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Venticinque aprile: festeggiare la libertà

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span style="font-family: 'times new roman', times, serif; font-size: 20px;">Il 22 aprile 1946, su proposta del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il principe Umberto II, luogotenente del Regno d’Italia, emanò una disposizione in materia di ricorrenze festive che dichiarò il 25 aprile festa nazionale a celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, ma dal 27 maggio 1949 è stata istituzionalizzata.

Il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, con sede a Milano e presieduto tra gli altri da Sandro Pertini, il 25 aprile 1945 alle ore 8 proclamò l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti.

Fu indicato a tutte le forze partigiane del Corpo Volontari della Libertà, attive nel Nord Italia, di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa; parallelamente il Comitato di Liberazione emanò dei decreti stabilendo la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti e lo stesso Benito Mussolini dopo tre giorni venne raggiunto e fucilato.

E così nel giro di pochi giorni tutta l’Italia settentrionale fu liberata da vent’anni di dittatura fascista e a cinque di guerra.

Un evento epocale, una “rivoluzione”.

Il 25 aprile fu il culmine della fase militare della Resistenza, definitiva solo il 3 maggio, e l’avvio della fase di governo che porterà al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica.

Una giornata fondamentale per la storia della nostra Nazione.

Una giornata simbolo della vittoriosa lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale a partire dall’8 settembre 1943 contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione nazista.

Questa è la storia.

Appunto, la storia, una di quelle discipline ostiche per molti giovani, un elenco di date, nomi e luoghi.

Questa del 25 aprile è però da tenere bene in mente.

Giovani e meno giovani, fatevi coinvolgere dalle tante iniziative ed eventi che molti comuni d’Italia organizzeranno per rendere omaggio a tutti coloro che si sono sacrificati per il bene e la libertà dell’Italia.

Sì, la libertà, conquistata con il sangue.

Quella libertà che oggi ci sembra tanto scontata e quasi secondaria alla luce delle problematiche scaturite dalla crisi economica e politica.

Ha avuto un prezzo assai caro.

È stata conquistata soltanto con il sacrificio di molte vite e le battaglie di tante persone coraggiose.

Insomma, prima di pensare ad organizzare una gita, giovani e meno giovani, sfogliate, per la prima o l’ennesima volta, quella pagina del libro di storia.

Leggetela, soprattutto perché è solo imparando la storia che comprenderete il presente, imparerete a stare al mondo.

Solo la conoscenza della storia può aiutare a capire il senso di ciò che ci circonda.

Aiuta a capire chi siamo.

L’identità di ognuno dipende dal contesto culturale nel quale è cresciuto.

Capire il contesto nel quale ci si è formati vuol dire capire se stessi e il contesto è frutto di un percorso storico, di avvenimenti che si sono susseguiti e di conseguenze che si sono intrecciate tra di loro.

Solo studiando la storia si comprende il contesto, e se solo studiando il contesto si prende consapevolezza della propria identità.

Aiuta a costruire il futuro, a qualsiasi livello.

È il teatro in cui le vicende dell’uomo si sono sviluppate attraverso la forza degli ideali, spesso negativi, e delle passioni.

Ma, soprattutto, attraverso il caso.

È imprevedibile.

Ovviamente dipende da come la si racconta, ma è innegabile che il migliore autore di romanzi della storia sia proprio la storia.

Oggi, come ieri e come domani, c’è bisogno di questa festa, perché è altissimo il rischio delle derive nazionaliste, ancora troppo il rancore e l’arroganza del rifiuto di questa memoria, di chi vuol far regredire la storia e rovesciarla, insomma una furia revisionista.

“Arrendersi o perire!”.

Buona festa a tutti.

Vincenzo Vanacore


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