Londra concede l’estradizione per Assange

Nella Giornata per i diritti umani la Corte di Londra concede l’estradizione di Julian Assange negli States. Rischia 175 anni di carcere

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Nella Giornata per i diritti umani la Corte di Londra concede l’estradizione di Julian Assange negli States. Rischia 175 anni di carcere, per aver mostrato al mondo, brandelli di verità. La democrazia è un’illusione.

Julian Assange è il simbolo dei nostri tempi. Tempi nei quali dei bravi giornalisti d’inchiesta possono scoprire orribili crimini di guerra e per questo venir perseguitati, privati della libertà, spiati e condannati, mentre quelli che i crimini li hanno commessi, riceveranno una promozione, a riprova del fatto che non agivano in proprio.
Elicotteristi dell’esercito americano che uccidono ridendo, civili e giornalisti. Militari che non sono mai stati puniti, perché il crimine, l’unico, quello vero, è informare, far conoscere la verità. 11 anni di prigionia e di diritti violati, al miglior giornalista d’inchiesta che la storia ricordi. Accusato in un primo tempo di violenza sessuale, proprio come Ranucci, ora di molestie sessuali. Stesso copione, il potere non coltiva la fantasia nel suo giardino, solo la repressione.
“Se la guerra può essere innescata dalle bugie, la pace può avere inizio con la verità “
Così si esprimeva Julian Assange, dicendo una profonda verità, una verità temuta dal potere, che nelle guerre affonda le proprie radici, traendo nutrimento.
Assange non hai mai pubblicato falsità e questo è il suo vero crimine. Assange non si è piegato alla logica del denaro, non ha cercato il posto fisso, la pensione d’oro. Non si è adeguato e per questo ha vissuto anni in fuga, senza fissa dimora, prima di auto confinarsi nell’ambasciata ecuadoriana di Londra, dove veniva spiato giorno e notte.
Dopo anni passati in isolamento, senza neppure un’ora d’aria, altro che 41bis, è stato infine arrestato e tradotto nel carcere di massima sicurezza londinese, in attesa del pronunciamento di oggi, un atto di guerra, al giornalismo d’inchiesta.
Il mondo, ormai pieno zeppo di democrazie fasulle, ha mandato un segnale forte alla stampa ed ai pochi giornalisti superstiti…questo è ciò che accade a chi viola i segreti di Stato.
Segreti di Stato che qui in Italia conosciamo bene, quelli contro i quali, rimbalziamo da sempre, quelli che servono a celare le verità scomode al potere.
Attraverso il sito Wikileaks, Assange ha pubblicato documenti di fonti anonime e informazioni segrete. Sulla rivolta tibetana in Cina, sulla corruzione del mondo arabo, lo scandalo dei petroli in Perù, i bombardamenti nello Yemen, le esecuzioni della polizia del Kenya, fino ai video del 2010. Quello di “Collerateral Murder”, i “Diari della guerra in Iraq” e “Cable Gate”.
Un affronto troppo grande, per i nostri amati alleati guerrafondai d’oltreoceano. Come si permette questo, di mostrare immagini vere? Del resto, se il nostro piazzamento per libertà di stampa è vergognoso, il loro fa schifo, vengono perfino dopo in classifica. Dopo il Burkina Faso, la Giamaica, la Namibia, il Ghana, la Slovenia e molti altri, arrivano i grandi “States”…il miraggio della libertà e dell’uguaglianza.
Ma il miraggio è un fenomeno che si verifica solo in presenza di precise condizioni. Prima fra tutte la disinformazione, che è il terreno sul quale apparirà l’immagine dominante, quella che tutti crederanno di aver visto. Non importa cosa fai realmente ma ciò che fai apparire.
Visione condivisa da molti collezionisti di scheletri per armadio, visto che praticamente nessuno Stato ha alzato un dito per difendere Assange, temendo forse, future inchieste, anche sul loro operato o ritorsioni del fuoco amico.
