Dopo la sentenza della Consulta, Sanità e Salute sono entrate in un ciclone di critiche e di allarmi vuoi per il “fine vita” che per alcuni medicinali
Sanità e Salute nella tempesta del Fine Vita e l’Allarme Farmaci
Dopo la sentenza della Consulta sul fine vita è immediatamente scattata la corsa al gioco delle parole basata su ipocrisia e ignavia nel proprio modo di esercitare ed intendere la propria professione. Tra questi, in prima fila, troviamo i Medici che si proclamano “obiettori” dichiarando che i medici hanno «l’obbligo di dare vita e non morte» e, per questo, si rifiuteranno di prestare la loro opera nell’assistere un “ammalato terminale” che scelga, liberamente e per sua volontà, di cessare di soffrire o comunque – per chiara scelta di “vita” antecedente alla situazione del momento – di vivere unicamente perché respira o, ancora peggio, lo fa solo grazie alle macchine, senza nemmeno sapere dov’è.
A questi “professionisti” che dichiarono che loro hanno «l’obbligo di dare vita e non morte», e che per questo dichiarano che non presteranno la loro opera nel dare pace ad un sofferente, mi verrebbe da dire:
B
ravi, bene, ma allora siete dei falliti e degli incapaci visto che, data la “qualità” della “vita” di cui si discute ora, non siete stati, ne siete, capaci di mantenermela realmente tale visto che, se un “ammalato” si ritrova in una condizione “terminale”, comunque “vegetale”, non è certo per sua scelta e volontà ma perché VOI, voi che dite di essere preposti a DARE LA VITA (e qui sta la vostra prima grande falsità in premessa e in assunto perché LA VITA NON la date mai voi, ma qualcuno più alto di voi per tramite dei genitori) non siete stati, ne siete, nemmeno capaci di mantenerla ad un livello che tale possa veramente essere chiamata per cui, se è vero il vostro assunto, altrettanto vero è che allora siete degli incapaci, come incapace sarebbe qualsiasi altro professionista, ad esempio un architetto, che per professione DEVE DARE VITA a nuove opere ma che, all’atto pratico, NON sa farlo nei modi dovuti se poi la cosa da lui creata scricchiola da tutte le parti diventando così inutile, inutilizzabile, e poi miseramente crolla.
Altro esempio: parimenti fallito ed incapace sarebbe anche un meccanico che si ritiene un dio delle auto, ma che non riesca a far si che queste siano sempre perfettamente in ordine ed in grado di viaggiare in sicurezza e tranquillità eppure però, alla “fine vita” della stessa, si astenga dall’ammetterla e dal far consegnare le chiavi chiedendo che sia un poliziotto o un vigile a fermarla, ritirare il libretto e farla andare al corrispettivo “fine vita” il che, traslando, sarebbe pari pari al quanto sembra che ora, questi obiettori, chiedono:
«sia un pubblico ufficiale in rappresentanza dello Stato» ad operare il “fine vita”.
Insomma, sempre traslando, chiedono il ripristino del “boia di stato”. SIC!
Questo è il mio pensiero, chiaramente dato in un chiaro filo estremizzante e provocatorio per allinearmi agli altri in linea con il classico: pan per focacce, che però, alla fin fine, riconferma la mia ferma convinzione sulla necessità di avere anche la possibilità di una scelta diversa da quella del continuare a far finta di vivere senza nemmeno sapere di tale essere ritenuto o, come anche può accadere, in tale stato essere mantenuto da parentele varie non tanto per affetto a me (che, ripeto, nella migliore delle condizione nemmeno me ne accorgo o, nella peggiore, che, invece, sono lì a soffrire) ma, magari, a portafoglio e patrimonio che sfuggerebbe loro dalle dita in caso di dipartenza.
A tutto questo si affianca ora anche la vicenda dei farmaci aventi la cranitidina come principio attivo e prodotti presso l’officina farmaceutica SARACA LABORATORIES LTD – India. Lotti di prodotti che, a quanto sembra, sono a rischio di contenere una impurezza denominata N-nitrosodimetilammina (NDMA) appartenente alla classe delle nitrosammine, già rilevata nel 2018 per cui sarebbero a rischio di provocare alcuni tumori.
La notizia è stata diffusa dall’Agenzia Italiana per il farmaco sabato scorso con allegata una lunga lista di lotti ritirati dalle farmacie e che però possono essere finiti nel frattempo sul mercato.
Tra questi, i più conosciuti sono il Buscopan Antiacido, compresse effervescenti da 75 mg, e poi il Zantac iniettabile.
In totale, a quanto segnalato, nella lista dei medicinali vietati sono finiti 516 prodotti: dal Raniben Cpr a Ulcex Cpr, Ranitidina Eg 300 mg, Ranibloc, e anche il Buscopan Antiacido, compresse effervescenti da 75 mg. E poi lo Zentiva, lo Zantac, l’Hexal iniettabile.
Ciò detto, anche oggi chiudo rendendovi disponibili i titoli delle Prime Pagine dei Quotidiani in edicola oggi:
CORRIERE DELLA SERA Fine vita, il no dei medici Gli Ordini: sia un pubblico ufficiale, non noi, a far partire il suicidio assistito LA REPUBBLICA LA STAMPA IL FATTO QUOTIDIANO LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO IL MATTINO |
IL GIORNALE Allarme farmaci Gli esperti: verifica su centinaia di medicine. Ecco quali sono Eutanasia, l’esercito dei 761 pronti a morire LIBERO LA NAZIONE IL SECOLO XIX IL GAZZETTINO DI VENEZIA IL MESSAGGERO |
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