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Juve Stabia, Lovisa: Essere un DS giovane non mi condiziona. La sfida è entrare in sintonia con i calciatori

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Durante un evento tenutosi a Palermo, il direttore sportivo della Juve Stabia, Matteo Lovisa, ha condiviso alcune riflessioni sulla sua carriera, ancora agli albori ma già ricca di soddisfazioni. Intervistato dai microfoni di TMW, ha delineato la sua visione del ruolo e le sfide del calcio contemporaneo.

Un Percorso di Crescita Continua

“Questa avventura è appena iniziata e, sebbene i risultati attuali siano positivi, sono consapevole di avere ancora un vasto margine di miglioramento data la mia giovane età,” ha esordito Lovisa. “È naturale per me osservare e cercare di assimilare le conoscenze di colleghi con maggiore esperienza e competenza. La mia filosofia si basa sullo studio e sull’aggiornamento costante. La sfida più grande oggi, a mio avviso, risiede nella rapidità con cui vivono i giovani calciatori; è cruciale, attraverso la sinergia tra club e allenatore, trovare la chiave per entrare in sintonia con loro. La coesione del gruppo è un fattore determinante, talvolta sottovalutato, che incide persino sulla scelta di un giocatore, al di là delle sue qualità tecniche o della sua funzionalità tattica.”

Passione e Pressione del Ruolo

Alla domanda sul perché abbia intrapreso questa carriera, Lovisa ha risposto con convinzione: “È una professione che mi ha sempre affascinato. Chiaramente, i successi aiutano a consolidare il percorso. La mia esperienza a Castellammare sta procedendo per il meglio, ma chi fa questo mestiere sa di essere costantemente sotto esame. Non c’è mai un momento per rilassarsi, poiché ogni partita rappresenta un test per la dirigenza, lo staff tecnico e la squadra. È un ambiente estremamente dinamico, che richiede grande equilibrio e una continua formazione.”

Il Primato della Gioventù e la Gestione del Gruppo

Essendo il più giovane direttore sportivo della Serie B, Lovisa non si lascia condizionare da questo dato anagrafico. “Onestamente, non è un aspetto su cui mi soffermo. Ciò che conta veramente è il lavoro quotidiano e il legame che si instaura con calciatori e allenatori. Tento di approcciarmi con la massima empatia, pur sapendo che non è sempre possibile avere un’intesa perfetta con tutti. In determinate situazioni, è fondamentale mantenere la calma e non lasciar trapelare le proprie emozioni. Purtroppo, la gestione giornaliera del direttore sportivo sta perdendo centralità. Con l’avvento di proprietà straniere e fondi di investimento, questa figura viene spesso relegata in secondo piano, ma io la ritengo essenziale: la squadra necessita di punti di riferimento solidi. Maggiore è la confusione a livello societario, maggiori saranno le ripercussioni negative sui risultati sportivi.”

Ambizioni Future e Modelli di Riferimento

Dopo le positive esperienze a Pordenone e ora a Castellammare, Lovisa guarda al futuro con pragmatismo. “Non sono uno che parla di sogni, preferisco essere concreto. Tuttavia, è normale avere l’ambizione di crescere professionalmente ogni anno e puntare al massimo. A 29 anni, essere al mio quinto campionato di Serie B è motivo di orgoglio. Ma se mi adagiassi su quanto fatto, non progredirei. So di essere costantemente sotto osservazione: quando si è giovani, ogni situazione viene amplificata, perciò è cruciale mantenere sempre l’equilibrio e dare un senso a ogni azione.”

Come fonte di ispirazione, cita un collega esperto: “Ci sono molti professionisti validi. Uno di questi, qui presente, è Stefano Marchetti, che ha dimostrato come sia possibile costruire progetti calcistici di alto livello anche in contesti medio-piccoli. Il calcio, però, si è trasformato radicalmente con l’ingresso di capitali esteri. Emergere è diventato più complesso, anche per i giovani dirigenti. Gli investimenti sono lievitati e le perdite economiche in Serie B aumentano di anno in anno. Per questo motivo, poter contare su una proprietà solida e disposta a investire è diventato imprescindibile.”

Le Voci sul Palermo

Infine, riguardo a un presunto interesse del Palermo nei suoi confronti, Lovisa ha chiarito: “Non c’è stato nulla di concreto. Probabilmente, la scorsa estate non ero ancora maturo per un passo così importante. Un’altra stagione a Castellammare si rivelerà formativa: ho ancora bisogno di accumulare esperienza. L’opportunità di lavorare da anni in un campionato competitivo come la Serie B è già di per sé un traguardo significativo.”

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