L’ex calciatore Simone Sinagra ha offerto una prospettiva unica e ricca di nostalgia durante la sua partecipazione al programma “Il Pungiglione Stabiese”, ripercorrendo la sua esperienza a Castellammare di Stabia, analizzando il calcio attuale e condividendo dettagli della sua vita post-carriera.
Un Ricordo Indelebile di Castellammare e del Presidente Fiore
Sinagra ha descritto la sua avventura a Castellammare e sotto la presidenza di Fiore come una “ottima e bellissima esperienza che ricordo sempre con grande piacere”.Nonostante il tempo trascorso, il ricordo è vivido: “un grande ricordo di Castellammare, dell’ambiente, dei tifosi, degli amici lasciati anche fuori dal campo e del presidente”.
La stagione in cui giocò con la Juve Stabia, culminata nella “maledetta finale di Avellino”, è rimasta un “grosso rammarico” per lui e per i suoi compagni.Hanno giocato da protagonisti per tutto il campionato, ma sono arrivati allo scontro finale probabilmente “scarichi e logori”.
Questo punto è stato ulteriormente approfondito, con Sinagra che ha concordato sul fatto che l’esaurimento era principalmente “dal punto di vista mentale”, a causa dello stress accumulato nel seguire la classifica e il testa a testa con il Palermo ogni Domenica.
La Forza dello Spogliatoio e il Tasso Tecnico di un Tempo
Interrogato sui leader nello spogliatoio di allora, Sinagra ha rivelato che ce n’erano “più leader”.Ha menzionato il “gruppo storico” dei calciatori locali come Amodio, Di Meglio e Caccavale, evidenziando una difesa solida.
Il capitano era un “grande leader in difesa”, affiancato da personalità carismatiche a centrocampo come Jimmy Fontana e Melonascina, e Fresta in attacco.Ha lodato la capacità dell’allenatore Zoratti di gestire personalità diverse con “buon senso e intelligenza”.
Sinagra ha anche ricordato con piacere le punizioni di Melonascina e Fontana, che spesso risolvevano le partite, e ha sottolineato l'”elevato tasso tecnico” di quella squadra, definendolo “raro da vedere in squadre di Serie C oggi”, e forse anche in molte squadre di Serie B.
Il Calcio Moderno e la Filosofia di Lovisa
Riguardo all’attuale campionato di Serie B, Sinagra lo vede “molto molto importante” con “tante squadre che si sono rinforzate”.Ha citato il Palermo, che ha condotto una grande campagna acquisti e ingaggiato il mister Inzaghi, come un segnale significativo per una piazza ambiziosa.
Si aspetta un campionato “molto competitivo e molto bello da seguire”.Ha espresso pieno supporto per la filosofia del direttore sportivo della Juve Stabia, Lovisa, che cerca “calciatori che siano prima dei bravi uomini”.
Sinagra è convinto che Lovisa sia un “grande direttore sportivo”, poiché costruire con le “persone giuste” e dare importanza ai “valori morali e umani” è fondamentale per realizzare grandi progetti, come dimostrano i risultati ottenuti da Lovisa negli ultimi anni.
Il Dolore per la Sampdoria e la Vita Dopo il Calcio
Parlando della sua squadra del cuore, la Sampdoria, Sinagra ha descritto la sua retrocessione come “una coltellata”.Ha esordito in Serie B con la Sampdoria, e segue costantemente le sue vicende, definendo gli anni attuali “bui” e “molto difficili”.
Crede che i problemi siano principalmente “societari” e che solo con una “società all’altezza” si potranno superare i momenti difficili.La decisione di lasciare il calcio giocato nel 2006, all’età di 27 anni, è stata “molto sofferta”.
Due interventi ai tendini d’Achille e altri infortuni lo avevano impedito di giocare “a certi livelli”, e ha preferito non “raschiare il fondo del barile”.Dopo un anno sabbatico, ha trovato la sua dimensione professionale come agente di assicurazione, gestendo la propria agenzia.
Si considera fortunato per aver trasformato una passione in un lavoro e per aver trovato appagamento anche nella sua attuale carriera, cercando di costruire un team di lavoro “come uno spogliatoio”.
Un Legame Indissolubile con la Città
Sinagra ha ribadito il suo “bellissimo ricordo di Castellammare” anche al di fuori del campo, parlando della gente conosciuta e del legame stretto con i tifosi.Ha vissuto all’Hotel dei Congressi e ha ricordato come l’esperienza nella città lo abbia “fatto crescere come ragazzo come giocatore”, essendo stata la sua prima esperienza da professionista dopo la Primavera della Sampdoria.
Infine, ha espresso la speranza di poter tornare presto a Castellammare per assistere a una partita, magari anche con la sua Sampdoria.





