Di Maio, M5s: “Abbiamo premier e squadra di ministri ma nessun leader”
Il vicepresidente della Camera sul referendum: “Ennesimo terreno di scontro tra bande del Pd”. Nel pomeriggio assemblea congiunta a Montecitorio su mozione di sfiducia al governo
ROMA – Beppe Grillo torna in prima linea alla guida del Movimento e l’asse Milano-Roma si rafforza, anche se con un leggero spostamento del baricentro verso la Capitale: sono i primi effetti tangibili nel M5S dopo la morte di Gianroberto Casaleggio. Oggi, ad esempio, la candidata cinquestelle a Roma, Virginia Raggi, andrà a Milano per un incontro proprio con Davide Casaleggio, il figlio maggiore di Gianroberto che ha intenzione di portare avanti il progetto del padre. Nel pomeriggio, invece, deputati e senatori terranno una assemblea congiunta a Montecitorio su referendum e mozione di sfiducia al governo e per preparare l’incontro di mercoledì con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale.
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uella che comincia oggi si prospetta, dunque, come una settimana chiave per capire se e come sono cambiati i rapporti all’interno del M5S. E questa mattina Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, intervenendo a Montecitorio al convegno ‘Open democracy’, ha chiarito: “Tutti parlano di leader. Noi ci candideremo alle prossime elezioni e ci presenteremo con una squadra di ministri e un candidato presidente del Consiglio prima delle elezioni perché vogliamo giocare a carte scoperte però non c’è un leader perché questo movimentro sta puntando all’autogoverno, attraverso strumenti di democrazia diretta a partecipata. Il leader del M5S è il M5S stesso, che prenderà le sue decisioni attraverso la piattaforma Rousseau”.
A proposito del referendum, il componente del direttorio 5 stelle ha aggiunto: “Un referendum come quello celebrato ieri diventa, ed è diventato, l’ennesimo terreno di scontro tra bande del Pd. E quando i cittadini hanno capito che lì dentro non si discuteva di trivelle ma erano solo correnti le une contro le altre, hanno snobbato” il voto. Quando travolgi “la democrazia per guerre di potere interne alla fine ne risente la democrazia”.
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