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Referendum Costituzionale: perché scegliere il NO e poi chiedere Qualità

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Referendum Costituzionale per Approvare o Respingere la Modifica agli art. 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari.

Referendum Costituzionale: perché scegliere il NO e poi chiedere Qualità

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unti Chiave Articolo

Cominciamo con il vedere cosa recita, e quindi chiede, il Testo del quesito del referendum:

«Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019?»

Ecco. Tutto qui, per cui la prima domanda che sorge è:

è tutto chiaro, e soprattutto lo è, a e per tutti? Siamo, o siamo diventati, tutti politici esperti, o meglio ancora economisti e costituzionalisti? Io credo proprio di no, e comunque confesso che io non sono né l’una né l’altra cosa come anche che non conoscevo a memoria cosa il quesito realmente chiede facendo riferimento a tre semplici numeri: 56, 57 e 59.

Tutto qui! Ed allora, visto che non è un terno secco suggerito per tutte le ruote, la prima mossa che ho fatto è stata quella di andare a vedere cosa realmente indicassero quei numeri al di là di reminiscenze scolastiche, e/o altrui dire, e quindi ora, come primo passo, vi invito a rileggere insieme a me cosa la Costituzione dice nel merito dando chiarezza e contezza a dei freddi numeri:

Articolo 56

La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto.Il numero dei deputati è di seicentotrenta, dodici dei quali eletti nella circoscrizione Estero.
Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i venticinque anni di età.
La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall’ultimo censimento generale della popolazione, per seicentodiciotto e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.

Articolo 57

Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero.
Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero.
Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d’Aosta uno.
La ripartizione dei seggi tra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti [cfr. IV che, tradotto a sua volta, recita: Per la prima elezione del Senato il Molise è considerato come Regione a sé stante, con il numero dei senatori che gli compete in base alla sua popolazione].

Articolo 59

È senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica.
Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.

ECCO, ora abbiamo contezza del discusso: stiamo parlando di seicentotrenta deputati e di trecentoquindici senatori che si vogliono ridurre, così a casaccio (perché praticamente così è visto che non si spiega null’altro in merito al sistema di taglio che si opererà che resta quindi un taglio così alla cieca, un taglio e basta) a 400 e a 315 dando come unica o preponderante giustificazione, il risparmio che se ne otterrebbe riducendo ed avvilendo così il “Governo” della nostra nazione ad una pura questione economica dando così allo stesso, ed alla democrazia che ne deriva, un prezzo come si dà alle mozzarelle o scamorze che dir si voglia. E dico “scamorze” per affinità di pensiero relativo ad alcuni, anzi no, onestamente a tanti, troppi, parlamentari che pensano di essere al mercato e che comunque tutto si possa ridurre solo a guadagni (tant’è che diversi di loro – che per altro ora remano per il SI -, annusando soldi come uno squalo annusa il sangue, si sono tuffati a richiedere persino i 600 euro messi a disposizione da loro stessi per gli italiani in difficoltà per le restrizioni derivanti dalla diffusione del Covid).

Ed allora, per voler far “mercato” come fanno loro in logica da mercanti, – intendendo il termine nel senso meno nobile e più spregiativo possibile: “imbrogliando sul peso” e/o proprio sul “costo” reale della merce che cercano di vendere” -, partiamo proprio dal tanto decantato risparmio che loro, per sbandierare grandi cifre (grandi per il comune cittadino) quantificano in 100 milioni di euro l’anno, ed anzi, proprio per impressionare ancor più, riportano la cifra addirittura a mezzo miliardo facendo di conto su una intera legislatura e prendendo in considerazione indennità e rimborsi, cose queste sì a loro ben note e da loro ben abusate (e questa sì che è realtà ciclicamente documentata dalla cronaca nera). Ma gratta gratta e fatto di conto, abbiamo che alla fine di tutto il disastro che ne conseguirà, il risparmio reale per ogni italiano, udite udite e tenetevi saldi, sarà pari al costo di un caffè NON al giorno, o alla settimana o al mese, ma all’Anno.

