Quasi come dire che potrebbe essere in arrivo “la tempesta perfetta”, tra questo G7-2018 andato a male e la prossima fine del Quantitative Easing della BCE (l’acquisto di parte dei titoli di Stato europei compresi quelli italiani ovverosia il debito pubblico).
La conclusione del G7 a Charlevoix, in Canada è finita sostanzialmente con una rottura tra l’Europa e gli Usa che hanno minacciato di inasprire i dazi imposti alla fine di maggio da Trump sulle importazioni di acciaio e alluminio, tanto che in un Tweet il presidente degli Stati Uniti ha scritto: “Non appoggiamo più il comunicato finale. Ora pensiamo a dazi sulle auto importate negli Usa“.
Non si è fatta attendere la risposta del ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, che ha evidenziato come con un tweet di 280 caratteri, Donald Trump ”ha distrutto la credibilità del G7”, per ricostruire la quale ci vorranno anni.
Sui dazi va detto che l’Unione Europea aveva già avviato di contro, in risposta a quelli statunitensi, delle imposte su importazioni di vario tipo, dai liquori alle moto Harley-Davidson.
Questo G7-2018, secondo gli osservatori, ha quindi peggiorato una situazione già molto tesa, incrinando ulteriormente i rapporti diplomatici tra gli Stati Uniti e gli alleati storici.
Il G7 era già cominciato nel verso sbagliato con riguardo all’esclusione della Russia.
Trump aveva infatti chiesto che la Russia venisse riammessa al G8. Ma gli stati europei, tranne l’Italia che ha dichiarato con il nostro Presidente del Consiglio di stare lavorando per avere la Russia ad un G8, hanno ribadito di essere contrari alla fine delle sanzioni alla Russia di Putin.
L’accordo sul nucleare iraniano, dal quale Trump ha annunciato il ritiro degli Stati Uniti a maggio, e quello di Parigi sul cambiamento climatico, dal quale Trump ha fatto uscire gli Usa, sono stati gli altri due principali motivi di tensione al summit.
La stessa foto simbolo di questo G7-2018 sembra voler dire tutti contro Trump.
Insomma, pare prospettarsi un periodo che potrebbe avere ricadute finanziarie avverse, soprattutto sulla nostra ancora debole economia, essendo stata trascurata se non anche impoverita negli ultimi decenni dai vari governi nazionali e regionali italiani.
Il nuovo Governo italiano faccia quindi molta attenzione al potenziale e difficile momento economico globale che si prospetterebbe, pensando ad ogni passo e decisione agli interessi dei comuni cittadini di questa Penisola e non, come hanno fatto in genere le precedenti nomenclature, guardando solo a se stesse, le caste, le corporazioni e le pletore di codazzi clientelari, mentre una parte sempre maggiore d’Italia s’indebitava e s’immiseriva.
Una Nazione (come anche una Unione o Federazione di Stati), esiste se le sue genti viaggiano unite e nella civile uguaglianza, tanto più in tempi di possibili difficoltà.
Ci si augura che nel frattempo le distanze possano nuovamente riavvicinarsi tra Usa ed Europa.
A
dduso Sebastiano
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