La Margherita è una questione di copyright

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Ci deve essere qualche problema di comunicazione o di cattivi rapporti tra alleati, se dopo la rottura tra i radicali di Emma Bonino e il Pd, anche la ministra Lorenzin minaccia di rompere l’alleanza con Renzi per correre da sola. Va bene che il segretario del Pd gode di una pessima fama in quanto ad alleanze e si sa che attorno a se non tollera la presenza di nessuno che possa rischiare di fargli ombra, ma di questi tempi non proprio florido in termini di consensi, forse farebbe meglio a curare di più le possibili alleanze. E invece no: anche la ministra della Salute, portata in palmo di mano dopo aver scelto il centrosinistra al contrario dei suoi ex colleghi del centro alfaniano, sta pensando di correre da sola. Questione di simbolo che ricorda quello della Margherita e che gli avvocati custodi non vogliono cedere. Insomma a questioni di copyright che non hanno molto a che vedere con la politica e che, soprattutto, non interessano veramente nessuno. Ma che tuttavia possono mandare all’aria una coalizione che in determinate situazioni in bilico possono dipendere da ogni singolo voto. Astuta, invece, la mossa della sindaca di Roma Raggi che ben consigliata dai suoi avvocati ha chiesto il giudizio immediato per l’accusa di falso. Immediato si fa per dire perché in questo modo il processo non comincerà prima della prossima primavera, comunque dopo il voto. Così Raggi e i Cinquestelle evitano di stare sul banco degli imputati proprio nel momento decisivo della campagna elettorale. E anche la vicenda del sito in tilt per le parlamentarie sarà presto dimenticata e archiviata dai militanti disposti a passare sopra a tutto per arrivare al potere. In fondo bastano pochi clic per risolvere la propria vita.

vivicentro.it/EDITORIALI

Repubblica/GIANLUCA LUZI

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