Sì, avete letto bene ed io correttamente ho scritto: 1 CAFFE ALL’ANNO, ecco il nostro grande risparmio.

Un vero grande affare insomma! In cambio di un “semplice” SI, come vorrebbero loro, risparmieremo, forse, – (e dico forse perché di sicuro più prima che dopo troveranno il modo di spartirsi tra i restanti quello che ipoteticamente si risparmierebbe, magari per “spese di rappresentanza” o altri rimborsi e prebende che di sicuro sapranno inventarsi perché in questo sì sono capaci ed abili) -, 1 EURO ALL’ANNO. Una cifra tale da cambiare la vita a tutti e da sistemare intere generazioni. SIC!

Ciò premesso e chiarito subito, visto che queste persone giocano proprio e solo su una presunta questione di portafoglio senza però scendere nei dettagli né mai quantificarli suddividendoli, correttamente, tra tutti gli italiani. E fanno così per meglio parlare alla pancia soprattutto dei tanti italioti che hanno coltivato almeno nell’ultimo ventennio ignorando accuratamente, e facendo ignorare, finanche la saggezza dei nostri vecchi che, ad esempio a Napoli, da sempre dicono: “Sparte ricchezza e addeventa puvertà”, che tradotto anche per i più radicati italioti vuol dire:Dividi la ricchezza e diventa povertà” e cioè, tradotto ancor più: “Anche una grande ricchezza, se divisa in tante parti, non è poi così grande”.

E questo è il quanto ci consegna la realtà di questo caso. Le centinaia di milioni che secondo loro si risparmierebbero, – (e, ripeto, il condizionale è d’obbligo visti i soggetti che stiamo trattando che di sicuro troveranno la strada per succhiarne anche di più) -, diventano, nella realtà, solo un misero, insignificante, ridicolo euro: 1 EURO. Tutto qui il grande, immenso, incommensurabile risparmio che ci propongono di conseguire: 1 EURO all’anno. Hurrah!

Chiarito questo punto parlando anch’io alla pancia degli italiani confidando che anche gli italioti, per quanto grandi e ottusi siano o possano essere, riescano a comprendere questo concetto di micro (micrissima) economia globale, e assodato quindi che, alla fin fine, il tanto sbandierato risparmio è praticamente nullo ed anzi, ed ancor peggio, è paragonabile a quello che un verduraio le potrebbe proporre offrendole, a minor costo che di solito è anche molto più di un euro (altrimenti lo si ignorerebbe), una confezione ad esempio di mele, millantando che, praticamente, sono uguali alla altre sul banco omettendo però di annotare che, all’interno, ci sono mele bacate, se non proprio con il verme. A quanti di noi/voi sarà capitato qualcosa del genere ad un supermercato qualsiasi? A tutti credo. A me di sicuro, e ci ricasco anche. Ma può darsi che l’unico fesso in Italia sia io, però mi rifiuto di crederlo per cui, come si suol dire,: a buon intenditor poche parole, e fin qui già troppe ne ho dette per ben chiarire i termini del contendere e quindi il perché scegliere un più sensato NO da opporre ad uno scriteriato SI’ e, per chiudere questo passaggio, mi rifaccio ad una famosa pubblicità che recitava:

“per dipingere una parete grande non serve un pennello grande… ma un grande pennello!”

Il che, riportato al Parlamento ed al tema del Referendum, si può realisticamente mutare in:

per ben governare non è questione di avere un Parlamento Grande o Piccolo ma di avere parlamentari grandi.

Ed è qui che casca l’asino visto che, con tenacia e cocciutaggine, – aiutati in questo da noi -, nelle ultime legislature che coprono l’arco di un ventennio, hanno incrementato il pensiero che per fare i parlamentari non serve alcuna preparazione, e nemmeno troppa intelligenza, basta essere manovrabili e magari con qualche scheletro nell’armadio (nota di incremento punteggio) ed il gioco è fatto. Se poi si ha la ventura di essere sopravvissuto ad un qualche incidente, di essere una porno star e/o, comunque, di appartenere alla categoria “olgettine et similia”, di sicuro potrai entrare nel cast di nani, ballerine e pagliacci del circo Montecitorio e Palazzo Madama dove poi potrai avere anche modo ed occasione di mettere in mostra altre doti da “saltibanco” che potrai utilizzare per letteralmente saltare da un banco all’altro e, se altro banco non ti aggrada, magari farti un banchetto tutto tuo et voilà: son qua, son bello/a e carino/a, votatemi!

