L’attore Fabio De Luigi giura amore verso la città di Napoli: “Mi sento napoletano, sogno di girare un film qui, accetterei subito”
Lunga intervista all’irriverente attore Fabio De Luigi, ascoltato dai colleghi de laRepubblica: “Mi sento un po’ napoletano anche io. Sarebbe bello girare un film qui e non lo dico per essere paraculo. Con Napoli c’è un amore reciproco: o meglio, che sia reciproco lo dico io. Dalla mia parte c’è di sicuro: sono romagnolo, abito nel sud del nord. Siamo un po’ così anche noi: abbiamo bisogno di contatto fisico. Quando sono qui mi sento a casa. Se mi dicessero: ‘Il prossimo film lo giriamo a Napoli’ farei festa”.
L’attore, dinanzi al bellissimo ‘palcoscenico’ del Castello aragonese di Ischia, ha poi presentato al pubblico – nell’ambito dell’Ischia Film Festival – il suo ultimo lavoro cinematografico “Metti la nonna in freezer”, accompagnato dai giovani registi Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi. “Quando me l’hanno proposto, avevo l’agenda stracolma. Il mio agente mi ha convinto a incontrare comunque i registi: era una trappola. Sono stato praticamente costretto ad accettare, per fortuna”.
Tornando a Napoli: “E’ una città che ti cattura con la sua anima: non è solo una questione di semplice bellezza delle location. Ma è anche un personaggio ingombrante: non accetta di fare da sfondo ai film, le vanno cucite addosso storie”.
Sul suo futuro:“A ottobre esce ‘Ti presento Sofia’, la commedia di Guido Chiesa in cui recito con Micaela Ramazzotti e la piccola Caterina Sbaraglia, bravissima. Poi c’è una cosa abbastanza certa con Alessandro Genovesi, con cui ho già fatto due film: rimettiamo insieme la squadra e vediamo cosa salta fuori. Mi sta venendo voglia di tornare a fare tv, anche se non nell’immediato”.
Il sogno nel cassetto di Fabio De Luigi?
“Beh, mi piacerebbe fare un film su Alan Ford, il personaggio a fumetti inventato da Max Bunker e Magnus. Sono anni che ho quest’idea, ma per una ragione o per l’altra non si è mai concretizzata. Se non ci sbrighiamo finirò col fare il nonno di Alan Ford”.
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