono anche il lavoro in  somministrazione e a chiamata. Le posizioni lavorative a tempo indeterminato presentano un aumento nei dati delle CO (+230 mila) in accelerazione rispetto ai tre trimestri precedenti (+122 mila, +71 mila e +21 mila). Una crescita analoga si osserva nei dati Inps (+306 nel quarto 2018, +155 mila e +66 mila nel terzo e secondo trimestre).

La crescita congiunturale delle posizioni lavorative riguarda i servizi e, con minore intensità, l’industria in senso stretto e le costruzioni mentre si registra un calo nell’agricoltura; in termini tendenziali l’aumento coinvolge invece tutti i settori (Tavola 2). Le diverse entità dei flussi di attivazioni, cessazioni e trasformazioni sottostanti alle variazioni nette delle posizioni lavorative consentono di apprezzare le specificità settoriali.

Nell’agricoltura, ad esempio, i flussi sono molto intensi e concentrati nelle posizioni di lavoro a tempo determinato, per effetto del lavoro stagionale e discontinuo.

Sostanzialmente la stessa dinamica settoriale si riscontra per le posizioni lavorative dipendenti nelle imprese industriali e dei servizi (Istat, Rilevazione Oros). Aumentate dello 0,3% su base congiunturale e dell’1,8% su base annua, nel quarto trimestre 2018 il numero di posizioni si attesta, al netto della stagionalità, a 12 milioni 761 mila, facendo registrare un nuovo valore massimo dal 2010; l’industria e i servizi di mercato toccano gli 11 milioni 648 mila posizioni. Al netto degli effetti stagionali, le posizioni presentano una crescita congiunturale dello 0,2% nell’industria e dello 0,3% nei servizi; rispetto al quarto 2017 aumentano dell’1,4% nell’industria e del 2,0% nei servizi.

Confermano nuovamente una crescita le posizioni lavorative in somministrazione che nel quarto trimestre 2018 si attestano all’1,6% rispetto al trimestre precedente, mantenendo una crescita tendenziale ancora significativa (+5,0% rispetto al quarto trimestre 2017).

Secondo i dati Inps, nel quarto trimestre del 2018 il saldo tra le attivazioni e le cessazioni nel corso di un anno è positivo per tutte le classi dimensionali d’impresa. L’incremento maggiore si riscontra nella classe da 10 a 49 dipendenti (+121 mila), quello minore nella classi da 50 a 249 dipendenti (+94 mila).

Sede Inps

INPS: Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione IV trimestre 2018

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