Ed ancora, come se non bastasse, un “aiuto insperato” al comprendere che questo Referendum è unicamente una scusante per altro come chiaramente affermano vuoi il Caporale (in politica Capitano Salvini; in TV sin dalle origini da nullafacente e vantandosi di esserlo) nonché la Meloni etc etc che, con la loro immensa improntitudine e faccia di bronzo:  lottiamo per la vittoria del Sì perché “Così si avvicinano le elezioni e il governo va a casa”. Ecco, il loro unico obiettivo in tutte le loro azioni ed in tutto il loro agire è e resta uno solo: riprendere il potere; e per farlo qualsiasi scusante, appiglio, è valida sia essa l’emergenza Covid e la sua gestione che, comunque fatta, è andata, va ed andrà comunque e a prescindere male, che ora anche l’occasione di questo Referendum del quale a loro proprio non interessa niente, anzi…., ma potrebbe rivelarsi un’occasione per dare la tanta ricercata spallata ed allora sotto a fare campagna per il Sì. E non si rendono conto nemmeno che proprio questa loro improntitudine basterebbe, già da sola, a far decidere i cittadini che cercano politici seri e capaci in grado di governare e non fare “i guappi ‘e cartone” con i deboli, come si dice a Napoli a scegliere, con grande convinzione, il NO.

Poi, ripeto, c’è tutto il resto con, in prima battuta, il vero nocciolo del problema nel nostro Parlamento perché, innegabilmente, un problema c’è, ma non è questione di numeri, come su ho spiegato, ma di QUALITA’ e di CAPACITA’ e sono queste le cose che mancano ormai da un ventennio.

QUALITA’ e CAPACITA’ che mancano in modo lampante essendosi sostituita la classe politica comunque esistente con un incremento inimmaginabile di nani, ballerine e saltimbanchi le cui uniche credenziali sono l’essere servili e manovrabili, meglio se carini/e come se stare in Parlamento fosse come stare in scena al teatro o in TV (e a ben vedere, spesso li si fa stare in TV perché appaiono bene). Se poi magari hanno un qualche scheletro nell’armadio, ecco un primo punto extra per ambire ad essere scelti. Poi, se sono scampati a qualche incidente sul lavoro, a qualche attentato, ad una violenza qualsiasi ecc ecc purché siano casi giunti ad interessare la Cronaca e da questa essere ampiamente trattati in modo da fornire quindi un cavallo utile da cavalcare. Non dimentichiamo che, unica nazione al mondo, abbiamo avuto una parlamentare per meriti Porno, e non parliamo poi del Kaimano e tutto il suo entourage (almeno quello che non è riuscito a non finire in galera).

QUALITA’ e CAPACITA’ quindi: queste le cose che saranno da chiedere comunque e soprattutto se vincerà il libero pensiero ed il razionale pensare e quindi il NO. Altro che ridurre il numero dei parlamentari per far risparmiare a noi un euro all’anno, ma consentendo a questi soggetti, in cambio di questa enorme disponibilità che ci resterebbe in tasca, di poter ancor meglio controllare il loro gregge a partire dall’ingresso nel serraglio parlamentare (solo super fidati e super manovrabili) e quindi avere minor rischio di “saltimbanchi” che si rendono disponibili per tre soldi pur accettandone magari due perché sanno di non valerne nemmeno uno.

Ultima nota va fatta al NI evidenziando che questa volta trattasi di Referendum confermativo e non abrogativo (ai quali siamo più abituati) per cui NON varrà la percentuale di votanti: ci andassero anche solo i propositori, e magari parenti stretti, e votassero veramente SI, il REFERENDUM avrà valore e poi:

Stanislao Barretta

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