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Castellammare di Stabia

Il Sito di Vindolanda regala ancora emozioni: trovate due spade romane

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Vindolanda e le continue scoperte

Nel forte di Vindolanda è stata fatta una delle scoperte più singolari della stagione. Due spade romane e giocattoli in legno sono stati reperiti sul sito.

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e spade in metallo e quelle in legno sono state rinvenute all’interno della caserma romana a Vindolanda vicino al muro di Adriano risalenti a circa 2000 anni fa.

I reperti verranno esposti al pubblico in autunno in un museo del sito a Northumberland.

La prima spada è stata trovata da Rupert Bainbridge nell’angolo di una grande sala della caserma romana.

La spada presenta la punta piegata e secondo gli studiosi fu abbandonata proprio perché inutilizzabile.

La seconda spada, è stata rinvenuta senza l’elsa di legno, ma possedeva il fodero, la lama intatta, ed è stata recuperata in una stanza adiacente a quella in cui è stata trovata la spada precedente.

Le armi in epoca romana, soprattutto per un  soldato, erano un oggetto molto prezioso, per essere stata rinvenuta in quel luogo, il soldato doveva averla lasciata perché andava di fretta. Forse una fuga?

In un’altra stanza sono state rinvenute due piccole spade di legno, zoccoli da bagno, scarpe di cuoio,  coltelli,  spille,  frecce e bulloni di ballista (è una grande macchina d’assedio inventata dai Greci e usata soprattutto dai Romani).

Si ritiene che i reperti siano datati a partire dal 120 d.C circa, quando il forte era abitato da circa mille persone.

Il sito di Northumberland è stato indagato per più di 40 anni, nel 1994 sorprese gli studiosi con il rinvenimento di una moneta d’oro dell’imperatore Nerone datata tra il 64 e il 65 d.C.

Nel 2014, nei pressi del muro di Adriano fu trovato un singolare reperto; un sedile da bagno in legno, appartenente ad una latrina romana.

Nell’estate del 2017, la caserma regalò altre sorprendenti reperti; furono trovate 25 tavolette in legno di cui : lettere, liste e corrispondenza personale appartenenti al I secolo.

Tra queste tavolette figurava il nome di un certo Masclus, a cui era stato concesso il commeatus (la libera licenza).

Il sito non termina di stupire archeologi e appassionati. Alla prossima scoperta!

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