La Repubblica racconta un simpatico retroscena tra Sarri e Higuain: “Sul fiume, a Vaggio, s’affaccia la villetta di Sarri. La sua giornata tipo, quando torna a casa, non è cambiata, il suo quartier generale resta il circolo Arci a Matassino, il vecchio bar gestito da Enzo Bernardoni. Sul tavolo L’Unità, intorno gli operai che bevono un goccio sono abituati al viavai dei cronisti. “Da ragazzi – dice il titolare – giocavamo nella Figlinese, io portiere, lui stopper. Io ero il Berna, lui il Secco, tanti chili fa. Maurizio tifava Fiorentina e un po’ Napoli, gli era uno tosto, prestante, parlava poco e picchiava tanto, amava il tackle, si esaltava sui campi fangosi, ma spesso gli usciva via la spalla. Aveva un’intelligenza sovrannaturale, però se litigava non la smetteva più. Ha rischiato tutto sulla sua pelle, lasciando un posto di prestigio in banca per fare l’allenatore: perciò merita lo scudetto. E lo dico io, che sono un gobbo di m…,come mi chiama lui. Affettuosamente, oh”. Una figurina di Sarri è incollata sulla mensola dei brandy, fra un gagliardetto della Juve e uno del Napoli. Un piccolo sacrario ospita souvenir delle sue squadre e una foto in cui tiene per mano Higuain all’aeroporto: “Il Pipita consola Maurizio dopo un volo…”, ironizza un bontempone: Sarri non ama volare, si sa”
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