Al Torrione di Forio una meravigliosa macchina chiamata memoria.
Gli attenti visitatori del Museo Civico Giovanni Maltese, al Torrione di Forio d’Ischia, lasciano il ristretto spazio espositivo meravigliati e soddisfatti. Lo testimonia il guest book denso di commenti, disegni e incitamenti a proseguire un efficace opera d’informazione sulle vicende storiche e scientifiche inerenti le opere scultoree e le ricerche dell’artista che abitò per oltre un trentennio nella torre. L’itinerario della visita guidata prevede, infatti, un approfondimento scientifico sui cetacei, un tema di grande interesse e attualità, senza trascurare un’affascinante incursione nella storia isolana riportando alla memoria dati e personaggi storici.
span style="color: #000000;">Nel Museo foriano sono raccolte tante testimonianze del nostro passato, e il susseguirsi d’incontri e di iniziative culturali risveglia l’interesse per la storia e sottrae all’oblio, restituendoli alla collettività, personaggi e ambienti negletti di questo spicchio di terra circondato dal mare.
Tra i personaggi che emergono nello scorrere della visita, figurano diversi medici illustri concittadini. Uomini che fornirono un contributo importante, spesso ancor attuale, allo sviluppo della scienza medica nell’ambito della Scuola Napoletana, una delle più prestigiose dell’intera Europa. A fare da battistrada tra questi eminenti testimoni di Esculapio del passato è Giovanni da Casamicciola, professore di medicina e di farmacia fin dalla fondazione dell’Università di Napoli nel 1274, dove svolse attività didattica per vent’anni. Affinché non si perda la memoria dell’insigne Dottore, egli è ricordato con una lapide nel centro storico di Casamicciola.
Qualche secolo dopo il processo della memoria si sofferma su Gaetano Conte, autore di vari testi di medicina. Già nel 1836 il termalista e direttore clinico del Complesso degli Incurabili riprese una Memoria del Dottor Giovanni Semmola del 1834. Il Conte descrisse scientificamente la distrofia muscolare ancor prima di Duchenne, conosciuto come lo scopritore ufficiale della terribile malattia progressiva accomunata oggi con la SLA. Durante l’Ottocento una nutrita schiera di medici ebbe natali nell’Isola d’Ischia. Tra questi il Dottor Giuseppe Capuano, di Forio, direttore della Clinica ostetrica dell’Università di Napoli, divenuto famoso in tutta Italia per aver seguito la regina Margherita fin dall’inizio della difficile gestazione del futuro re Vittorio Emanuele III, che vide la luce proprio a Napoli nel 1861. Sempre foriano fu uno dei maggiori chirurghi dell’Ottocento, Giovanni Castellaccio, tra i più quotati esperti europei negli interventi sui tumori. Dal 1836 Giovanni Castellaccio, cui è dedicata in sua memoria un’importante arteria foriana, pubblicò per diversi anni un giornale medico, Il Severino, la cui raccolta completa si trova presso il Centro Ricerche storiche D’Ambra, dove è consultabile. Il Dottore fu inoltre l’inventore di uno strumento utilissimo: il catetere.
