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Castellammare di Stabia

Juve Stabia, una macchina perfetta: il segreto è nel “laboratorio” di centrocampo

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Nel calcio, come nella vita, nulla accade per caso. La recente vittoria della Juve Stabia e, soprattutto, la qualità del gioco espresso, non sono il frutto estemporaneo di una giornata fortunata, ma il risultato tangibile di un lavoro settimanale ossessivo e dettagliato. Al centro di questo progetto c’è la mano di Ignazio Abate, che ha saputo costruire un meccanismo che funziona con la precisione di un orologio svizzero. Se la difesa regge e l’attacco punge, è perché il cuore pulsante della squadra — il centrocampo — ha trovato la sua combinazione perfetta.

Leone: Il Geometra ed esteta

In mezzo al campo, tutto passa dai piedi educati di Giuseppe Leone. È lui l’elemento di pura qualità, il “geometra” incaricato di dettare i tempi e disegnare le traiettorie che tagliano il campo. La sua non è solo gestione, è visione superiore: Leone sa esattamente quando verticalizzare con precisione millimetrica per sorprendere le difese avversarie e quando, invece, mettere il piede sul freno per permettere alla squadra di respirare e consolidare il possesso. La sua eleganza nel tocco è l’ossigeno creativo della manovra delle Vespe; ogni pallone che transita dalle sue parti viene ripulito e acquista immediatamente senso e direzione. È il regista che scrive la sceneggiatura della partita, minuto dopo minuto.

Correia: Il polmone instancabile

Se Leone è la mente, Correia è il braccio armato, o meglio, il polmone inesauribile. Al fianco del regista, Correia offre un lavoro di quantità impressionante, garantendo quell’equilibrio dinamico fondamentale per un centrocampo a tre. La sua generosità permette a Leone di creare senza l’assillo costante della fase difensiva. Correia è ovunque: copre le spalle ai compagni, pressa in modo feroce e trasforma le palle perse in immediati recuperi. Da sottolineare la sua maturità tattica: anche dopo l’ammonizione con l’Empoli, ha gestito la gara con saggezza, senza mai togliere il piede dall’acceleratore o perdere intensità nei duelli. È l’anima combattiva che ogni allenatore vorrebbe.

Mosti: L’ago della bilancia

Ma il centrocampo di Abate è un tris perfetto e non si può non citare il lavoro oscuro e prezioso di Mosti. È lui l’elemento che completa il puzzle, garantendo una pressione continua che permette alla Juve Stabia di mantenere il baricentro alto. Mosti ha la capacità di recuperare palloni in zone nevralgiche, soffocando sul nascere le ripartenze avversarie e trasformando l’azione da difensiva a offensiva in un batter d’occhio. Una prestazione totale, impreziosita da inserimenti pericolosi che lo hanno portato a sfiorare un gol che avrebbe ampiamente meritato.

La chiave di volta tattica

Questo trio complementare — Qualità (Leone), Interdizione (Correia) e Pressione (Mosti) — garantisce ad Abate il controllo totale del match. È questa coesione la vera chiave di volta che fa scattare la Juve Stabia: un ingranaggio centrale solido che libera le corsie per le proiezioni offensive di Carissoni e Cacciamani e fornisce la base per l’estro di Maistro e la lotta di Candellone in avanti.

Con una mediana così solida e versatile, capace di abbinare costruzione e aggressività, Abate ha in mano una squadra camaleontica, in grado di adattarsi a qualsiasi avversario. Il centrocampo della Juve Stabia oggi non è solo un reparto: è la garanzia di solidità su cui costruire ambizioni sempre più grandi. Se a questa nostra analisi ci aggiungiamo che in questo reparto ci sono calciatori infortunati o non al meglio (Pierobon, Battistella, Zuccon, Ciammaglichella e Duca) si comprende come si può solo continuare sulla linea tracciata.

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