L’accusa dei Magistrati inquirenti e’ di aver utilizzato la carta di credito del Comune di Roma per pagare tante cenette con parenti, amici, e amici degli amici. Esiste una mappa degli “scontrini gate”, si parte da Genova, Firenze e Milano per finire a Roma, le cene contestate sono 53 per un ammontare di 13 mila euro.
Il menu’ era a base di
Carpacci di pesce,
Tagliate
Filetti
Anatre all’arancia
Spaghetti al Palinurus Elephas
Non potevano mancare in questa mensa da poveri, vini pregiati;
Se il Conte Ugolino e’ rimasto famoso nella Storia per essere stato “ospite” nell’Inferno Dantesco,
XXXIII canto…….. La bocca sollevò dal fiero pasto
quel peccator,
Ignazio Marino non sara’ ricordato come un peccatore, ma come un commensale dalla strisciata facile.
Essersi pentito, aver recitato il mea culpa, mea grandissima culpa, essersi affidato alle amorevoli cure delle Orsoline prima ancora che scattasse l’inchiesta della Magistratura,, aver risarcito con 20 mila euro tutte le strisciate fatte in nome e per nome del Comune di Roma, non impediranno ai Giudici inquirenti di portare una “quenta” molto salata.
Ignazio Marino a distanza di pochi mesi dalla sua abdicazione, e’ finito nella pentola del Nucleo di Polizia Tributaria della Finanza, nella loro informativa si parla di Peculato art. 314 CPP pena da 4 a 10 anni, e Falso in atto Pubblico.
L’ex Sindaco di Roma, in quella claoca massima che e’ Roma Capitale e’ una persona che pur avendo mangiato probabilmente meno degli altri e senza frutta, al momento del conto, la Giustizia, gli fara’ pagare le pere piu’ salate di tutti i commensali.
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