La visita guidata, strumento di rinnovamento della memoria storica, non può fare a meno di soffermarsi sulla figura di Tommaso Cigliano, (nato a Forio nel 1842 e morto a Napoli nel 1913) illustre omeopata e seguace della teoria Samuel Hannemann. Secondo il medico e ricercatore tedesco, la guarigione consiste nel somministrare al malato l’essenza che a lui manca, essendo questa precipitata nella materia, cioè divenuta «grossolana», e così materializzatasi come veleno sul piano corporale. L’effetto venefico non va quindi combattuto con mezzi altrettanto materiali, ma va piuttosto colmato con la medesima essenza, dopo averla riconvertita e innalzata a quel livello vibratorio di cui il paziente avverte la mancanza Per Tommaso Cigliano l’Università di Napoli creò la prima ed unica cattedra di Omeopatia fondata a livello mondiale. Del cattedratico foriano è celebre, a imperitura memoria, il motto dell’Associazione Omeopatica “Similia Similibus” in bella vista su un cornicione del suo palazzo in una delle strade principali del Comune. Probabilmente, sia per non appesantire, sia per non dover ridurre il carattere, manca il verbo “Curantur” per cui la frase spiega come l’omeopatia cura il malessere con la riconversione dello stesso in benessere. Tommaso Cigliano è citato anche nel libro dell’ Avv. Nino D’Ambra “Giuseppe Garibaldi, cento vite in una” in relazione ad un episodio che vide partecipe lo stesso Garibaldi, quando nel 1864, in vacanza a Ischia, fu dimenticato in uno stanzino per saune delle Stufe S. Lorenzo, con il rischio di morire per soffocamento: episodio, questo, di cui il Cigliano lasciò una testimonianza scritta.
Degno di memoria senz’altro il luminare isolano della Medicina, il prof. Bonaventura Verde (1914-1986), assistente nella Clinica delle Malattie Tropicali e Subtropicali dell’Università di Napoli, vice direttore sanitario degli Ospedali Civili di Genova. Fra le sue numerose pubblicazioni in Italia e in Francia, si richiama alla memoria la sua importante monografia (di oltre 500 pagine) dal titolo“I virus filtrabili in patologia umana”, pubblicato a Milano, dall’Istituto sieroterapico milanese Serafino Belfanti, nel 1948. Il Verde è stato uno dei precursori studiosi delle malattie infettive e parassitarie che poi, di recente, hanno portato la benemerita equipe internazionale di MSF a salvare il medico italiano Fabrizio Pulvirenti dalla terribile ebola.
Per la sua abnegazione e sprezzo del pericolo va ricordato, sempre nell’ambito della visita guidata all’interno del Museo Civico Giovanni Maltese, il Dottor Giovanni Angelo Patalano (1873 1957). Il giovane cerusico, in occasione dell’epidemia di “Vaiolo arabo nero” che colpì la popolazione di Forio durante l’inverno del 1901, procurò personalmente medicinali e attrezzature. Con la sua competenza e dedizione evitò la morte di oltre cento concittadini. In sua memoria il Comune di Forio pose una lapide presso la basilica di San Francesco di Paola.
A conclusione della visita va un doveroso omaggio al Centro di Ricerche Storiche D’Ambra per il costante supporto e aggiornamento di notizie e personaggi meritevoli di memoria. Il medesimo Centro, nella primavera del 2000, organizzò un convegno dal titolo: ”Quella meravigliosa macchina chiamata memoria” cui relatori furono il dottor Crescenzo Di Spigno, dirigente dell’Unità operativa Assistenza Anziani del distretto sanitario di Ischia, e il Generale medico Pietro Paolo Castagliuolo, già Capo del Corpo sanitario dell’aeronautica militare italiana. Il lungo viaggio tra i percorsi della memoria di Di Spigno partì dalla descrizione del funzionamento, dell’area del cervello umano riservata all’immagazzinamento dei dati provenienti dall’esterno e alla loro conseguente elaborazione e conservazione. Esaminò quindi le cause e le conseguenze della degenerazione di questa delicatissima funzione che è la memoria, e fornì un’ampia una spiegazione scientifica, soffermandosi sulle attenzioni da adottare per limitare la perdita di memoria e combatterla quando si trasforma in un processo inevitabile, ma che può essere comunque gestito e limitato. L’esercizio continuo è uno dei metodi più efficaci per arginare la perdita di memoria, da coltivare con costanza e continuità per ottenere risultati soddisfacenti in qualunque età della vita. Un metodo interessante per mantenere attiva la memoria è quindi una visita al Torrione. www.iltorrioneforio.it
Luigi Castaldi
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