Il rigore a tempo quasi scaduto di Forte regala alla Juve Stabia la vittoria contro il Cosenza dell’ex Piero Braglia. Con il successo arrivano tre punti pesantissimi per la classifica stabiese.
PODIO
Medaglia d’oro: a Francesco Forte, predatore dell’aria di rigore avversaria. Lo Squalo della Juve Stabia chiude l’anno con l’ottava rete del suo campionato e confermandosi tra i calciatori più decisivi dell’intera Serie B. Ancora una volta il bomber gialloblu mostra tutto il suo repertorio, vestendo i panni dell’attaccante completo; oggi infatti la sfida a distanza con il portiere rivale lo vede protagonista statico, versione cecchino. Magistrale è la punizione mancina con cui Forte costringe dopo pochi minuti Perina alla grandissima parata; morso solo rinviato di un tempo per il 32 stabiese che, sempre da fermo, addenta ancora. Implacabile dal dischetto, Forte alza ancora la pinna portando la Juve Stabia lontano dalle acque basse della classifica. Squalo Killer.
Medaglia d’argento: a Magnus Troest, tornato a dettare legge in difesa. Non è un caso che, da quando il danese è tornato in campo, la Juve Stabia ha cambiato passo, riconquistando compattezza difensiva e cattiveria agonistica. In un pomeriggio per temperature adatto ad un vichingo, il centrale gialloblu doma con autorità assoluta gli scalmanati Machach e Baez, piccoli, non solo di statura, al cospetto di Troest. Bello quanto provvidenziale il tackle con cui il biondo difensore sventa nel primo tempo la ripartenza con cui il Cosenza pare involato verso la porta di Russo; intervento difensivo da manuale cui segue una ripresa da vero conquistatore. Vento del Nord.
Medaglia di bronzo: a Bright Addae, nuovo beniamino del pubblico del Menti. Alzi la mano chi tre settimane fa credeva ancora nella possibile svolta del centrocampista ghanese: unico legittimato a sollevare il braccio è Fabio Caserta, che non ha mai smesso di incitare l’ex Ascoli. La rete di Verona ha definitivamente liberato Bright, ragazzo possente quanto sensibile, dalle insicurezze dei suoi primi mesi stabiesi, restituendo alla Juve Stabia un mediano dominante. Non solo fisicità dilagante ma anche coraggio nel match di Addae, più vicino tra le Vespe alla rete (di testa e col mancino) prima del morso di Forte. La gioia sfrenata con cui festeggia dopo il fischio finale è la fotografia della sua rinascita. Black Mamba.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: ad Alfredo Bifulco, inghiottito dalla difesa del Cosenza. Troppo pesante la marcatura della retroguardia rossoblu per l’esterno stabiese, che non riesce mai a sfuggire a Corsi e compagni. Sopraffatto dai diretti marcatori, l’11 gialloblu non trova soluzioni alternative per incidere sulla gara, galleggiando senza acuti fino all’uscita dal terreno di gioco.
Medaglia d’argento: a Giacomo Calò, non ispirato per buona parte della gara. Gara di fine anno non semplice per il regista della Juve Stabia, non in grado di trovare la giocata giusta e sincronizzata al movimento dei compagni. L’incidenza che il 5 ha sull’economia stabiese è evidente dalla difficoltà che tutta la squadra incontra dovendo costruire gioco senza poter contare sulla lampadina accesa di Calò. Cambia la musica nell’ultimo quarto di gara, dove netta è la crescita del centrocampista.
Medaglia di bronzo: all’ennesimo problema muscolare della stagione delle Vespe. Ultimo ad iscriversi al registro degli acciaccati è Luigi Canotto, che affonda nel tappeto verde, e poco erboso ormai, del Menti. Nella sfortuna, l’aspetto positivo è la tempistiche dell’infortunio occorso all’esterno, che avrà venti giorni per recuperare con la giusta calma.