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adre Natura ringrazia. Tira un buon vento e i cronisti sono i primi a sentire l’aria di primavera che scaturisce da notizie come questa… con infinito piacere ne prolunghiamo il soffio perché dia conforto a tutti, in questi tempi difficili e cupi.
I Carabinieri di Gioia Tauro hanno registrato un altro successo in un settore che ci sta particolarmente a cuore: la salvaguardia del nostro bistrattato pianeta, che insieme alla salute pubblica, dovrebbe trovarsi al centro dell’interesse di tutti.
L’operazione porta il nome più bello del mondo, “Madre Natura” quella alla quale tutti noi dobbiamo l’esistenza e la sopravvivenza stessa. Madre martoriata, colpita a sangue dai suoi stessi figli ma sempre pronta a perdonare e rigenerarsi, finché potra’ farlo, senza doversi sbarazzare di noi. Ci ha messo in punizione forte con il Covid e forte dovrebbero giungerci i suoi avvertimenti e le grida disperate.
La richiesta d’aiuto è giunta stavolta alle orecchie del Comando dei Carabinieri di Gioia Tauro e alla Procura della Repubblica di Palmi. Le indagini hanno avuto inizio già nel 2019 e sono proseguite fino ai giorni nostri, quando all’alba è scattata una maxi operazione che ha coinvolto le Province di Reggio Calabria, Mantova e Ravenna. La Procura della Repubblica di Palmi, in tandem con il Comando Carabineri di Gioia Tauro, hanno eseguito 26 Decreti di sequestro destinati ad altrettanti mezzi, quali camion e autovetture, denunciato a piede libero 90 persone coinvolte a vario titolo oltre all’applicazione di cinque misure cautelari.
Nel corso del tempo, questi delinquenti avevano occupato intere aree di Gioia Tauro, in particolare in Contrada Ciambra e via Asmara, erano state allestite vere e proprie discariche abusive a cielo aperto.
I materiali sversati erano di ogni tipo di inquinante, dall’eternit ai copertoni,materiali plastici, residui edilizi ed ogni schifezza possiate immaginare.
Non contenti, questi figli ingrati che ammazzano Madre Natura, sempre e solo per i loro luridi interessi economici, appiccavano regolarmente incendi dolosi nel corso dei quali non solo, asfissiavano la popolazione circostante ma determinavano anche pericolose propagazioni.
La presenza di materiali come la plastica, alimentava a dismisura il fuoco che si propagava così facilmente da un’accumulo all’altro fino continuare il cammino sulle terre ancora sane, avvolgendo alberi e cespugli.
Erano trascorse solo poche settimane dall’ultima operazione che aveva portato all’ulteriore sequestro preventivo di 4 grandi aree Comunali, ugualmente deturpate, una delle quali è già stata bonificata.
Fra i cinque criminali ai quali sono state applicate misure cautelari, ve n’era persino uno che lasciava gli arresti domiciliari, appositamente per andare ad appiccare i roghi…
Voglia sempre il cielo, proteggere i nostri uomini migliori, quelli veri e illuminare i magistrati che decideranno le pene. Poiché dopo tanto impegno profuso, la Giustizia possa davvero trionfare.
Sebbene si tratti di una metafora, non è affatto lontana dal vero. Contribuire ad uccidere chi ci permette di vivere, non è un reato da poco.
Francesca Capretta / Cronaca Calabria