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Spalletti e il solito rapporto contrastato con la stampa: un rito che si ripete anche a Napoli

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Spalletti, un rapporto sempre contrastato con la stampa e un rito che si ripete anche a Napoli: dalla conferenza stampa disertata per far parlare il suo staff alla malafede presunta dei giornalisti napoletani che parlerebbero più dello scudetto mancato che della qualificazione Champions.

IL RAPPORTO SEMPRE CONFLITTUALE SPALLETTI-STAMPA.

C

he Luciano Spalletti sia un ottimo tecnico è risaputo e in questo senso parla da solo il curriculum del tecnico toscano. Ma allo stesso modo è indubbio che in tutte le piazze in cui si è trovato a lavorare, si è sempre venuto a determinare un rapporto conflittuale con la stampa.

E’ accaduto a Milano ma anche a Roma dove è diventata celebre una frase di Spalletti quando diceva : “Ci mandano i cecchini…” per riferirsi al collega Massimo Cecchini che lo pungolava spesso su alcuni temi che non andavano particolarmente a genio al tecnico di Certaldo.

A Napoli il primo episodio particolare si è verificato venerdì scorso quando, alla vigilia della gara con il Torino, non si è presentato in sala stampa lasciando parlare tutto il suo staff tecnico ufficialmente per darne risalto per il gran lavoro svolto. Peccato che Spalletti abbia dimenticato nell’occasione che i giornalisti erano stati ufficialmente convocati per parlare con lui e non con il suo staff.

Una mancanza di rispetto assoluta da parte del tecnico di Certaldo nei confronti della stampa. Anche perchè i giornalisti erano stati convocati a Castel Volturno per parlare con Spalletti e magari avevano preparato domande appropriate per lui. E di sicuro non erano lì per parlare con dei perfetti sconosciuti.

L’apice della conflittualità con la stampa si era però raggiunto già nel post-gara del match col Sassuolo, vinto con punteggio tennistico dagli Azzurri, quando Spalletti aveva apertamente parlato di malafede da parte dei giornalisti napoletani che con i loro commenti stavano offuscando l’ottima qualificazione Champions appena raggiunta con 3 giornate di anticipo evidenziando, a suo dire, di più lo scudetto perso dal Napoli.

Luciano Spalletti
foto – Official SSC Napoli twitter

Peccato che Spalletti non si renda conto, o meglio finga di non rendersi conto, che in questa stagione il Napoli abbia buttato alle ortiche un’occasione irripetibile che probabilmente non capiterà più per moltissimi anni. Un campionato mediocre nel quale è molto bassa sia la quota salvezza che la quota scudetto e, a dispetto di ciò che lo stesso Spalletti disse qualche settimana fa, molto più livellato verso il basso rispetto al trend degli ultimi anni.

Un torneo mediocre nel quale il Napoli aveva l’obbligo di giocarsi tutte le proprie fiches almeno fino all’ultima giornata di campionato. E Spalletti con le sue scelte opinabili, prima fra tutte quella di non utilizzare Mertens dal primo minuto né con la Fiorentina né con la Roma quando veramente ci si doveva giocare il tutto per tutto, ha contribuito senza alcun dubbio al naufragio del possibile scudetto.

Una cosa è certa: a prescindere dalle colpe dei calciatori e della società che ci sono e sono anche abbastanza evidenti, Spalletti in questo suo primo anno di permanenza a Napoli sarà ricordato a giusta ragione più per lo scudetto mancato che per la conquista della qualificazione Champions, tanto cara (e non poteva essere diversamente per ovvi motivi) al presidente De Laurentiis.

 

 


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