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Omicidio Varani a Roma, ascoltati altri testimoni.

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micidio Varani . Prima dell’omicidio del 23enne nella casa al Collatino durante il festino sono entrate diverse persone. Tra queste c’era Alex che agli inquirenti ha detto: “Ricordo di aver sentito Prato dire a Foffo ‘tanto con lui non dovevamo fare nulla’”. Si cerca una giovane che avrebbe incontrato la vittima sul treno poche ore prima di morire.

Ventiquattro ore prima della morte di Luca Varani, altre persone hanno messo piede nell’appartamento degli orrori al Collatino. Ma sono scampati alla violenza di Manuel Foffo e Marco Prato che, non ancora sballati da droga e alcol, non avevano maturato il proposito di far del male a qualcuno. Fino a quando dentro a quella casa in via Igino Giordani non è entrato Luca Varani, il 23enne massacrato a coltellate e martellate durante un festino a base di cocaina e alcol.

Prima dell’omicidio, al festino tutto alcol, cocaina e crystal meth (cristalli che possono causare stati allucinogeni e scatti d’ira) iniziato mercoledì della scorsa settimana hanno partecipato altre quattro persone. Una di queste è Alex del Tiburtino, 34 anni, pugile dilettante: il suo nome era stato fatto dallo stesso Foffo, che lo aveva contattato la notte tra mercoledì e giovedi scorso, al pm Francesco Scavo.

“Sì è vero sono stato in quella casa – ha raccontato Alex, accompagnato dall’avvocato Gianluca Nicolini – Appena entrato in quell’appartamento, intorno alle 5 del mattino, loro mi hanno offerto più volte un bicchiere con un superalcolico. Io ho rifiutato perché bevo birra”. Follo e Prato, già in evidente stato di alterazione, hanno invitato l’amico più volte a consumare cocaina. “Ricordo che non erano travestiti – ha fatto mettere a verbale Alex – anche se ricordo di aver notato la presenza di una parrucca in casa. Comunque non c’è stato alcun rapporto di sesso con nessuno da parte mia”. Dopo una breve discussione con i due, dovuta al fatto che Alex voleva sfruttare la casa di Foffo per andare dormire qualche ora e gli altri volevano andare avanti con lo sballo, il 34enne sarebbe andato via intorno alle 8.30. Non prima di aver sentito Prato dire a Foffo “che tanto con lui non dovevano fare nulla”. Ventiquattro ore dopo a cadere nella trappola è stato Luca Varani, torturato e ucciso “per le sevizie subite e non per la coltellata finale al cuore inflitta” da uno dei due studenti, che si erano conosciuti a dicembre scorso.

L’altro a varcare la porta di casa di Foffo è stato Giacomo, amico milanese di Marco Prato che avrebbe messo a disposizione il suo bancomat per acquistare gli stupefacenti. In totale, in quei giorni i due hanno speso più di 1.500 euro in droga, fornita da un pusher albanese. Tra i nome fatti da Foffo e Prato, c’è anche quello di Riccardo: è uno dei camerieri del ristorante della famiglia Foffo e ieri è stato sentito dai militari dell’Arma.

Intanto, gli inquirenti stanno cercando di rintracciare due persone che hanno incontrato Luca Varani prima che si recasse nell’appartamento di Manuel Foffo al Collatino. Potrebbero essere utili per ricostruire le ore che hanno preceduto il massacro. Si tratta di un uomo e di una donna di 25 anni che hanno incontrato il 23enne sul treno che da Viterbo arrivava a Roma. Alcuni conoscenti della vittima hanno girato la segnalazione ai carabinieri, che stanno cercando in tutti i modi di mettersi in contatto con lei: “Era bionda e lei e Luca non hanno mai smesso di chiacchierare”. Varani viene contattato da Prato alle 7.12 del 4 marzo scorso e, secondo chi indaga, sarebbe rimasto in balia dei suoi aguzzini per circa due ore prima di morire intorno alle 9.30. A questa giovane la vittima potrebbe aver confessato dove stesse andando e perché.

Gli inquirenti, intanto, hanno ascoltato anche le altre persone che hanno frequentato la casa di Foffo nei giorni tra mercoledì e venerdì, tra cui Roberto Foffo, fratello di Manuel.

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