EDITORIALE: Napoli sia orgogliosa dei suoi guerrieri, che col vento contrario lottarono da eroi. 1-0 Milan all’atto primo, ma azzurri a testa altissima

EDITORIALE: Il Napoli esce sconfitto per una rete a zero dal quarto di finale d’andata contro il Milan, disputato allo stadio San Siro.

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Risultato a dir poco bugiardo soprattutto per ciò che si è visto nei primi 25 minuti di gara, in cui gli azzurri hanno dominato in lungo e in largo, costringendo i rossoneri a rintanarsi dalle parti di Maignan e avvolgendoli in un assedio vibrante e deciso, a fronte delle eccellenti assenze che avevano indotto Spalletti a partire dal primo minuto con Elmas nell’inedita posizione da punta.

Pronti via e il Napoli potrebbe sbloccare dopo appena 60 secondi: Kvara calcia da dentro l’area a pochi metri dalla porta ma Krunic, che ne aveva propiziato la conclusione, salva il tiro del georgiano praticamente sulla linea; sulla sfera si avventa l’accorrente Mario Rui, che però calcia altro sopra la traversa.

Al terzo minuto, è Anguissa a far partire una staffilata da poco più di una ventina di metri, che Maignan deve allungare in corner.

Il Milan, probabilmente sorpreso dalla partenza spavalda del Napoli, fatica a trovare le opportune contromisure ai contendenti partenopei, che proseguono sulla scia del dominio territoriale con trame di gioco sempre più fitte e spettacolari.

Al decimo minuto, è ancora Kvara a trovare una felice sponda in Elmas e a calciare da poco dentro l’area, vedendosi ribattuto il tentativo ancora in calcio d’angolo.

Sessanta secondi più tardi, è un bel tiro di Zielinski a chiamare Maignan ad una parata nient’affatto facile.

Al tredicesimo, ancora, è il turno di capitan Di Lorenzo, che sale di testa su cross proposto da Rrahmani e non c’entra lo specchio di poco.

Il Milan trova la sua prima palla goal solo al minuto 25: Leao sprinta palla al piede attraversando tutto il campo dopo aver beneficiato di un rimpallo favorevole, ma la sua conclusione angolata, a due passi da Meret, si spegne a lato di un soffio.

Pericolo scampato per gli azzurri. Nell’occasione, il portoghese, avrebbe ben meritato l’ammonizione per aver scalciato la bandierina del calcio d’angolo, in segno di frustrazione dopo il goal fallito: l’arbitro, il mediocre Istvan Kovacs, lo grazia incredibilmente.

Non la stessa clemenza, per usare un eufemismo, adotterà in differenti circostanze.

E’ ancora Kovacs, al minuto 34, a venire in soccorso di Krunic, evitandogli un’ammonizione palese per un fallo netto ai danni di Zielinski.

Si ricorda, per dover di cronaca, che il bosniaco era diffidato e avrebbe saltato il ritorno al Maradona.

Insomma: tra un Kovacs che talora finge di non vedere e talaltra vedrà più che il dovuto, unito ad Amazon Prime che ha la brillante idea di proporre Massimo Ambrosini al commento tecnico (roba che sembrava di stare su Milan Channel), capita di assistere a fatti che valicano l’assurdo e rotolano nel grottesco.

Al ritorno, per riequilibrare almeno la parzialità della voce narrativa, di fianco al buon Sandro Piccinini ci aspetteremmo uno a scelta tra Ciccio Montervino e Pampa Sosa.

Il direttore di gara, che evidentemente è consapevole d’aver già combinato qualche marachella, risparmia il giallo a Kim al minuto 34, compensando così il grossolano errore di 120 secondi prima.

D’ora in poi, cambierà la musica: se fino alla prima mezz’ora l’arbitro rumeno aveva optato per una conduzione permissiva oltre più del ragionevole, da lì in poi decide di ergersi a sergente di ferro.

Che poi, ne pagassero le spese in egual misura rossoneri ed azzurri, lo si potrebbe pure capire.

Il guaio è che la severità sopraggiunta sarà fardello per il Napoli ed ennesimo alleato per il Milan.

Un tempo, i più diplomatici l’avrebbero chiamato “arbitraggio a senso unico a favore della squadra di casa”.