Persino Papa Francesco, dotato di cuore e coraggio, ha ritenuto più prudente, inviare ad Assange un biglietto, una specie di “pizzino” consegnato in carcere, piuttosto che parlarne apertamente nelle sedi opportune, sapendo bene, che le inchieste di Assange, non sarebbero gradite, neppure in Vaticano. Il Santo Padre, ha esortato i giornalisti a consumarsi la suola delle scarpe, infatti a quelli bravi, salterà subito la macchina.
Il caso Assange andrà studiato con attenzione ed obiettività. Offre un’opportunità unica di prendere il polso al potere mondiale occulto che è dovuto venire allo scoperto.
Ovunque è in aumento la violenza contro i giornalisti. L’America, lo scorso anno ha segnato un record di aggressioni, In Ungheria vengono arrestati, come in Turchia o in Kosovo, del resto. Nei paesi Arabi li fanno a pezzi, in Russia veleno ed anche qui vengono uccisi.
I pochi ancora vivi, sono sotto scorta, gli altri sono fuggiti anni fa. Chi non se l’è sentita di fare disinformazione, si occupa di ricette. L’eroismo non è poi così diffuso.
La democrazia, senza libertà di stampa è una parola priva di significato. Oggi purtroppo sappiamo che è così. Sono i governi anti-democratici che ostacolano l’informazione libera, esercitando il controllo dell’opinione pubblica e la gestione del consenso.
Chi controlla l’informazione, esercita il potere più grande, condizionando la vita di tutti.
Assange è stato accusato di qualsiasi cosa ma nessuno ha mai potuto affermare che le notizie diffuse fossero false. E quindi di cosa lo si accusa? Di fare bene il giornalista? Dopo 11 atroci anni di privazioni in Inghilterra, se estradato in America, ne rischia altri 175. Tutto, per aver fatto conoscere al mondo, qualche brandello di verità.
Tutte le principali organizzazioni per la difesa dei diritti umani, si sono opposte a questa estradizione, come Amnesty International, Human Rights watch e Reporters sans frontiere.
Sempre Amnesty, definisce questa decisione ” una parodia della giustizia”. Le accuse mosse ad Assange, “pongono una grave minaccia alla libertà di stampa, negli Stati Uniti e nel mondo.”
Di questo sì tratta. E si capisce che il giornalismo d’inchiesta sia scomodo, perché nei mesi scorsi, da altre rivelazioni di Yahoo!news, emergeva che la Cia, nel 2017, sotto la guida di Mike Pompeo, stesse pianificando il rapimento e l’uccisione di Assange ed altri giornalisti di WikiLeaks. Così va il mondo, nell’indifferenza generale e inconsapevole.
In questo bel clima democratico e rassicurante, proprio nella giornata internazionale per i diritti umani, la Corte di Londra, ci dimostra che tutto il mondo è paese e che dei diritti umani, non interessa proprio a nessuno, come di quelli animali, del resto. Buone feste.
Inutile dire che il governo dei migliori, in totale fratellanza atlantica, si è vigliaccamente genuflesso, in direzione di Washington, producendo una votazione contraria alla mozione per lo status di rifugiato politico ad Assange. Figuriamoci, loro farebbero arrestare anche Travaglio, immagini Assange che ficca il naso nei segreti di pulcinella? Percaritadiddio, nemmeno pensarci. Bocciato. 225 no, 22 si e 137 astenuti.
Bentornati nel 1917 quindi, data della legge rispolverata per l’occasione, dallo zio Tom.
Direttamente dopo lo sterminio dei popoli nativi, si pensò subito a proteggere i segreti militari e di stato, unica vera ricchezza dei popoli democratici, così i saggi oltreoceano, scrissero questa legge contro lo spionaggio, che oggi si adatta benissimo, guarda caso, all’ackeraggio di filmati riservati, destinati unicamente alla riproduzione privata, per pochi amatori, in grado di capirne il reale e profondo significato, ben oltre l’apparenza.

Francesca Capretta / Redazione

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