La Juve Stabia impatta sul muro alzato dalla Reggiana, non riuscendo a sbloccare la gara di andata del doppio turno playoff. Al Mapei Stadium servirà l’impresa degli uomini di Caserta
PODIO
Medaglia d’oro: a Gabriel Strefezza, l’equilibratore del gioco gialloblù. Il 21 della Juve Stabia si sdoppia alla perfezione nel doppio ruolo di esterno alto, ma anche basso quando c’è da offrire assistenza ai propri centrocampisti. Se la generosità del brasiliano spesso è sotto traccia, palese è la sua qualità con cui, soprattutto nella prima metà della ripresa Strefezza mette il turbo, confezionando giocate, dribbling e assist per i compagni, ricalcando il copione del match contro il Francavilla, quando era subentrato nel secondo tempo. In una batteria di esterni di qualità assoluta, il brasiliano è forse l’imprescindibile per Caserta e la Juve Stabia.
Medaglia d’argento: ad Alessandro Mastalli, cuore, anima e polmoni della Juve Stabia. Il Capitano sfoggia una prestazione da leader, giocando a tutto campo ed innescando ogni azione delle Vespe, da regista o da incursore. Proprio gli inserimenti del 24 stabiese più di una volta rischiano di fare male alla Reggiana, ma le conclusioni di Mastalli vengono spesso smorzate sul più bello dalla difesa ospite. Giocate da campioncino ed atteggiamento da leader, nell’incitare i compagni e nel sedare le scintille innescate dal malinteso Redolfi – Allievi.
Medaglia di bronzo: a Filippo Berardi, furetto incontenibile. Il numero 20 scuola Toro è palesemente l’elemento più in forma nella rosa stabeise. Caserta lo lancia nella mischia per scardinare la difesa della Reggiana, arroccata a difesa del prezioso pari, e Berardi per poco non riesce nell’impresa. Personalità da vendere e nessuna paura di andare all’uno contro uno per l’esterno, che salta costantemente il suo uomo, si infiamma mentre i compagni si spengono e va vicino alla rete con un gran sinistro parato da Facchin. Caserta nel post gara ne tesse le lodi, confermando la sua importanza soprattutto a gara in corso.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: ad Alex Redolfi, le cui sbavature rischiano di costare caro. Da brividi il controllo errato con cui il centrale stabiese, alla mezz’ora, si fa soffiare palla al limite della sua area, consentendo a Cesarini di beffare dalla distanza Branduani, che aveva lasciato i pali. Il pallonetto dell’emiliano per pochissimo non gela il Menti. In generale, per Redolfi una prestazione con qualche imprecisione di troppo; anche nella ripresa un suo “buco” nell’intervento costringe Allievi al salvataggio disperato ed al quasi autogol.
Medaglia d’argento: a Fabrizio Melara, che non illumina la fascia. Il 31 delle Vespe trasuda qualità, ma spesso le sue giocate non si incastrano con il ritmo della squadra; in più di un’occasione Melara si intestardisce nella giocata personale, perdendo così il tempo della giocata e spesso il pallone. Quando decide di non strafare, si vedono i risultati, come l’assist al bacio per il clamoroso palo di Paponi. Dopo due partite ravvicinate da titolare, appare nuovamente in debito di ossigeno.
Medaglia di bronzo: a Luigi Canotto e Daniele Paponi, le cui occasioni potevano essere sfruttate decisamente meglio. Sul 10 pesa il palo centrato di testa, tutto solo ed a distanza pressoché nulla dalla porta di Facchin; il legno esterno sembra essere frutto più di un errore di Paponi, ma non da Paponi, piuttosto che di sfortuna. Canotto, invece, rovina un ingresso in campo gagliardo, ed una giocata da urlo, tuffandosi platealmente in area anziché servire due compagni completamente soli. I classici atteggiamenti che non consentono al classe 1994, le cui doti tecniche e atletiche sono palesi, di fare il definitivo salto di qualità.