Ferrari, Mattia Binotto rassegna le dimissioni: è ufficiale

È arrivata la notizia che tutti aspettavano: Mattia Binotto lascierà ufficialmente la Ferrari al termine dell’anno. L’ingegnere italiano ha rassegnato le sue dimissioni: è caccia al sostituto

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È arrivata la notizia che tutti aspettavano: Mattia Binotto lascierà ufficialmente la Ferrari al termine dell’anno. L’ingegnere italiano ha rassegnato le sue dimissioni: è caccia al sostituto

Ferrari, Mattia Binotto rassegna le dimissioni: è ufficiale

La Ferrari e Mattia Binotto sono giunti al termine del rapporto di collaborazione, confermando le indiscrezioni giornalistiche che hanno anticipato una decisione ormai presa dai vertici della Scuderia del Cavallino. La conferma dell’uscita di Mattia Binotto dalla Ferrari mette fine ad un rapporto durato ben 28 anni. Per l’ingegnere italiano parliamo di dimissioni.

Desidero ringraziare Mattia per i suoi numerosi e fondamentali contributi nei 28 anni passati in Ferrari, e in particolare per la sua guida che ha portato il team ad essere di nuovo competitivo nella scorsa stagione. Grazie a questo, siamo in una posizione di forza per rinnovare il nostro impegno, in primo luogo per i nostri incredibili fan in tutto il mondo, per vincere il più importante trofeo nel motorsport. Tutti noi della Scuderia e nella più vasta comunità Ferrari auguriamo a Mattia Binotto tutto il meglio per il futuro”, ha detto l’amministratore delegato Benedetto Vigna nel comunicato diffuso stamattina dalla Scuderia del Cavallino.

Binotto, arrivano le dimissioni: “Lascio con enorme dispiacere”

Riguardo al suo addio, Binotto ha aggiunto: “Con il dispiacere che ciò comporta, ho deciso di concludere la mia collaborazione con Ferrari. Lascio un’azienda che amo, della quale faccio parte da 28 anni, con la serenità che viene dalla convinzione di aver compiuto ogni sforzo per raggiungere gli obiettivi prefissati. Lascio una squadra unita e in crescita. Una squadra forte, pronta, ne sono certo, per ottenere i massimi traguardi, alla quale auguro ogni bene per il futuro. Credo sia giusto compiere questo passo, per quanto sia stata per me una decisione difficile. Ringrazio tutte le persone della Gestione Sportiva che hanno condiviso con me questo percorso, fatto di difficoltà ma anche di grandi soddisfazioni”.

Binotto
FONTE FOTO: Scuderia Ferrari Twitter

Dove tutto è iniziato

Il 9 gennaio 2019 la Ferrari ufficializzò la promozione di Mattia Binotto al timone della Scuderia Ferrari. L’ingegnere di Losanna ereditò(nelle vesti di team principal) un team reduce da una stagione conclusa in seconda posizione, sia nella classifica piloti (con Sebastian Vettel) che in quella Costruttori, quattro anni dopo Mattia Binotto lascia un team che ha ottenuto gli stessi risultati in entrambe le classifiche iridate.

Gli anni di Binotto team principal prima delle dimissioni

Il periodo vissuto da Mattia Binotto al timone della Ferrari ha visto due momenti importanti: il tris di successi consecutivi del 2019 (Spa, Monza e Singapore) e l’avvio del Mondiale 2022, con il convincente allungo di Charles Leclerc nella classifica piloti nelle prime tre gare (Bahrain Arabia Saudita e Australia). Tra i due momenti è trascorso un lungo periodo di digiuno, 45 Gran Premi nel corso del quale ci sono stati passaggi molto difficili come la stagione 2020.

Un anno condizionato dall’accordo con la FIA arrivato nel febbraio del 2020 in merito alla faccenda ‘Power Unit’, un accordo di cui non si conosce nulla, ma che ha avuto effetti evidenti e negativi, visto il motore del Cavallino si è ritrovato al via della stagione con un importante deficit di potenza. Negli 82 Gran Premi che ha disputato con Mattia Binotto nel ruolo di Team Principal, la Ferrari ha raccolto sette vittorie, ha vissuto attimi esaltanti nel 2019 per poi sprofondare in una delle peggiori crisi del Cavallino nel 2020. Da li è ripartita una lunga risalita, conclusa con l’avvio da ‘Mondiale’ nel campionato appena concluso.

Altra sconfitta Rossa

La linea della stabilità in questo senso ha pagato, ma una volta arrivati al confronto diretto per i titoli iridati, sono emerse lacune molto evidenti che hanno messo sotto pressione alcuni settori, affidabilità, sviluppo e strategie. Mattia Binotto è andato avanti per la sua strada, tutelando il gruppo anche nelle giornate più difficoltose, ma questo non l’ha messo al riparo da malumori. Il tempo in Formula 1 non è illimitato, e se un gruppo di lavoro non matura nell’arco di due o tre stagioni, è difficile mettersi al riparo dai processi, soprattutto se si veste di rosso.

FONTE FOTO: Scuderia Ferrari Twitter

Caccia al sostituto

La visione ingegneristica di Mattia Binotto si è scontrata con alcune leggi di questo sport, un codice non scritto ma che regolamenta da molti anni la vita dei team, ma soprattutto dei top-team. È apprezzabile la scelta di tutelare il gruppo, ma non ammettere gli errori che nell’arco di alcuni weekend di gara sono stati evidenti, non hanno giocato a suo favore.

La pressione è aumentata in un girone di ritorno che non è stato all’altezza di quello d’andata, fino all’epilogo ufficializzato oggi, Martedì 29 Novembre 2022. Non c’è un solo motivo che lo ha portato a questo scenario, ma tante situazioni intrecciate che non hanno nulla di inedito. Lo sanno bene coloro che hanno preceduto Mattia Binotto nel suo ruolo, così come chi che dal 1° gennaio siederà al timone della Scuderia Ferrari, che al momento viene ancora indicato come figura da individuare, che subentrerà al posto di Mattia Binotto.

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