Napoli – Atalanta (2-0). I voti ai protagonisti in campo

Il Napoli ritorna alla vittoria tra le mura amiche battendo l'Atalanta per 2 reti a zero a fronte di una prestazione da buoni voti in pagella

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Il Napoli, dopo lo scivolone interno con la Lazio di due settimane fa, ritorna alla vittoria tra le mura amiche battendo l’Atalanta per 2 reti a zero a fronte di una prestazione ancora una volta da buonissimi voti in pagella.

Tabellino della gara

Napoli (4-3-3): Gollini; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim (31′ st Juan Jesus), Olivera; Anguissa, Lobotka, Zielinski (21′ st Ndombelé); Politano (21′ st Elmas), Osimhen (40′ st Simeone), Kvaratskhelia (40′ st Zerbin).

A disp.: Marfella, Idasiak, Demme, Bereszynski, Zedadka, Ostigard, Gaetano.

All.: Spalletti

Atalanta (3-4-1-2): Musso; Toloi (44′ st Lookman), Djimsiti (44′ Demiral), Scalvini; Maehle (23′ st Zappacosta), De Roon, Ederson, Ruggeri, Pasalic (23′ st Boga); Hojlund (1′ st Muriel), Zapata.

A disp.: Rossi, Sportiello, Okoli, Palomino, Soppy.

All.: Gasperini

Arbitro: Colombo

Marcatori: 15′ st Kvaratskhelia (N), 32′ st Rrahmani (N)

Ammoniti: Ruggeri (A), Osimhen (N), Scalvini (A)

Questi i voti agli azzurri dopo Napoli – Atalanta:

GOLLINI, voto 7:  schierato titolare all’ultim’ora, per un problema occorso nel riscaldamento a Meret, mostra tanta affidabilità e personalità.

Per un ruolo sempre assai delicato come quello del portiere, stare lontano dal terreno di gioco per tanti mesi (in serie A non giocava addirittura dallo scorso 28 Agosto 2022, ironia della sorte in un Fiorentina-Napoli in cui vestì la maglia viola) e rispondere presente senza sbavature, è cosa nient’affatto scontata e che merita il giusto apprezzamento.

Esibisce, oltretutto, buone doti con i piedi, distribuendo sempre appoggi precisi e carattere nel guidare la difesa, facendosi sentire a gran voce quando serve.

Ottimo l’intervento nel finale su Ruggeri, che evita ai suoi un finale in sofferenza.

DIFESA

DI LORENZO, voto 7:  il Capitano corre a perdifiato sulla corsia di destra, macinandola avanti e indietro per un’infinità di volte e senza mai perdere la lucidità, sia in fase di spinta sia in fase di ripiegamento.

Impossibile dargli un voto inferiore, anche per la straordinaria continuità che riesce a dare alle sue prestazioni nel tempo

KIM, voto 8 :  Monumentale, mastodontico, enorme. Scegliete voi quale aggettivo vi garba di più, ma la sostanza è quella: siamo davanti ad un top player.

Il gioco maschio di Gasperini, anzichè deprimerlo, lo esalta: il Maradona chiama il suo nome e il coreano risponde esibendosi in una serie incalcolabile di interventi a recupero sul pallone.

E di tutte le specie possibili: anticipo di testa, anticipo sulla corsa, tackle in scivolata, lotta greco-romana, duello corpo a corpo, sfida in velocità e chi più ne ha più ne metta.

Dalle sue parti, per intenderci, la palla non si vede neanche, tutt’al più la si immagina.

Difficile pensare che possa esserci qualche altro interprete del ruolo capace di eguagliare, in questo momento storico, il livello di performance di Min-Jae.

E altrettanto complicato è trovare, al coreano del Napoli, qualche punto debole. Højlund, la nuova promessa della Dea, viene semplicemente mortificato.

Zapata, che pur gioca una buona partita, è costretto ad andare dalle parti di Rrahmani per rendere la contesa un po’ più giocabile. Il che la dice tutta.

