Amianto killer in Fincantieri: Condannata l’industria navalmeccanica per la morte di un operaio

Alla famiglia un risarcimento del danno di 850mila euro. I dati dell’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona) sui decessi nella cantieristica navale

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L’amianto continua ad uccidere coloro che hanno lavorato nei cantieri navali del gruppo Fincantieri, da Monfalcone a Castellammare di Stabia, a Palermo come a Trieste.

Il Tribunale di Trieste ha condannato la società Fincantieri S.p.A. al risarcimento del danno per € 869.000,00, per la morte dell’elettricista Alfio Derin, esposto ad amianto nei cantieri riuniti dell’Adriatico, poi assorbiti da Italcantieri, poi Fincantieri.

L’agonia del Sig. Derin è iniziata con la diagnosi di mesotelioma nel marzo 2017, quando furono gli stessi sanitari dell’Ospedale di Cattinara (Trieste) ad informarlo che la sua malattia aveva origine dalla pregressa esposizione ad asbesto”.

Ora, finalmente, dopo anni di battaglie giudiziarie, la condanna del tribunale a risarcire i familiari per un importo complessivo di 850mila euro.

La somma finale è stata determinata da diversi fattori:

224 mila circa per i danni subiti dal lavoratore, da liquidare pro quota agli eredi;

243mila circa per la vedova, Fides Fontanot;

197mila e 204mila circa per le due figlie orfaneLucilla Derin e Patrizia Derin.

Lo staff legale, con l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, affiancato dall’Avv. Corrado Calacione, è riuscito a dimostrare il pieno nesso di causalità tra l’esposizione ad amianto e la morte dell’operaio.

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La situazione attuale dell’utilizzo dell’amianto in Fincantieri

Una situazione quelle delle malattie amianto correlate che riguarda da vicino anche la regione Campania dove l’incidenza è tra le più altre d’Italia e Castellammare, in particolare con la presenza storica del cantiere navale.

Finalmente abbiamo ottenuto giustizia” – dichiara Bonanni – “continua purtroppo la strage di malattie di amianto per l’esposizione nella cantieristica navale.

dati del VII ReNaM, fermi ormai al 2017, sono quantomeno allarmanti: 982 casi di mesotelioma, pari al 4,4% del totale”. “I nostri dati – spiega il Presidente ONA – evidenziano che, all’estate del 2023, i casi di mesotelioma censiti sono almeno 1.150, che costituiscono l’evento sentinella rispetto a tutte le altre malattie asbesto correlate, tra le quali il tumore del polmone, per il quale sono stati censiti ulteriori circa 2.000 decessi, a cui vanno aggiunti tutti gli altri casi (asbestosi, tumore della laringe, faringe e del tratto gastro intestinale), per cui, complessivamente, purtroppo, il numero di decessi nella cantieristica navale è superiore a 4.000

Una vera e propria epidemia, contro cui dobbiamo lottare. Prima di tutto con la diagnosi precoce, la terapia e cura, e poi assicurando il giusto risarcimento dei danni alle vittime”.

Per questi motivi, l’ONA ha costituito il numero verde 800.034.294 e lo sportello amianto (https://www.osservatorioamianto.com/sportello-nazionale-amianto/), cui ci si può rivolgere per una consulenza gratuita.

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