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Castellammare di Stabia

La parabola calante del voto fisso

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span style="color: #ff0000;font-family: terminal, monaco, monospace">Da diverse tornate elettorali era sempre più evidente che il voto fisso stesse assottigliandosi e ogni cinque anni tutto poteva ribaltarsi.

Si sono concluse da qualche giorno le elezioni amministrative che hanno interessano circa dieci milioni di italiani in tutta la Penisola. E appena alcuni mesi prima le elezioni politiche in cui è andato a votare circa il 70% degli aventi diritto.

E anche questa volta, seppure elezioni locali, come anche in quelle precedenti politiche, si è vista confermata l’evidenza che i cittadini si sono in buona parte come “scarcerati” da quella forma compulsiva elettorale con cui in passato votavano sempre il medesimo colore politico, l’analoga coalizione, la simile congrega, lo stesso candidato anche quando dimostrava di essere indegno, corrotto, delinquente se non persino mafioso.

I cittadini e in modo palese, sono infatti stanchi, nauseati, anzi direi avviliti, pure a volte disperati e di conseguenza ormai insofferenti alla trasversale politica di sempre, che da decenni, dagli scranni più alti all’ultimo sgabello del sistema pubblico-politico, declama ipocrisie ad ogni campagna elettorale con a seguito orde di codazzi, profittatori, scendiletto e gran cassa di media, informatori e predicatori, nazionali, regionali e locali, notoriamente prezzolati, raccomandati e favoriti, sicché la gente nel segreto dell’urna, per un verso finalmente, esprime il proprio radicale dissenso.

Certo ci sono ancora i conclamati bacini elettorali e altri sembrano sorgere nei distretti, soprattutto quando, a detta di tutti, sarebbero compiaciuti da rapporti con i cosiddetti servitori dello Stato, i quali invece di mantenere quanto meno una deontologica distanza e separazione dalla politica, ne sono risaputamente vicini e persino a volte comunicanti. Ciò soprattutto a livello regionale e comunale.

Uno dei motivi per cui poi le persone votano anche per reazione è che, non solo a volte si deve subire la corruzione e la criminalità, ma anche la connivenza istituzionale-politica, specialmente nei distretti.

Sono un po’ dappertutto anche cresciute occasionali commedianti o pretenziose, ispirati solo da vanità, ambizione e arrivismo, a volte anche esperti e competenti di singole materie, ma nascostamente misantropi, sdegnosi, impostori, mercenari, soprattutto quando di discreta apparenza o enfasi.

Oggi più che mai infatti, le sagome sono divenute le fave per tanti piccioni (cittadini), nutriti nel tempo, come siamo stati in molti, a mastica, coca e televisione cosiddetta trash, consumistica e propagandistica, sicché come storditi, di solito non cerchiamo di andare oltre l’apparenza o la forbita chiacchiera, rimanendo quasi incantati dall’aspetto o retorica, neanche avessimo una visione mitica se non addirittura mistica.

Una situazione quest’ultima da tenere presente, poiché i camuffati papponisti, squillo e doppiogiochisti, della politica, sono risaputamente stati da sempre anche dei nodi di relazione con opacità, illegalità, spartizione, depredazione, corruzione, delinquenza e mafia.

Non di meno, il rancido sistema sta comunque anch’esso reagendo. E attraverso blasonati costituzionalisti e giuristi, con incancrenita arroganza, avvisa gli elettori, malgrado siamo in una democrazia, che nonostante non ci sarebbero pressoché più i rispettivi precedenti governi, parlamentari e cosiddetti statisti, che avevano di fatto sempre forzosamente garantito (ma con le loro leggi criminali, estorcendo fiscalmente i concittadini e facendo debito pubblico) gli apparati, palazzi e allineati al sistema pubblico-politico di sempre, con privilegi, vitalizi, super-remunerazioni, super-pensioni, doppi e tripli remuneri, nomine, incarichi, assunzioni, soldi, benessere, viaggi, vacanze, barche, alberghi, fannulloneria, inconcludenza, sperperi, sprechi, ecc. non si potranno comunque costituzionalmente toccare i “diritti acquisiti, ovverosia queste spregevoli norme partorite negli anni in sprezzo ai sacrifici di molti concittadini (tanti anche in difficoltà e diversi per questo pure suicidi) votate da interiormente deviati ministri e deputati e avvalorate da altrettante istituzioni compiacenti e convittuali.

Insomma, ci stanno come dicendo che la Costituzione è stata scritta per sottomettere il popolo che deve stare solo muto, obbedire e pagare, poiché il resto è incostituzionale e pertanto la Consulta lo boccerà ?

La mimetizzata annosa cultura, reazionaria e altezzosa (da siciliano dovrei usare un’altra parola) nello Stato italiano con annessi e connessi, sta venendo a galla nella sua effettività interiore ?

Ma ora le elezioni sono finite. Ora è giunta l’ora dei fatti ed è finita quella dei proclami. Prendete questa Nazione e riordinatela civilmente, da cima a fondo, dalle Alpi a Capo Passero, dallo scranno più alto all’ultimo sgabello, nello Stato, Istituzioni, Enti, Regioni e Comuni. Il “male” infatti non è sempre all’esterno, come ci hanno propinato per decenni le precedenti nomenclature e rispettivi prezzolati nonché ancora attuali menestrelli. Spesso infatti si cela dentro di noi, pertanto anche nel nostro locale territorio, nella nostra regione, nella nostra nazione.

Si rammenti che tra cinque anni ci saranno nuove elezioni. E il voto non è più fisso.

L’immagine in copertina tratta da molfettalive.it è stata poi tipizzata per l’articolo.

Adduso Sebastiano

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