Esce per un infortunio al polpaccio. Spalletti ( e tutta i tifosi del Napoli) incrociano le dita

RRAHMANI, voto 7:  il buon Amir non sarà Kim, ma è proprio la sua consapevolezza di non esserlo, forse, il più oscuro segreto del suo successo: il livello di concentrazione e di applicazione alla partita, del kosovaro, è di assoluto livello.

Mai una disattenzione, mai una giocata di sufficienza. Sempre, al contrario,  spina attaccata alla partita e schiena dritta.

Esegue bene, come al solito, le marcature preventive e tutto sommato è un cliente scomodo per Zapata, il quale ( nonostante una buona prestazione), se la vede dura col nostro numero 13.

Che ha il merito, soprattutto, del goal che chiude la partita, rilassa i nervi e apre le porte ad una vittoria importantissima

OLIVERA, voto 6.5:  robusta prestazione anche dell’uruguagio, che regge belle i duelli fisici, cresce alla distanza e dimostra la consueta solidità difensiva.

In fase di proposta, lo si sa e lo si era già detto: non è Mario Rui, ma si impegna.

Il coraggio non gli manca, la faccia tosta nemmeno.

CENTROCAMPO

ANGUISSA, voto 6.5:  sbaglia troppi appoggi soprattutto nel primo tempo, vuoi per indolenza, vuoi (forse) per una condizione fisica che ragionevolmente può essersi un po’ appannata, per i tantissimi minuti disputati in campo dall’inizio della stagione.

Cresce visibilmente nel secondo tempo e sembra quasi trovare maggior brio dopo il goal dell’1-0, recuperando forma e applicazione.

Pedina fondamentale, anche quando il serbatoio è in riserva

LOBOTKA, voto 7:  Gasperini non gli applica la gabbia ossessiva che su di lui impose Sarri una settimana fa, per quanto abbia sempre l’uomo fisso che lo insegue ad ogni passo, come ormai è consuetudine per lui.

Tuttavia, come spessissimo gli capita, il buon Stanislav studia prima la posizione ( o, se preferite, la marcatura), escogita la contromisura e riesce sempre a ritagliarsi i suoi spazi di vitale libertà, nella miglior zona del centrocampo possa occupare. Totale.

ZIELINSKI, voto 6.5:  elegantissimo ed efficace nel rispondere, alla fisicità esagitata dell’Atalanta, con la classe e la proprietà tecnica che lo contraddistinguono e che gli consentono, il più delle volte, di smistare sempre palloni in modo intelligente e utile per la manovra.

Anche stasera, non tira dal cilindro la giocata stupefacente, ma questo nulla toglie a una prestazione di livello del polacco.

ATTACCO

POLITANO, voto 6.5: chiamato a sostituire il malconcio Lozano, il buon Matteo lo fa in modo degnissimo per più di un’ora di gioco, ovvero fino alla sostituzione.

A disposizione dei suoi, il numero 21 azzurro mette sempre tanta abnegazione, grinta ed esplosività.

Peccato gli manchi, in qualche circostanza, quel qualcosina in più per essere decisivo in fase di finalizzazione o in fase realizzativa, ma forse la risposta sta pure nelle ripetute scalate di fascia che effettua al servizio della squadra e che inevitabilmente possono togliere un po’ di brillantezza. Vivace.

OSIHMEN, voto 7.5: anche quando non trova la via del goal, è sempre decisivo l’apporto che garantisce alla squadra.

Nell’occasione della rete di Kvara, è lucidissimo a servire il georgiano.

Manda in crisi Djimsiti prima e Demiral poi, che sono terrorizzati ogni qual volta Victor riesce a strappare.

Tenta il super-goal in rovesciata ( pensiero ed esecuzione notevoli, ma mira troppo centrale).

