Da “Ama Calma” a “L’amore che conosco” Tony Maiello è rimasto la voce della sua terra.
Giravo tra le pagine per il lavoro e ciò che notavo è quanto pochi si racconti della bella stabia. Ebbene si, di quelle cose o persone che fanno bene alla nostra città e che portano con onore la firma “Made in Italy” o ancora meglio MADE IN STABIA. Tra questi, è doveroso citare uno degli artisti che ha fatto emozionare la sua terra, quella notte di Sanremo del 2010, esattamente 7 anni fa, che sembrano così lontani, eppure io lo ricordo ancora: Tony Maiello cantava sul palco più importante d’Italia “Il linguaggio della resa”. Castellammare restava incollata ai televisori, orgogliosa del suo concittadino che era arrivato proprio lì, sul palco di Sanremo. Nessuno lo immaginava, eppure è successo perché Maiello aveva ed ha la stoffa, quella del campione. Dopo la vittoria al Festival di Sanremo nel 2010 nella 60° edizione Tony Maiello pubblica il suo album d’esordio. Non è nuovo sotto i riflettori: è lunga la gavetta che l’ha portato a Sanremo, in quanto già nel 2008 aveva partecipato ad X-Factor nella squadra di Mara Maionchi, classificandosi quarto. Pubblica proprio in questa occasione il suo primo singolo:” Mi togli il respiro”. Da quel momento resta sotto l’etichetta del suo pigmalione Maionchi e firma con l’etichetta indipendente Non ho l’età. Nel 2009 pubblica così “Ama Calma” , singolo di lancio dell’album omonimo dell’estate 2009. Per problemi economici della casa discografica, Maiello non pubblica il secondo album sotto la stessa etichetta ma nel 2012 incontra Sabatino Salvati della casa discografica Rosso Tramonto ed il 22 giugno esce Chi ha inventato i sentimenti, seguito da Farsi male per sempre. Numerosi i duetti che seguono: “Un punto e poi a capo” con Claudia Megrè, nel 2013 prende parte allo Zecchino d’oro condotto da Pino Insegno e veronica Maya come giurato ed il 7 dicembre dello stesso anno esce il singolo Aria di Natale. Dal 2013 sempre ha iniziato anche a scrivere per altri artisti come Simonetta Spiri, Laura Pausini, per la quale ha firmato “200 note” o per Lorenzo Fragola i brani “Zero gravity”, Land e per Renga “Guardami amore”, “Scriverò il tuo nome” o “Cancellarti per sempre”. Ancora un immenso successo il brano “Credo” di Giorgia che porta la firma sua firma o “Così com’è” di Lele, ultimo vincitore di Sanremo Giovani.
Ciò che trapela dalla discografia di Maiello è una profondo lirismo, delicato e silenzioso che scruta i sentimenti più profondi, sviscerati e filtrati attraverso gli occhi della gioventù: matura la penna che si presta per le voci importanti. Ci sono chilometri immensi tra l’ingenuità di “Ama clama” ed i brani “Guardami amore “o “Cancellarti per sempre”; è evidente la crescita artistica di un ragazzo di città, partito dalla sua terra con un sogno in tasca che ha custodito lungo il tragitto che l’ha portato al successo. E’ evidente anche la semplicità dei suoi sentimenti, mai banali e tantomeno scontati che portano sempre i profumi ed i ricordi della sua città, tra “i muri abbandonati delle città”, come recita un verso della sua nuova hit “L’amore che conosco”. E’ evidente anche la voglia di sperimentazione, come ha dimostrato con “Il mio Funky“; infatti come lui stesso ha dichiarato: “Forse è il brano che ho realizzato nel minor tempo possibile da quando scrivo canzoni. Istintivo, spensierato, leggero…un po’ come il periodo che sto attraversando ora. Nel testo cerco di descrivere la fase di un corteggiamento, ma in maniera sorridente e con quel pizzico di ambiguità che non guasta mai. La musica è sempre stata un’ amica comprensiva, una confidente fedele…e da un po’ di tempo ho scoperto che ci si può anche scherzare. Ogni tanto fa bene non prendersi sul serio, d’ altronde meglio essere pazzi e fingersi normali piuttosto che sentirsi normali con la paura di diventare pazzi”. Ritornando al suo nuovo singolo “L’amore che conosco” è una pretesa d’amore, un grido di sentimenti in un caos sociale , quasi baudelairiano . E’ la speranza di non cadere a terra tra le ipocrisie e le disillusioni in un mondo che viaggia troppo veloce: è la luce che illumina la propria vita, sempre tesa verso lo spleen decadente e mai verso l’unica speranza che ci resta per vivere: l’amore.
a cura di Annalibera Di Martino
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