15.9 C
Castellammare di Stabia

Mafia Ndrangheta e Camorra sfidano l’Italia: e lo stato?

LEGGI ANCHE

M

afia Ndrangheta e Camorra sfidano l’Italia da tanto tempo che ormai: Sparatorie tra la folla, Raid, sequestri, Rapine, pistole in faccia, Accoltellamenti, sono cose all’ordine del giorno.

Mafia Ndrangheta e Camorra sfidano l’Italia: e lo Stato?

Tutto questo, purtroppo, accade un po’ spesso, (anzi, troppo), e in tutta l’Italia ma, ultimamente, casi del genere accadono sempre più spesso proprio a Napoli e nei grossi e popolosi centri che la circondano.

L’ultimo episodio a Castellammare di Stabia, la mia Stabia, Comune commissariato per infiltrazioni camorristiche dove, nella notte, tra la folla, e proprio davanti al Municipio simbolo di una malagestione, si è sparato all’impazzata.

Spari a 2 passi da Palazzo Farnese: lo Stato è assente

Michele De Feo – 28 Maggio 2022 @ 17:48

Spari nella serata di ieri a 2 passi da Palazzo Farnese: un ragazzo su uno scooter ha esploso 4 colpi di pistola gambizzando erroneamente una giovane 23enne.

Questo l’ultimo episodio in ordine cronologico e all’ora e alla data indicata (ormai qui si procede ad ore) e, sia pur possa sembrare paradossale, c’è di che essere contenti che il tutto abbia lasciato a terra solo una ragazza ferita alla quale va tutta la nostra solidarietà, visto che siamo sempre nella scia o nei dintorni della piaga stabiese del Clan D’Alessandro.

Come si sa è dal 28 Febbraio, quando la giunta comunale è stata destituita per infiltrazioni mafiose, che la Città è gestita dal Commissario straordinario Raffaele Cannizzaro che, nel merito degli ultimi accadimenti (e sono parecchi) ha avuto modo di dire “solamente”:

“Castellammare è attanagliata dai Clan e vive una situazione difficile sul versante della sicurezza urbana”

Ma va? Nessuno se ne era accorto!

Comunque, personalmente, ci aggiungerei anche: “…. e sul lato economico” ma questo è altro o forse è ancora camorra..

Nessuno si è accorto, invece e realmente, di risultati concreti e duraturi in questa che ormai è, chiaramente, una sfida alla Città e alle istituzioni, dei vari Clan.

Mafia Ndrangheta e Camorra sfidano l’Italia: lo Stato Risponderà?

I D’Alessandro in primis visto che, alcuni affiliati, di recente, hanno lasciato il carcere e questo ha aumentato il livello di rischio che si vive in aree dove coincidono i due punti deboli della questione: una politica marciscente e infiltarta, ed un’attività repressiva che, con tutta evidenza, latita.

Proprio venerdì, come segnala la Repubblica, il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, dal palco dell’incontro promosso dal Pd sul tema camorra ha ammonito:

 “Da sei-sette anni c’è un’eclissi su questi temi, perché sulla criminalità organizzata le forze politiche hanno attenuato la loro agenda.

E invece tutta la responsabilità della scelta dei candidati e delle strategie che isolino la criminalità non va gettato solo sul segretario locale, anzi, ora andrebbe indetta una conferenza nazionale del partito sulle strategie su questo tema”.

Parole che – come scrive anche Repubblica – sono assieme, un allarme, un appello e anche una condanna per una politica lontana da una emergenza.

Emergenza che, aggiungiamo noi, nel frattempo è diventata quotidianità per cui è persino sbagliato chiamarla tale. Meglio sarebbe dire: Quotidianità che si ripropone da anni e anni.

Mafia Ndrangheta e Camorra sfidano l’Italia: e lo stato? Risponderà?

Come da anni scrivo e ripeto, è noto il detto che recita: “il pesce puzza dalla testa” , ed è più che vero soprattutto se si prende atto che LA TESTA, la vera testa dominus di tutto, è quella dei cittadini stessi che, immancabilmente, di volta in volta, quando devono scegliere “i propri impiegati da mettere a capo della loro azienda: il Comune”, non fanno altro che scegliere, per i più, quelli che più somigliano ad essi o che, a prescindere, a loro appare come “gestibili” per ottenere plebende.

Ed ecco che allora, i candidati che si scelgono, li si sceglie per affinità, simpatia, talvolta anche prezzolamento o costrizione: e questi sono i risultati.

Una Città che era definita la Perla del Golfo e la Regina delle Acque, ormai sta scivolando anche al di sotto di una vasciaiola, e lo scivolamento è lungo assai, tanto che, a ben vedere e voler andare sul drastico, si può farlo risalire a quando Napoli, e tutto il sud, fu depredato da Garibaldi su ordine dei nordici sabaudi.

Ma anche questo è altro, altro di cui comunque, a lungo e anno dopo anno, non ho mancato di scrivere e discutere. Inutilmente, ovviamente!

Perché questo ennesimo giro di valzer?: ma perché ora si esagera, e di molto!

Inoltre siamo, nuovamente, alla vigilia delle elezioni in 89 Comuni della Campania, regione che ha il record nazionale di recidive per i Municipi sciolti a causa dell’inquinamento criminale (ultimi: Castellammare e Torre Annunziata).

E questo va ricordato a chi nei Palazzi ha perso la memoria ma anche ai cittadini tutti!

Che dire. C’è solo da augurarsi che, questa volta (come sempre dovrebbe essere) le liste siano state oggetto di una scelta etica e attenta dei nomi.

Una scelta oculata quindi e sottoposta, ante, a verifiche, foss’anche solo “olfattive”, per annusare odori strani di “Clan”.

Intanto ed in parallelo, non diamo modo di dimenticare la questione sicurezza nelle nostre strade ed in interi quartieri.

Dopo due anni di blocco a causa Covid, anche se magari qualcuno non si è accorto dello stesso se non per le mascherine ed il non poter uscire, questa estate si spera che ci possa essere l’auspicata ripartenza per lo sviluppo economico soprattutto in zone dove, come su detto, si potrebbe anche definirla semplicemente “partenza” visto che si langue da anni, decenni.

Per finire, chiamo a soccorso Giovanni Falcone e Franco Battiato per invocare, ad alta voce, che la Giustizia finalmente si svegli, si tolga la maschera per ben vedere la reale situazione e poi colpire, con il suo lungo bastone, laddove regna la gramigna.

Giovanni Falcone, di cui ricorre il trentesimo anniversario della strage di Capaci in cui perse la vita straziato dal tritolo assieme alla moglie e alla sua fedele scorta, ammoniva:

“Non possiamo permetterci cali di tensione nella lotta alle mafie perché loro, boss, killer e gregari, non se li consentono”.

Franco Battiato scrisse e cantava: Povera Patria

Ecco appunto! Loro, le varie mafie e Clan, non dormono ne si fermano mai! Proviamo a non farlo anche noi tutti, noi bravagente.

Ed io? Io mi aggrappo al solito benaugurante: “Io speriamo che me la cavo”

Metti “mi piace” alla nostra pagina Facebook!

Mafia Ndrangheta e Camorra sfidano l’Italia: lo stato risponderà? / Stanislao Barretta / Redazione


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Museo di Capodimonte, squadra più forte e nuova brand identity

(Adnkronos) - "Capodimonte ha una 'squadra' finalmente più grande e più forte. Era dal secolo scorso che non si registrava un ingresso di...
Pubblicita

Ti potrebbe interessare