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Elezioni bla-bla: Aboliamo il Jobs Act. Anzi no. Vacciniamo i bambini. Anzi no

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Il laboratorio che accende il centrodestra

L

’accordo fra Berlusconi e Salvini potrebbe essere un esperimento politico di grande interesse. E non soltanto in una prospettiva nazionale. Ma i segnali di questi giorni lasciano presagire che, con ogni probabilità, si risolverà infine in una delle tante occasioni perse della politica italiana.

Perché un esperimento, e perché interessante? È storia vecchia che, nelle democrazie avanzate, alla divisione fra destra e sinistra si sia sovrapposta una frattura nuova fra partiti d’establishment e forze populiste. Fra integrati e apocalittici. Ed è evidente poi come in tanti Paesi fra le due sponde non vi sia nessun dialogo. Al contrario: c’è una sorta di guerra civile fredda. Ora, chi ritiene che gli apocalittici siano in fondo un fenomeno passeggero, il frutto d’un contingente momento di follia collettiva generato dalla grande recessione, può ben essere contento di quest’incomunicabilità.

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Penserà che parlare con «quelli» sia non soltanto inutile, ma dannoso, e che tenerli fuori dalla porta sia un gran bene.

Tanto fra un po’ spariranno.

Chi invece (com’è il mio caso) ritiene che l’emergere degli apocalittici abbia radici storiche più profonde, e denunci fra l’altro debolezze reali della politica integrata, osserva questo conflitto con qualche preoccupazione in più. Gli apocalittici stanno già rendendo ingovernabili, o almeno difficili da governare, pure i Paesi più stabili. Se dovessero restare, resterebbe l’ingovernabilità. E se son destinati a crescere, l’ingovernabilità crescerà. Le guerre civili poi, anche fredde, alle democrazie non giovano. Il punto allora è cercar di capire se e come sia possibile disarticolare quest’opposizione: gettare luce sui punti ciechi della politica integrata, evitando però di cadere nelle trappole demagogiche dell’alternativa apocalittica. Come sia possibile, insomma, sottrarsi alla scelta fra la quintessenza dell’establishment, Hillary Clinton e lo zenit della maleducazione politica, Donald Trump.

Poiché in Italia la crisi della politica s’è aperta all’inizio degli Anni Novanta, con largo anticipo rispetto alle altre democrazie avanzate, da noi la destra ha un vantaggio, lungo la via del compromesso fra apocalittici e integrati, che è forse unico in Europa. Costruita dall’outsider politico Berlusconi, la destra integrata è sempre stata un bel po’ apocalittica. E quella apocalittica è sempre stata alquanto integrata: anche se con l’ascesa di Salvini ha mutato pelle, la Lega non ha dimenticato la tradizione di governo. I due elettorati di destra poi – quello più apocalittico che integrato e quello più integrato che apocalittico – sono abituati a convivere l’uno con l’altro.

Bene: che cosa manca? Un nonnulla: manca che questa convergenza si traduca in un disegno politico realistico e credibile. Un disegno che ci dica qualcosa, magari, sul nodo più complesso e delicato del conflitto fra apocalittici e integrati, per come s’è venuto sviluppando nel Vecchio Continente: il futuro dell’Unione Europea e dell’Eurozona.

Ma quel disegno non l’avremo. E non l’avremo, fra l’altro, perché gli apocalittici hanno già vinto, e di certo non solo a destra. Solo, non hanno vinto sui contenuti, ma nelle forme. Forse, anzi, la crisi della politica è ormai profonda a tal punto che i contenuti non ci sono proprio più, e le forme sono tutto quel che resta. I partiti – ieri lo scriveva benissimo su questo giornale Mattia Feltri – sono scatole vuote contrassegnate da etichette insensate. Le polemiche si accendono e spengono nello spazio d’un mattino, senza lasciar traccia. Lo spazio pubblico risuona di affermazioni gettate al vento e poi ritrattate o dimenticate, perché tanto – complice pure la fine del maggioritario, col quale le responsabilità erano un po’ più chiare – nessuno sarà chiamato a risponderne. Aboliamo la legge Fornero, dunque. Anzi no.

Aboliamo il Jobs Act. Anzi no. Vacciniamo i bambini. Anzi no.

Tanto la concorrenza è al ribasso, sempre di più. E molti elettori finiranno comunque per convincersi che il minestrone delle destre sia il piatto meno disgustoso del menù.

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vivicentro/Elezioni: scintille tra Forza Italia e Lega Nord
lastampa/Il laboratorio che accende il centrodestra – GIOVANNI ORSINA

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