Gomorra diventa un caso di politica, alcuni consiglieri contro Gomorra. Presid. Perrella: ” Gomorra credo sia diseducativo”.
span style="font: 400 16px/20px georgia,palatino,serif;text-align: left;text-indent: 0px;letter-spacing: normal;text-decoration: none;float: none;background-color: transparent">“Gomorra diventa un caso politico. La commissione politiche Sociali della quarta Municipalità, presieduta dal consigliere Mario Maggio, ha approvato un documento a maggioranza, con la richiesta diretta «all’ufficio Cinema del Comune di Napoli di rifiutare le autorizzazioni alle riprese di scene per la strade della città e in particolare sulle vie della nostra circoscrizione per tutte le produzioni che hanno come tema la camorra e la criminalità organizzata». «In particolare si legge nel documento a firma di Maggio e del vicepresidente del gruppo dei Riformisti, Antonio Napolitano – vista la recrudescenza di attività criminali concomitanti con la visione della serie Gomorra». Un atto non riconosciuto dal presidente del parlamentino di San Lorenzo-Vicaria-Poggioreale-Zona industriale Giampiero Perrella: «Si tratta di un’iniziativa autonoma di alcuni consiglieri, fermo restando che Gomorra non è il mio genere e credo sia diseducativo. Da qui ad inibire le riprese di una fiction ce ne passa». Pietro Contemi del Gruppo misto e membro della commissione politiche Sociali chiarisce: «Parliamo di una fiction che non fa mai vedere la presenza dello Stato. Andrebbe data un’immagine diversa di Napoli».
Il coro degli altri presidenti di Municipalità è unanime: non si possono vietare le riprese di una serie tv. Francesco de Giovanni (Chiaia-San Ferdinando-Posillipo) ammette: «Gli esempi negativi purtroppo questi ragazzini ce li hanno sotto casa. Bisogna partire da lì. Dire che è colpa di Gomorra è paradossale. Prima di Gomorra non c’erano le baby gang?». Francesco Chirico della Municipalità II invece spiega: «Alcuni ragazzini, già a rischio, che magari non hanno punti di riferimento possono mitizzare il crimine, non vi è dubbio. Però non è pensabile vietare le riprese di una serie tv. Siamo in democrazia»”.
(Fonte: Il Mattino)
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