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Manuela Arcuri omaggia Pupetta Maresca sul suo Instagram ed è bufera

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Manuela Arcuri finisce nella bufera per il suo omaggio, su Instagram, a Pupetta Maresca: “Donna coraggiosa”. E scoppia la polemica

In un post sul suo instagram l’attrice Manuela Arcuri omaggia Pupetta Maresca e subito è esplosa una bufera fatta di commenti acidi, taluni anche al limite della volgarità, tanto da porsi, loro sì, fuori da ogni umano sentire, nonché di educato commento, con il quale esprimere un proprio pensiero senza dimenticare però l’educazione e l’umano rispetto che va agli altri, vieppiù se defunti.

Nel 2013 l’attrice ha vestito i panni di Pupetta Maresca, morta il 29 dicembre a Castellammare all’età di 86anni, in una fiction trasmessa da Mediaset che già all’epoca scatenò molte polemiche: “Pupetta – Il coraggio e la passione”, e ricorda la sua prestazione sui social network postando una foto del set che la ritrae con Assunta Maresca, i cui funerali sono stati vietati dalle questura di Napoli, commentando:

“Assunta Maresca una donna coraggiosa, forte, senza paura, agiva di impeto … sbagliando più volte. ‘Ho pagato con le mie lacrime le mie scelte’. Così racconta la sua tormentata vita, che io nel 2013 ho interpretato in una delle mie fiction di maggior successo. Addio Pupetta, rip”.

La dedica dell’attrice, però, ha suscitato molti commenti negativi e di indignazione:

Questo post è una vergogna per tutte le vittime di camorra di quegli anni” scrive Rosa. E ancora: “Cancella questo post”, “Vergognati”, “Hai dimenticato di dire camorrista”, “Chiedi subito scusa”, “Faccio fatica a comprendere la tua ammirazione”, “Uno schiaffo alle vittime innocenti” e tantissimi altri a certificare che, nonostante la carriera di Pupetta nel mondo dello spettacolo, non solo che nessuno ha dimenticato la sua affiliazione con la mafia, ma anche quanto il web è sempre pronto a farsi veicolo degli istinti più bassi, spesso anche beceri e da ignoranti, di persone che non aspettano altro per dar sfogo alla loro violenza interiore condita di gratuita volgarità.

Non mancano tuttavia alcuni cuoricini e messaggi di approvazione che penso siano da attribuire all’umana pietas per una donna, comunque, ormai morta.

Assunta Pupetta Maresca, come abbiamo già segnalato in altri articoli, è morta lo scorso mercoledì, all’età di 86 anni a Castellammare di Stabia (Napoli). Pupetta, abbiamo ricordato, è stata la prima donna boss della camorra – arrivando ad opporsi alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo – e, allo stesso tempo, è riuscita a farsi conoscere nel mondo dello spettacolo diventando Miss e attrice.

Al coro di disapprovazione (uso un eufenismo) si aggiunge anche quello del consigliere regionale Francesco Borrelli che, dopo il suo precedente duro post rilasciato nell’immediatezza del decesso e del funerale scrisse:

<< Adesso che è morta leggiamo sui social una sorta di glorificazione di questa donna che ha rappresentato uno dei simboli della camorra e della violenza nel nostro territorio. La mitizzazione dei boss, com’è già successo con Raffaele Cutolo, è assolutamente da evitare. Per questo riteniamo assolutamente necessario che i funerali di questa camorrista siano effettuati in forma privata e abbiamo chiesto al Prefetto e al Questore di vietarli e vietare qualsiasi onoranza pubblica per Pupetta Maresca. Come ogni camorrista va dimenticata e disprezzata. Il paradosso ormai è che le attenzioni pubbliche e mediatiche che si dedicano alle vittime dei clan è infinitamente minore rispetto a quello destinato ai criminali e mafiosi. Un paradosso inaccettabile>>

ora così scrive:

“Sono rimasto esterrefatto nel leggere il ricordo di Pupetta Maresca postato da Manuela Arcuri sui social. L’attrice, che ne ha interpretato il ruolo in una discutibile fiction di qualche anno fa, ne ha parlato come di ‘una donna forte e coraggiosa che agiva d’impeto’, omettendo completamente il suo ruolo di primo piano come donna di camorra, condannata anche per omicidio, al fianco di boss spietati e sanguinari. Un vero e proprio schiaffo in pieno volto a tutte le vittime innocenti della criminalità e della camorra e alle loro famiglie molte delle quali, ancora oggi, chiedono giustizia. Mi auguro che l’attrice riveda ciò che ha scritto e con grande rammarico noto che sono stati davvero in pochi a prendere le distanze da questa stucchevole glorificazione di una donna che ha commesso crimini violenti. Nel nostro Paese è in corso una vera e propria battaglia per arginare la cultura della violenza e dell’apologia dei clan e dei camorristi e ognuno deve fare la propria parte”.

Al coro non sono mancati scrittori e giornalisti come Giuseppe Candela che ha espresso il suo dissenso sul suo profilo Twitter, dove ha scritto che l’omaggio dell’attrice “a una camorrista fa schifo”.

In risposta, un utente ha ripreso un articolo scritto da Roberto Saviano, nel quale ha raccontato di come Pupetta sia stata una “attrice che incantò i rotocalchi italiani e camorrista per vendicare il marito”:

Pupetta Maresca scrive Saviano – fu attrice che incantò i rotocalchi italiani e camorrista per vendicare il marito. In lei il crimine fu scambiato per amore e glamour, ma rispondeva alla logica della faida e della vendetta”.

In conclusione ricordo, per completezza di informazione sulla donna Pupetta Maresca, che nel 1955, quando uccise il killer del marito, il boss dei mercati ortofrutticoli Pasquale Simonetti, detto “Pascalone ‘e Nola”, aveva vent’anni ed era al sesto mese di gravidanza.

Arrestata e condannata a 13 anni e 4 mesi di carcere, partorì in carcere il figlio Pasqualino ucciso a 17 anni in un agguato: il suo corpo non fu mai ritrovato.

Metti “mi piace” alla nostra pagina Facebook! –  Cristina Adriana Botis / Redazione Campania


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