Ma siccome noi siamo molto meno benpensanti, diciamo che forse iniziamo a capire quanto concretamente possa influire il “blasone rossonero” in una competizione europea, al di là del significato retorico ed aleatorio del termine.

Minuto 37 e il primo ammonito della gara risulta essere proprio, guarda caso, quel Piotr Zielinski ( che un bel po’ di calcioni avrà modo di incassarli) per un fallo ai danni, udite udite, proprio di Rade Krunic. Sembra una barzelletta ma è tutto vero.

Al minuto quaranta, il Milan va in vantaggio dal nulla: strepitosa giocata nello stretto di Brahim Diaz che beffa in un colpo solo Mario Rui e Lobotka e apre per Leao, il quale di prima intenzione serve palla a centro-area per l’accorrente Bennacer, a sua volta lesto nel calciare e nell’infilzare Meret sul primo palo.

Nell’occasione, non ci sembra esente da colpe l’estremo difensore del Napoli, che forse sul palo più vicino avrebbe dovuto e potuto provare ad opporre più decisa resistenza, premessa comunque la forza del tiro del centrocampista algerino.

Leggeri e poco scaltri, in fase di pressione, Mario Rui e Lobotka, che rifiutano consapevolmente il fallo tattico per fermare Brahim Diaz e di fatto creano la “giocata-presupposto” per il goal che alla fine deciderà la partita.

Finale di primo tempo con i padroni di casa in crescendo.

Nel frattempo, vengono concessi 4 minuti di recupero.

Al 46esimo, Tonali calcia da dentro l’area un pallone difeso e servito da Giroud, che però viene deviato in corner.

Al 48esimo, da corner, traversa piena colpita da Kjaer, che stacca da solo a centro-area, incontrastato e a Meret ormai battuto.

Il Napoli, incassato lo svantaggio ben oltre i propri demeriti, sembra aver accusato il colpo.

La prima frazione si chiude col Milan avanti di una rete.

Ad inizio ripresa, il Napoli si affaccia due volte in 3 minuti.

La prima, è al 50esimo, quando Elmas stacca di testa a centro-area su bell’invito di Kvara e chiama Maignan ad allungare palla sopra la traversa.

La seconda, è al 53esimo, quando Di Lorenzo riceve palla da Lozano in area e si vede deviare la conclusione ancora in corner.

Non proprio due limpidissime palle goal, ma comunque due tentativi che dimostrano quanto il Napoli si sforzi di essere vivo, nonostante tutte le avversità a cui deve far fronte. Nella fase centrale del secondo tempo, l’impressione è che nessuna delle due voglia prendersi rischi: del resto, il confronto prevede due sfide a distanza di una settimana e nell’ottica degli (almeno) 180 minuti complessivi, la prudenza può essere una consigliera saggia.

Così la pensa il Milan, che punta a tenersi stretto il vantaggio, salvo tentare qualche sortita in contropiede quando ne ha la possibilità.

Così la pensa il Napoli, che non vuole farsi male più di quante ferite (già) non abbia.

Al 60esimo, Bennacer prende il giallo per un fallo su Anguissa: l’algerino sarà rimpiazzato da  Saelemaekers otto minuti più tardi, in quello che sarà il primo cambio della gara.

Il secondo, appena un minuto dopo: Jack Raspadori sostituisce Lozano e si piazza al centro dell’attacco, con Elmas che torna al più congeniale ruolo di ala.

Al 70esimo, doppio giallo per il Napoli nella stessa azione: se lo beccano Anguissa e Di Lorenzo, col capitano ammonito per proteste ( probabilmente, prima di aver commesso fallo, il camerunense lo aveva subito; è da pensare che il disappunto del Capitano andasse in questa direzione).

Al 74esimo, ennesima tegola per il Napoli, con Theo Hernandez che sfugge in velocità ad Anguissa prolungandosi la palla di petto, mentre il mediano azzurro alza la gamba e, nel tentativo di rubare la sfera, interviene in ritardo falciando il francese: seconda ammonizione in 4 minuti e Napoli ridotto in inferiorità numerica.

Altra mazzata per gli azzurri all’78esimo: Kim va a contrasto deciso con Saelemaekers, protesta un po’ accigliato e si vede sventolare in faccia il giallo che fa scattare la diffida e gli imporrà di saltare il match del ritorno.

