Zimbabwe – Si tratta di due padovani: Claudio Chiarelli di 50 anni e Massimiliano di 20. L’uomo faceva la guida nei safari. L’ambasciata: chiamati dai rangers a partecipare ad una operazione contro i cacciatori di frodo nel parco di Mana Pools. Sono stati freddati per errore dalle stesse guardie della riserva
PADOVA – Due padovani – padre e figlio – uccisi in Zimbabwe. I due stavano partecipando ad una operazione contro i bracconieri e sono stati freddati dalle stesse guardie che stavano aiutando. La notizia, riportata dal Mattino di Padova, è stata confermata a Repubblica.it dall’ambasciata italiana di Harare (l’ex Salisbury, chiamata così, all’inglese, quando il nome del Paese era Rhodesia).
C
laudio Chiarelli, di 50 anni, era nel Paese africano da decenni. Per professione accompagnava i turisti nei safari. Assieme al figlio Massimililiano, ventenne – spiegano dalla nostra rappresentanza diplomatica nel Paese – erano stati chiamati dai rangers della riserva di Mana Pools, un’area interdetta alla caccia, a partecipare ad una operazione contro i bracconieri. La dinamica dei fatti è ancora da chiarire ma sembra che i due italiani siano stati scambiati per i cacciatori di frodo ai quali veniva data la caccia. L’Unità di crisi del ministero degli Esteri italiano, sempre contatta da Repubblica.it., fa sapere che sono in corso, da parte delle autorità di polizia del Paese africano, delle indagini per stabilire come sono andate realmente le cose.
Lo Zimbabwe, dopo l’indipendenza e la fine dell’apartheid, seppur poverissimo è diventato una delle mete turistiche più gettonate della regione soprattutto da chi ama il contatto con la natura o è appassionato di caccia, come nel caso di Walter Palmer, il dentista americano che uccise Cecil, il leone simbolo della riserva naturale di Hwange e dell’intero Zimbabwe, scatenando le proteste degli animalisti di tutto il mondo.
di GIOVANNI GAGLIARDI / larepubblica /Â Zimbabwe, uccisi padre e figlio italiani. Scambiati per bracconieri
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