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Castellammare di Stabia

Pressing di Renzi sull’Europa: «Basta soldi a chi alza muri»

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Matteo Renzi annuncia il veto italiano al bilancio Ue. Sicurezza, ricerca, politiche giovanili e immigrazione sono i capitoli di spesa contestati. «Basta soldi a chi alza muri», ha detto il premier. Ma, nonostante la “riserva” italiana, la presidenza di turno slovacca afferma che andrà avanti lo stesso perché ha «un ampio consenso».

L’Europa all’Italia: conti a rischio. Ma Roma blocca il bilancio Ue

Scontro tra Bruxelles e il governo che teme la procedura d’infrazione

BRUXELLES – L’esito dell’esame di Bruxelles dice che l’Italia è rimandata. Nella pagella della Commissione sulla manovra, che verrà resa nota all’ora di pranzo al termine di un ultimissimo confronto tra i commissari, c’è scritto che il progetto di bilancio del governo è a «rischio di non conformità» con i requisiti del Patto di Stabilità. E la questione del debito, che aumenta anziché salire, verrà affrontata separatamente. Se l’Italia non fa nulla, l’apertura di una procedura potrebbe arrivare “shortly”, vale a dire «al più presto». Non a gennaio, ma già a dicembre. Immediatamente dopo il referendum. È questa la novità dell’ultim’ora più significativa.

N

on si tratta di una bocciatura netta, ovviamente. Ma non si può certo parlare di promozione. Come già ventilato nelle scorse settimane, con il referendum che incombe sullo scenario politico italiano, Bruxelles ha deciso di sospendere il giudizio definitivo. Nel farlo metterà in fila, «in modo critico», tutti i parametri che «potrebbero comportare una deviazione significativa dal percorso di avvicinamento verso gli obiettivi di medio termine», in particolare per quanto riguarda l’aumento del deficit strutturale. Fino a ieri sera – assicurano diverse fonti – era ancora in corso il confronto interno su alcune cifre, in particolare sulle quote relative alle spese eccezionali per migranti e sisma che l’Ue è disposta a scontare.

La strategia dell’esecutivo  

In questo scenario, Matteo Renzi ha deciso di passare al contrattacco e di alzare la voce a Bruxelles. Anche se non nel palazzo della Commissione, ma dall’altra parte della strada, al Consiglio. Ieri il sottosegretario Sandro Gozi ha infatti espresso la “riserva” italiana sulla proposta di revisione di medio termine del bilancio pluriennale Ue, per gli anni dal 2017 al 2020. Sicurezza, ricerca, politiche giovanili e soprattutto immigrazione sono i capitoli di spesa contestati dall’esponente del governo italiano, che ha comunicato il suo “no” ai colleghi durante un pranzo informale.

Gli obiettivi

Dove vuole arrivare l’Italia? Per il via libera al bilancio è necessaria l’unanimità, dunque la mossa è potenzialmente in grado di paralizzarne l’approvazione. Ma la questione sembra essere più di forma che di sostanza. Prima di tutto perché non si può ancora parlare di veto, in quanto non c’è stata alcuna votazione ma soltanto un parere (il Regno Unito si è astenuto). E poi perché a Bruxelles sono tutti convinti che l’Italia stia facendo “un po’ di show”, per usare un’espressione raccolta tra i corridoi del Consiglio, ma che alla fine tornerà sui suoi passi.

«Sulla nostra proposta per la revisione del bilancio – ha spiegato Ivan Korcok, sottosegretario slovacco agli Affari Europei presiedendo il vertice di ieri – il sostegno è ampio. Con questo compromesso riusciremo a trovare anche il necessario consenso del Parlamento Europeo».

E il “veto” italiano? «L’Italia ha mantenuto la sua riserva perché ha bisogno di più tempo». Almeno fino al 4 dicembre. Eppure Renzi sulla questione promette di andare fino in fondo e spiega che questa decisione è stata presa per non finanziare «quei Paesi che con i nostri soldi tirano su i muri». La questione immigrazione è infatti strettamente legata all’atteggiamento sul bilancio, dato che l’Italia sta contestando la proposta di riforma del regolamento di Dublino sul diritto di asilo.

Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ieri a Bruxelles, l’ha definita «del tutto insoddisfacente» perché l’Italia considera «non accettabile» il concetto di solidarietà flessibile, secondo cui i Paesi possono rifiutarsi di accogliere migranti fornendo in cambio più risorse per la protezione dei confini. Ma soprattutto perché «carica molti oneri sui paesi di accoglienza».

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lastampa/L’Europa all’Italia: conti a rischio. Ma Roma blocca il bilancio Ue MARCO BRESOLIN – INVIATO A BRUXELLES


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