Disegno di legge sull’Autonomia: il Cdm approva all’unanimità

Il Consiglio dei Ministri ha approvato all'unanimità il disegno di legge sull'Autonomia differenziata presentato dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli (noto per il suo porcellun) .

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità il disegno di legge sull’Autonomia differenziata presentato dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli (noto per il suo porcellun) .

Disegno di legge sull’Autonomia: il Cdm approva all’unanimità

Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata. Alcuni presenti alla riunione a Palazzo Chigi hanno riferito, all’Adnkronos, che dopo il voto è scattato l’applauso,

Al termine della riunione del Consiglio dei Ministri, i ministri Roberto Calderoli (Affari regionali e Autonomie); Maria Elisabetta Alberti Casellati (Riforme istituzionali e Semplificazione normativa); Raffaele Fitto (Affari europei, Sud, Politiche di Coesione e PNRR), illustrano i provvedimenti approvati.

L’ultima bozza

“L’autonomia differenziata può rappresentare una svolta rispetto ai vincoli che attualmente impediscono il pieno soddisfacimento dei diritti a livello territoriale e la valorizzazione delle potenzialità proprie delle autonomie territoriali”, si legge nella Relazione che accompagna il provvedimento.

“Con l’autonomia differenziata non si vuole dividere il Paese, né favorire regioni che già viaggiano a velocità diversa rispetto alle aree più deboli dell’Italia. L’auspicio è che tutti aumentino la velocità: sia le aree del Paese che con l’autonomia possono accelerare sia quelle che finalmente possono crescere”.

“A tal fine, il fondo di perequazione previsto dall’articolo 119, terzo comma, della Costituzione, dovrà essere utilizzato anche dalle regioni che non fanno richiesta dell’autonomia differenziata. In questo modo cresce l’Italia”.

“Il presente disegno di legge, all’esito di un lavoro istruttorio con il coinvolgimento preventivo della Conferenza delle Regioni, è assoggettabile al parere della Conferenza unificata e ha come filo conduttore l’esigenza di condividere con il Parlamento le decisioni più importanti per rendere effettivo il regionalismo asimmetrico”. 

“Tale esigenza – si legge ancora – si manifesta già nella stessa scelta di affidare a una legge ordinaria del Parlamento il compito di attuare in via generale le disposizioni costituzionali sull’autonomia differenziata. In tal modo, le iniziative che ciascuna Regione interessata vorrà di volta in volta sottoporre al Governo e al Parlamento saranno accompagnate dagli adempimenti che il legislatore avrà ritenuto necessari. Sempre sul ruolo del Parlamento, a fronte del testo costituzionale che si limita a fare riferimento alla sola legge di approvazione di una intesa già conclusa, l’idea di fondo è quella di valorizzare il coinvolgimento delle Camere fin dalla fase preliminare degli schemi di intesa i quali saranno esaminati da parte dei competenti organi parlamentari, che potranno esprimersi con atti indirizzo entro sessanta giorni, secondo i regolamenti di ciascuna Camera”.

“Il sistema, perciò – rimarca la Relazione -, è delineato in modo tale che, quando il testo del disegno di legge di approvazione dell’intesa arriverà alle Camere, queste avranno già avuto modo di operare un esame attento e adeguato, pronunciandosi sullo schema di intesa preliminare, consentendo al Governo e alle Regioni, che sottoscrivono l’intesa, di conoscere anticipatamente le indicazioni del Parlamento, di cui viene riconosciuto il ruolo sostanziale”.

“Per quanto riguarda la determinazione dei Lep nelle materie che possono essere oggetto di autonomia differenziata, la legge di bilancio per l’anno 2023 (legge 29 dicembre 2022, n. 197, articolo 1, commi da 791 a 801) ha istituito una Cabina di regia, composta da tutti i ministri competenti. Questa dovrà provvedere a una ricognizione del quadro normativo in relazione a ciascuna funzione amministrativa statale e delle Regioni ordinarie, con successiva individuazione delle materie o ambiti di materie riferibili ai livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale”.

“La ricognizione dovrà estendersi alla spesa storica a carattere permanente dell’ultimo triennio, sostenuta dallo Stato sul territorio di ogni Regione, per ciascuna propria funzione amministrativa, con susseguente determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni e dei costi e fabbisogni standard nelle materie di cui alla citata disposizione costituzionale, sulla base delle ipotesi tecniche formulate dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard. Al termine di tale iter, entro un anno, la Cabina di regia predisporrà uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri recanti, anche distintamente tra le 23 materie, la determinazione dei Lep e dei relativi costi e fabbisogni standard”, si legge ancora nella bozza.

Le prime opinioni

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante il Cdm, ha detto:

“Questo provvedimento dimostra ancora una volta che questo governo manterrà gli impegni presi, la coerenza con il mandato avuto dai cittadini, per noi, è una bussola”

Ovviamente non poteva mancare il commento del vicepremier e ministro Matteo Salvini che, infatti, dopo l’approvazione del ddl sull’autonomia, ha inviato un messaggio nelle chat dei parlamentari e dei consiglieri regionali della Lega:

“Efficienza, merito, innovazione, lavoro, più diritti per tutti i cittadini in tutta Italia, meno scuse per i politici ladri o incapaci. Autonomia approvata in Consiglio dei ministri, altra promessa mantenuta

Nel testo arrivato in Cdm e visionato dall’Adnkronos si legge:
“Con l’autonomia differenziata non si vuole dividere il Paese, né favorire regioni che già viaggiano a velocità diversa rispetto alle aree più deboli dell’Italia.
L’auspicio è che tutti aumentino la velocità: sia le aree del Paese che con l’autonomia possono accelerare sia quelle che finalmente possono crescere…
… a tal fine, il fondo di perequazione previsto dall’articolo 119, terzo comma, della Costituzione, dovrà essere utilizzato anche dalle regioni che non fanno richiesta dell’autonomia differenziata.
In questo modo cresce l’Italia“.

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