Vespa Rosa: Davide Bozza si esprime così sullo stupro di Palermo

Riceviamo e pubblichiamo il pensiero di Davide Bozza, scrittore che vive a Castellammare di Stabia, in merito allo stupro di Palermo

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Dopo aver contattato Gianfranco Piccirillo presidente onorario di Stabia Amore, associazione socio culturale sportiva, in merito alla vicenda di Palermo che ha visto coinvolta una giovane donna vittima di un “branco” di pseudo uomini autori di uno stupro feroce e senza ritegno abbiamo provato ad ascoltare il pensiero di una donna del Menti.

Le donne stabiesi del Menti possono affermare di aver grandi uomini ma credevo che le stesse volessero intervenire in modo massiccio per far sentire la propria voce cosa che purtroppo non è avvenuta. Alla rubrica Vespa Rosa però ha voluto esprimere il proprio pensiero un altro uomo, e questo ci fa enormemente piacere.

Lui si chiama Davide Bozza. Questo è il testo che ci ha inviato:

“Buongiorno Patrizia, la ringrazio dell’attenzione, Le esprimo di seguito una mia breve considerazione:

In questa estate 2023 in Italia sembra esplodere l’aumento di crimini verso le donne: dal femminicidio agli stupri.

L’ultima notizia di cronaca ci porta a conoscenza di un aberrante stupro di gruppo da parte di 7 giovanissimi ai danni di un’adolescente avvenuto a Palermo.

Ho trovato molto interessante e condivisibile un precedente articolo sulla spaventosa vicenda che riportava la dichiarazione di Gianfranco Piccirillo che nella sua disanima, tra le altre considerazioni, chiamava in causa “la famiglia e la scuola” fatto importante a mio parere perché va al cuore del problema.

Il pensiero di Davide Bozza sullo stupro di Palermo

Cerco di essere breve. È fin troppo evidente che, prima, durante e dopo lo stupro di gruppo avvenuto a Palermo nessuno dei sette violentatori ha mai avuto intenzione di desistere dal commetterlo. Addirittura chi filmava la violenza messa poi in rete su tik tok era l’amico della ragazza, che da indiscrezioni apparse sui giornali nazionali sembra ce l’avesse con lei perché non corrispondeva un suo sentimento “d’amore”.

L’assenza delle famiglie

Ecco in questo evento possiamo notare come sia caduta ogni forma di buon sentimento in quei giovani che avrebbe dovuto inibire la pulsione alla violenza. Qui possiamo chiamare in causa le famiglie per la cospicua parte di responsabilità che gli compete nell’educazione sentimentale dei figli nella società.

Il ruolo della scuola

E subito dopo la scuola, quale istituzione che deve istruire le giovani generazioni e insegnare loro a stare nella società aggregandosi secondo codici culturali sani. Cosa che non avviene perché ormai la politica investe nell’individualismo più spinto e prevaricatore e non nella comunità solidale.

Mi viene in mente un discorso di Anna Kuliscioff che nel lontano 1890 che addossava l’arretratezza della donna anche al “costume” patriarcale che spesso vanificava ogni lotta di miglioramento anche in presenza di leggi migliorative.

Cosicché abbiamo il codice rosso ma i femminicidi continuano. Appare un video di uno stupro e qualche familiare dei presunti carnefici definisce la ragazza “una poco di buono”, “una drogata”, ecc.

Il ruolo dello Stato

Quindi buon auspicio sarebbe che nel mentre si irrigidiscano le pene per i reati più abietti, lo Stato commissioni alle università uno studio sociologico/culturale sulle attuali condizioni della donna nella società italiana. La sola indignazione non basta, ci vuole costanza e disciplina per contrastare il cattivo costume del patriarcato contro la donna”.

Spero possa interessarle questa mia riflessione. Le chiedo cortesemente di presentarmi come lavoratore (lavoro in un supermercato in penisola) e autore di libri.

Precisamente il saggio “Con lo sguardo di Gramsci” edito dalla coop Sensibili alle foglie di Roma.”

Il nostro invito

Lanciamo un appello: donne non avete paura di dire la vostra perchè la rubrica vespa rosa è nata per tutte le vespine giallo-blu per esprimere il proprio pensiero e le proprie emozioni, non solo sul calcio e sulla Juve Stabia.

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