Per il resto, a parte un colpo di testa fuori di poco, su un cross di Politano nella ripresa, non ha grosse chances dentro l’area ma è al solito preziosissimo per il collettivo, perché non molla un pallone, guida e chiama il pressing alto, si propone costantemente in profondità e riesce a mettere in crisi la linea difensiva avversaria anche se chiamato semplicemente a contendere un pallone sulla linea di fondo

KVARA, voto 8.5: Fa un goal enorme, che potrebbe valere da solo il prezzo del biglietto ed è un calcione al fondoschiena dei tatticismi esasperati e dei distruttori dell’altrui poesia.

E’ un goal, il suo, che ci riporta quasi ad un calcio antico, dove era l’estro superiore del giocatore di punta a decidere, sovente, le contese più agguerrite.

Sterza una volta, una seconda, una terza e poi manda un missile sotto l’incrocio, che Musso può solo contemplare.

Sembra quasi più uno sciatore, che un giocatore di football, quando manda in bambola i difensori dell’Atalanta, che possono assistere solo passivamente allo spettacolo di cui sono (s)fortunati protagonisti.

E’ un goal, il suo, pure tremendamente decisivo, perché stappa una partita complicata e fa, del Maradona, una commovente bolgia d’altri tempi.

Gasperini e i suoi messaggeri lo francobollano sistematicamente ma lui, il genio di Tblisi, trova sempre un modo per esser faro dove altri provano solo a fare ombra.

I VOTI AI SUBENTRATI DI NAPOLI – ATALANTA

JUAN JESUS, voto 6:  entra, pure lui, “a sorpresa”, complice il forfait di un gigantesco Kim. Lo fa, come al solito, mettendo in campo tutta la sua serietà e piena concentrazione, senz’affanni e con ordine

NDOMBELE, voto 6: sostituisce Zielinski e si fa notare per qualche guizzo di classe e di forza. A volte esagera con i preziosismi, ma è utile sia a coprire sia a proporsi, soprattutto senza far rimpiangere la cifra tecnica del calciatore che ha rimpiazzato

ELMAS, voto 6: fa tirare il fiato a Politano e si fa vedere a tutto campo, sempre con buona tecnica, capacità di inserimento e personalità

SIMEONE, S.V.

ZERBIN, S.V.

I voti ai bergamaschi dopo Napoli – Atalanta:

MUSSO, voto 5.5

TOLOI, voto 5.5

DJIMSITI, voto 6

SCALVINI, voto 5

MAEHLE, voto 5

DE ROON, voto 6

EDERSON, voto 5

RUGGERI, voto 5.5

PASALIC, voto 5.5

HOJLUND, voto 4.5

ZAPATA, voto 6.5

DEMIRAL, voto 5

MURIEL, voto 5.5

BOGA, voto 5

ZAPPACOSTA, voto 5.5

LOOKMAN, S.V.

I voti agli allenatori di Napoli e Atalanta:

SPALLETTI, voto 7:  legge benissimo la partita, accettando il confronto fisico contro Gasperini e soci e venendone fuori, alla distanza, con pazienza, sapiente cucitura e la classe dei suoi migliori interpreti

GASPERINI, voto 5: il suo “uomo-contro uomo” non è più una novità per nessuno, i suoi interpreti non sono più tutti quelli super funzionali al contesto di una volta e il risultato è che la forbice tra la Dea e le big, che era andata notevolmente assottigliandosi negli ultimi anni, ora pare lentamente riprendere il suo corso più naturale, ossia quello che vede l’Atalanta sì una bellissima provinciale ma che forse può, al massimo, puntare a centrare uno slot tra Europa League e Conference.

Il che, per il club di Percassi, resta pur sempre un risultato ragguardevole ma che d’altra parte ne ridimensiona un po’ le mire dell’ultimo lustro.

Gasperini, da parte sua, prova ad opporre al Napoli le armi che meglio conosce ma Spalletti ha studiato, resta compatto e lo punisce con i suoi top player.

IL DIRETTORE DI GARA

COLOMBO, voto 6:  Corretta gestione dei cartellini, nel contesto di una partita priva di episodi complicati e quindi di facile lettura.

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