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Renzi: “Concorso per 63712 insegnanti, sceglieremo donne e uomini migliori”

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ROMA – Dopo la mezzanotte di oggi il Consiglio dei ministri ha approvato i primi decreti attuativi della riforma della Pa “Cittadinanza digitale, taglio partecipate, riduzione tempi burocratici per investimenti. Con decreti attuativi oggi uno stato più semplice”, ha scritto suTwitter la ministra per la Funzione pubblica Marianna Madia al termine della riunione del governo. Ora tocca al Parlamento vagliare i decreti che prevedono interventi che vanno dal taglio delle partecipate, alla riforma dei porti all’accorpamento del corpo Forestale ai Carabinieri. Ma il punto più caldo è quello che riguarda i licenziamenti per i furbetti del cartellino.

Scuola, più di 63mila insegnanti in cattedra. Il premier Matteo Renzi ha annunciato un concorso per mettere in cattedra più di 63 mila professori: “Andremo a bandire un concorso per 63mila 712 insegnanti. Ed è un grande investimento sulla scuola”. Così Matteo Renzi, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, dopo aver lanciato un ‘caloroso pensiero’ a quanti avevano previsto he il governo non si sarebbe occupato della scuola, ha sottolineato l’importanza di scegliere le donne e gli uomini migliori. “Il nostro convincimento molto forte è fare una scelta legata alla qualità dei nuovi insegnanti. Sono il bene più prezioso perché diamo loro i nostri figli e la conseguenza non può che essere la massima qualità sotto tutti i punti di vista. Entrare nella scuola non è un diritto: abbiamo sanato la questione dei precari per chiudere questo discorso, ma insegnare è una grande responsabilità”. Del resto, aggiunge il presidente del Consiglio, “noi blairiani insistiamo su ‘education education education’, e la traduzione in italiano è ‘futuro'”.

Furbetti del cartellino. Norme più semplici e soprattutto più efficaci per punire chi timbra e abbandona il posto di lavoro:  “Se io ti becco a timbrare il cartellino e te ne vai, entro 48 te ne vai a casa, sospendendoti, e poi 30 giorni per chiudere il procedimento”. E replica a chi, come Renato Brunetta o alcuni sindacati, sostengono che esistono già leggi per punire i disonesti: “Sui furbetti del cartellino c’è una felice sintesi di Brunetta e Cgil che dicono che le norme ci sono già, ma non sono efficaci come questa. Oggi non c’è l’obbligo di licenziamento, decide il dirigente – ha aggiunto -. Con le nuove norme, se il dirigente non licenzia licenziamo il dirigente. Ci sono tutte le procedure e le garanzie, ma quando a Sanremo vedi quello che timbra in mutande non è un optional il licenziamento”.

Pin unico. Il presidente del Consiglio, poi, ha annunciato un’altra novità: l’entrata in vigore del pin unico entro il 31 dicembre 2017. “È una rivoluzione concettuale”, ha detto Renzi. “Ci sarà finalmente il pin unico, questo diventa il meccanismo con cui dialogare con la P.A. Per le multe che ti fa Comune, per la Sanità, per il pagamento delle tasse. È una rivoluzione”.

Meno poltrone. I decreti legislativi della P.A., ha spiegato ancora il presidente del Consiglio, comportano “qualche poltrona in meno, ma queste poltrone in meno corrispondono a una maggiore efficienza”. “Chi gestisce male va a casa. Merito, merito, merito – ribadisce il premier- e rimozione in caso di incapacità”.

Banche. Il premier si è soffermato a lungo a parlare di banche: “Non c’è un problema bancario in Italia in quanto tale. La crisi di queste ore, le turbolenze di queste ore possono essere una grande opportunità per l’Italia. Noi le osserviamo, stiamo attenti, ma sono una grande opportunità”. Poi ha aggiunto: “L’Italia, paradossalmente, può essere un posto più sicuro di altri”. E ha indicato la strada per ridurre le difficoltà: “Il modo migliore per ridurre le sofferenze è far partire l’economia nel medio periodo, poi vanno agevolate le procedure per il recupero dei crediti”.

Quattro corpi di polizia e 15 autorità . “I corpi di polizia scendono da 5 a 4”, ha proseguiti Renzi, spiegando che il corpo della Forestale viene assorbito dai Carabinieri. “Dicevano che era impossibile, questa legislatura è una legislatura nella quale cerchiamo di rendere possibile tutto ciò che sembrava impossibile”. Anche le autorità portuali vengono ridotte:  “Esistono 24 Autorità e soprattutto molte procedure. La semplificazione riduce a 15 le Autorità portuali, con una sana e seria politica di coordinamento”.

Taglio partecipate. Nessun dubbio sulla riduzione delle partecipate, che perdono settemila unità: “Sulle partecipate il numero sarà ridotto da 8 mila a 1.000. Il taglio immediato delle partecipate è certo. Regole certe per impedire la formazione di nuove aziende e riduzione dello stipendio per amministratori che non producono utili”, ha chiarito il presidente del Consiglio. E tra dodici mesi la verifica: “Saremo in condizione di verificare se l’obiettivo sarà raggiunto da qui a un anno. Il taglio, cioè, è reso cogente e stringente” a differenza “delle regole fatte dai governi precedenti”.

Ue. Dopo le polemiche degli ultimi giorni e il botta e risposta a distanza con il presidente della Commissione europea, il premier ha detto che anche se “Juncker ha sbagliato parole, pazienza. Quello che mi interessa è che non sbagli politiche per l’Europa”. E ha chiarito: “Io voglio più Europa, ma che funzioni e che abbia regole uguali per tutti. Che le regole che valgono per me valgano anche per altri, che non ci sia doppio standard”.

Tempi rapidi. La scadenza per l’entrata in vigore dei decreti è vicina: “Questi decreti entrano in vigore, ragionevolmente in 2-3 mesi, diciamo a Pasqua. Entro aprile vediamo di chiudere questo pacchetto”.

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