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Michela Murgia: storia di una vita “speciale”

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n questi giorni, la scrittrice sarda Michela Murgia, anche blogger, drammaturga, critica letteraria e opinionista, si racconta a cuore aperto in una meravigliosa intervista rilasciata ad un famoso periodico di costume, cultura, moda e politica.

È un momento estremamente difficile e delicato della sua vita perché, come tutti sappiamo, ha da poco rivelato di avere una forma di tumore che non le lascia molto tempo davanti a sé.

Nonostante tutto, il suo sorriso e la sua voglia di vivere ci trasmettono emozioni forti, idee nuove e modi di intendere la vita caratterizzati da un amore infinito verso l’altro e verso un’idea di famiglia concepita in modo diverso.

LE FIGURE FEMMINILI NELLA VITA DI MICHELA MURGIA

L’infanzia e l’adolescenza di Michela Murgia sono state caratterizzate dalla presenza di un padre violento e di due donne importanti: la madre e la zia.

La prima più rivoluzionaria ma vincolata in casa ai rapporti violenti e tossici del marito, e la seconda più conservatrice, cattolica, ma anche più libera rispetto al rapporto col marito e con lei.

“Sono grata a queste due donne, a queste due madri”, queste le toccanti parole di Michela Murgia che ha ricordato anche sua nonna come un’importante maestra di vita dicendo: “Il primo insegnamento da bambina l’ho avuto da lei: come fare a diventare potente senza essere schiava del potere”.

L’altra importante maestra di vita per Michela Murgia è stata una biblista, Marinella Perroni.

“Mi ha mostrato il femminismo dentro la fede. Sono riuscita a perdonare alla Chiesa il fatto di non essere all’altezza della parola di Dio soprattutto in relazione alle donne. La Chiesa deve fare ancora passi da gigante ma io posso starci dentro e fare in modo che magari quei passi possano andare più veloci”.

L’ AMORE  E LA FELICITA’

Traspare dalle parole di Michela Murgia il significato di un amore diverso da come si possa intendere oggi. “Se intende quella fulminazione che ti fa battere il cuore, che fa diventare sfuocato tutto il resto e a fuoco quella persona, no, perché ritengo che sia una forma di psicosi. Amo molto. Ma non m’innamoro. Perché c’è una quota di perdita di controllo nell’innamoramento che ti fa fare casini. E ti fa spesso fraintendere quello che è giusto con quello che vuoi. Che non sempre sono la stessa cosa”.

Per la nota scrittrice sarda, donna di grandi passioni e sentimenti, il concetto di felicità è caratterizzato dalla precisa volontà di non far star male le persone che ama. L’amore di coppia per Michela Murgia spesso è sottomissione e, di solito, “è la donna ad accettare la negoziazione, perché siamo abituate a considerare la relazione una cosa centrale, mentre per un uomo innamorarsi è una delle tante cose interessanti che gli capitano.”

Michela Murgia è stata sposata dal 2010 al 2014 con Manuel Persico, informatico bergamasco di dodici anni più giovane e dal quale non ha avuto figli.

Nonostante tutto, la nota attivista sarda afferma di non sentirsi sola perché circondata dall’affetto di una grande famiglia.

LA “FAMIGLIA QUEER” di MICHELA MURGIA

Tutti conosciamo benissimo il significato della parola “queer” che viene usato generalmente da una persona della comunità LGBTQ+ che non vuole dare un nome alla propria identità di genere e al proprio orientamento sessuale o più semplicemente non vuole precisarla.

Queer viene utilizzato dalle persone che non sentono il bisogno di rientrare in alcuna categoria per diversi motivi: la persona rifiuta in maniera categorica l’idea di etichetta e preferisce rimanere vaga.

In una società come la nostra in cui la “diversità” è intesa come “speciale normalità”, la scrittrice Michela Murgia, ancora una volta, con il suo meraviglioso sorriso, valorizza la famiglia dandole un significato diverso ma sempre basato sui valori di amore, condivisione, reciprocità e solidarietà.

Michela Murgia ci parla della sua “famiglia queer”

“Non voglio nominare tutti perché non tutti hanno la stessa attitudine all’esposizione. Le dirò chi sono all’interno della nostra relazione. Ci sono quattro figli. Ciascuno di loro si crede figlio unico rispetto a me. Sono entrati nella mia vita in tempi diversi. Da Raphael, il più piccolo, agli altri. Stanno con me da quasi vent’anni… i termini figlio, padre, madre, fratello, sorella non si adattano a queste relazioni. Io li uso per analogia… Quando la differenza di età contava moltissimo, io sono stata madre.

Oggi siamo più amici, più paritari. Quello con Claudia, invece, è un rapporto difficile da spiegare, perché noi ci amiamo profondamente, e questa cosa le persone la romanticizzano e la sessualizzano…Noi abbiamo riso, sono stata anche con donne nella vita, ma tra queste non c’è stata Claudia. Abbiamo condiviso il figlio come due donne che si passano una responsabilità.

L’altro giorno piangendo lei mi ha detto: io sono stata una madre migliore perché c’eri anche tu. E io le ho risposto: io sono stata una madre perché tu me lo hai consentito. Questa cosa mi commuove profondamente… Ed è stato bello quando Claudia si è sposata con Marco. Gli ha detto: guarda che c’è questa donna con cui ho cresciuto mio figlio. Se vuoi sposarti con me, devi accettare anche lei. E lui ha detto: va bene… Le persone che vivono dentro una famiglia tradizionale pensano: “Ma questi vanno a letto tutti insieme!”. E invece non è così. Io posso dire anche molto di più di queste persone. E anche senza andarci a letto”.

Le conclusioni

Straordinarie parole quelle di una donna che del suo pensiero è riuscita a fare un “modus vivendi”. Attualissima e concreta, semplice nell’espressione delle proprie idee, chiara nel trasferire emozioni, vera nel renderLe magiche.

Straordinaria Michela Murgia, grazie per aver condiviso con il mondo i tuoi pensieri unici e speciali e, soprattutto, per aver dato immenso valore alle relazioni umane e ai rapporti interpersonali che oggi sono, o meglio dovrebbero essere, al di là di ogni pregiudizio, la vera essenza della vita!


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