Gaetano Fontana, ex calciatore ed allenatore della Juve Stabia, è intervenuto per commentare il momento attuale della squadra, reduce da un periodo di flessione nei risultati. Pur riconoscendo che le Vespe si trovano in linea con l’obiettivo stagionale della salvezza tranquilla (a cinque punti dai playout e a un punto dai play-off), Fontana ha analizzato le dinamiche interne e la gestione della pressione esterna.
Il Calcio Propositivo e la Gestione del Periodo di “Magra”
Fontana ha espresso apprezzamento per il gioco della Juve Stabia, definendolo “un calcio propositivo” che cerca il risultato attraverso il fare. Questo approccio, tuttavia, espone la squadra a dei rischi. L’ex tecnico ha sottolineato che, nell’arco di un campionato, possono capitare periodi di magra (scarsi risultati), ma la squadra ha la consapevolezza di poter ottenere risultati contro chiunque.
Riguardo alla gestione dei momenti di tensione, Fontana ha suggerito di “continuare a lavorare sui principi” che portano a risultati tangibili, anche se questi non arrivano immediatamente sul campo. Egli crede fermamente che, grazie alla proposta di gioco e al modo di stare in campo, i risultati “possano e debbano arrivare” nel lungo periodo.
Fiducia nell’Allenatore e nella Rosa
Fontana ha elogiato il lavoro della società e del nuovo allenatore, Abate, sebbene sia alla sua prima esperienza in Serie B. Ha osservato che la rosa è stata costruita con un occhio alla “freschezza” e alla “gioventù”, includendo giocatori di qualità. L’inizio di stagione non è da “buttare” (“non sia totalmente da da buttare”), e Abate, che Fontana ha affrontato in precedenza, è un allenatore che ha idee chiare.
Nonostante i momenti negativi, Fontana vede “tanti aspetti positivi” che, con la crescita della confidenza e della conoscenza reciproca, porteranno all’equilibrio necessario per raggiungere la salvezza. Ha anche espresso la sua fiducia nel direttore sportivo, Lovisa, ritenuto “uno dei più bravi in assoluto in Italia”.
Il Ruolo dell’Allenatore e i Calci Piazzati
Durante la discussione, Fontana ha riflettuto sull’evoluzione del ruolo dell’allenatore nel calcio moderno. Un tempo la figura del tecnico era centrale, quasi quella di un “padre eterno”. Oggi, invece, l’allenatore è spesso il primo a essere silurato e le scelte si basano su mode piuttosto che su progetti. I moduli tattici stanno scomparendo, sostituiti dai “principi di gioco” e dalle “strutture di gioco” che si muovono in base alle circostanze, richiedendo ai giocatori, come i difensori o i terzini, di saper impostare e leggere la partita in modo dinamico.
Ha anche sottolineato l’importanza dei calci piazzati (punizioni, angoli) in un contesto di grande equilibrio tattico, dove le partite si giocano su pochi dettagli e la “guerriglia all’interno del campo” è costante.
I Rimpianti Personali e l’Appello alla Piazza
Fontana ha confessato che il suo maggiore rimpianto da allenatore è non aver concluso il percorso a Castellammare nel 2016-2017, un periodo che per lui rappresenta ancora “una ferita aperta”. Egli era convinto che in due anni si sarebbe potuto fare qualcosa di “straordinario”. Ha menzionato anche la sua traumatica esperienza a Nocera, dove rifiutò di patteggiare una squalifica ingiusta per una questione morale.
Infine, rivolgendosi all’ambiente stabiese, ha lanciato un appello all’unità, ricordando che la distanza tra le parti porta solo alla rovina. Ha esortato a guardare agli aspetti positivi e a non “spaccare” l’ambiente, perché i momenti negativi capitano, ma è essenziale trovare soluzioni e non disfare il lavoro fatto. Ha criticato, inoltre, il divieto di trasferta per i tifosi, definendolo una “sconfitta del potere” e della politica del calcio che non sa gestire i problemi.
Per solidificare l’importanza di superare i momenti difficili insieme, si può pensare che l’unità in un club sia come l’ancora di una nave: anche durante la tempesta dei risultati negativi, se l’ancora (l’allenatore e l’ambiente compatto) tiene, la nave non va alla deriva.
L’ex Fontana: “Mi piace il calcio propositivo della squadra. L’ambiente deve restare unito e fiducioso”





