“Fortuna Loffredo martire della pedofilia”, proposta di don Maurizio Patriciello

“Chiediamo che Fortuna Loffredo sia proclamata Martire della pedofilia”. A fare la proposta è padre...

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“Chiediamo che Fortuna Loffredo sia proclamata Martire della pedofilia”. A fare la proposta è padre Maurizio Patriciello, parroco del parco Verde di Caivano. Lui conosceva quella bimba, vittima di violenze così come certificato anche dalla sentenza emessa ieri.

La terza Corte d’Assise di Appello di Napoli, presidente Vincenzo Mastursi, ha confermato la condanna all’ergastolo inflitta in primo grado circa un anno fa: Raimondo Caputo, detto Titò, è ritenuto colpevole di avere abusato della piccola Fortuna Loffredo e per averla scaraventata dal terrazzo dell’ottavo piano quando lei si ribellò all’ennesima aggressione nel Parco Iacp di Caivano (Napoli), il 24 giugno 2014.
Confermati anche i 10 anni di reclusione all’ex compagna di Titò, Marianna Fabozzi (attualmente domiciliari con divieto di frequentare minori), che era imputata di concorso in violenza sulla più piccola delle sue tre bambine, amiche di Fortuna, secondo gli inquirenti anche loro violentate da Caputo. La Fabozzi è ancora indagata per l’omicidio doloso del figlio Antonio.

Il commento di padre Maurizio Patriciello sul caso Fortuna Loffredo

Giustizia è fatta, sussurra qualcuno. E a me vengono le vertigini. Nei suoi settanta mesi di vita, Chicca ha sperimentato l’inferno. Sotto i nostri occhi. Ha imparato a subire e tacere; ad avere paura senza chiedere aiuto. A celare nel suo piccolo animo emozioni e dolori che avrebbero fatto scoppiare una donna matura. Fino a quel 24 giugno di quattro anni fa quando fu scaraventata dall’ottavo piano come una vecchia bambola di pezza. Nessuno vide, nessuno udì, nessuno seppe dire come andarono le cose. Omertà, paura, ignoranza, reticenza si fusero in un terrificante intreccio. A gettare luce sull’accaduto furono i bambini. Ancora loro, i bambini, protagonisti nel bene e nel male. Le sorelline di Antonio Giglio, il piccolo di quattro anni caduto dallo stesso palazzo un anno prima, furono loro a indirizzare gli inquirenti sulla giusta pista. La loro mamma, Marianna Fabozzi, compagna di Raimondo Caputo, è stata a sua volta condannata a dieci anni di pena. Purtroppo, anche loro, le bambine sono state condannate. Non dalla giustizia ma dalla cattiveria, dal vizio, dalla sciatteria. Dal peccato. Oggi vivono al sicuro lontano dalla famiglia. Preghiamo perché trovino quella serenità e quella pace cui hanno diritto tutti i bambini e che non hanno mai trovato in casa loro. Quanta sofferenza ha scatenato l’orribile reato, il terribile peccato di Raimondo Caputo. Quanti cuori sanguinanti ha lasciato in giro. Chicca è volata in cielo, ma per Mimma, la mamma e i fratellini la vita è tutta in salita. Come in salita è la vita di Marianna Fabozzi, di sua mamma, delle sue bambine. Tiriamo oggi un tristissimo respiro di sollievo. Per quanto umanamente possibile, giustizia è stata fatta. Oggi, però, non vogliamo che su questo dramma dalle dimensioni immani scenda il silenzio. Vogliamo che Chicca assurga a icona di tutti i bambini vittima dello scempio della pedofilia. Vogliamo che la sua morte atroce non sia vana ma possa suscitare un moto di vergogna, di ribrezzo, di ribellione in tutti gli italiani di buona volontà. Domenica scorsa, don Fortunato Di Noto, il prete di Avola, in provincia di Siracusa, fondatore di Meter, l’associazione impegnata sul fronte della pedofilia e della pedopornografia ha scritto: “ Dieci video pedopornografici denunciati da Meter in meno di 5 minuti. Dieci bambine violate e stuprate. Bambine naufragate nella violenza di mani adulte. Sono milioni e milioni di piccoli. Che dobbiamo fare?” È evidente che scandalizzarsi, inorridire, maledire non basta, così come non basta correre in aiuto quando lo scempio è già avvenuto. Dobbiamo pretendere che tutti, a cominciare da chi ci governa, prendino atto della gravità inaudita della pedofilia e della pedopornografia e si diano da fare. Ognuno secondo le sue capacità, le sue possibilità, i suoi poteri. I suoi doveri. Dobbiamo pretendere leggi a tutela dei minori che siano più snelle, più veloci, più efficaci. Dobbiamo farci accanto ai Paesi poveri perché i bambini non vengano venduti ai viziosi ricchi alla stregua delle cose. Dobbiamo fare in modo che di questi orribili misfatti se ne parli sempre di più, nelle parrocchie, nelle sinagoghe, nelle moschee, nei circoli culturali, nelle scuole. In televisione, sui giornali. Dobbiamo impegnarci sul serio per promuovere una cultura che metta al centro la vita. Sempre, soprattutto quando è più fragile, più indifesa, più bella. Che metta al centro i bambini e il loro diritti di essere lasciati in pace. Chiedo che Fortuna Loffredo venga proclamata piccola martire della pedofila.

FONTE

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