Editoriale: Il Napoli acciuffa un punto a San Siro nerazzurra, finisce 1-1 contro l’Inter

La nostra analisi al termine di Inter - Napoli terminata con un pareggio degli azzurri a San Siro contro la capolista erede dello scudetto azzurro

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Nel nostro editoriale post Inter – Napoli (1-1) esprimiamo il nostro pensiero sull’andamento della gara tra i partenopei e i neroazzurri.

Il Napoli riprende per i capelli la lanciatissima capolista Inter nella sfida andata in scena, contro i meneghini, nel suggestivo teatro dello stadio San Siro. Una trasferta da sempre storicamente ostica per i colori partenopei, che alla vigilia pareva ancor più insidiosa visto il momento storico diametralmente opposto che stanno vivendo le due contendenti: da una parte un’Inter che sta dominando il campionato con statistiche da schiacciasassi, dall’altra parte un Napoli che – se è vero abbia ritrovato un barlume d’identità dall’inizio dell’era Calzona – resta comunque una squadra che sta vivendo una stagione molto più che deludente, sulla scia di una totale involuzione rispetto alla scorsa annata.

Editoriale Inter – Napoli: L’eliminazione Champions premessa comune ad entrambe

Entrambe le compagini hanno però un aspetto in comune: sono ambedue reduci dall’eliminazione agli ottavi di Champion’s; il Napoli, per mano del Barcellona, mentre l’Inter dell’Atletico Madrid.

Con una differenza sostanziale: se il Napoli aveva terminato la corsa già al termine del secondo tempo, per l’Inter invece la contesa si è protratta fino ai calci di rigore. Per i nerazzurri, dunque, sulle gambe restano le scorie non soltanto di oltre 30 minuti in più di partita, ma anche della tensione nervosa culminata nell’atto finale dei penalty, con l’ultimo decisivo errore di Lautaro che ha condannato Martinez e soci all’uscita di scena.

Il racconto della gara nel nostro editoriale post Inter – Napoli

Nonostante la maggiore fatica accumulata sul campo, sembra l’Inter la squadra più brillante, quantomeno – di gran lunga – per i primi 25 minuti.

Il Napoli, privo di un Osihmen non al meglio, propone Raspadori centravanti e si obbliga così, in partenza, a rinunciare alla classica palla in profondità per uscire dalla pressione. Così, l’idea dei partenopei sarebbe provare a sviluppare il gioco partendo dal basso, al tempo stesso accettando il rischio di andare a prendere l’Inter con un pressing offensivo. L’Inter, dal canto suo, non si nasconde rispetto alla provocazione tattica di Calzona, riuscendo spesso a intercettare linee di passaggio ballonzolanti intorno all’area di Meret.

Oltretutto i nerazzurri, dal basso, sanno costruire assai meglio del Napoli, anche potendo contare sulle qualità tecniche – sopra la media per il ruolo – dei propri difensori; ne vien fuori che la banda Inzaghi trova quasi sempre la maniera per trovare un corridoio per uscire, mentre il mismatch si rende tanto più disomogeneo quando i padroni di casa riescono ad aggirare facilmente il tentativo di pressing avanzato degli uomini di Calzona, liberando sempre il terzo uomo e riuscendo a ribaltare il fronte con tanti uomini in frazioni di secondo.

IL PRIMO TEMPO

La conseguenza piuttosto inevitabile, di tutte queste premesse, è che sia proprio l’Inter a creare le più nitide palle goal o meglio le uniche palle goal degne di essere definite tali: ci vuole super Meret due volte nella stessa azione, su Darmian prima e Lautaro poi, per evitare la capitolazione intorno al quarto d’ora; appena pochi secondi prima, era stato invece decisivo Juan Jesus a salvare in spaccata su Thuram.

Dopo una prima mezz’ora di sofferenza e pericoli scampati, ecco finalmente il Napoli. Che, pur non riuscendo a impensierire Sommer, quantomeno inizia a giocare palla stabilmente nella metà campo nerazzurra, trovando qualche linea di passaggio interessante e riuscendo a scrollarsi di dosso l’apnea.

Traorè avrebbe una buona palla di testa sul finale ma l’elevazione non è proprio tra le sue skills migliori e così, quando il primo tempo sembra avviato allo 0-0, ecco invece l’episodio che stappa l’inerzia: il goal di Darmian quasi sulla sirena che scrive l’1-0 momentaneo.

Nell’occasione, sembra di rivedere quasi il goal preso da Lautaro in Supercoppa, con interpreti diversi ma dinamica di gioco molto simile: azione in “accerchiamento” dell’Inter, che sviluppa pazientemente, riempie l’area con tanti uomini in pochissimi secondi che accompagnano l’azione e ti stritola ai due lati facendo salire esterni e braccetti a supporto.

IL SECONDO TEMPO

Serve ancora super Meret, ad inizio ripresa, per evitare che il passivo per il Napoli diventi più pesante. Poi, ugualmente a quello che era successo nel primo tempo, gradualmente gli azzurri riescono a limitare le sfuriate dei padroni di casa e a ritagliarsi, pazientemente, la propria prestazione. Già intorno all’ora di gioco, è il Napoli ad impadronirsi del possesso palla in maniera piuttosto evidente. L’Inter, palesemente a corto di fiato, vive solo di sporadiche folate o di qualche errore in uscita dei partenopei, che di minuto in minuto iniziano a stazionare con continuità nella metà campo avversaria.

Il che comunque non frutta più di qualche corridoio interessante intercettato o di qualche iniziativa imprecisa dei migliori singoli.

Il pareggio del Napoli

Intanto, però, l’Inter fa sempre più fatica ad uscire col passare dei minuti e alla lunga, la pressione azzurra, coglie il frutto sperato su mischia da corner: Juan Jesus si ritrova un pallone d’oro sulla testa a due passi dalla rete di porta ed insacca, insieme, goal dell’ex e pareggio napoletano: è 1-1.

La sensazione è che, nel finale, possa essere il Napoli a spuntarla, con l’Inter ormai sulle gambe; agli azzurri, tuttavia, mancherà la lucidità giusta per la giocata risolutiva e dopo qualche vorticoso ma inconcludente ribaltamento di fronte – da una parte e dall’altra – è il pareggio per 1-1 il risultato finale della sfida.

LE CONCLUSIONI DEL NOSTRO EDITORIALE SU INTER – NAPOLI

Un pareggio a San Siro, per la storia del Napoli, è un risultato che non si può certo buttar via a cuor leggero; tuttavia alla fine resta il rammarico, perché con un’Inter così affaticata, soprattutto nella ripresa, probabilmente sarebbe potuta arrivare anche la vittoria con un altro tipo di atteggiamento.

Con un coraggio che, a questo punto della stagione, è per il Napoli una pura necessità e che invece stavolta non s’è visto, neanche da parte del suo allenatore.

Perché un pareggio a San Siro, per la storia del Napoli a San Siro, è un risultato che non si può certo scalciare via come fosse nulla, ma la prospettiva del pareggio, a questo punto della stagione, è una panoramica che al Napoli dovrebbe interessare poco. Almeno se si vuole fare un tentativo serio di darsi un obiettivo.

E dunque a prescindere dalla caratura dell’avversario.

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