Il PD in grossa crisi in queste elezioni
L
e comunali erano state semplicemente un antipasto. Altro che politiche 2013. Rispetto a cinque anni fa il Pd perde quasi dieci punti percentuali. Confrontato al minino storico delle ultime amministrative, 11 per cento, ironicamente tiene con il 13 per cento. Invece è un disastro, una sconfitta clamorosa. Del Pd renziano, di Renzi stesso che ha fatto le liste, dei capibastone che vengono bastonati nei loro territori, dei segretari, soprattutto il regionale, che tra l’altro dovrebbe perdere il seggio alla Camera, e che oggi annuncerà le sue dimissioni. Dei deputati uscenti che non trainano, dei consiglieri regionali che non reggono. Dei De Luca, dei deluchiani e dei deluchismi che vengono abbattuti. È la spallata alle famiglie politiche: ai De Luca appunto, ma anche ai De Mita (Giuseppe ha perso nel collegio dell’Alta Irpinia). «Onestamente non me l’aspettavo un risultato così basso». Gennaro Migliore non sa neanche se con il calcolo dei resti, lui che è capolista alla Camera nel collegio di Napoli, riuscirà ad entrare.
Scrive Il Corriere del Mezzogiorno: “Nell’ex Stalingrado campana Castellammare di Stabia dove in piena campagna elettorale il sindaco dem Tony Pannullo è stato defenestrato, il partito arriva a quota 13 per cento”.
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