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Palermo: Convegno “LIBERI di ASSOCIARSI”, organizzato dalla Massoneria italiana

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A Palermo, nella sede del Parlamento siciliano, si è appena concluso il convegno dal titolo eloquente “LIBERI di ASSOCIARSI”, organizzato dalla Massoneria del GOI – Grande Oriente d’Italia – in risposta alla legge regionale n. 18 del 2018. Legge già stigmatizzata sin dal suo iter parlamentare, ancora in gestazione, come: “obbligo dichiarativo dei parlamentari dell’Ars in tema di affiliazione a logge massoniche o similari”.

Una simile norma ha scatenato un coro di proteste sdegnate da parte di chi crede nella libertà di associazione, del resto sancita dalla nostra Costituzione repubblicana, all’art. 18, rinforzato dalle affermazioni dell’art.3, riguardanti le libertà fondamentali del cittadino.

convegno massoneria Tutte le obbedienze massoniche italiane hanno preso nette posizioni di dissenso nei confronti della legge regionale siciliana e ne hanno fatto oggetto di civile protesta. In questa ottica si colloca il Convegno di Palermo, svoltosi proprio nei locali dell’Assemblea Regionale, Sala Piersanti Mattarella, messi a disposizione con equanimità dal Presidente Gianfranco Miccichè, che per l’occasione si è attirato addosso una pioggia di critiche da parte dei sostenitori della recente normativa. Al riguardo egli, tra l’altro, ha anche affermato di considerare questa legge inutilmente
discriminatoria.

Il convegno è stato affollatissimo di partecipanti interessati alla libertà di associazione e di espressione, tanto da costringere i commessi parlamentari ad aprire la sala adiacente a quella congressuale per permettere al numerosissimo pubblico di prendere posto adeguatamente. Sono intervenuti partecipanti da tutta la Sicilia per la maggior parte, ma anche dalla Penisola, tra i quali il Gran Maestro del GOI, dott. Stefano Bisi, che ha dichiarato: “Non si capisce perché si vogliano individuare soltanto gli amministratori pubblici massoni e non si chieda di individuare, per esempio, anche quelli iscritti ad altre forme di associazioni. La massoneria lotta per la libertà, l’uguaglianza e la fratellanza fra tutti gli uomini, è una fiamma di libertà in ogni società civile. Non accettiamo e respingiamo chi vuole associarci alla mafia e alle associazioni malavitose. Crediamo che la Massoneria sia un antidoto alla mafia, perché cerchiamo sempre di rispettare il pensiero degli altri. Senza pregiudizi”.

Ai lavori congressuali, relatori apprezzatissimi sono stati i due unici parlamentari che hanno dato voto contrario alla legge 18, Eleonora Lo Curto e Antonio Catafalmo. Essi hanno affermato di avere disatteso volutamente i dettami della legge che impongono agli eletti ed agli amministratori locali di dichiarare l’eventuale appartenenza a logge massoniche entro 45 giorni dall’entrata in vigore della norma, pena la comunicazione pubblica della violazione commessa.

Infatti, è loro intenzione “sfidare” la legge ed adire alla Corte Costituzionale per palese incostituzionalità della norma. Facendosi forte anche di un precedente che potrà fare giurisprudenza: già nel 2007 il Grande Oriente d’Italia aveva presentato formale ricorso presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nei confronti di una legge della Regione Friuli Venezia Giulia similare a quella recente siciliana. Il ricorso fu vinto e lo Stato Italiano condannato.

Stesso intento ha dichiarato di perseguire Stefano Bisi per conto della comunità massonica del GOI:, i cui Legali adiranno a tutte le vie amministrative necessarie affinché un simile provvedimento – che ghettizza e marchia in modo inqualificabile e pretestuoso i massoni – venga rimosso; ripristinando un necessario e ineludibile diritto alla libertà di ogni cittadino di far parte di qualsiasi associazione”, come la Costituzione italiana prevede e sancisce.

Carmelo TOSCANO

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