Mentre in ogni campagna elettorale o insediamento di Governi nazionali e regionali, oppure nei discorsi augurali o congressi politici e dibattiti della cosiddetta Società civile, si declama sempre di sviluppo e lavoro, c’è una Vallata, quella dell’Agrò, nella provincia jonica messinese, in cui si attende da anni uno svincolo autostradale che agevoli i collegamenti, i trasporti, il turismo, le attività imprenditoriali e favorisca lo sviluppo e quindi l’occupazione. I fatti:
Nell’estate del 2013, l’allora sindaco di Santa Teresa di Riva, Cateno De Luca, oggi deputato regionale nel gruppo misto, presentò un progetto al Cas (Consorzio per le Autostrade Siciliane) per la realizzazione di uno svincolo sulla A/18 nell’area sud del predetto comune jonico, in corrispondenza del quartiere Barracca. Il primo passo fu firmare un protocollo d’intesa tra i sindaci degli otto comuni della Val d’Agrò: Santa Teresa, Antillo, Limina, Roccafiorita, Forza d’Agrò, Sant’Alessio, Casalvecchio Siculo e Savoca. Protocollo a dimostrazione della sinergia tra gli enti della vallata interessati all’opera, anche se il progetto ricade sul solo territorio di Santa Teresa, comune “capofila”.
Nel settembre del 2013, l’allora assessore regionale alle infrastrutture Nino Bartolotta, oggi sindaco di Savoca, comune della Vallata dell’Agrò interessato al predetto svincolo autostradale, ottenne un incontro operativo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per discuterne la realizzazione.
Nel marzo 2015, finalmente, il comune di Santa Teresa di Riva fu autorizzato a redigere il progetto preliminare ed a bandire la relativa gara di appalto per realizzare lo svincolo “Santa Teresa – Valle d’Agrò” sull’A18, dopo un incontro a Roma al Ministero delle infrastrutture.
Nel dicembre 2015, tuttavia, i sindaci dei comuni della Valle dell’Agrò decisero di rivedere tutto il discorso sullo svincolo Val d’Agrò poiché, spiegava il sindaco di Savoca Nino Bartolotta, l’opera era stata inserita tra le 12 opere nel Masterplan del “Patto per lo sviluppo della Città Metropolitana di Messina” con un costo di circa 12 milioni di euro per essere quindi posto all’attenzione del Governo nazionale tra gli “Interventi di messa in sicurezza e funzionalità rete autostradale e svincoli”.
In ultimo a dicembre 2017, l’attuale sindaco di Santa Teresa di Riva, Danilo Lo Giudice, ha evidenziato come ancora manchi la convenzione con il Ministero per poter proseguire con l’iter burocratico che dovrebbe portare alla realizzazione dello svincolo. “Le condizioni per procedere ci sono tutte – ha dichiarato il sindaco Lo Giudice -, adesso chiederemo all’On. Cateno De Luca e all’assessore regionale Marco Falcone, che ringrazio entrambi per la disponibilità mostrata in questi giorni, di supportarci per fissare un incontro a Roma che possa consentirci di andare avanti al fine di avviare le procedure di spendibilità delle somme previste”.
Fino a qui una tipica vicenda italiana di lungaggini burocratiche mentre, come per quasi tutto, i cittadini languono. Ora alcune mere osservazioni:
Risulterebbe assente, nell’annosa storia di cui sopra, la presenza della “Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani” che ove non ci fosse, dovrebbe al contrario essere in prima fila e con tutti gli altri sindaci solidali, pure di altri paesi non coinvolti da questo svincolo.
Inoltre parte di noi siciliani abbiamo creduto in passato alle assicurazioni di certa traversale politica nazionale e regionale, cosiddetta “No Ponte” (“Il Paese ha altre, vere, priorità. Autostrade e ferrovie sono in uno stato pietoso” … “I motivi per dire no al progetto del Ponte sullo Stretto e per mettere in campo una nuova politica dei trasporti per il mezzogiorno. No al ponte” … ecc.), poiché ci veniva appunto detto che in cambio del ponte, i finanziamenti sarebbero stati dirottati in Sicilia per strade, autostrade, ferrovie, quindi svincoli, porticcioli, impianti fognari e di depurazione, ambiente, ecc. pertanto sviluppo e lavoro. Invece e in generale nell’Isola, sarà almeno un decennio che non si vedono infrastrutture di tal genere.
Sarebbe pertanto ora che ai proclami seguano tempestivamente i fatti da parte della Politica, delle Istituzioni e della Burocrazia. Anzi al riguardo si riporta uno stralcio di quanto appena dichiarato per gli auguri di fine anno, rispettivamente dal nostro Presidente della Repubblica on.le Mattarella e dal neo Governatore della Sicilia, on.le Musumeci, sperando che in Italia e in Sicilia se lo ricordino quotidianamente tutti, nessuno esente, nello Stato e nella Regione come pure negli Enti e nei Comuni.
N
oi siciliani ci siamo. Ma la Politica, le Istituzioni e la Burocrazia, ci saranno ?
Adduso Sebastiano
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