Roma-Napoli 0-1, l’occhio indiscreto di Natale Giusti

Roma-Napoli 0-1, gli azzurri contro l'anticalcio di Josè Mourinho ottengono l'undicesima vittoria consecutiva tra Champions e Campionato grazie ad un gol strepitoso di Osimhen

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Roma-Napoli 0-1, gli azzurri contro l’anticalcio di Josè Mourinho ottengono l’undicesima vittoria consecutiva tra Champions e Campionato grazie ad un gol strepitoso di Victor Osimhen a dieci minuti dalla fine.

ANALISI E CONSIDERAZIONI SULLA GRANDE VITTORIA DEL NAPOLI A ROMA.

Nel trionfo azzurro all’Olimpico il grande merito degli azzurri e di Spalletti è stato quello di interpretare nel modo migliore il match e di saper sfruttare le occasioni che di sicuro sarebbero poi arrivate nel corso del match.

Come si suol dire a Napoli, la Roma di Mourinho era “carta conosciuta” per il tecnico di Certaldo. Grande pressing e grande fisicità in ogni zona del campo con anche otto uomini quasi sempre dietro la linea della palla e pallate e lanci lunghi per i due attaccanti davanti, Zaniolo e Abraham, nella speranza che accadesse qualcosa.

Il Napoli però fin dal primo minuto di gioco ha saputo disinnescare le trappole disseminate in ogni zona del campo da Mourinho e ha avuto il merito di avere tanta pazienza prima di infliggere la stoccata decisiva.

Nel primo tempo, se si eccettua il rigore prima concesso da Irrati e poi revocato dal Var per presunto fallo di Rui Patricio su Ndombelè, poche le azioni degne di nota sull’uno e sull’altro fronte anche se era sempre il Napoli a fare il match.

Un Napoli che, a differenza delle altre gare, non andava a fare un pressing feroce anche sul portiere avversario ma piazzava costantemente cinque uomini sulla trequarti impedendo in questo modo alla Roma di superare indenne la prima linea di pressione degli azzurri.

Nel secondo tempo il Napoli ha legittimato la vittoria che sarebbe arrivata in coda al match. Almeno quattro le occasioni create dagli azzurri prima della stoccata decisiva di Osimhen. Clamorosa la parata di Rui Patricio su Lozano, il tiro a botta sicura di Juan Jesus in area di rigore sugli sviluppi di un angolo e soprattutto il gol divorato dallo stesso Osimhen ben imbeccato da Lozano.

Ragion per cui Mourinho non può assolutamente parlare di risultato ingiusto. Il Napoli ha meritato la vittoria arrivata solo a dieci minuti dalla fine sull’asse di destra Di Lorenzo-Politano e gran lancio di quest’ultimo per Osimhen che ruba il tempo a Smalling e con una cannonata da posizione angolatissima (3,6% di probabilità di segnare da quel punto) ha beffato Rui Patricio con un tiro pressoché imparabile.

Mourinho, al di là delle assenze, paga il suo anticalcio assoluto. Otto uomini in difesa dietro la linea della palla per 98 minuti e lanci lunghi e pedalare per il nulla assoluto davanti. Zero tiri in porta, roba che neanche i peggiori Mazzone e Sonetti dei tempi d’oro avrebbero saputo fare meglio. Per cui caro Mourinho non puoi assolutamente parlare di ingiustizia nel risultato finale. Tu che probabilmente sei uno degli allenatori più sopravvalutati degli ultimi anni della storia del calcio e che vivi ancora di rendita sul Triplete conquistato all’Inter ma con campioni veri e di assoluto livello in campo.

Ora il Napoli è atteso dalla gara di Champions con i Rangers per consolidare le chance di primo posto nel girone e poi sabato al “Maradona” arriverà il Sassuolo per continuare a inseguire il sogno in una gara per nulla scontata e nella quale ci vorrà ancora una volta il miglior Napoli.

Per ora godiamoci il record delle 11 vittorie consecutive, ottenuto un’altra volta sola nella storia degli azzurri a cavallo tra l’aprile 1985 e il settembre 1986. Alla fine di quella stagione arrivò lo scudetto. E non ci poteva essere record più beneaugurante.

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