Francesco Profumo e Carlo Ratti raccontano in anteprima un progetto che metterà in scena un’opera lirica grazie a due sciami di droni, descrivendo come “la tecnologia può anche creare cultura”.
I droni in volo nel cielo sopra Torino
Eseguiranno questi lavori ripetitivi e pericolosi, a basso costo e senza rischi. Ma sono una tecnologia che può anche creare cultura, e la prima opera d’arte al mondo creata con i droni, sarà realizzata a Torino dal progetto Ufo, promosso dalla Compagnia di San Paolo, ideato e curato dallo studio di progettazione Carlo Ratti Associati, coordinato e realizzato dall’Istituto superiore Mario Boella, in collaborazione con Algoritmo.
U
fo è l’acronimo per una «Urban Flying Opera» che verrà realizzata al parco Aurelio Peccei, nella zona nord della città, tra il 4 e il 6 maggio 2018. Dotati ognuno di una bomboletta spray, due sciami di quattro droni a volo autonomo realizzeranno un’opera collettiva alta dieci metri e larga quindici. La parte creativa del progetto è gestita dalla App di Ufo: una nuova piattaforma per l’arte open source già disponibile online per chiunque voglia partecipare. Una volta sulla App, chiunque può disegnare una piccola porzione della maxi-tela, dando la propria interpretazione del tema “Design the city”. Un comitato curatoriale valuterà in seguito che cosa verrà impresso sulla tela reale, selezionando i contributi migliori. Nell’evento di maggio, infine, i droni riprodurranno l’opera durante sei ore di volo effettivo, spalmate su tre giorni.
Ufo dimostra come l’utilizzo di sistemi robotizzati non corrisponda necessariamente a una diminuzione di posti di lavoro, ma al contrario, stimoli e rafforzi la creazione di hub di competenze. Solo per impostare Ufo si sono messi attorno a un tavolo ingegneri, designer, studenti, comitati di quartiere e anche i politici, e non è mai una cosa semplice. Coniugando le loro conoscenze verticali e lavorando sulle competenze trasversali, hanno dato vita a Ufo, che da quel momento ha coinvolto anche decine di tecnici e creativi. Durante i tre giorni di realizzazione della grande tela ci saranno eventi, musica e molto altro organizzati per aggregare un gran numero di cittadini, cui resterà in eredità la grande tela.
Vogliamo guardare a Ufo come a un primo esempio concreto dell’innovazione che Torino deve perseguire: una riconversione che sia allo stesso tempo sociale, culturale e tecnologica. Su questa trasformazione si gioca la ripartenza della città, non ci sono alternative. Altrimenti questo territorio perderà competitività. Il modello a cui guardare è quello del “Living Lab”, che negli ultimi anni abbiamo visto all’opera con successo in molte città del mondo – da New York a Singapore a Rio de Janeiro. Torino ha tutte le carte per diventare uno straordinario laboratorio nel quale sperimentare nuove tecnologie su scala urbana.
Accompagnare questo cambiamento è parte della missione che si è data la Compagnia di San Paolo, facendo da apripista tramite la leva finanziaria e la competenza generata dai propri Enti Strumentali, come nel caso dell’Istituto Superiore Mario Boella. E’ un investimento paziente che integra e coordina competenze culturali e tecnologiche, come quelle coinvolte in Ufo.
Accompagnare questo cambiamento è, allo stesso modo, obiettivo dello studio di progettazione e innovazione Carlo Ratti Associati, che attraverso l’ideazione del concept e la curatela artistica continua la sua scommessa su Torino, dove ha una delle sue sedi principali.
Il nostro auspicio è che Ufo possa costituire un modello replicabile in grado di valorizzare le diverse competenze e innescare nuove forme di imprenditorialità anche attraverso strumenti finanziari dedicati – mostrando, al tempo stesso, un nuovo modo di rapportarsi con gli edifici e con lo spazio urbano.
* Presidente della Compagnia di San Paolo
** Insegna al MIT, è partner dello studio Carlo Ratti Associati
vivicentro.it/OPINIONE
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lastampa/I droni in volo nel cielo sopra Torino FRANCESCO PROFUMO* CARLO RATTI**
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