I “viaggiatori a scrocco” gravano sui conti dell’azienda napoletana
Il fenomeno dei viaggiatori a scrocco sui bus è un vero e proprio macigno che pesa sui conti dell’Anm. Una voragine che oggi vale oltre 24 milioni di euro di multe iscritte a ruolo da cinque anni che rischiano di non essere mai riscosse, se si pensa che il recupero delle sanzioni degli anni precedenti viaggia su percentuali di incasso che oscillano tra lo 0 e l’1% all’anno.
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on solo oltre la metà dei passeggeri non fa il biglietto, ma tra quelli che vengono beccati dai controllori quasi il 70% non paga la sanzione. La percentuale di riscossione a due mesi dall’elevazione del verbale è ferma al 34%. Un vero e proprio buco nero che cresce di oltre mezzo milione di euro all’anno. Mentre quasi un quarto delle contravvenzioni viene annullato per diversi motivi: mancanza del documento di riconoscimento, mancato riscontro anagrafico o tributario, mancato recapito postale, perché l’indirizzo fornito risulta sconosciuto o il multato irreperibile o trasferito, o, ancora, per accertata inesigibilità, perché senza reddito o senza fissa dimora. Infine, c’è anche la quota degli abbonati che avevano dimenticato il tesserino a casa: in questi casi, infatti, la multa viene cancellata se si esibisce successivamente l’abbonamento agli sportelli Anm, e si paga una sanzione fissa di 6 euro. È quanto emerge dal dossier sulla lotta all’evasione inviato dall’Anm al Tribunale Fallimentare che punta i riflettori sugli anni dal 2012 al 2017.
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