Ricapitolando: tra una settimana al “Maradona”, il Napoli dovrà recuperare l’1-0 sapendo già sicuramente di dover fare a meno degli squalificati Anguissa e Kim, con Osihmen ancora in forte dubbio, Simeone di certo ai box e Raspadori che appare ancora lontano dalla forma migliore.

Pioli vorrebbe sfruttare l’occasione perfetta e all’80esimo lancia Rebic nella mischia, in luogo di Brahim Diaz.

All’81esimo, tripla mossa Spallettiana: Ndombele, Olivera e Politano entrano al posto di Kvara, Zielinski e Mario Rui. Il risultato è un arrembaggio coraggioso, di un Napoli audace e fiero che, pur con l’uomo in meno, chiude la partita in crescendo, mostrandosi più pericoloso di un avversario pragmatico quanto parecchio fortunato.

All’87esimo, serve un Maignan strepitoso per togliere dalla porta una gran conclusione di Di Lorenzo, splendidamente liberatosi in area.

Un minuto più tardi, sono i freschi subentrati Politano e Olivera a costruire l’ultima vera chance del match: l’ex Sassuolo crossa e l’ex Getafe impatta di testa a pochi passi dalla rete rossonera, con la sfera che si alza di poco dallo specchio.

Kovacs concede 5 minuti di recupero, nei quali l’unica vera emozione che si registra è un giallo per proteste a Rrahmani e Saelemaekers, al termine di un’azione in cui il belga aveva chiesto invano un rigore (inesistente).

Fine primo atto, col Milan vittorioso per un goal a zero. Vanno fatti i più sinceri complimenti al Napoli di Spalletti, che pur privo di elementi di lusso, pur costretto a sperimentare accorgimenti tattici ai limiti dell’improbabile, pur limitato da decisioni arbitrali kafkiane, ha mostrato denti ed attributi allo stadio San Siro, vendendo cara la pelle e costringendo i rivali rossoneri a dover giocarsi comunque la qualificazione in una gara di ritorno che si preannuncia accesa.

Il rammarico, per gli azzurri, è essere arrivati a uno degli appuntamenti con la propria storia forse nel peggior stato di forma di tutta la stagione, dato che parecchi uomini cardine di mister Spalletti appaiono in comprensibile debito d’ossigeno, mentre altri ancora sono incorsi in guai fisici di vario genere.

Come sarebbe andata, senza andare eccessivamente a ritroso, se il Napoli fosse stato lo stesso visto fino a metà Marzo scorso?

E’ una domanda che lascia l’amaro in bocca ai supporters azzurri e tanti ( più che leciti) dubbi che forse non troveranno mai una risposta certa, ma tantissimi rimpianti di sicuro.

La semifinale di Champion’s ( almeno quella) sarebbe stata probabilmente un obiettivo più che alla portata di questo Napoli, il dispiacere è che gli astri non si siano allineati e il fato sia stato ( finora) avverso.

Nulla è ancora perduto e il vantaggio del Milan resta ancora in discussione, ma il fatto che il match di ritorno si giochi appena 6 giorni dopo quello d’andata, non consente facili recuperi di condizione dai più acciaccati. E poi, Kim e Anguissa, due pilastri, s’avrà già la certezza di non poterli proporre.

La strada è oggettivamente in salita, per Kvara e compagni, ma questi ragazzi meritano comunque gli venga riconosciuto lo sforzo di aver onorato la maglia azzurra pur con tutte le avversità succedutesi una dopo l’altra.

Per questo meritano i versi di Paulo Coelho, che parlando dei guerrieri così scriveva:

“Il guerriero della Luce crede e poiché crede nei miracoli, questi cominciano ad accadere.

Poiché ha la certezza che il suo pensiero può modificare la vita, la sua vita comincia a mutare.

Poiché è sicuro che incontrerà l’Amore, l’Amore compare.

Di tanto in tanto si sente deluso. A volte, si addolora.

E allora sente i commenti: “Com’è ingenuo!”.

Ma il guerriero sa che ne vale il prezzo.

Per ogni sconfitta, ha due conquiste a suo favore.

Tutti coloro che credono lo sanno”.

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